Un fiorino, prego...

Viaggio a pedali nel Paese che offre undicimila chilometri di piste ciclabili; alla scoperta del De Weeribben National Park e di Giethoorn, oasi di pace dove si viaggia rigorosamente in silenzio.

Indice dell'itinerario

Non mi era mai capitato di imbattermi in un intenso traffico di ciclisti come sulla strada che da Oosterzee naviga tra polder e canali verso il cuore verde del De Weeribben National Park; se non ricordo male, in dieci minuti ho incrociato qualcosa come 116 cicloturisti, che preferiscono viaggiare a pedali anziché sprofondare in poltrona col telecomando in mano. Sospinte da un vento amico le nostre bici non avevano bisogno di gambe e pedali per muoversi, mentre gli altri lottavano tenacemente col nemico invisibile per guadagnare metri di fatica. In quei dieci minuti d’Olanda ho trovato conferma a una verità: che anche un viaggio senza salite nasconde qualche insidia per chi si sposta con la dueruote; Eolo può essere il miglior amico e il peggior nemico di chi viaggia in bicicletta.
Traffico e vento a parte, le ciclabili d’Olanda non dovrebbero mai mancare nel curriculum di un cicloturista che riscopre qui il gusto di viaggiare senza dividere spazi e silenzi con i motori; al massimo potrà capitare di essere superati dalle grandi vele di vecchi clipper a chiglia bassa che navigano lungo i canali; oppure rivivere le emozioni di un ritorno al Medioevo che rifà il verso a Roberto Benigni e al compianto Massimo Troisi nel loro Non ci resta che piangere. A Blokzijl, ancora oggi, per oltrepassare un canale si paga un fiorino a un distinto signore che trasporta uomini e biciclette sull’altra riva. Ci troviamo nell’Overijssel, una delle regioni olandesi meno visitate e più belle, dove la vita scorre a dieci all’ora.
A pochi colpi di pedale da Blokzijl c’è il parco naturale De Weeribben, oasi aperta solo a bici, canoe, houseboat e barche a vela; a Kalenberg, in pieno parco, ci sono anche villette e giardini ma non sono raggiungibili in auto. Sei chilometri più avanti c’é Giethoorn, altro villaggio che non ama i rumori; qui la principale via di comunicazione è un canale che si snoda tra villette, giardini e ponticelli; oltre alle biciclette gli abitanti utilizzano per gli spostamenti barchette più silenziose del vento, sospinte da un motore elettrico.

PleinAir 309 – aprile 1998

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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