Tindari, tra il mare e i Nebrodi

La Sicilia, basta poco a capirlo, è un’isola plasmata dalla fede. Le celebrazioni per Sant’Agata a Catania e Santa Rosalia a Palermo mobilitano la popolazione delle due città. Nella Settimana Santa, o per le feste patronali, riti suggestivi si svolgono in centinaia di cittadine e di borghi. I pellegrini, tutto l’anno, si dirigono verso i santuari, spesso in luoghi di eccezionale bellezza: Tindari è uno di questi.

Indice dell'itinerario

Il Santuario della Madonna del Tindari sorge su uno sperone isolato, a picco sul Tirreno, a metà strada tra Capo d’Orlando e Milazzo. Dal terrazzo si vedono le Eolie, e le dune e i laghi costieri di Marinello. Oltre i Nebrodi compaiono i crateri dell’Etna. Nei pressi sono il teatro e le strade della città greca di Tyndaris.

Il Santuario

Il Santuario di Tindari, inaugurato nel 1979, ha dimensioni gigantesche, e può accogliere migliaia di fedeli. Sull’altare maggiore, una teca racchiude la statua della Madonna Nera. Un’iscrizione recita Nigra Sum Sed Formosa, “sono nera ma bella”, un versetto del Cantico dei Cantici. L’8 settembre, per la festa solenne, migliaia di fedeli la raggiungono a piedi dai paesi vicini.

Intorno alla Madonna Nera di Tindari, storia e leggenda s’intrecciano. Sappiamo che la statua è in cedro del Libano, è in stile bizantino, risale agli anni tra i secoli VIII e IX. La Madonna, dal volto allungato, è una Theotókos Odigitria, una Regina in trono, benedicente, con in braccio il Bambino Gesù.

Vuole la tradizione che la nave che trasportava la statua, durante una tempesta, si rifugiò nella baia sottostante. E che, al ritorno del bel tempo, sia stata la Madonna Nera a impedirle di riprendere il mare. Dei mosaici moderni raccontano la sua storia.

La costa settentrionale siciliana

La costa settentrionale della Sicilia, che si allunga da Palermo a Messina, viene spesso trattata come una “sorella povera” degli altri litorali dell’isola. L’autostrada consente di traversarla rapidamente, le spiagge di Patti, Gioiosa Marea e Capo d’Orlando si affollano in estate di bagnanti. Il santuario e gli scavi di Tindari, per molti, sono l’unica sosta. È un errore.

Sulla costa scendono montagne ripide, fresche, verdissime. Per inoltrarsi nella catena dei Nebrodi, la più boscosa della Sicilia, bastano pochi chilometri dalla litoranea e dalle spiagge. I borghi, affacciati sul mare, sembrano dei paesi di montagna.

Nella gastronomia, accanto alle suggestioni della costa, compaiono i funghi, i formaggi, i salumi e le carni dei monti. I camperisti possono far tappa a Gioiosa Marea,  Capo d’Orlando, e Cala Novella di Piraino.

Il progetto di rilancio della zona, curato dalla Regione Siciliana e dall’AFEIP, l’Associazione Formazione e Inserimento Professionale, include diciassette località. Da Gioiosa Marea e da Patti, ricche di memorie religiose e storiche (Patti ha una straordinaria Cattedrale) si sale ai borghi alle pendici dei monti.

Le altre soste

Oltre a Tindari, meritano soste attente Ficarra, Castell’Umberto, Librizzi, Raccuia, Galati Mamertino, Ucrìa e Tortorici. Floresta, a 1.275 metri, è un punto di partenza per esplorare a piedi, a cavallo o in mountain-bike i Nebrodi. Su queste alture, altri luoghi di culto ricordano degli eremiti proclamati Santi dalla Chiesa.

Naso

A Naso, ricca di belle chiese, si venera San Cono Abate, monaco del XIII secolo, al quale è dedicata una magnifica cripta. La festa più sentita è il 1° settembre. A San Salvatore di Fitalia si celebra San Calogero, eremita dalla pelle scura, vissuto nei primi secoli del Cristianesimo, al quale sono dedicati un Santuario e le feste del 20 e del 21 agosto.

Piraino

L’ultima tappa è Piraino, che si affaccia sulla costa da 400 metri di quota. Nel borgo sono le viuzze, le chiese, il palazzo baronale in abbandono. Nei sotterranei della Chiesa Madre riposano le mummie di ventisei sacerdoti vissuti tra il Cinque e il Settecento.

Dal belvedere della Guardiola, a dieci minuti dal paese, ci si affaccia su uno straordinario panorama della costa, delle montagne e delle Eolie. Ripidi canaloni scendono verso il Tirreno, dall’altra parte i Nebrodi confinano con il cielo.

È una Sicilia splendida.

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