Triangolo di Pasqua

In un'area ristretta tra le province di Chieti, Pescara e L'Aquila si svolgono alcuni dei più commoventi riti pasquali d'Abruzzo. Ne abbiamo inseguito il calendario.

Indice dell'itinerario

Per le vacanze pasquali ci siamo recati in Spagna, in Grecia e nel nostro Sud ma non c’era bisogno di andare tanto lontano: in Abruzzo, ci attendeva una Pasqua tutta da vivere.

Scontati i riti della Passione, è stato interessante scoprire le varianti apportate dalle tradizioni locali, nonché piacevole ritrovarsi ogni sera in un posto diverso, godendo delle libertà concesse da questa terra così ospitale nei confronti del turismo itinerante.

Ci ha aiutato ad organizzarci l’interessantissima guida Calendario abruzzese, cento feste contadine per un anno (edita da Menabò, Ortona).

 

 

Mercoledì: Gessopalena

L‘area archeologica di Juvanum, nei pressi di Gessopalena
L‘area archeologica di Juvanum, nei pressi di Gessopalena

Abbiamo iniziato a Gessopalena, dove il mercoledì di Passione si svolge, dopo il calar del sole, un’emozionante rappresentazione – sia per il luogo, quello che resta del paese distrutto dal terremoto del ’33, sia per il recitato – della salita al Golgota. Il percorso si dipana per stretti acciottolati tra i ruderi di case, chiese, botteghe medioevali illuminati da candele; nei luoghi più suggestivi, il Cristo si ferma, c’è un recitato fuoricampo e si va avanti così fino a raggiungere il luogo della crocifissione dove la Madre, un’anziana del posto, attende assolutamente immobile l’arrivo del Figlio. Durante la scena della crocifissione il lugubre lamento delle Marie rende la scena ancor più straziante.

Questa sorta di moderna Pompei è un insediamento le cui origini si perdono nella notte dei tempi, in quanto fortificazione naturale su uno sperone accessibile solo da un lato. Distrutta dal terremoto del 1933 e poi dalle mine dei tedeschi in ritirata nella Seconda Guerra Mondiale, è anche chiamata Pietra Lucente per il gesso cristallino che compone la roccia su cui sorgono le rovine e che, illuminato dal sole, specie di sera manda particolari bagliori.

Arrivando tra i ruderi del primitivo insediamento di Gessopalena si comprende perché questo sito sia chiamato Pietra Lucente
Arrivando tra i ruderi del primitivo insediamento di Gessopalena si comprende perché questo sito sia chiamato Pietra Lucente

Si consiglia pertanto di arrivare con largo anticipo per visitare in tutta tranquillità la parte antica, al momento deserta. Qui più tardi si arrampicherà la processione proveniente dal limitrofo centro abitato. Il parcheggio d’ingresso è al momento transennato perché servirà d’appoggio alle ambulanze durante la manifestazione, ma si renderà poi libero per il nostro pernottamento. Nel frattempo non ci sono problemi a lasciare il camper lungo la strada a fianco.
La cerimonia comincerebbe alle 20.30, secondo i manifesti, ma non c’è da preoccuparsi se il ritardo sarà notevole, anche un’ora. Poi la manifestazione ha inizio, con un primo quadro davanti alla chiesa e, di seguito, l’andata al Calvario situato sul punto più alto della città vecchia. In piazza sono presenti tutte le 1500 anime del paese che alla prima strettoia finiranno intrappolate, e verranno fatte procedere solo a gruppi e con molta attenzione sull’acciottolato sconnesso e levigato dal tempo, nonché reso pericoloso dall’oscurità (ci sono delle candele basse su tutto il percorso, ma è consigliabile avere una torcia elettrica di scorta). Quindi per sicurezza, ma anche per poter assistere a quanto succede, i casi sono due: o cercare di precedere la processione (mostrando al servizio d’ordine che si ha necessità di fotografare) o attendere che tutti siano entrati nei vicoli e da dietro, arrampicandosi sulle rovine, assistere alla rappresentazione, forse un po’ da lontano, ma senza perderne il fascino, per la luce che illumina il Calvario, per le fiaccole portate dagli astanti, per i canti, i suoni, il lamento della Madonna che arrivano dappertutto grazie alla potente amplificazione.
Quando tutto è finito, all’uscita della città vecchia la folla si disperde, ma una parte raggiunge la piazzetta del Municipio, dove è offerto un piccolo rinfresco.

 

Giovedì: Lanciano

Area di parcheggio allestita sotto le mura di Lanciano
Area di parcheggio allestita sotto le mura di Lanciano

Un breve spostamento e il giovedì siamo a Lanciano, una cittadina che un sapiente restauro di edifici e monumenti ha reso piacevolissima da visitare. Qui la processione importante si svolge il venerdì, ma il prologo del giovedì è ugualmente interessante. Nelle varie chiese della città sono esposti i sepolcri e in quella dell’Arciconfraternita della Morte e Orazione sono conservate pure le statue che sfileranno l’indomani e la pannarola, un enorme stendardo nero la cui cuspide dorata sfiora durante la processione i balconi delle case. Da qui il giovedì notte esce il Cireneo, un membro del sodalizio che porta una pesantissima croce per le strade della città seguendo un itinerario sconosciuto; l’abbiamo cercato tra vicoli e piazzette seguendo il suono lugubre della raganella, l’abbiamo visto al lume delle torce traballare sotto il suo pesante fardello.

Lanciano è già bella di per sé, ma di notte, grazie alla sapiente illuminazione degli edifici, lo è ancora di più (rosseggiano le torri, risplendono bianchissimi i bassorilievi del portale di Sant’Agostino). Col camper ci godiamo dal basso il ponte di Diocleziano, che pur rimaneggiato nei secoli conserva i misteriosi resti di un edificio romano (basilica, terme o acquedotto che sia) immerso nel verde. Ma a primavera c’è un tocco in più a rendere magica la notte. Invisibile nel folto canta l’usignolo, e i suoi trilli, le sue cascate di note sempre diverse sfidano la collaudata insonorizzazione del camper. Quanti parcheggi scelti da noi o, come in questo caso offerti (nonché attrezzati con presa d’acqua e pozzetto) dall’amministrazione comunale possono vantare tanti pregi?
Ricca di monumenti, Lanciano è tappezzata di tabelle che spiegano tutto, per cui basta memorizzare la piantina all’angolo del quartiere, leggere le istruzioni e andare. Ma se preferite sentir raccontare storie e segreti della città dalla viva voce di un appassionato locale, recatevi nella centrale Strada dei Frentani. In una delle botteghe col banco di vendita a dividere l’arco ogivale della porta (come le coppetelle de L’Aquila), e precisamente quella che porta l’iscrizione del tessitore che anticamente la occupava, vende ancora tessuti un nostro lettore. L’approccio è nato osservando la sua caravan, un modello del 1983, parcheggiata nella piazza a fianco e con le porte aperte: non ci abitava, come in un primo momento abbiamo pensato, semplicemente era in partenza per le sue vacanze pasquali.

 

Venerdì: Chieti

La processione del Venerdì Santo a Chieti
La processione del Venerdì Santo a Chieti

Per la processione del Venerdì Santo siamo andati a Chieti, visitando in mattinata la città con le numerose vestigia romane e, attorno a mezzogiorno, la cattedrale di San Giustino. Qui, più apprezzato forse perché inatteso, un concerto si svolge a quell’ora sulle scale del transetto: un’orchestra di circa duecento violini suona brani classici; lo struggente suono degli archi si diffonde nelle navate, l’acustica è perfetta, il momento emozionante.

Al tramonto la piazza della cattedrale si riempie: i partecipanti alla processione si radunano per sodalizi, quindi per colori, dietro gli stendardi; attendono di mettersi in fila dietro le artistiche statue dell’Addolorata e del Cristo morto che, trasportate dai membri della Confraternita della Buona Morte, si muoveranno al passo ritmato dal battere della troccola, strumento di legno che nella Settimana Santa sostituisce le campane. La Schola Cantorum della cattedrale e gli archi eseguiranno ininterrottamente la marcia funebre di Selecchy, fino al rientro in cattedrale a notte fonda.

Il capoluogo della provincia che stiamo girando sorge su un colle e il centro storico è ingabbiato da una cortina di brutti casermoni che toglierebbero la voglia di salire a visitarlo. Invece contiene notevoli vestigia romane, testimonianze dell’antica Teate, e il museo archeologico più autorevole d’Abruzzo. In più le cerimonie che vi si svolgono il Venerdì Santo sono considerate fra le più importanti della zona.
Male interpretando le indicazioni di un collega camperista del luogo, anziché trovare il grande parcheggio Papa Giovanni siamo finiti in centro, esattamente alla testa del corso principale, occupato per l’occasione dal mercato settimanale. La segnaletica, nonché implacabili vigili ci hanno ributtato verso il fondovalle, ma andando diritti a caso al primo semaforo, e saltato un parcheggio a pagamento, abbiamo trovato un largo spiazzo dove si poteva restare a volontà e senza pagare alcun balzello (serve d’appoggio ai vicini uffici, per cui alle due del pomeriggio si libera completamente).
Da quest’ottima e insperata postazione a due passi dal centro ci siamo goduti l’intera giornata, ma i problemi sono giunti al momento di rientrare. Chieti, come già detto, si allunga su un crinale, ma anche più lunga è la processione del Cristo Morto, che come un serpente si annoda su sé stessa a formare una sorta di 8. Il corteo non si può attraversare, e anche a cercare di precederlo dall’esterno ci si ritrova ogni volta, come in un incubo, a veder sfilare senza fine gli incappucciati con le loro fiaccole. Per trovare strada libera abbiamo dovuto sobbarcarci un giro lunghissimo, con le note solenni dell’orchestra che accompagnava, sempre più da lontano, il rientro ai nostri alloggi.

 

 

Sabato e domenica: Sulmona

Le statue di San Pietro e San Paolo nella processione pasquale di Sulmona
Le statue di San Pietro e San Paolo nella processione pasquale di Sulmona

Sabato e domenica siamo rimasti a Sulmona. Nel pomeriggio della vigilia abbiamo avuto tutto il tempo di visitare la città, le sue chiese, le sue porte, il suo corso, il suo acquedotto, le sue confetterie e di assistere in serata alla processione che accompagna la Madonna in lutto alla chiesa di San Filippo in fondo a Piazza Garibaldi, dove si svolgerà la cerimonia di Pasqua; la visione della statua dell’Addolorata che sfila tra i vicoli è una di quelle che non dimenticheremo.La domenica mattina, dopo la messa in Santa Maria della Tomba, i componenti della confraternita della Trinità scendono alla piazza portando la statua del Cristo risorto (che depositano appena superato l’acquedotto) e quelle di San Giovanni e San Pietro. Inizia ora una sacra rappresentazione: i due santi raggiungono la chiesa e provano a far affacciare la Madonna per darle la notizia della resurrezione, ma il portale rimane chiuso. Al secondo tentativo di San Giovanni, il portale si apre e compare la Madonna in lutto portata da sei confrati in mantellina verde che ondeggiano sincronizzati per darsi la carica in attesa di spiccare la corsa. Poi è tutto un accavallarsi di eventi. La statua procede lentissimamente fino al fontanone a metà piazza, ma appena la Madonna scorge il figlio risorto comincia a correre: cadono gli abiti da lutto e la statua appare in un meraviglioso abito verde, nella mano sboccia una rosa, volano colombe bianche e scoppiano mortaretti.

I tipici, squisiti confetti di Sulmona
I tipici, squisiti confetti di Sulmona

Se la Madonna che scappa è l’evento più spettacolare di tutta la Settimana Santa in Abruzzo, l’area di sosta di Sulmona è argomento inevitabile fra i camperisti che si incontrano sulla strada: ci ritroveremo tutti lì. E lì, arrivando già alla vigilia, ci siamo ritrovati. Encomiabile l’organizzazione: grande spazio recintato sotto le mura, camper service gratuito e, in più, la calorosa accoglienza del locale Camper Club Sulmona. Da quel che ci si è parato dinanzi già nel primo pomeriggio di sabato, sembrava di essere a un raduno.
Il centro si raggiunge in un attimo, fendiamo la folla dello struscio prefestivo per prendere le coordinate dei luoghi ove l’indomani si svolgerà la sacra rappresentazione: e così, proprio in Piazza del Plebiscito, a fianco della chiesa di Santa Maria della Tomba, dietro la sbiadita insegna di una trattoria scopriamo una vecchia cantina. La sosta si rivelerà fondamentale perché uno degli avventori, come sempre in casi simili attratti dai forestieri di passaggio, l’indomani ci riconoscerà (e noi a fatica riconosceremo lui nel costume della confraternita) e ci procurerà un pass per entrare a far foto nel recinto della piazza centrale. Qui la folla si è assiepata fin dalle prime ore del giorno, ma chi rimane fuori può godersi tutto il contorno della manifestazione. La banda, che era in giro a suonare, si ferma dinanzi a Santa Maria della Tomba, da cui usciranno le statue dei santi e del Cristo Risorto per andare incontro alla Madonna, e qui per un attimo sembra di essere tornati in Spagna, per i costumi colorati della Confraternita che splendono nel sole. In piazza, benché l’evento si ripeta ogni anno, la tensione è altissima e si scioglie in un grande applauso, nonché tra abbracci e lacrime dei portatori quando la statua della Madonna arriva indenne alla fine della corsa. Poi la folla libera la piazza: i santi, il Cristo e la Madonna vengono portati dentro un vicino edifico da cui usciranno più tardi per una seconda processione, con portatori di un’altra confraternita.
Al parcheggio dei camper sembra ora di essere in attesa del Gran Premio di Formula Uno. Tutti gli spazi, anche fuori del recinto e attorno alla nostra postazione, sono occupati e c’è aria di festa: dopotutto è il giorno di Pasqua, e non si poteva scegliere luogo migliore per celebrarla.

 

Lunedì: Caramanico

Il bel campeggio “Isola Verde” sul lago
Il bel campeggio “Isola Verde” sul lago

Completamente diverso l’ambiente che ci aspetta il lunedì a San Tommaso di Caramanico. Abbiamo dormito la notte in paese e avuto il tempo alla mattina di ammirare la bella chiesa parrocchiale e il piacevole centro storico di questa cittadina famosa in Abruzzo per le sue terme. La chiesa di San Tommaso è in contrada e dopo il bagno di folla della domenica a Sulmona è rilassante trovarsi in aperta campagna, tra orti e in faccia a un amplissimo panorama di monti, e ammirare il portale. Edificata da maestranze di San Clemente a Casauria, si gloria di uno dei portali romanici più belli d’Abruzzo e conserva all’interno alcuni particolari che riportano a culti precedenti la presenza monastica nel luogo, come un monolito ligneo che avrebbe il dono, se strofinato, di allontanare il mal di testa, o l’acqua sorgiva del pozzo sotto la cripta, ritenuta miracolosa contro la malattia degli uomini, degli animali, delle piante . Qui si svolge la tipica festa di paese: c’è il camioncino della porchetta e del vino, i tavoli sul sagrato, la banda che, dopo aver suonato nei momenti culminanti del servizio religioso, si avvia verso la contrada in basso, tra campi e alberi in fiore. Siamo in pochi a seguirla, ma la suggestione è data proprio da questa particolare situazione.


Per una volta la nostra preziosa guida ci ha traditi: la processione tra i campi non si fa più da anni e ci troviamo un po’ spaesati, unici turisti in una piccola sagra locale. Abbiamo dormito a Caramanico Terme, nel grande e ospitale parcheggio sotto il paese, mentre l’evento che rincorriamo si dovrebbe svolgere in tarda mattinata nel non lontano villaggio di San Tommaso. Approfittiamo delle ore d’attesa per visitare la bella chiesa quattrocentesca di Santa Maria Maggiore, ma a San Tommaso ce n’è una anche più importante, fondata nel XII secolo e più volte restaurata dopo vari terremoti: il pregevole portale con statue sembra identico a quello visto nella coeva chiesa di Sant’Angelo, a Pianella, sulla strada fra Chieti e Penne. La scoperta dell’importante monumento ci consola di essere capitati lì quasi per nulla.
E’ arrivata in ogni caso la banda, che pur senza processione al seguito, se ne va ugualmente a suonare fra le contrade. C’è qualcosa di stonato che lì per lì non riusciamo ad afferrare, ma poi è tutto chiaro: mancano i bambini che di norma uscirebbero dalle case e si metterebbero a saltare dietro la musica. Il villaggio è praticamente disabitato. La scena della banda che procede imperterrita tra i campi è vagamente surreale, e sembra uscita da un film di Fellini. Se per questo, anche il nostro camper, pesce fuor d’acqua, ai margini della sagra.

 

Martedì: Orsogna

La sfilata dei Talami a Orsogna
La sfilata dei Talami a Orsogna

Per martedì torniamo in provincia di Chieti, a Orsogna, sulla strada statale Marrucina. Tutto il paese partecipa per la riuscita della manifestazione: la realizzazione dei Talami trainati oggi da trattori, una volta da buoi, impegna tutti gli abitanti; le scene che rappresentano episodi biblici sono costituite da un fondale dipinto e rese vive da giovani figuranti in posa statica. In alto, assolutamente immobile per tutta la durata della manifestazione, sostenuta da un’imbracatura, una bambina che rappresenta la Madonna guarda i suoi compagni e la folla. I Talami vengono schierati in piazza, c’è un attimo di immobilità irreale e solo il suono della campana di mezzogiorno sembra poter liberare i personaggi dall’incantesimo.
Per una nuova rappresentazione non bisognerà aspettare un anno: in agosto, quando gli emigranti torneranno in paese per le ferie, ci sarà una folla ancora più grande a salutare l’edizione estiva dei Talami.

I Talami, quadri viventi a soggetto religioso, sono condoti in parata su carri trainati da buoi
I Talami, quadri viventi a soggetto religioso, sono condoti in parata su carri trainati da buoi

Fra tutte le manifestazioni della Settimana Santa del nostro itinerario in Abruzzo, la sfilata dei Talami a Orsogna è forse quella di più facile accesso. L’evento si svolge nella piazza principale del paese e proprio lì a fianco, lungo il viale che porta verso Guardiagrele, c’è ampio spazio per sistemarsi già dalla sera precedente. Alle prime ore del martedì di Pasqua la banda comincia a suonare e un piccolo corteo, con le autorità in testa, va a rendere omaggio ai soldati di tutte le guerre davanti al monumento ai Caduti. Nelle strade laterali, intanto, e quasi di nascosto, vengono preparati i Talami ed è forse più piacevole assistere al frenetico retroscena che non alla parata finale. Si tratta in fondo di piccole ma accurate rappresentazioni, e come in un teatro c’è tanto di regista ad impartire ordini e collocare gli attori nelle positure previste. Poi i carri vengono agganciati ai rispettivi trattori (solo un Talamo viene portato in spalla dagli Alpini in congedo) e confluiscono a schierarsi in piazza. Il forestiero si confonde tra la folla, e stavolta non si sentirà un estraneo. All’ora di pranzo è tutto finito, e con questa manifestazione si conclude anche il nostro itinerario. Rimane dunque un’abbondante mezza giornata di tempo per riprendere il camper e tornare verso casa.

 

 

 

 

 

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