Un lago a tutto tondo

Il lago di Bracciano: deliziosi borghi, escursioni a piedi e in bicicletta, sport acquatici, itinerari in battello, una saporita gastronomia.

Indice dell'itinerario

Settemila anni fa, intorno al lago di Bracciano già abitavano popolazioni italiche di antichissima origine: e contemplando l’ameno paesaggio, con la superficie dell’acqua appena increspata e le sponde circondate da morbide colline tappezzate di verde, se ne intuisce facilmente il motivo. Con la sua forma tondeggiante che rivela l’origine vulcanica comune a molti altri bacini della regione, il Lacus Sabatinus dei Romani è il secondo per estensione del Lazio con 57 chilometri quadrati di superficie; e sebbene l’edilizia abitativa e turistica attorno ai suoi caratteristici paesini abbia subito un’impennata negli ultimi vent’anni, il territorio – tutelato dal Parco Naturale Regionale di Bracciano e Martignano, un vicino laghetto – conserva un fascino indiscutibile, accresciuto da una serie di iniziative che hanno reso i luoghi e l’ambiente ancora più fruibili e interessanti.

L’asse viario di riferimento è la statale 2 Cassia, importante arteria della Roma odierna che risale verso Siena e Firenze correndo a poca distanza dai due laghi. Subito la storia ci strizza l’occhio: questa via, infatti, ha probabili origini etrusche e collegava appunto l’Urbe con l’Etruria passando attraverso i Monti Sabatini, i Monti Cimini, Sutri e Arezzo. Il nome attuale deriverebbe dal console romano Lucio Cassio, ma nel Medioevo era ben più nota come Via Francisca o Francigena essendo il principale collegamento per i pellegrini provenienti dall’Europa centro-settentrionale e diretti a San Pietro.

 

Anguillara Sabazia

Il centro visite di Anguillara
Il centro visite di Anguillara

A meno di non sostare direttamente sul lago, che offre numerose opportunità, da Roma seguiamo la consolare in direzione di Viterbo fino a La Storta, oggi una frazione della Capitale, dove si stacca la netta deviazione sulla S.S. 493 Claudia Braccianese, già Via Clodia o Claudia, che in buona parte segue l’antico tracciato romano. Da qualche anno il congestionato incrocio automobilistico fra le due strade è superato da un apposito raccordino e per noi il percorso continua senza interruzioni, immergendosi poco dopo nella dolce campagna che prelude alla nostra meta. In meno di 10 chilometri giungiamo in prossimità di Osteria Nuova, superiamo il bivio per Cesano e Santa Maria di Galeria (vedi riquadro “Escursioni nei dintorni”) e poco più avanti svoltiamo a destra per il lago, immettendoci nella quasi rettilinea Via Anguillarese che mostra su ambo i lati gli impianti del centro di ricerche dell’Enea, l’ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente. Ancora un paio di chilometri e varchiamo i confini di Anguillara Sabazia: subito dopo il passaggio a livello della ferrovia Roma-Viterbo un largo piazzale sulla destra ospita i mezzi di soccorso medico e, un po’ più nascosto, il ben organizzato Centro Visite del Sistema Intercomunale Cerite-Tolfetano-Braccianese. All’interno sono esposti vari reperti archeologici corredati da materiale didattico e informativo, tra i quali una piroga monossile (cioè ricavata da un unico tronco d’albero) lunga quasi 10 metri e conservata in un’apposita teca. Il tutto proviene dal ritrovamento, avvenuto nel 1989, di un villaggio neolitico sommerso tra i più antichi dell’Europa occidentale, risalente a un periodo compreso tra il 5750 e il 5260 a.C.

 

Dopo questo piccolo tuffo nella preistoria ci avviciniamo ai nostri tempi visitando, poco prima del centro storico, le cosiddette Mura di Santo Stefano, resti imponenti di una villa romana che divenne chiesa e convento, poi dismesso verso la fine del ‘500. Nel nucleo antico proteso sul lago con il suo intrico di vicoli, viuzze e ripide scalinate spiccano, contornate dal verde dei giardini pubblici, le possenti mura che cingevano la cosiddetta Rocca, ovvero il ben conservato castello quattrocentesco appartenuto agli Orsini. L’ingresso ufficiale è però la monumentale porta cinquecentesca, sovrastata da un orologio di fine ‘700, al di là della quale si entra nella Piazza del Comune, abbellita dalla Fontana delle Anguille e dal portone d’accesso al palazzo baronale Orsini, oggi sede municipale. Da qui si gode di una meravigliosa vista sul lago, che si fa ancora più suggestiva dal piccolo piazzale antistante la sopraelevata chiesa di Santa Maria dell’Assunta o Collegiata raggiungibile percorrendo l’unica strada veramente diritta del borgo, Via Umberto I. Anguillara deve probabilmente il suo nome alla dimora di una nobile matrona romana proprietaria di una villa detta angularia, forse perché situata in un punto della costa che forma una sorta di angolo. Divenuta feudo della casata omonima, che la tenne fino alla metà del XV secolo, passò successivamente agli Orsini i quali ‘600 la vendettero ai Grillo. Risale invece all’800 l’aggiunta del toponimo Sabazia.

 

Da Trevignano a Bracciano

Trevignano: Piazza Vittorio Emanuele III
Trevignano: Piazza Vittorio Emanuele III

Ripreso il veicolo, ci dirigiamo verso Trevignano Romano costeggiando le rive del lago proprio accanto al luogo dove è stato ritrovato, in località La Marmotta, il villaggio neolitico oggetto del centro visite, oltre alla piccola diga costruita all’imbocco dell’emissario naturale del lago, il fiume Arrone. Il paesaggio si fa ora dolce e sereno e la vista, grazie all’assenza di folta vegetazione sulla costa, spazia sull’intero bacino. All’incrocio con la strada che riporta sulla Via Cassia si prosegue verso sinistra sempre costeggiando il lago in senso antiorario, su una strada ora fresca e alberata ma un po’ stretta. Poco dopo si scorge in lontananza l’abitato di Trevignano Romano sormontato dalla rocca, anch’essa detta degli Orsini. Il paese, con un impianto molto simile al precedente, è magnificamente adagiato sulla riva settentrionale e il centro antico sembra tutto affacciato ad ammirare la placida tranquillità del lago. Pochi passi e arriviamo all’ampia Piazza Vittorio Emanuele III, arredata con bei giardini e chiusa dal portico cinquecentesco del Palazzo Comunale e dalla Torre dell’Orologio. Nel Municipio è ospitato il Museo Civico, ricco di materiale archeologico che proviene dagli scavi delle necropoli di un centro etrusco-romano che si crede possa essere l’antica Sabatia. La visita è assai raccomandabile: in un ambiente raccolto e suggestivo ci si trova immersi nella storia di questi luoghi, che un tempo segnavano il confine tra Roma e l’Etruria respirando l’aria di due diverse civiltà. Se andiamo ora a prendere Via Umberto I, presto svolteremo in Via della Parrocchia che, tra svolte e gradini, conduce in alto alla graziosa chiesa dell’Assunta. Dal sagrato parte un breve sentiero che si arrampica sulla rupe in cima alla quale si trovano i resti della rocca, con un panorama davvero da non perdere soprattutto alla luce del tramonto. La strada si dirige ora verso Bracciano, il centro più importante di tutta l’area che stiamo visitando e che, pur non affacciandosi direttamente sulle sponde del lago, gli dà il nome. Tra il verde degli oliveti e l’azzurro delle acque incontriamo prima l’antico borgo rurale di Vicarello, posto in bella posizione dominante; poi, dopo aver lasciato sulla destra le antiche scuderie degli Odescalchi, giungiamo alla stretta stradina (praticabile solo da piccoli furgonati) che sulla destra porta alla chiesa di San Liberato, sorta nel IX secolo sull’area di un insediamento romano a ridosso della Via Clodia. L’area è proprietà privata e la visita può essere effettuata solo previa prenotazione, ma consigliamo di non rinunciarvi: qui si ha infatti l’occasione di ammirare uno dei più bei parchi botanici del nostro paese, progettato dal celebre paesaggista inglese Russell Page per il conte Donato Sanminiatelli e oggi curato attentamente dalla consorte, la contessa Maria.

 

Bracciano

Bracciano: Il castello Orsini-Odescalchi
Bracciano: Il castello Orsini-Odescalchi

Tornati sulla principale, dopo l’unico incrocio con semaforo di tutta la circumlacuale svoltiamo a destra per la ripida salita che porta al paese di Bracciano, con l’imponente castello che ci guarda dall’alto. Con gli pneumatici che scivolano rumorosamente sui cubetti di porfido dell’antica pavimentazione, si arriva proprio nel cuore dell’abitato: a destra la bella Piazza IV Novembre, dominata dal Palazzo Comunale, con fontana e monumento ai Caduti; sulla sinistra l’accesso al borgo antico e al Castello Orsini. Quest’ultimo, risalente alla seconda metà del ‘400, è in uno stato di conservazione eccellente e viene tuttora utilizzato per importanti appuntamenti culturali ma anche mondani (come le nozze dell’attore Tom Cruise, nel novembre di due anni fa). Nelle ampie sale si cammina a braccetto con la storia: era il 1494 quando il re di Francia Carlo VIII vi fece tappa nella sua vittoriosa discesa in Italia alla conquista di Firenze e di Napoli, mentre nel 1584 il complesso ospitò, con tutta la sua numerosissima corte, l’ammiraglio pontificio Marcantonio Colonna che era stato uno degli artefici, nel 1571, della vittoria di Lepanto contro i Turchi. Uno dei saloni è dedicato a Umberto I, che qui soggiornò nel 1900. Sul cammino di ronda, che ci fa sentire come se fossimo sentinelle in congedo, godiamo di una vista impareggiabile su tutto il lago e sui monti dell’Appennino centrale in lontananza. All’uscita si osservano la bella facciata della parrocchiale di Santo Stefano con l’austero campanile cinquecentesco, un torrione del castello e le alte mura dei palazzotti del borgo antico tutti immersi in un’atmosfera odorosa di fumo di legna, che di nuovo sembra riportare indietro nel tempo.

 

Vigna di Valle

Il museo Storico dell'Aviazione presso Vigna di Valle
Il museo Storico dell’Aviazione presso Vigna di Valle

L’ultimo quarto di giro ci riporta verso Anguillara non senza una sosta a Vigna di Valle per visitare, proprio a ridosso della sponda, il Museo Storico dell’Aeronautica Militare. Inaugurato nel 1977, contiene in quattro enormi hangar una stupefacente collezione di velivoli storici e di prototipi che vanno dai primi pionieristici mezzi della Grande Guerra fino ai più moderni esemplari degli ultimi anni, compresi anche vari elicotteri. Suggestivi sono i cimeli delle spedizioni polari del dirigibile Norge, del 1926, e dello sfortunato Italia, di due anni più tardi, con parti tanto deformate che danno i brividi per la grande forza evocativa della tragedia vissuta dagli uomini del generale Umberto Nobile.
Da Vigna di Valle si può concludere il periplo del lago facendo ritorno ad Anguillara, magari per un’ottima cena a base di pesce in riva al lago, o portarsi direttamente sulla 493 per tornare a Roma, al Grande Raccordo Anulare o alle autostrade.

 

 

 

 

 

 

 

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