Una settimana più che santa

Con un nutrito calendario di riti pasquali la Sicilia invita a condividere la religiosità popolare e gli splendori dell'isola a primavera. Noi vi guidiamo in camper tra le sacre rappresentazioni del Trapanese, dalla Domenica delle Palme a quella di Resurrezione.

Indice dell'itinerario

I riti della Pasqua in Sicilia contano tradizioni pervase da un profondo sentimento che hanno più volte trovato spazio in queste pagine (vedi in particolare PleinAir n. 344). Quest’anno abbiamo seguito le tre principali manifestazioni della costa occidentale (ve ne diamo a parte il calendario completo), che impegnano l’intera settimana.

 

 

 

Domenica delle Palme

Notevole la partecipazione emotiva dei figuranti
Notevole la partecipazione emotiva dei figuranti

In questa giornata a Buseto Palizzolo (TP), centro agricolo tra Erice e Segesta, si svolge da oltre vent’anni la Processione della Via Crucis.
Il paese si raggiunge dalla deviazione segnalata lungo la statale 187 che collega Trapani a Castellammare del Golfo. A Buseto colpisce la mancanza della tipica struttura urbanistica, costituita da piazze e strade che rappresentano il luogo d’incontro della popolazione locale. L’abitato si estende infatti sull’ampia valle che in passato costituiva il fondo agricolo di Erice, dalla quale dipendeva. Quando la frazione divenne comune, in assenza di un piano regolatore, si costruì laddove si possedeva l’appezzamento di terra. Quest’anomalo impianto ha disseminato la comunità in un arcipelago di tante frazioni.
Per trovare un momento forte di aggregazione, è nata la manifestazione della Via Crucis che cerca di coinvolgere tutte le risorse del vasto territorio e, per non metterla in diretta concorrenza con altre similari, si è deciso di proporla nella domenica precedente la Pasqua. Dal 1981, un continuo impegno organizzativo ha fatto evolvere la rievocazione che oggi, grazie a studi filologici, si avvale di scenografie e costumi aderenti alle Sacre Scritture e di oltre seicento figuranti.

La processione dei Misteri dura dal pomeriggio del Venerdì a Mezzogiorno del Sabato Santo
La processione dei Misteri dura dal pomeriggio del Venerdì a Mezzogiorno del Sabato Santo

Nel primo pomeriggio il corteo inizia il suo lungo cammino partendo dal Villaggio Badia, nella parte bassa del paese, dove farà ritorno solo a notte fonda dopo aver attraversato tutti i rioni. Sono undici carri sui quali ottanta giovani rappresentano quadri viventi della Via Crucis. Gli attori impersonano con grande plasticità le figure di Gesù, della Maddalena, dei soldati e degli altri personaggi della Passione; e vederli sfilare è come assistere alle scene di un film.
Gli interpreti di ogni quadro restano immobili come statue per l’intera durata del corteo, una fatica non da poco che rende intensa anche la partecipazione del pubblico.
Ogni carro è seguito da gente in costume e da bande musicali che intonano marce funebri, tranne l’ultima banda a chiusura del corteo, che invece esegue musiche sinfoniche a sottolineare il momento lieto della Resurrezione.
Gli attimi più carichi d’emozione si vivono di notte, quando solo le luci dei carri e delle torce del corteo illuminano il lento incedere dei gruppi statuari.

Un momento della processione, caratterizzata da numerosi figuranti in costume
Un momento della processione, caratterizzata da numerosi figuranti in costume

 

Giovedì Santo

Incredibile la ricchezza dei costumi e dei monili, di chiaro influsso spagnolo, nella processione del Giovedì Santo a Marsala: nella foto le Veroniche, i cui ori sono simbolo del potere della nobiltà barocca
Incredibile la ricchezza dei costumi e dei monili, di chiaro influsso spagnolo, nella processione del Giovedì Santo a Marsala: nella foto le Veroniche, i cui ori sono simbolo del potere della nobiltà barocca

Se il martedì e il mercoledì sono monopolizzati da varie processioni a Trapani, l’appuntamento da non mancare è il Giovedì Santo a Marsala per la Processione dei Misteri Viventi.
La nascita della manifestazione risale agli inizi del Seicento, quando la città era sotto la dominazione spagnola. In questo periodo la Confraternita di Sant’Anna costruì l’omonima chiesa dove i nobili della città si recavano a visitare i Santi Sepolcri. Uno di loro portava sulle spalle la Croce in segno di penitenza, seguito da tredici persone nei panni di Cristo e dei dodici apostoli. Col passare del tempo, visto che la processione riceveva consensi dalla popolazione, i nobili ampliarono i quadri viventi facendovi partecipare familiari e conoscenti e, al fine di rendere il volto di Gesù simile per tutti i gruppi, crearono apposite maschere in cera.Durante il Risorgimento gli eventi che toccarono da vicino la città distolsero le famiglie nobili dal compito di organizzare la processione che fu affidato, insieme agli abiti e alle attrezzature, alla competenza della comunità religiosa.

I gruppi statuari sono portati su carri
I gruppi statuari sono portati su carri

Ma il copione non è cambiato: e puntualmente ogni anno, alle ore 13 del Giovedì Santo, escono dalla chiesa di Sant’Anna, assediata da una folla di fedeli, i primi personaggi. Apre il corteo un uomo incappucciato che reca una lunga croce, subito seguito dal primo gruppo: Gesù con gli apostoli, che a pochi metri dal sagrato s’arrestano a dialogare. Si assiste così alla prima drammatizzazione che si ripeterà varie volte lungo il percorso. Seguono i gruppi che, con brevi dialoghi tratti dalle Sacre Scritture, rappresentano le scene della Passione: la cattura, Gesù dinanzi a Erode, Gesù dinanzi a Pilato… La recitazione dal vivo e l’intensa partecipazione dei giovani attori suscita una crescente commozione tra il pubblico che segue le rappresentazioni in raccolto silenzio.
E’ soprattutto il gruppo della Croce che colpisce per la straordinaria drammaticità, messa in evidenza dalla maschera sofferente di Gesù e dal corpo realisticamente segnato da ferite. Al fianco del Cristo cammina mestamente la Veronica seguita dalla Madonna che versa autentiche lacrime.

 

Soldati romani, bighe trainate da coppie di cavalli e popolani fanno parte dei quattrocento personaggi che animano l’intera processione, chiusa dai due gruppi statuari del Gesù Morto e dell’Addolorata, portati dalle consorelle e dai confratelli. Ma nella Sacra Rappresentazione di Marsala un ulteriore motivo d’interesse è dato dalla presenza delle Veroniche. Sono alcune ragazze, in numero variabile da un anno all’altro, che indossano splendidi abiti colorati, arricchiti da veli, preziosi monili e un copricapo rivestito d’oro.

Questa singolare usanza, comune ad altre rappresentazioni come la Via Crucis di Barile (vedi PleinAir n. 356), risalirebbe alla volontà dei nobili spagnoli di far sfilare le proprie figlie con tutti gli ori di famiglia, a dimostrazione della loro ricchezza.
La processione rientra alle 18.30 nella chiesa di Sant’ Anna mentre in una vicina piazza si compone la scena del Calvario, dove si reciteranno gli ultimi dialoghi di Gesù prima della crocifissione.

Le varie figure del Cristo nei diversi quadri viventi hanno u solo volto, dato da una maschera di cera risalente al Seicento
Le varie figure del Cristo nei diversi quadri viventi hanno u solo volto, dato da una maschera di cera risalente al Seicento

 

 

 

Venerdì Santo

La notte, le cellule fotoelettriche esaltano la suggestione dei quadri viventi
La notte, le cellule fotoelettriche esaltano la suggestione dei quadri viventi

Torniamo a Trapani per assistere a una manifestazione religiosa tra le più imponenti della Sicilia, la Processione dei Misteri.
Anche le sue origini risalgono agli inizi del Seicento, quando si affidò l’organizzazione alle confraternite delle arti e dei mestieri, le cosiddette Maestranze. Nel corso degli anni si sono registrati vari cambiamenti: sono infatti scomparsi alcuni mestieri sostituiti da altri così come, nel corteo, non sono più presenti gli incappucciati; inoltre il numero dei gruppi statuari è passato dagli iniziali otto agli attuali venti.
I fercoli sono custoditi nella chiesa del Purgatorio dove, fino alla tarda mattinata del Venerdì Santo, un’immensa folla assiste agli ultimi preparativi. C’è chi appunta con grande venerazione il bianco fazzoletto donato dalle donne trapanesi, chi sistema gli addobbi floreali, gli ornamenti e le luci che, di lì a poche ore, rischiareranno la lunga notte dei portatori.Le statue di legno a grandezza naturale, opera di abili artisti locali, sono tornate al loro antico splendore dopo recenti restauri. Solo il gruppo della Deposizione attende ancora d’essere liberato dalla patina opaca che le candele vi hanno depositato nel corso dei secoli.
La bellezza e la naturale plasticità di queste sculture è sottolineata da preziosi ornamenti in argento: croci, corone, fasce, collane e armature, tutti ex voto che, gelosamente custoditi durante l’anno, tornano per l’occasione nuovamente a risplendere.

Notevole la plasticità delle sculture
Notevole la plasticità delle sculture

Ma proprio mentre il corteo dei Misteri si avvia ad immergersi nelle strade cittadine per tutta la notte e fino alle 12 del sabato, altrove si compie il drammatico rito della Scinnenza (la Deposizione) che ricorda da vicino quello celebrato ad Alghero (vedi PleinAir n. 344) e che si dice destinato ad essere presto abolito. Nella chiesa di Santa Maria del Gesù, spoglia di addobbi e candele, accanto all’altare gli officianti depongono delicatamente dalla Croce una statua del Cristo dalle braccia articolate, gliele distendono lungo il corpo, gli sfilano i chiodi dai piedi e l’adagiano su un bianco lenzuolo per portarlo in processione tra le navate dove, in un’atmosfera di grande raccoglimento, i fedeli pregano e baciano il simulacro. Intanto, alle ore 14, la processione ha avuto inizio. Nell’ordine già prestabilito è uscito il primo Mistero, La Licenza appartenente agli orafi e argentieri, seguito da quello dei pescatori, degli ortolani, dei metallurgici e così via, fino alla bara del Cristo Morto e all’Addolorata.

Il lungo tragitto si compie con l’accompagnamento delle bande musicali che danno anche il ritmo al caratteristico passo dell’annacata, l’incedere dondolante dei portatori. Col suono della ciàccola, uno strumento di legno, il capo portatore segnala il momento in cui il Mistero deve essere sollevato da terra e messo nuovamente a spalla.
Man mano che si fa sera e sale il buio della notte, crescono i momenti carichi d’emozione; diminuisce il seguito dei fedeli e la processione diventa più intima snodandosi tra due file di ceri. E così per ore, attraverso tutti i quartieri cittadini, fin quando l’indomani, al suono dell’ultima marcia funebre, il corteo compie il suo giro e ogni Mistero viene fatto entrare e uscire più volte dalla chiesa quasi a voler ritardare la conclusione del rito. Ma la definitiva chiusura delle porte alle spalle dell’Addolorata rimanda tutto e tutti al prossimo anno.

Il palazzo Cavarretta a Trapani
Il palazzo Cavarretta a Trapani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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