Una storia coi buchi

Nasce nella Emmental il più illustre rappresentante dell'arte casearia svizzera: uno spunto genuino per scoprire questa valle del Bernese tra accoglienti cittadine e paesi di antica fondazione, uniti da facili percorsi da effettuare a piedi o sulle due ruote per una rilassante vacanza culturale e naturalistica.

Indice dell'itinerario

Emmental è un nome che tutti conoscono, ma pochi sanno perché il celebre formaggio coi buchi si chiami così. Partiamo allora dall’inizio, per l’esattezza dai piedi del Brienzer Rothorn, dove nasce il fiume Emme che con le sue limpide acque irriga una valle (Tal in tedesco) dai verdissimi paesaggi, popolati da placide mucche il cui ottimo latte è appunto la materia prima dell’emmental. Nonostante l’invasione di sopraelevate, capannoni industriali e centri commerciali, il visitatore non resterà deluso: ancora oggi da queste parti si trovano angoli incontaminati dove la vita scorre in semplicità, lontano dal traffico e dalla frenesia cittadina. Un piccolo paradiso che si può scoprire solo se si attraversa la campagna in bicicletta o a piedi, lungo stradine e sentieri un tempo noti solo alla gente del posto e oggi divenuti percorsi escursionistici e ciclabili: frecce gialle per chi cammina, rosse per chi pedala.

La città degli ambasciatori
L’autostrada che sale dall’Italia e da Lucerna compie un largo giro per portarsi verso il Bernese, in cui si trova la nostra valle, ma questo ci offre la possibilità di visitare Solothurn, Soletta in italiano. Capoluogo dell’omonimo cantone, la storica cittadina si stende sulla sponda sinistra dell’Aare (che subito ad est riceve le acque dell’Emme) e presenta un impianto urbanistico che non ha niente da invidiare alle più conosciute città svizzere. Il territorio fu abitato dai Celti e più tardi dai Romani, che vi fondarono Salodurum all’inizio del I secolo; dopo alterne vicende, culminate con l’annessione all’impero germanico nel 1033, fra il XVI e il XVIII secolo Solothurn visse un periodo di particolare floridezza, diventando residenza degli ambasciatori di Francia e assumendo così il soprannome di Ambassadorenstadt.
Le possenti mura dai torrioni cilindrici sono scandite da due porte, quella orientale verso Basilea e quella occidentale verso Biel, o Bienne. Percorrendo la principale arteria del centro storico, l’Hauptgasse, incontriamo la Marktplatz, la Jesuitenkirche e la cattedrale dedicata a Sant’Orso, oltre a numerosi edifici d’epoca resi ancora più godibili dal fatto che la strada è pedonale. Dopo aver dato uno sguardo alla fontana di San Giorgio e a quella della Giustizia, la Gerechtigkeitsbrunnen, ci incamminiamo per una passeggiata lungo l’Aare sino al villaggio di Altreu, famoso per la presenza di una colonia di cicogne, tornando alla base con un comodo battello del servizio pubblico.

A spasso fra i castelli
Una delle maggiori attrazioni di questa valle consiste nelle abitazioni, rurali e urbane: vecchie di secoli o di nuova costruzione, molte di esse sono realizzate in legno con i caratteristici tetti spioventi, mentre le facciate sono rivestite di scandole o abbellite da intagli, disegni e dagli immancabili vasi di fiori.
Chi ha ottime gambe può concedersi una lunga e piacevole passeggiata da Bätterkinden a Burgdorf, il centro principale della Emmental, dall’evidente impronta medioevale. Percorrendo la Kirchbühl, lungo la quale si affacciano splendidi palazzi, arriviamo nei pressi della tardogotica Stadtkirche, costruita fra il 1471 e il 1490, con la robusta torre-portico alta 72 metri e, all’interno, la pregevole tribuna del coro in pietra intarsiata, del 1512. Da qui raggiungiamo la fortezza che domina l’abitato, voluta nel 1127 da Corrado I di Zähringen: primo castello della Svizzera ad essere costruito in mattoni, è protetto da una cinta muraria lunga ben 115 metri. Nelle sue sale trovano collocazione un museo di etnologia, uno sulla lavorazione dell’oro e lo Schlossmuseum, con mobili, armi, costumi e strumenti musicali. Al di fuori del centro storico, in singolare e affascinante contrasto, sorge una moderna costruzione in cemento e vetro: il Museum Franz Gertsch, che ospita una selezione di opere del grande pittore svizzero e spazi espositivi per mostre temporanee. Merita una tappa anche la Kornhaus, con le sue raccolte di strumenti musicali popolari, fonografi e grammofoni.
Decidiamo di tornare a Bätterkinden in treno, facendo una sosta a Utzenstorf per visitarne il castello e poi percorrere i 2 chilometri restanti a piedi. Circondato da un fossato colmo d’acqua, una rarità da queste parti, lo Schloss Landshut ci colpisce per la sua eleganza, che lo rende più simile a una residenza di campagna che a un maniero fortificato, e anche qui per i suoi due musei, l’uno dedicato alla caccia e alla protezione della selvaggina, l’altro alle attività agricole.

Sapori di fattoria
E’ il momento di dedicarci al formaggio e alla sua produzione: con il camper ci portiamo nuovamente a Burgdorf e da qui, prendendo la panoramica Kipf-Kaltacher Strasse che passa per Heimiswil e Kaltacker, ci spostiamo ad Affoltern im Emmental. In realtà stiamo uscendo dalla valle, ma la ritroveremo alla fine di questa breve digressione. Raggiunto il paese, immersi in un magnifico paesaggio collinare visitiamo lo Schaukäserei, un moderno impianto dove assistiamo alla lavorazione delle forme di Emmentaler, per poi spostarci all’adiacente cascina pastorale costruita nel 1741. Prenotandosi per tempo si possono qui incontrare alcuni casari professionisti, che sono a disposizione per insegnarci a preparare il “nostro” formaggio coi buchi.
Scendendo verso Weier e proseguendo per Sumiswald, cittadina con una splendida chiesa fondata dall’Ordine Teutonico nel 1510, deviamo brevemente su una strada secondaria che porta a Trachselwald e al suo castello, curiosamente ignorato anche da guide turistiche assai titolate. Il colpo d’occhio è invece notevole, con i livelli sfalsati dei vari corpi di fabbrica che rivelano i numerosi interventi succedutisi nel corso dei secoli: la prima menzione ufficiale è del 1131, mentre risalirebbe al 1641 la massiccia torre quadrangolare con tetto a cuspide. Arriviamo al maniero nel pomeriggio inoltrato, non c’è nessuno e abbiamo modo di visitarlo con calma, pur dovendo riscontrare che le indicazioni sono solo in tedesco. L’impiego dell’edificio non è solo turistico e culturale: vi ha sede tuttora l’ufficio del governatore distrettuale e fino al 1996 il complesso ha ospitato un tribunale e una prigione. Nel 1650 i contadini si sollevarono e il capo della rivolta fu rinchiuso in queste carceri, che ebbero un ruolo centrale anche durante le persecuzioni dei battisti nella zona.

Vedute panoramiche
Torniamo a Ramsei nella valle dell’Emme e continuiamo a percorrerla verso sud dirigendoci a Langnau e poi deviando per Trubschachen, dove troviamo un’altra occasione di mettere in moto le gambe: da qui infatti un sentiero pulito e ben percorribile, lungo circa 7 chilometri, ci riporta a Langnau in un’ora e mezzo seguendo il corso dell’Ilfis, un affluente dell’Emme. Tornati alla base con uno degli onnipresenti ed efficientissimi autobus del trasporto pubblico, riprendiamo ancora per Langnau e poi per Signau; poco prima di quest’ultima località una secondaria ci porta ad Eggiwil, continuando a seguire il corso del fiume che inizia ad assumere un aspetto più torrentizio ed è attraversato da alcuni bellissimi ponti coperti in legno. Anche qui ci regaleremo un’altra rilassante camminata lungo l’Emme seguendo, nella stessa direzione da cui provenivamo, le indicazioni di colore giallo per Aeschau: circondati da una campagna lussureggiante, siamo accompagnati solo dal rumore dell’acqua. In pochi chilometri giungiamo a Schüpbach da cui, com’è facile immaginare, il ritorno avviene comodamente in pullman.
Ripreso il camper, l’itinerario ci conduce sempre più vicino alla sorgente del fiume: a Schangnau siamo già a 930 metri di altitudine, tra pendii verdeggianti e larghe macchie di bosco. Dopo aver posteggiato in un’area sterrata, ci incamminiamo verso Kemmeriboden-Bad lungo un sentiero che parte poco prima del parcheggio. Dopo un paio d’ore di marcia su un tragitto di circa 8 chilometri il paesaggio è ormai quello tipico dell’alta montagna; chi ama le escursioni più impegnative può arrivare fin qui con il veicolo e poi sbizzarrirsi prendendo uno dei numerosi sentieri.
La valle prosegue sempre più stretta e sinuosa verso le pendici da cui sgorgano le prime acque del fiume, ma noi ci fermiamo qui e, ridiscesi a Signau, prendiamo per Marbach dove una cabinovia supera i 600 metri di dislivello fino ai 1.484 del Marbachegg, che offre ampie vedute panoramiche. E’ il nostri saluto alla Emmental: ridiscesi a valle, prendiamo per Wiggen da dove la statale ci riporterà a Lucerna e all’autostrada.

Testo e foto di Gianni Fucile


PleinAir 441 – Aprile 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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