Austria, una montagna di speck

Per chi ama la natura intatta e i forti sapori delle Alpi Carniche, la piccola Lesachtal è una meta tutta da scoprire: in camper e a piedi lungo gli antichi percorsi dei mercanti d'erbe, dei casari, dei pellegrini.

Indice dell'itinerario

C’è grande animazione a Liesing: sta per iniziare il tradizionale Lesachtaler Dorf und Brotfest, la festa del villaggio e del pane. La messa è appena finita e una lunga processione s’insinua per le vie del borgo, gira attorno alla chiesa e poi raggiunge la piazza nella quale, sin dalle prime ore del mattino, il fresco profumo dei boschi si mescola con quello tiepido e fragrante delle pagnotte appena sfornate. Ad aprire il corteo è la banda del paese formata da suonatori di trombe, flauti traversi e tromboni, che indossano il costume tradizionale: cappello adorno di piume, camicia candida, pantaloni alla zuava sorretti da cinturoni di pelle ricamata, giacca di loden sulla quale risalta un colorato fazzoletto a quadri. Seguono i fedeli con gli stendardi e il crocefisso, i chierichetti che procedono lentamente facendo ondeggiare il turibolo fumante e, all’ombra di un baldacchino trasportato da quattro robusti montanari, il parroco.

Dopo la benedizione, i riti religiosi lasciano posto all’aspetto più godereccio e la piccola piazza si riempie di valligiani e di turisti, che in gran parte trovano posto ai tavoli ordinatamente sistemati attorno al palco. In cucina sono già pronti i canederli in brodo, le lucaniche accompagnate dagli inseparabili crauti e una varietà di frico che qui preparano amalgamando in padella il formaggio di malga con le cipolle e la salsiccia. Mentre la birra scorre a fiumi, la banda si cimenta con disinvoltura in un vasto e inaspettato repertorio che passa dalla musica tradizionale alla salsa latino-americana, dal jazz all’intramontabile Rosamunda. Non manca neppure il mercato, con gli stand che espongono tessuti e oggetti d’artigianato artistico ma anche diverse qualità di miele, grappe, pane integrale e sidro di mele o di pere: prodotti del lavoro contadino che sottolineano il forte legame della Carinzia – e di questa valle in particolare – con le tradizioni di una volta, dando origine ad eventi ispirati alla religione, ai riti stagionali del mondo rurale, alla natura.
A favorire la conservazione di usi e costumi è anche la geografia: quest’angolo d’Austria, compreso tra le Dolomiti di Lienz a nord e la Carnia friulana a sud, era ed è ancora piuttosto isolato. Per arrivare sin qui dall’Italia bisogna salire al Passo Monte Croce Carnico, quindi scendere a Kötschach-Mauthen da dove parte la stretta e tortuosa rotabile che risale tutta la valle e poi continua fino a Sillian e all’Alta Val Pusteria. Se si cerca la vita mondana, questo non è il posto giusto: un ambiente raccolto tra valli e vette, pochi paesini, niente impianti di risalita né soprattutto quegli orribili complessi turistici che deturpano altre ben più frequentate località di villeggiatura.

 

Dalla malga alla tavola

Il tipico costume indossato dai suonatori della banda di Liesing
Il tipico costume indossato dai suonatori della banda di Liesing

Posta al margine delle principali vie di comunicazione, la Lesachtal ha così mantenuto il romantico fascino delle valli austriache non ancora rovinate dal turismo di massa. Tutto è ordinato e armonioso, come in una bella cartolina: i prati dove pascolano indisturbate le mucche, gli antichi mulini di Maria Luggau, le case con i fiori ai balconi, e poi boschi e montagne alte più di duemila metri, solo d’estate completamente libere dalla neve. Merito anche di una lungimirante politica di sviluppo ecologico, al punto che la valle è stata premiata come la più incontaminata d’Europa e, nel 1996, come paesaggio alpino dell’anno.

Un originale cappello tipico della banda di Liesing
Un originale cappello tipico della banda di Liesing

Da allora, per fortuna, poco è cambiato; oggi turismo e agricoltura sono entrambi indispensabili per l’economia locale, divenendo anzi complementari. Molti agricoltori aprono le porte del proprio maso per offrire ospitalità ai turisti che nei Buschenschanken possono trovare specialità gustose e genuine, quelle stesse che occhieggiano dai banchi della fiera di Liesing: il miele, le marmellate di frutti di bosco, il pane, i salamini piccanti e l’immancabile speck, sapientemente affumicato per cinque settimane e poi stagionato per conferirgli la giusta consistenza. «Non è facile ottenere uno speck di qualità, ci vuole esperienza, ma il miglior inizio è il maiale. Per i nostri insaccati usiamo solo animali nutriti con prodotti naturali: patate, verdure, latte…» spiega Seep, proprietario di un agriturismo a Würmlach ma anche guida alpina, contadino e casaro.

Antichi metodi per affumicare i salumi
Antichi metodi per affumicare i salumi

Nelle malghe d’alta montagna si producono burro, ricotta e formaggi saporiti, come il premiatissimo Gailtaler Almkse tipico della valle del Gail. La tradizione casearia della zona ha radici antiche: un documento dei Conti di Gorizia testimonia la produzione di caci di malga fin dal XIV secolo. Una varietà di fontina è invece l’ingrediente principale di un’insolita cioccolata che si può acquistare presso il negozio di Herwig Ertl a Kötschach-Mauthen, prodotta con la collaborazione di una cuoca della valle divenuta famosa per le sue fantasiose ricette. Protagonisti in cucina sono anche i prodotti della natura: in primavera abbondano le primizie, gli asparagi, l’erba cipollina, il finocchietto selvatico, d’estate e in autunno i frutti di bosco e i funghi.

Il giardino delle piante officiali del castello di Manndorf
Il giardino delle piante officiali del castello di Manndorf

Sempre a Kötschach-Mauthen, nel cinquecentesco castello di Manndorff, si possono assaggiare tutto l’anno specialità gastronomiche da agricoltura biologica o acquistare unguenti fatti con radici e fiori, in parte provenienti da un appezzamento di terreno adiacente al maniero; in un laboratorio si apprendono invece i segreti della lavorazione e tessitura del lino, della tintura delle stoffe con coloranti vegetali, imparando inoltre a distinguere le erbe commestibili e officinali. Dal silene al luppolo, dal tarassaco alla cicoria selvatica, le Alpi Carniche sono infatti generose di erbe spontanee che ritroviamo non solo nella gastronomia locale, ma anche in una secolare tradizione mercantile: un tempo, i cosiddetti cramars partivano dalla Carnia per andare a vendere appunto erbe essiccate e medicamenti naturali, insieme alle stoffe e alle spezie provenienti da Venezia. Dall’Italia risalivano attraverso i monti con le loro pesanti crassigne, sorta di zaini a forma di armadietto con tanti cassetti nei quali riporre le mercanzie, passavano per la Carinzia e proseguivano il loro lungo viaggio verso l’Europa centrale o i Balcani; uno dei tracciati più battuti prevedeva la salita al Passo Volaia e poi la discesa a Birnbaum, nella Lesachtal.

 

Santuari di natura

Il lago Volaia con il rifugio Eduard Pichl
Il lago Volaia con il rifugio Eduard Pichl

Oggi la traversata di queste montagne si svolge su percorsi ben segnati e serviti da alcuni rifugi: il Sentiero dei Cramars è uno dei più frequentati tra i dodici itinerari transfrontalieri della Karnischer Almweg, la Via delle Malghe Carniche. Compresi tra la Sella d’Aip a oriente e il Passo Giogo Veranis a occidente, questi sentieri recentemente ripristinati sono l’anello di congiunzione tra la Carnia friulana e la Carinzia, lungo vie di grande interesse naturalistico e storico (a Kötschach-Mauthen si incrocia anche la strada romana Julia Augusta) che nei secoli scorsi hanno visto transitare mercanti, pastori, casari, soldati e contrabbandieri. E poi c’erano i pellegrini che d’estate si spostavano lungo un tracciato oggi battezzato Sentiero della Fede, un percorso molto vario che in tre giorni di cammino collega due importanti chiese madri: San Pietro nella valle del But, in Carnia, e il santuario di Maria Schnee a Luggau, nella Lesachtal. Quest’ultimo è l’unica basilica della Carizia, eretta nel luogo in cui Helena Unterluggauer, una pia contadina, si addormentò e sognò la Vergine Maria; al risveglio accese una candela e la pose al centro del prato, dove essa continuò ad ardere per tre giorni e tre notti nonostante il forte vento. In quel punto fu costruita prima una modesta cappella di legno e poi, tra il 1520 e il 1544, l’attuale edificio – progettato dall’architetto pusterese Bartimä Firtaler – che da allora è meta dei pellegrini provenienti da tutta l’Austria ma anche dall’Italia, principalmente dal Friuli e dal Cadore.

La cascata di Weidenburg presso Mauthen
La cascata di Weidenburg presso Mauthen

Il Sentiero della Fede è frequentato anche dai naturalisti, che in prossimità del Giogo Veranis possono fotografare belle fioriture di Arnica montana e Campanula barbata. Apprezzata dai geologi è invece la conca del lago di Volaia, il Wolayersee, dove si snoda una delle cinque escursioni del Geo Trail, un itinerario tematico di una ventina di chilometri che comprende anche i sentieri di Plöcken, Zollnersee, Nassfeld e Garnitzenklamm. Un’occasione per tornare alle origini di questa terra e alla sua genesi assai complessa, come testimoniano le rocce di età diverse formatesi nell’era paleozoica: passeggiando lungo queste remote pendici alpine si scopriranno conchiglie, coralli e alghe fossili, tracce silenti di una storia affascinante che ebbe inizio centinaia di milioni di anni fa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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