Un torrente di emozioni

Attraversata dal corso del Noce, la Val di Sole è un ottimo esempio di pleinair di pronto consumo: discese fluviali, facili pedalate, escursioni di ogni livello e una base strategica per il soggiorno all'aria aperta.

Indice dell'itinerario

Da quasi mille anni ha un nome che è tutto un programma: autentica gemma del Trentino, la Val di Sole si chiama così dal 1071, forse per la posizione particolarmente assolata o, secondo fonti popolari, perché nel luogo veniva adorato per l’appunto il Sole. A far da quinta alla splendida valle, solcata dalle acque irruente del Noce, sono le maestose montagne dell’Ortles-Cevedale a nord, Adamello-Presanella a ovest e Dolomiti di Brenta a sud-ovest. Come se non bastasse, oltre un terzo del suo territorio (più di 20.000 ettari) è protetto e rientra nei confini del Parco Nazionale dello Stelvio e di quello dell’Adamello-Brenta.
Al centro di quest’oasi di verde, dove una deviazione sale verso Madonna di Campiglio e la Val Rendena, Dimaro rappresenta un’ottima soluzione per chi desidera organizzare la vacanza estiva in un’atmosfera tranquilla e tutta all’insegna del pleinair. Il paesino, le cui origini risalgono probabilmente ad epoca preromana, è diventato uno dei centri turistici più frequentati della Val di Sole: la sua posizione tra il Noce e il suo affluente Meledrio, la modesta altitudine (poco più di 750 metri) e la vasta offerta ricettiva e ricreativa ne fanno una meta ideale per grandi e piccini.
Per gli amanti della bici, un apposito percorso di 33 chilometri si sviluppa quasi interamente lungo il corso del Noce, da Mostizzolo a Cogolo, sul tracciato di antiche strade di campagna (con alcuni tratti da percorrere sulla statale); in più punti si sfiorano vigneti e meleti, cogliendo scorci assai suggestivi lungo le rive sassose del torrente. Molti anche gli itinerari percorribili in mountain bike, dai più facili alla portata di tutti fino a quelli consigliati solo ai più esperti e allenati; per chi volesse migliorare la propria perizia in questo sport, presso il Centro Promescaiol di Mezzana vengono organizzati corsi tenuti da istruttori nazionali, utilizzando un campo scuola con ostacoli naturali e artificiali.
Pedalando lungo la pista non si potrà fare a meno di notare grandi e coloratissimi gommoni che discendono il Noce, a volte anche in gruppo: qui l’emozionante esperienza del rafting (come pure della canoa e dell’hydrospeed) si può praticare in tutta sicurezza grazie alle esperte guide di sport fluviali che operano nella valle. Riferimento essenziale è il camping Dolomiti di Brenta, un’ottima struttura con piazzole terrazzate e un’area dedicata ai v.r. situata a poca distanza dal centro di Dimaro e circondata da boschi di conifere, in prossimità del fiume: qui opera, con un’esperienza ultraventennale, il Centro Canoa Rafting Val di Sole che, tra l’altro, propone corsi di canoa fluviale a tutti i livelli. Anche il vicino Centro Extreme Waves Val di Sole, affacciato sul fiume in località Mestriago di Commezzadura, offre le stesse opportunità; si può provare inoltre l’esperienza (adatta anche ai bambini) del Ropes Course, un bel percorso didattico costituito da tronchi alti 12 metri piantati a terra e collegati da funi e passaggi di varia difficoltà, da affrontare sotto l’occhio attento degli istruttori.

Famiglie a zonzo
Accanto a tante attività non possiamo dimenticare quella più praticata dagli amanti della montagna: camminare. E qui c’è davvero da sbizzarrirsi con un’infinità di escursioni, dagli impegnativi itinerari di quota alle semplici e rilassanti passeggiate adatte anche a famiglie con bambini.
Di queste facili proposte, la più battuta parte dal centro di Dimaro (dove merita una visita la chiesa di San Lorenzo, con affreschi del tardo Quattrocento e altari barocchi in legno). Si oltrepassa il ponte sul torrente Meledrio e si raggiunge la vicina frazione di Carciato, un piccolo agglomerato di case rurali e una chiesetta del XV-XVII secolo. Si prende ora la strada ciclabile Acquaseri, che in breve entra nel bosco risalendo il torrente, e in poco più di un chilometro raggiunge un ponte di legno con tavoli da picnic.Si prosegue sullo stesso lato, sempre tra gli alberi, e in un altro chilometro circa si arriva al ponte della Calcara, dove il Meledrio forma due cascate artificiali; a questo punto si può passare dall’altro lato e ridiscendere verso Dimaro oppure proseguire sulla strada del Doss, una carrareccia che sale nel folto con una serie di tornanti. Giunti a un bivio, continuando a destra sulla strada dei Foni si costeggia la Madonnina del Doss e si arriva al ponte coperto del Pison (circa 2 chilometri da quello della Calcara), da cui si può raggiungere la cascata sottostante. Tornando indietro, appena all’uscita del ponte, sulla destra sale un sentiero breve e un po’ ripido che taglia verso la sterrata delle Pontare, scendendo dalla quale si può deviare per l’ex malga Santa Brigida a quota 1.193. In una ventina di minuti si arriva ai 1.340 metri del dosso omonimo, con una palestra di roccia naturale. Ripresa la forestale, si continua in discesa fino a oltrepassare il ponte della Calcara, rientrando a Dimaro sulla comoda carrareccia lungo il fiume o imboccando un facile sentiero che si stacca sulla sinistra e s’inoltra nel bosco.
Alla cascata del Pison si può arrivare anche dal versante di Folgarida, la nota stazione di turismo invernale a 1.260 metri di altitudine. La passeggiata parte dal sentiero della Ronzola, con inizio a sinistra della strada asfaltata che sale verso Madonna di Campiglio, poco dopo gli impianti della cabinovia per Malghet Haut (un grande tabellone illustra gli itinerari della zona). Dopo un centinaio di metri, ancora sulla sinistra si stacca un sentiero che scende rapidamente nel bosco e in circa mezz’ora porta alla cascata. Risalendo per un breve ma ripido tratto sullo stesso sentiero, si scende a sinistra verso il Meledrio dove s’imbocca la strada dei Foni, che ne risale il corso sulla destra. Poco più di un chilometro di tranquilla camminata conduce al ponte del Pastin, da cui si prosegue per un altro chilometro circa fino a ritrovare, sulla destra, il sentiero della Roncola che risale lentamente verso il punto di partenza. Percorrendo la strada asfaltata verso Passo Campo Carlo Magno e Madonna di Campiglio, dopo circa 3 chilometri s’incontra una deviazione sulla destra – accessibile anche ai camper – che sale alla malga Folgarida di Dimaro (1.662 m). La struttura comprende un caseificio in cui acquistare burro, ricotta e formaggio e dispone di tavoli e panche dove consumare uno spuntino con una splendida vista sul gruppo del Brenta. E’ inoltre un’ottima base per le escursioni in quota: la più facile attraversa un bosco ricco di mirtilli e raggiunge la vicina malga Darè (1.665 m), anch’essa in bella posizione e fornita di tavoli da picnic.
Un po’ più impegnativo, ma estremamente piacevole, è il sentiero 265 che dalla malga Folgarida conduce, con la prima parte interamente in mezzo al bosco, al lago delle Malghette (1.890 m). Il rifugio omonimo è un buon punto di ristoro per gli escursionisti che vogliano riposarsi prima di tornare indietro o proseguire per altri percorsi: tra questi, il sentiero 201 sale passando vicino alla malga Piano e in un’oretta porta al rifugio Orso Bruno sul Monte Vigo (2.180 m), dove ci si può rilassare sulla bella terrazza panoramica e all’occorrenza fermarsi per la notte. Si prosegue lungo la sterrata che scende verso Malghet Haut, tra ampi prati con mucche al pascolo e zone boscose un po’ più in basso, fino a una deviazione sulla destra che riporta alla malga Folgarida di Dimaro (un paio d’ore dal rifugio Orso Bruno).
Dal nostro campo base, con gli autobus pubblici si raggiunge agevolmente anche la vicina Madonna di Campiglio, a 1.550 metri, dove la funivia dei Cinque Laghi in pochi minuti sale al rifugio Pancugolo (2.123 m): qui parte un percorso semplicissimo e molto panoramico, indicato dal segnavia 232, che richiede solo un minimo d’attenzione in quanto un po’ esposto, e in una ventina di minuti conduce al lago Ritorto (2.055 m). Questo delizioso specchio d’acqua, incastonato tra le montagne e ricco di trote, è uno dei cinque che danno il nome alla funivia ed è quello situato più in basso; gli altri quattro – Lambin, Nero, Serodoli e Gelato – sono raggiungibili proseguendo sul 232 che s’inerpica a mezzacosta. Decisamente più tranquilla è la via che dal Ritorto scende ai 1.750 metri della malga omonima, dove è possibile gustare le specialità locali e concludere il giro ritornando a Madonna di Campiglio con l’itinerario 277 (circa due ore e mezzo).

PleinAir 396/97 – luglio/agosto 2005

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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