Trasimeno, un lago che vive

Ben attrezzato per il turismo all’aria aperta con una fitta rete di campeggi e aree di sosta, il quarto lago italiano per dimensione sta vivendo una nuova rinascita in chiave turistica che punta sulla valorizzazione del patrimonio storico (qui nel 217 a.C. combatterono Romani e Cartaginesi) e ambientale (vi si trova un’importante oasi naturalistica), in un contesto perfetto per gli sport d’acqua e la bicicletta. Che altro chiedere di più? Benvenuti al Trasimeno.

Indice dell'itinerario

L’aria è tiepida, il panorama ammaliante, e uno splendido tramonto tinge di rosso le acque immobili del lago. In una serata d’inizio estate il Trasimeno ci appare in tutta la sua bellezza, che ha affascinato personaggi illustri come Goethe, Stendhal e George Byron. Circondato dalle dolci colline umbre a ridosso della Toscana aretina, lo specchio lacustre – che con i suoi 126 chilometri quadrati è il quarto d’Italia per grandezza – è un bacino di origine alluvionale formatosi in seguito ai fenomeni tettonici che interessarono la zona centrale della nostra penisola a partire dalla fine del Pliocene.

La ridotta profondità che non supera i 6 metri e le vaste distese di fitti canneti ne fanno una zona umida fra le più importanti d’Europa, habitat di una ricca avifauna acquatica e di varie specie ittiche da sempre fonte di reddito per i pescatori locali, ultimi rappresentanti di un antico mestiere in via di estinzione. Un ambiente prezioso ma molto vulnerabile, tutelato dal 1995 come parco regionale e inserito dal 2006 nella rete Living Lakes, un network internazionale che si occupa del recupero e della conservazione dei sistemi lacustri più importanti del mondo.

L’area protetta è compresa nei comuni di Tuoro, Passignano, Magione, Panicale e Castiglione del Lago, piccole gemme di un territorio ricco di arte, storia e tradizioni. Non a caso la zona è sempre stata frequentata dal turismo, ora in ripresa dopo una fase di calo degli anni scorsi, dovuto anche alla grave crisi idrica che aveva portato le acque del bacino ad abbassarsi a livelli preoccupanti. A tal proposito è interessante sapere che nel febbraio 2014 il bacino ha raggiunto lo zero idrometrico: non succedeva da 25 anni.

Tuoro, isola di pace

Tuoro, lago Trasimeno, Umbria, provincia di Perugia, parco regionale del Trasimeno, aree protette, battaglia di Annibale

Sull’origine del toponimo di Tuoro, antico borgo di contadini e pescatori adagiato su un colle che domina il lago, ci sono varie ipotesi: forse deriva dal latino torus, che vuol dire sporgenza o rigonfiamento e può essere collegato alla forma tondeggiante del rilievo su cui sorge il paese. Oppure potrebbe riferirsi a un antico metodo di pesca detto dei tori, che indicavano i mucchi di fascine di quercia immersi nel lago per catturare i pesci.

L’insediamento originario, risalente forse al XIV secolo, è andato distrutto e oggi rimane ben poco del periodo medioevale, testimoniato dai resti delle vicine fortezze di Borghetto, Monte Gualandro e Vernazzano. Poco lontano da Tuoro, in riva al lago, l’area verde di Punta Navaccia è l’ideale per una sosta in tutta tranquillità e per passeggiare nel Campo del Sole, un museo a cielo aperto di arte contemporanea che raccoglie ventisette colonne scolpite negli anni ’80 da artisti di fama mondiale.

Isola Maggiore

L’Isola Maggiore

Dal pontile accanto alla spiaggia partono i traghetti per l’Isola Maggiore, l’unica abitata delle tre presenti nel lago, un’oasi di pace con un piccolo villaggio dove una quarantina di anime vivono di pesca, artigianato e turismo. Si visita facilmente grazie a un percorso perimetrale di un paio di chilometri e a sentieri che salgono all’interno. Lungo la riva orientale – di fronte alla vicina Isola Minore, privata e inaccessibile – si notano una statua bronzea e un paio di piccole cappelle dedicate a San Francesco, che nel 1211 trascorse qui quaranta giorni in ritiro spirituale, mentre nella parte sud spicca l’imponente Castello Guglielmi (non visitabile), edificato a fine Ottocento includendo un ex convento francescano del XIV secolo e una chiesa.

Nel 1904 fu proprio Elena, figlia del marchese Guglielmi, a introdurre fra le donne dell’isola la lavorazione del famoso pizzo d’Irlanda, la cui storia è ripercorsa nell’interessante Museo del Tulle di Panicale. Da non perdere il centro di documentazione ospitato nel cinquecentesco Palazzo del Capitano del Popolo, le chiese del Buon Gesù e di San Salvatore e quella di San Michele Arcangelo, contenente numerosi affreschi di scuola umbra.

Passignano

L’isola è raggiungibile anche da Passignano, a una manciata di chilometri da Tuoro, dotato di un’area di sosta nei pressi del porticciolo che dista pochi passi dal centro storico. Il borgo conserva un caratteristico aspetto medioevale con le viuzze che salgono verso i resti della fortezza longobarda (all’interno si trova il Museo delle Barche) su cui troneggia la torre triangolare. Buona parte delle antiche mura della rocca venne demolita nell’Ottocento e utilizzata come materiale per rialzare la strada rivierasca, sovente allagata dalle esondazioni (in Via Nazionale una targa indica il livello raggiunto dalle acque nel 1602).

Nella seconda metà del XV secolo il villaggio fu teatro di cruenti scontri fra le nobili famiglie perugine dei Della Corgna e degli Oddi, con questi ultimi che nel 1495 furono costretti a fuggire in barca. L’evento è ricordato tutti gli anni con l’entusiasmante Palio delle Barche in scena l’ultima domenica di luglio, che vede gareggiare in acqua e poi a terra i concorrenti dei quattro rioni del paese che sfilano con le imbarcazioni in spalla per le vie del centro storico.

Diverse le chiese presenti nel borgo: oltre a quella di San Bernardino con l’annesso oratorio del Santissimo Sacramento, da non perdere l’antica pieve di San Cristoforo del XII secolo che conserva affreschi databili fra il 1200 e il 1700 e il santuario cinquecentesco della Madonna dell’Oliveto che custodisce dipinti del XVI secolo fra cui una Madonna in trono col Bambino, attribuita alla scuola di Giovan Battista Caporali.

La Magione dei Cavalieri

Una panoramica di Magione dalla Torre dei Lambardi

Sul versante orientale del lago, adagiata su una collina un po’ all’interno, Magione vanta origini molto antiche. Nota già nell’XI secolo col nome di Pian di Carpine – dall’albero un tempo tipico della zona – in seguito si sviluppò intorno a un ospizio fondato dai Cavalieri Gerosolimitani per assistere e curare i pellegrini diretti a Roma e in Terrasanta.

Nel Trecento la struttura divenne proprietà dei Cavalieri di Malta, che la trasformarono in abbazia e quindi in un castello; oggi è la residenza estiva del Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta e sede di un’azienda agricola che vende prodotti tipici. Il borgo è dominato dall’imponente Torre dei Lambardi, eretta fra il XII e il XIII secolo: alta circa 30 metri e circondata un tempo da un fossato con ponte levatoio, è aperta al pubblico e utilizzata per mostre temporanee.

L’ottocentesco Palazzo Comunale ospita invece gli affreschi del futurista Gerardo Dottori, le cui opere sono presenti anche nella parrocchiale di San Giovanni Battista del XVI secolo. Decisamente più antica la chiesa di Santa Maria delle Grazie, risalente al XIII secolo e affacciata su Piazza della Repubblica, che custodisce un pregevole dipinto trecentesco della Madonna attribuito ad Andrea di Giovanni da Orvieto. Magione è conosciuta anche per aver dato i natali a Fra’ Giovanni da Pian di Carpine, uno dei primi seguaci di San Francesco, inviato nel 1245 da papa Innocenzo IV alla corte del Gran Khan di Mongolia e autore del trattato Historia Mongalorum.

Monte del Lago

Tornando verso il lago s’incontra poco dopo il piccolo borgo di Montecolognola, che sorveglia le campagne circostanti dalla sommità di un colle e presenta quasi intatte le sue mura medioevali. Interessante la trecentesca parrocchiale dell’Annunziata, al cui interno sono conservate un’Annunciazione a Maria di scuola umbra e un affresco di Gerardo Dottori.

Nelle immediate vicinanze, Monte del Lago è un piccolo gioiello dominato da una torre fortificata del XIV secolo, solcato da un dedalo di stradine e vicoletti che scendono verso il Trasimeno. Qui, nei primi anni del Novecento, visse per alcuni periodi Vittoria Aganoor, famosa poetessa di origine armena che sposò nel 1901 lo statista perugino Guido Pompilj. Un matrimonio dal tragico epilogo: lei morì precocemente nel 1910 e poche ore dopo il marito, sopraffatto dal dolore, si suicidò.

San Feliciano

Proseguendo verso sud sulla litoranea, superate le rovine del castello di Zocco in breve ci si ritrova a San Feliciano, un paesino che ospita l’imperdibile Museo della Pesca dove viene ripercorsa la storia di quest’antica attività locale. Dal pontile partono i traghetti diretti all’isola Polvese, la più grande del lago, un parco scientifico-didattico della Provincia di Perugia dove si svolgono attività di ricerca e di educazione ambientale.

Ricca di vegetazione e di olivi secolari (da cui si ricava un ottimo extravergine biologico), conserva testimonianze del periodo medioevale: il castello, i resti del convento degli Olivetani e delle chiese di San Giuliano e di San Secondo.

San Savino

Pochi minuti di guida portano da San Feliciano a San Savino, antico borghetto di origine etrusca arroccato su un colle e dominato da un castello del XIV secolo, con un belvedere che offre un grandioso panorama sul lago e sulla sottostante Oasi La Valle. Si tratta di una grande area protetta di ambiente palustre, caratterizzata da un fitto canneto e gestita da una cooperativa di ornitologi, dove trovano rifugio molti uccelli acquatici stanziali e di passo. Dotata di un centro visite, un capanno per birdwatching e una foresteria, è aperta tutto l’anno ed è fruibile autonomamente o con visite guidate.

Panicale, nel borgo ad anelli

Proseguendo il periplo del lago, superata Sant’Arcangelo una deviazione sale verso Panicale, uno dei borghi più affascinanti dell’Umbria che domina da un lato la piana verso il Trasimeno e dall’altro l’ampia valle del Nestore. Di origini molto antiche, si sviluppò come insediamento fortificato nel Medioevo e conserva una struttura ad anelli concentrici su tre livelli con le relative piazze. Molte le opere d’arte da ammirare, a cominciare dalla collegiata di San Michele Arcangelo, risalente al XII secolo e rimaneggiata nel Seicento, che conserva un’Annunciazione del Quattrocento e l’Adorazione dei pastori del 1519, opera di Giovan Battista Caporali.

Il borgo di Panicale

Nella vicina Piazza Masolino s’innalza il trecentesco Palazzo del Podestà, non visitabile; più in basso si trova il teatro Cesare Caporali, piccolo gioiello realizzato interamente in legno nel 1786 e ristrutturato a metà Ottocento. Oltre a una regolare stagione di prosa vi si svolgono concerti da camera, opere liriche e incontri culturali.

Fuori dalla Porta Fiorentina ecco la chiesa della Madonna della Sbarra, eretta nel XVII secolo nel luogo di un antico casello del dazio, da cui il nome. Presenta un altare monumentale con un affresco del primo Quattrocento raffigurante una Madonna col Bambino e Angeli, mentre al piano superiore ospita un’esposizione di paramenti e oggetti sacri. Dalla parte opposta del borgo, la piccola chiesa di San Sebastiano custodisce autentici tesori: Il Martirio di San Sebastiano, uno dei capolavori del Perugino, e una Madonna col Bambino, angeli musicanti e santi attribuita a Raffaello.

Castiglione del Lago

Il porto turistico di Castiglione del Lago

Dopo tante meraviglie, la discesa verso il Trasimeno ci porta a Castiglione del Lago, altra chicca di questo incantevole angolo di Umbria. Il borgo di origine etrusca si sviluppa su un promontorio che forse un tempo era la quarta isola del Trasimeno e su cui spicca la possente Rocca del Leone, innalzata nel 1247 da Federico II di Svevia e considerata una delle più importanti strutture militari del Medioevo umbro. Di forma pentagonale con quattro torri e un mastio alto 30 metri, è collegata all’imponente Palazzo della Corgna con un suggestivo camminamento coperto, fatto realizzare nel 1563 dal marchese Ascanio della Corgna, celebre capitano di ventura ed esponente della nobile casata che amministrò il paese fino alla metà del Seicento.

Una parte del palazzo è sede degli uffici comunali mentre il resto, con splendide sale affrescate da Niccolò Circignani (detto Il Pomarancio dal paese d’origine), fa parte di un itinerario museale che include anche la visita al castello.

Dalla parte opposta, nei pressi di Piazza Mazzini, la parrocchiale ottocentesca di Santa Maria Maddalena conserva una Madonna del Latte di scuola senese del XIV secolo e una Madonna in Trono del Cinquecento attribuita a Eusebio da San Giorgio, allievo del Perugino. L’altra chiesa del paese, dedicata a San Domenico di Guzman, fu invece fatta erigere nel 1638 dal duca Fulvio della Corgna dopo la miracolosa guarigione della moglie.

Un po’ fuori dal borgo, sulla strada verso Arezzo si trova la vasta area verde dell’ex aeroporto Eleuteri dove inizia una bella ciclabile che perimetra buona parte del lago fino a Sant’Arcangelo; la località offre anche una ben gestita area camper comunale situata di fronte al lago. In tutto il Trasimeno non mancano molti altri percorsi per gli appassionati delle due ruote, così come un’ampia scelta di itinerari a piedi ben segnalati, di varia lunghezza e difficoltà. Sono tanti i modi per godersi le bellezze di questa terra e del suo antico lago che ha visto alluvioni, malaria, siccità e tentativi di prosciugamento: per fortuna è ancora lì, con i suoi borghi, le albe nebbiose, i pescatori e i tramonti infuocati.

A Tuoro, sulle tracce di Annibale

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Sulle rive del Trasimeno si è svolta una delle battaglie più cruente dell’antichità fra le truppe cartaginesi di Annibale e le legioni romane del console Caio Flaminio. La mattina del 21 giugno 217 a.C. le legioni si misero in marcia all’inseguimento dei Cartaginesi diretti a Roma. La sera prima Annibale aveva fatto accendere fuochi sulle colline di Tuoro perché i Romani credessero le sue truppe più lontane di quanto non fossero; in realtà aveva disposto i suoi uomini in modo da circondare completamente i nemici. I Romani entrarono nella stretta vallata sulla quale gravava una fitta coltre di nebbia: improvvisamente Annibale diede il segnale, e dalle colline circostanti scesero la cavalleria e la fanteria dei Cartaginesi che attaccarono gli avversari da ogni direzione (nella foto, un affresco raffigurante la battaglia all’interno di Palazzo della Corgna, a Castiglione del Lago).

Un affresco raffigurante la battaglia all’interno di Palazzo della Corgna, a Castiglione del Lago

I Romani non ebbero il tempo di disporsi nel loro abituale assetto di battaglia e combattendo in ordine sparso vennero sospinti verso il lago, senza alcuna possibilità di scampo. Fu un massacro terribile: vennero uccisi 15.000 uomini e il console Flaminio, e la notizia della disfatta portò lo sgomento a Roma. Seguirono la battaglia di Canne (216 a.C.) e le vicende della Seconda Guerra Punica che si concluse con la sconfitta di Annibale, ma per vent’anni Roma tremò al solo nome del condottiero cartaginese. All’evento è dedicato un centro di documentazione a Tuoro sul Trasimeno, nella cui vallata si svolse la battaglia secondo la ricostruzione dello storico Giovanni Brizzi e di Ermanno Gambini, e un itinerario storico-archeologico nelle campagne circostanti, territorio dell’epico scontro.

Tuoro è inoltre divenuto promotore di una rete internazionale denominata Cammino di Annibale nell’ambito dell’itinerario culturale del Consiglio d’Europa La Rotta dei Fenici. In più il GAL Trasimeno Orvietano e La Rotta dei Fenici stanno avviando un percorso turistico-culturale denominato Cammino di Annibale in Umbria, che sarà presentato dal 18 al 20 luglio a Tuoro e farà parte del circuito internazionale patrocinato dalla Rotta dei Fenici.

Le metamorfosi del lago

La storia del Trasimeno è caratterizzata da continue variazioni della sua profondità dovuta alla mancanza di emissari e immissari naturali e legata essenzialmente al regime delle piogge, causa di disastrosi allagamenti o di marcati abbassamenti del livello delle acque. Pare siano stati i Romani a realizzare per primi un emissario artificiale, riadattato nel 1422 dall’allora signore di Perugia Braccio da Montone per garantire l’uscita delle acque in eccesso verso il Tevere. Nonostante questo intervento i fenomeni d’impaludamento e di esondazione continuarono rendendo l’ambiente lacustre assai poco salubre, tanto che nella seconda metà dell’Ottocento il bacino rischiò di venire prosciugato per ricavarne terreno agricolo.

Per fortuna ciò non avvenne, e fra il 1896 e il 1898 accanto a quello antico nei pressi di San Savino fu costruito un nuovo e più grande emissario, che rappresenta tuttora l’unica via di deflusso in caso di piena. Risale invece al 1958 la realizzazione del canale artificiale dell’Anguillara, l’unico immissario del Trasimeno in cui confluiscono le acque dei torrenti Tresa, Rio Maggiore, Moiano e Maranzano.

Ars Panicalensis

Il 20 e 21 settembre Panicale ospiterà la seconda edizione di Fili in Trama, mostra mercato internazionale del merletto e del ricamo organizzata dal Gruppo di Azione Locale Trasimeno-Orvietano. La prima edizione ha visto la presenza di una trentina di stand provenienti da diverse regioni italiane e dall’estero (Germania e Portogallo), e i tanti turisti hanno avuto un motivo in più per visitare Panicale in uno splendido weekend di fine estate. Oltre alle esposizioni di manufatti e alle dimostrazioni delle varie tecniche da parte di abili ricamatrici, il programma comprendeva convegni, incontri e iniziative culturali, fra cui un’opera lirica nel magnifico teatro Caporali.

Il legame tra Panicale e l’arte del ricamo su tela risale agli anni ‘30, quando Anita Belleschi Grifoni creò nel paese una scuola chiamata Ars Panicalensis. Grazie ai contatti creati con l’ambiente della nobiltà e dell’alta borghesia (nel 1934 Anita realizzò l’abitino di battesimo per la principessa Maria Pia di Savoia) il ricamo di Panicale divenne famoso e ben presto i lavori furono richiesti da privati, enti, ambasciate e perfino da clienti d’oltreoceano. 

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