Un passo dopo l'altro

Senza meta né fretta, alle basse quote, circondati dalla natura e dal paesaggio, su percorsi segnati o in libertà attraverso le campagne, fra i borghi, lungo le coste. La più nuova delle attività escursionistiche si chiama country walking, arriva dalla Gran Bretagna e riscopre un modo vecchio come l'uomo per spostarsi con tutta calma da un luogo all'altro: camminare.

Indice dell'itinerario

Ci sono poche attività naturali come il camminare: in fondo, è lo sport di base dell’intera umanità. Ed è singolare osservare come, soprattutto negli ultimi anni, coloro che si dedicano a questa passione abbiano sentito il bisogno di classificare e suddividere le innumerevoli tipologie del cammino, creando a volte degli autentici steccati. Così esiste il trekking (lo spostamento a piedi anche di più giorni e spesso in zone di alta quota o comunque selvagge), il nordic walking (la passeggiata in montagna con i bastoncini, anche sulla neve), l’hiking (escursione leggera con poco dislivello), il barefooting (camminare a piedi nudi) e così via. Ma se si analizzano queste attività si capisce subito che sono semplici varianti di una stessa pratica, visto che consistono pur sempre nel mettere un piede davanti all’altro seguendo una traccia – una strada, un sentiero, la linea del mare, la cresta della montagna – rilassandosi e lasciando anche la mente libera di vagare. Scriveva nella sua autobiografia il poeta inglese Coleridge: “Le mie passeggiate mi conducevano quasi ogni giorno sulla cima del Quantock, e tra le sue vallette in declivio. Matita e blocco d’appunti alla mano facevo gli studi, come dicono gli artisti, e spesso, con gli oggetti e le immagini squadernate dinanzi ai miei sensi, modellavo i pensieri in versi”.
Del resto, c’è qualcosa nel puro e semplice camminare che lo rende almeno in parte diverso dallo scalare una montagna o raggiungere una meta ben precisa. Per essere camminatori nel senso classico del termine (in francese si direbbe flaneur, letteralmente un bighellone, perché nel XIX secolo si usava indicare con questo appellativo chi se ne andava in giro con fare noncurante) bisogna infatti aggiungere all’attrezzatura di base – scarpe comode, vestiti adeguati al clima, uno zainetto per la merenda) – un accessorio fondamentale: il tempo. Perché occorre prendersene tanto, di tempo, dimenticando tabelle di marcia o altezze da conquistare. Lo scopo del cammino, in questo caso, diventa il guardare con occhi diversi il mondo circostante, odorandolo, assaporandone l’atmosfera, sentendosi parte della natura e ammirandone i continui mutamenti, concentrandosi sui particolari e serbandone memoria. Chi, durante un’escursione, osserva davvero il paesaggio, la forma delle nuvole che corrono nel cielo, la maestosità degli alberi o le piccole forme di vita che si incontrano passando in una valle, guadando un fiume, risalendo una collina? Il vero camminatore, insomma, è un romantico genuino, esattamente come Coleridge che, insieme all’amico Wordsworth, compose le sue opere più belle trovando ispirazione proprio mentre vagava tranquillo per la campagna.
Ecco, la campagna. In Italia quando si pensa alla camminata sportiva si pensa alla montagna: alle nostre latitudini il camminatore è soprattutto un escursionista che, con pesanti scarponi ai piedi, calpesta rocce e prati lungo un sentiero segnalato dal CAI o dalla FIE. Nel Nordeuropa invece, dove è diffusa l’abitudine a catalogare e sono state “inventate” le varie specialità a cui abbiamo accennato, molti si dedicano ancora a quell’attività che viene definita molto semplicemente country walking, camminare in campagna. Certo, occorre trovare l’ambiente e il paesaggio che si prestino allo scopo: in Gran Bretagna, patria di questo sport, esistono vaste porzioni di territorio ancora intatte, con piccoli borghi rurali collegati da sentieri attrezzati o stradine con poco traffico, mentre da noi bisogna avere più pazienza. Se infatti proponete al ragioniere milanese di andarsene a passeggio per la Pianura Padana, o al tassista capitolino di lasciare la sua fida automobile per mettersi a passeggiare in quel che resta della campagna romana, probabilmente vi prenderà per matti. Nel Bel Paese purtroppo esistono pochissimi sentieri segnalati nelle aree di pianura, e ancor meno itinerari a ridosso delle città. Le cose vanno un po’ meglio se si prendono in esame le zone meno urbanizzate e più vocate al turismo, ad esempio la provincia di Siena (le cosiddette backroads, sterrate che percorrono buona parte del territorio senese, sono ideali per le due ruote ma anche per chi cammina) o le zone a ridosso delle Alpi. Certo, sono gocce nel mare, e ciò spiega perché da noi i praticanti di questa attività siano tuttora pochissimi: quelli che si incontrano in realtà sono quasi tutti turisti stranieri, intenzionati a praticare il proprio hobby nonostante le evidenze contrarie.
Qualcosa sta cambiando, ma poco si potrà ottenere se gli escursionisti non decideranno finalmente di dedicarsi anche ai sentieri di bassa quota (e questo appello vale in primo luogo per i camperisti, che troppo spesso utilizzano il proprio mezzo per fuggire dalle città piuttosto che per scoprirne i dintorni). La Federazione Italiana Escursionismo, ad esempio, qualche anno fa ha realizzato un sentiero che in più giorni consente di raggiungere i Monti Simbruini da Roma attraversando territori notoriamente carichi di problemi, ma anche di storia e di fascino. Se infatti le alte quote attirano per la grandiosità del paesaggio e per il senso di solitudine, pensate a quale diverso tipo di emozione va incontro chi si dedica al country walking camminando nella campagna romana. Anche perché spesso si percorrono antichi tracciati o itinerari di fede che hanno sulle spalle centinaia se non migliaia di anni: basti pensare alla Via Francigena, alle strade romane come la Via Clodia, ai tratti storici delle moderne consolari come l’Appia, dove si può camminare per chilometri e chilometri immersi nella natura e nelle testimonianze del passato.Passeggiando qua e là
Fra le prime regioni ad attrezzarsi con sentieri che non cercano per forza di portare i camminatori su una qualche vetta si colloca la Lombardia. Da Malcesine, sul Lago di Garda, si può prendere ad esempio la funivia sino al punto di partenza del sentiero, ottimo per la mountain bike ma anche per le passeggiate, che corre sulla cresta offrendo incredibili belvedere panoramici. Ma, come riporta il giornale britannico The Independent rivolgendosi ai lettori che intendono camminare in Italia, tutti i laghi lombardi offrono preziose opportunità: l’Iseo “è come una gemma nascosta, dominato da impressionanti montagne a forma di piramide verso nord, mentre rive più dolci verso sud ospitano i vigneti della Franciacorta”. Il Lago di Como è invece “uno scenario famoso, e la deliziosa cittadina lacustre di Menaggio offre un ottimo punto di partenza per escursioni che variano dalle semplici passeggiate all’hiking più impegnativo”. E non bisogna certo dimenticare le meraviglie del Lago Maggiore, con i suoi boschi, i paesini e le splendide ville: parola di esperti britannici. Perché la cosa davvero singolare è che mentre dalle nostre parti la maggior parte delle persone e la totalità dei mezzi di informazione ignorano il country walking (e più in generale tutto ciò che riguarda il turismo lento), all’estero ci sono molte pubblicazioni che parlano di noi e delle eccellenti opportunità che lo Stivale offre al camminatore, diciamo così, meno sportivo.
Viene anche da pensare a quali risorse vadano sprecate non offrendo ai visitatori europei una rete completa di sentieri ad hoc: quanto già esiste, infatti, benché rappresenti solo un’infima parte della rete sentieristica nazionale (che in gran parte ricade, come sarà ormai chiaro, sulle montagne) è molto apprezzato all’estero e frequentato attivamente, come confermano alcuni degli esempi più clamorosi. Sui tracciati della Liguria che seguono da vicino la costa, come il Sentiero Azzurro delle Cinque Terre o la splendida passeggiata da Portofino a San Fruttuoso, in certi periodi dell’anno si sente parlare molto più inglese o tedesco che italiano, e lo stesso vale per la Costiera Amalfitana, con le eccellenti opportunità escursionistiche offerte dai Monti Lattari (dai quali si godono alcuni dei più bei panorami d’Italia); per non parlare poi della Toscana dove i sentieri escursionistici nella valle del Farma e Merse regalano (e non sono certo gli unici) l’emozione dell’autentico country walking in un ambiente solitario e selvaggio, che alle testimonianze dell’opera dell’uomo unisce una natura ricca di specie vegetali e animali.La Grande Traversata del Biellese è invece una piacevole novità. In un’area poco nota al grande pubblico qual è appunto la provincia di Biella, nel 1996 è stato realizzato un sentiero ad anello che può essere completato in quindici giorni di cammino e che oggi è diventato un ottimo scenario per il passo lento. Si tratta, a detta degli organizzatori, di uno dei più lunghi trekking (234 chilometri) a bassa quota d’Italia, che si snoda principalmente su carrarecce, strade carrozzabili e sentieri perfettamente indicati con segnavia gialli, toccando località di grandissimo interesse come il Ricetto di Candelo o le riserve naturali delle Baragge e della Bessa. E’ in effetti il primo e, nel suo complesso, forse l’unico sentiero interamente dedicato al country walking nel nostro paese.
Scendendo verso l’Umbria e il Lazio, non si può non citare la presenza di vari e ben segnalati percorsi della fede che, portando sulle tracce dei santi più conosciuti e amati, consentono di immergersi in alcuni dei paesaggi più rinomati del nostro paese. Il Cammino di Francesco, nella piana di Rieti, è oggi uno dei più battuti e può essere collegato al Cammino Francescano che arriva a Gubbio da Assisi per continuare poi in direzione di Roma, ottenendo così un country trekking di grande interesse e fascino, secondo solo alla Via Francigena. Attraversando il Tirreno, un’altra regione a misura di camminatori è la Sardegna, che offre sentieri costieri come se ne possono trovare solo qui (pensiamo al Selvaggio Blu, che si dipana sul Golfo di Orosei, o lo straordinario sentiero che porta sulla cresta di Capo Caccia) ma soprattutto cammini a bassa quota verso l’interno, dove a paesaggi solitari si alternano testimonianze dell’antica civiltà sarda, come i nuraghe e le domus de janas.
Spostandoci a sud, non si devono dimenticare le eccellenti possibilità offerte dal promontorio del Gargano in Puglia, o i paesaggi della provincia di Agrigento in Sicilia. Di questi luoghi e di molti altri, con accorte descrizioni dei sentieri, si è occupata spesso la nostra rivista che da sempre (prima ancora che qualcuno suggerisse il nome esterofilo di country walking per questo tipo di attività) ha cercato di promuovere un modo di avvicinarsi all’escursionismo fatto non di grandi imprese ma del recupero di un’abitudine nata con l’uomo, da sempre nomade. Oggi assistiamo a una frattura tra il mondo degli escursionisti duri e puri, che tendono sempre di più a spostarsi verso le quote maggiori, e quello della gente comune, dei turisti e dei semplici viaggiatori. Il country walking intende riunire questi due approcci: portare i camminatori meno esperti ad affrontare con gradualità esperienze di maggior impegno e, al tempo stesso, far scendere i più atletici verso le pianure, le campagne, le coste e farli camminare di borgo in borgo. Un modo unico e del tutto naturale per conoscere davvero il territorio e, passo dopo passo, contribuire a proteggerlo.

PleinAir 440 – Marzo 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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