Una regione in pista

Lungo la Via Emilia tra le fabbriche e i laboratori in cui nascono i propulsori più potenti e innovativi del mondo. Una passione che coinvolge, emotivamente e professionalmente, milioni di persone.

Indice dell'itinerario

La chiamano terra dei motori, e si fa presto a capire perché: dai colli della provincia di Parma fino al litorale romagnolo, la Via Emilia è percorsa non solo da migliaia di veicoli ogni giorno, ma anche da una creatività motoristica che non trova paragoni in qualsiasi altra parte del pianeta. La passione per la meccanica, la capacità imprenditoriale, la leggenda della velocità sono scritte nei cromosomi della gente, e il carisma del marchio surclassa perfino quello del pilota. Ferrari, Ducati, Maserati, Lamborghini, De Tomaso, Morini, Malaguti sono nomi stampati nell’immaginario collettivo; nella sola Bologna, uno studioso ha censito ottantacinque marche di moto sfornate dalle officine del capoluogo dagli anni ’30 a oggi. Aziende grandi e piccole, artigiani specializzati, milioni di tifosi entusiasti coltivano il mito con una dedizione quasi religiosa che accomuna città grandi e piccole, paesini dell’Appennino, borghetti di pianura: luoghi profondamente diversi tra loro, eppure riuniti in un grande circuito che, ben prima di scendere in pista, forma un itinerario di scoperta attraverso tutta la regione, seguendo il profumo della benzina come un elisir.

Dagli Appennini a Modena
Il nostro viaggio comincia verso il cuore montuoso dell’Emilia Romagna a Varano de’ Melegari, le cui vicende storiche sono profondamente legate a quelle del quattrocentesco castello siglato da poderosi torrioni. Ma per chi ha un cuore che batte al ritmo dei pistoni, altri sono i motivi di richiamo: l’Autodromo Riccardo Paletti, costruito nel 1969, e soprattutto la nascita e l’affermazione di un’azienda che ha impresso un segno profondo nell’economia del borgo. Fondata da Gian Paolo Dallara nel 1972, la Dallara Automobili progetta e produce vetture altamente competitive che hanno partecipato a numerose competizioni e campionati in tutto il mondo: le sue strutture all’avanguardia, paragonabili a quelle dei migliori team di Formula Uno, comprendono due gallerie del vento, un banco prova dinamico a sette postazioni, attrezzature di progettazione specializzate, un reparto compositi e l’officina.
Varano de’ Melegari si trova nella valle del torrente Ceno, a una decina di chilometri dalla A15: per raggiungere la prossima destinazione potremmo dunque servirci dell’autostrada, ma il consiglio è di scegliere le secondarie di pedecollina che attraversano un bellissimo territorio punteggiato da vigneti, fattorie, ville, palazzi e castelli, passando per Fornovo di Taro, Felino (patria dell’omonimo salame), il castello di Torrechiara, Traversetolo, San Polo d’Enza, il castello di Canossa, Scandiano e Sassuolo. La nostra meta è Maranello, e non sarebbe necessario aggiungere altro. Qui la Ferrari rappresenta molto più di quello che, ad esempio, la Fiat significa per Torino. Nella cittadina a sud di Modena i bar si chiamano Pit Stop, Warm Up e Pole Position, i ristoranti hanno la bandiera appesa all’ingresso e le tovaglie griffate con la Rossa, perfino le mercerie o i supermarket sfoggiano con orgoglio il proprio spirito di appartenenza alla tribù del Cavallino Rampante. Lo stabilimento si trova lungo la strada principale che taglia in due l’abitato; a poca distanza la Galleria Ferrari, il santuario della fede di milioni di appassionati, nel cui parcheggio si fatica a trovare posto anche nei giorni feriali (180.000 visitatori all’anno). Inaugurata nel febbraio 1990, la Galleria copre attualmente una superficie totale di 2.500 metri quadrati. Questo è il luogo dove passato, presente e futuro della Ferrari si fondono, restituendo al visitatore il fascino intatto del mito: nelle sale si ammirano vetture da campioni come la monoposto con cui Froilan Gonzalez conquistò il primo successo del Cavallino nel Campionato del Mondo a Silverstone, nel 1951, e le ultime F1 plurivittoriose di Michael Schumacher, ma anche la suggestiva e fedele ricostruzione dell’ufficio di Enzo Ferrari nella prima storica sede della scuderia a Modena, in Viale Trento e Trieste. Entriamo allora in città per visitare lo stabilimento Maserati, in Viale Ciro Menotti. Si trova qui dalla sua nascita, nel 1940, anche se è stato più volte ristrutturato, e si estende su un’area complessiva di oltre 50.000 metri quadrati, più di un terzo dei quali occupato da edifici. All’interno dei capannoni di mattoni rossi, identici da sempre, ecco le linee di produzione che sono state interamente rinnovate. Modernità e novità anche per i padiglioni in cui sono alloggiati i banchi prova per il rodaggio e il collaudo di motori e vetture (una produzione annua di oltre 5.000 auto), che completano i più rigorosi controlli nel reparto finiture.
Di notevole interesse anche gli stabilimenti della De Tomaso in Viale Virgilio, nei pressi della fiera, dove dal 1999 si trova anche il museo.

Da Modena a Bologna
In un paesino della Pianura Padana, Sant’Agata Bolognese, nascono i bolidi firmati dalla Lamborghini, nel cui museo sono esposti i modelli più famosi della casa: fra tutti spicca una splendida Diablo arancione appesa a una delle pareti.
Ed eccoci a Bologna dove un altro rosso – questa volta su due ruote, il rosso Ducati – richiama altre masse di tifosi da tutto il mondo. La storia comincia nel 1946 quando alla Fiera di Milano fu presentato il Cucciolo, una bici alla quale era stato applicato un propulsore da 48 cc: venduto originariamente in scatola di montaggio per applicarlo alla bicicletta, venne dotato successivamente di un proprio telaio. Oggi dagli stabilimenti di Borgo Panigale, alla periferia ovest della città, escono ogni anno quasi 50.000 moto. Vincitrice di numerosi trofei (da lungo tempo è leader mondiale nella classe superbike) e protagonista dei gran premi con l’imolese Loris Capirossi, la Ducati ha realizzato nel 1998 un museo che rappresenta un tuffo nel passato e nel futuro del mondo motoristico: la visita è affiancata da un breve giro all’interno dell’azienda per osservare dal vivo i processi produttivi delle nuovissime Desmosedici.
Bologna ospita anche un’altra storica azienda della moto, Malaguti, nata nel 1930 come produttrice di biciclette con quindici dipendenti che costruivano i velocipedi in una piccola officina in Via Bondi. Scelta in seguito la strada dei motori con indubbio successo (in settantacinque anni ha venduto oltre due milioni di veicoli), possiede attualmente due stabilimenti alle porte della città, con quasi 300 dipendenti.
Dal novero non può mancare la Moto Morini che, dopo molte vicissitudini societarie, pare aver imboccato la strada di una nuova sfida imprenditoriale. Alfonso Morini, Dante Lambertini, Nerio Biavati sono i nomi dei tre artisti della meccanica che crearono, nel 1958, un capolavoro del genere: la 250 Bialbero, definita dalla stampa mondiale “la monocilindrica più veloce del mondo”.

Da Bologna alla Riviera Romagnola
Proseguendo lungo la Via Emilia è d’obbligo una sosta a Faenza per dare spazio, questa volta, non alle sue famosissime ceramiche o a monumenti quali la splendida cattedrale e la seicentesca torre civica, ma a un altro protagonista delle piste. Fondato da Gian Carlo Minardi nel 1979 per partecipare al Campionato Europeo di Formula Due, il team Minardi esordisce in Formula Uno nell’85. Il momento di maggiore lustro si celebra a Monza nel 2003 quando, tra i venti concorrenti iscritti al Gran Premio d’Italia, ben otto erano o erano stati piloti Minardi.
E ora via verso il mare, a Rimini, su quella riviera che è il tempio europeo della vacanza balneare (ma anche di quella all’aria aperta da quando ospita Mondo Natura nei padiglioni del suo modernissimo polo fieristico). In città ha sede la Bimota, un’altra azienda che produce bolidi a due ruote, nata nel 1973 e che, a cavallo degli anni ’80, ha mietuto successi nel campionato mondiale superbike. Il nome è l’acronimo dei tre soci fondatori, Bianchi, Morri e Tamburini.
Intorno alla romagnola ci sono almeno altri due santuari della passione motoristica, degna conclusione del nostro viaggio. L’Autodromo Santamonica, a Misano Adriatico, è uno dei circuiti più famosi d’Italia e da questa stagione ospiterà il GP motociclistico di San Marino dopo essere stato protagonista di eventi internazionali come il mondiale superbike, il Ferrari Challenge, la Targa Porsche; qui inoltre opera la scuola di guida sportiva e guida sicura di Siegfried Stohr.
Ultima tappa, a Borgomaggiore di San Marino, la collezione Maranello Rosso divisa in due sezioni dedicate rispettivamente alle vetture Ferrari e alle famose elaborazioni Abarth, i prototipi che hanno fatto segnare record in tutto il mondo. Venticinque i modelli del Cavallino e trentacinque con il marchio creato da Carlo Abarth: ancora un simbolo di quella creatività ruggente che, dagli Appennini all’Adriatico, ha fatto dell’Emilia Romagna la terra dei motori.

PleinAir 416 – marzo 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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