Triangolo celeste

Il parco nazionale della regione di Berchtesgaden tutela uno dei lembi più suggestivi delle Alpi Bavaresi: montagna vera e vivibile fra laghetti gioiello, gole percorse da vivaci torrenti, grotte minerarie e glaciali, sentieri per ogni passo. E con eleganti cittadine storiche, stabilimenti termali e attrazioni per i giovanissimi a fare da piacevole intermezzo in una vacanza a tutto pleinair.

Indice dell'itinerario

Correva voce, in quegli ultimi giorni dell’aprile 1945, che Adolf Hitler si fosse ritirato nella Kehlsteinhaus, il suo privatissimo “nido d’aquila” affacciato sul Königssee. Il comando delle forze alleate non volle lasciare nulla di intentato, facendo sganciare dall’aviazione britannica più di 1.000 tonnellate di bombe su quel remoto angolo di Baviera: Hitler era invece a Berlino nel suo bunker, lo stesso dove gli storici assicurano si sia tolto la vita insieme alla sua compagna poco prima della sconfitta definitiva del Terzo Reich. Ma Berchtesgaden, Bad Reichenhall e la vicina Salisburgo pagarono cara la predilezione che il Führer aveva avuto nei loro confronti eleggendo l’Obersalzberg a sua residenza prediletta.
Sessantacinque anni dopo, l’incanto del paesaggio è tornato quello di una volta: cime solitarie, laghetti, sentieri, mucche al pascolo, cascate, torrenti immersi in una natura a tratti davvero incontaminata. Ordine e precisione di stampo teutonico applicati alla salvaguardia della selvaggia e affascinante Berchtesgadener Land, quel triangolino di Germania che si incunea in pieno territorio salisburghese a reclamare sovranità sull’imponente monte Watzmann. Molto frequentata dagli amanti degli sport invernali, d’estate offre però il meglio di sé con decine di escursioni e trekking da compiere in assoluta sicurezza, centinaia di chilometri di piste ciclabili, arrampicate di ogni grado e difficoltà, laghi balneabili e corroboranti centri termali. Ce n’è insomma per tutti i gusti soddisfacendo, come vedremo, anche le esigenze dei viaggiatori più giovani.
Il punto di riferimento per qualsiasi gita, visita o passeggiata rimane la graziosa cittadina di Berchtesgaden, già terra di Celti e Bavari oltre che riserva di caccia per i nobili salisburghesi, i quali vi costruirono le prime case e chiese tra l’XI e il XII secolo. “Pax intrantibus et inhabitantibus”, pace a chi entra e a chi vi abita, si legge su un’iscrizione marmorea piazzata lungo la strada che arriva dall’Austria. Una raccomandazione inutile, visto che nulla sembra scuotere l’imperturbabilità dei residenti: un centro storico che più tipico non si può e una periferia linda ed elegante, segni inequivocabili di un benessere diffuso legato allo sfruttamento turistico del territorio. Da vedere la Franziskanerkirche realizzata in stile gotico nel XV secolo, la parrocchiale di Sant’Andrea, che sorge dalla parte opposta del nucleo antico e risale alla fine del ‘300, e la collegiata del XII secolo sulla Schlossplatz, con bel chiostro romanico pavimentato in marmi rossi dell’Untersberg. Proprio accanto sorge l’antico monastero agostiniano, trasformato nell’800 in residenza estiva per il sovrano bavarese Massimiliano I e arredato con autentico sfarzo; sulla facciata spicca invece un enorme murale a ricordo degli orrori delle guerre mondiali e a perenne monito per le giovani generazioni. Spostandosi verso il centro ecco la cinquecentesca fontana della Marktplatz e la Hirschhaus, realizzata alla fine del XVI secolo e finemente decorata con pitture che risultano le più antiche del loro genere nella Germania meridionale. Per avere uno spettacolare colpo d’occhio sulla città abbiamo poi seguito il consiglio di chi se ne intende, imboccando dal centro il sentiero seminascosto che in poco meno di mezz’ora conduce sulla sommità della collina del Lockstein: una vista davvero coinvolgente, accompagnata da un buon bicchiere di birra.
L’attrazione principale di Berchtesgaden è però costituita dalla Salzbergwerk, la miniera di sale che ogni anno ospita decine di migliaia di visitatori. E si capisce il motivo, visto che la gita nei cunicoli dai quali ancora oggi si estrae salgemma purissimo è quasi sbalorditiva. Altrettanto impressionante la coda all’ingresso, soprattutto nelle festività: ma una ferrea organizzazione permette di evitare i fastidi dell’attesa grazie a un meccanismo di prenotazione (segnalato perfino all’ingresso al parcheggio) in base al quale, una volta staccato il biglietto, viene comunicato l’orario presunto di inizio visita, anche due o tre ore più tardi. Una volta entrati, si indossa una tuta e ci si accomoda su un trenino elettrico che conduce nelle viscere della terra: tra scivoli in legno, installazioni interattive ed effetti multimediali manca quasi il tempo per prendere fiato, soprattutto quando si sale a bordo di una zattera che attraversa un pittoresco laghetto sotterraneo in mezzo a un impressionante rutilare di giochi di luce. Per rilassarsi dopo tanti effetti speciali, o magari al rientro da qualche escursione particolarmente impegnativa, sono a disposizione le Watzmann Therme, paradiso acquatico a misura di famiglia, con vasche alimentate dalle acque saline che sgorgano dalle falde della miniera, scivoli, idromassaggi e saune di ogni tipo per un relax davvero totale.

La storia insegna
Intorno alla città è d’obbligo una tappa sul Königssee, lo splendido lago che si incunea a mo’ di fiordo nel Nationalpark Berchtesgaden, istituito nel 1978 sulla scorta delle esperienze di chi, settant’anni prima, aveva già cercato di trasformare quest’area nella Yellowstone delle Alpi germaniche. Un efficientissimo servizio di imbarcazioni elettriche conduce, senza intaccare la purezza delle acque, alla suggestiva penisola di Sankt Bartholomä dove è possibile visitare la cappella dei Santi Giovanni e Paolo, del 1697, meta di continui pellegrinaggi. Prima di attraccare però i piloti bloccano i motori e le guide estraggono una tromba per sbalordire i passeggeri con la stupefacente eco generata da un complesso e fortuito gioco di rifrazioni sonore. La gita lacustre può proseguire fino a Salet, sulla sponda opposta: da qui una breve passeggiata conduce all’Obersee, incantevole laghetto alpino da cui un sentiero conduce alla malga Fischunkelalm per uno spuntino in assoluta tranquillità o, volendo, alle cascate di Röthbach, circondati da placide mucche intente a ruminare. Se si ha in mente qualcosa di più estremo, da qui parte un altro sentiero che si inoltra nel cuore del parco per raggiungere, dopo 4 ore di cammino, il Funtensee, considerato il luogo più freddo della Germania.
Tornati a Schönau am Königssee, salendo in cabinovia sulla cima del monte Jenner si ammira nuovamente il lago in tutta la sua bellezza, con altre opportunità di escursioni su ben sette sentieri in grado di soddisfare qualsiasi appassionato della montagna. Ma sono i boschi e le inaccessibili rocce del vicino Obersalzberg a costituire il principale motivo di interesse, questa volta storico: proprio qui infatti Martin Bormann, segretario personale di Hitler, fece costruire il rifugio del Führer, definito appunto “nido d’aquila” dall’ambasciatore francese André François-Poncet in occasione di una sua visita. La Kehlsteinhaus, arroccata sul monte Kehlstein, era collegata a valle da una strada lunga poco meno di 7 chilometri, appositamente progettata per superare le forti pendenze: oggi è aperta solo al transito degli autobus che portano i turisti dal grande parcheggio sotto l’Hintereck fino alla base della cima, da cui il grande chalet si raggiunge con un breve e agevole sentiero panoramico oppure con un tunnel di 124 metri scavato nella roccia e un ascensore che in 41 secondi porta alla vetta. Scampato ai bombardamenti alleati e poi risparmiato in virtù delle sue peculiarità architettoniche, attualmente l’edificio ospita un ristorante ed offre, manco a dirlo, una veduta indimenticabile, la cui suggestione è difficile da conciliare con la cupa memoria di colui che ebbe a frequentarlo. Rientrati al parcheggio (obbligatorio prenotare il pullman del ritorno), non ci si può esimere da un’accurata visita alla Dokumentation Obersalzberg, il centro permanente in cui sono conservate ed esposte centinaia di testimonianze degli anni in cui il sito era il quartier generale alpino della dirigenza nazista. Particolarmente interessante il bunker sotterraneo, fatto realizzare da Himmler in previsione del trasferimento della sede del Terzo Reich: 6 chilometri di gallerie perfettamente attrezzate per ospitare confortevolmente gli uomini più in vista del partito e le loro famiglie.

Acque di montagna
Chiuso il capitolo storico, è il momento di sfidare i 16 chilometri di tornanti della Roßfeldpanoramastraße (vi si accede al costo di pochi euro): dal tortuoso percorso realizzato dagli ingegneri del Terzo Reich sulle creste montuose, a 1.560 metri di altitudine, si aprono viste eccezionali del territorio che separa la Baviera dal Salisburghese. Terminato il giro, dall’ingresso meridionale ci si può spingere fino alla stazione d’arrivo della cabinovia del Salzberg, nei pressi della quale si trova un divertente impianto di slittino estivo: i bambini ringrazieranno.
Risalendo ora la statale verso Markt Schellenberg, una deviazione a sinistra conduce all’ingresso (anche questo a pagamento) della Almbachklamm, stretta gola all’interno della quale precipita il torrente Almbach plasmando da millenni le forme della roccia. Alla partenza del sentiero che conduce verso i gorghi fa bella mostra quella che viene considerata la più antica mola per sfere di marmo della Germania: in funzione già alla fine del ‘600, sfruttando la forza dell’acqua è in grado di smerigliare in forma perfettamente sferica, in un tempo variabile fra i due e gli otto giorni, i piccoli pezzi di roccia portati a valle dalla corrente. Le biglie così ottenute divennero un giocattolo talmente apprezzato che agli inizi del secolo scorso se ne producevano 10 milioni di pezzi all’anno, permettendo ai contadini dei dintorni – le mole in attività erano oltre un centinaio – di arrotondare i modesti proventi dell’attività agricola. In un’ora di cammino si può poi raggiungere la Theresienklause, una sorta di bacino utilizzato dai boscaioli per raccogliere i tronchi, e da qui, in un paio d’ore, la seicentesca chiesa di Maria Gern, considerata una delle più belle della Baviera. I camminatori più allenati potranno infine arrivare al santuario di Ettenberg dove, nell’ultimo weekend di luglio, si svolge una suggestiva festa religiosa.
Ridiscesi a valle e ripresa la statale, un paio di chilometri dopo Markt Schellenberg si trova l’ampio parcheggio da cui parte un sentiero segnato che in circa 2 ore e mezzo porta alla Schellenberger Eishöhle, un’incredibile cavità glaciale in cui le formazioni di ghiaccio resistono anche durante la stagione calda: una visita guidata permette in circa un’ora di scoprirne i più intimi recessi. Noi abbiamo però raggiunto la grotta salendo con la funivia dell’Untersberg dalla stazione di Sankt Leonhard, in Austria: in questo modo si risparmia un’ora di marcia, tenendo presente che il bel sentiero è in posizione un po’ esposta.
Imbocchiamo ora l’autostrada che corre intorno a Salisburgo e rientriamo in territorio tedesco per visitare Freilassing: dopo tante montagne ci aspettano altri svaghi al Lokwelt, museo della locomotiva allestito nella vecchia stazione con la collaborazione del Deutsche Museum di Monaco. Molti i pezzi rari in esposizione, anche all’esterno, cui si aggiungono installazioni multimediali per i più giovani, un grande plastico ferroviario e la dimostrazione pratica dello scambiatore rotante; i più piccoli potranno infine scorrazzare sul piazzale antistante con modellini di locomotiva a spinta.

Passeggiate e relax
Dopo aver esplorato la parte orientale della regione, ci dedichiamo ora a quella occidentale che presenta caratteristiche simili, ma con ulteriori spunti di visita e di fruizione. Da Berchtesgaden, prendendo la statale verso Ramsau, dopo un breve tragitto si trovano le indicazioni per la Wimbachklamm, un’altra straordinaria gola scavata in questo caso dal torrente Wimbach: scalette e ponti sospesi consentono di ammirare i turbinosi giochi d’acqua per poi giungere, in 3 ore di cammino, al rifugio Wimbachgries, a meno di non fermarsi a metà strada al Wimbachschloß, casino di caccia reale del 1784 oggi adibito a ristoro.
Superata Ramsau incontriamo l’Hintersee, un delizioso laghetto alpino formatosi all’incirca duemila anni fa in seguito a una frana precipitata dal monte Hochkalter: sulle sue rive sorge il celebre Alpenhof, che due settimane prima della fine della Seconda Guerra Mondiale ospitò l’ultimo quartier generale dell’esercito tedesco. Spettacolare il paesaggio, ancora più godibile se si affitta uno dei pedalò a disposizione dei visitatori. Da qui partono inoltre numerosi sentieri: in 3 ore è possibile girare intorno al lago, andare a Ramsau e tornare, oppure salire alla Hals Alm per uno sguardo dall’alto, o ancora raggiungere in 5 ore di cammino la Blaueishütte, nei pressi della vetta dell’Hochkalter. Per un’escursione meno impegnativa è preferibile invece salire sul Toter Mann con la seggiovia della Hirscheck, a pochi chilometri di distanza, per poi scendere nuovamente a valle e sostare al Brunnhaus Söldenköpfl per un pranzo con vista. Dopo tanto camminare non guasterà certo una tappa, nei pressi di Bischofswiesen, all’Aschauer Weiher , raggiungibile proseguendo lungo la strada su cui si affaccia la stazione di partenza della seggiovia: si tratta di una piscina naturale, la più grande della Germania attrezzata per la balneazione, con acque che d’estate raggiungono la temperatura di 22°C.
Non resta che rimettersi in marcia alla scoperta di Bad Reichenhall, elegante cittadina a 20 minuti di guida da Berchtesgaden, fitta di monumenti e curiosità. Centro di fiorenti commerci grazie al sale di cui era ricco il sottosuolo, non poteva non richiamare l’attenzione di nobili e mercanti: i risultati si leggono chiaramente nella bellezza delle dimore del centro, soprattutto nei dintorni della piazza del municipio e nel quartiere medioevale di Sankt Sebastian, dal quale una breve passeggiata conduce alle composite architetture della fortezza del Gruttenstein. Altre mete da non perdere sono la chiesa romanica di Sankt Nikolaus (ricostruita dopo un incendio), il monastero di Sankt Zeno, del XII secolo, ma anche il palazzo delle terme e il museo delle antiche saline, dove si visitano la grotta e l’esposizione degli strumenti utilizzati nei secoli per estrarre il salgemma che ancora oggi si vende nei supermercati locali. Immancabile anche qui uno stabilimento termale, il Rupertus, che dispone fra l’altro di un’area attrezzata per i camper con una ventina di piazzole.
A breve distanza dalla città, il nostro giro della Berchtesgadener Land si conclude intorno a tre pittoreschi laghetti che offrono nuove e diverse opportunità: il Thumsee, le cui limpide acque sono meta estiva di folte schiere di residenti e turisti; il Listsee, area naturalistica protetta nella quale non è difficile avvistare le cicogne intente a catturare i pesci; e il Saalachsee, formato dalla diga costruita sul Saalach presso Kibling, intorno al quale è possibile andare in bici o compiere rilassanti passeggiate. Una vista assai piacevole su quest’ultimo bacino si ammira salendo a bordo della Predigstuhlbahn, la più vecchia cabinovia della Germania tuttora in funzione: costruita nel 1928, continua ancora oggi a trasportare passeggeri fino ai 1.583 metri della vetta in 9 minuti e qualche secondo. L’ennesima ascensione per godere dall’alto di questi splendidi paesaggi, assaporando una sensazione simile a quella che dovette provare Clara Schumann, in vacanza qui insieme a Johannes Brahms nel 1878, quando scrisse all’amico Hermann Levi: “Qui c’è un’atmosfera celeste, non conosco altri posti simili a Berchtesgaden”.

Testo e foto di Gianluca Ricci

PleinAir 455 – giugno 2010

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