Splendido isolamento

Sette giorni lungo i Monti Sarentini: un trekking eccezionale per buoni camminatori che si immerge nella natura montana e nei paesaggi agricoli di una delle valli meno conosciute dell'Alto Adige.

Indice dell'itinerario

Immaginate una corona di alte montagne disposte a ferro di cavallo come ad abbracciare una valle incantata: è la Val Sarentino, pochi chilometri a nord di Bolzano. Dal capoluogo altoatesino vi si accede percorrendo una strada che segue uno stretto e profondo canyon il cui ingresso è guardato da due castelli medioevali, da Vipiteno si scavalca invece un ardito passo, quello di Pennes, che supera i 2.200 metri di quota.
A caratterizzare quest’angolo del Sudtirolo sono, prima di tutto, i numerosi e curatissimi masi. Con questa parola si indica in genere la tipica abitazione contadina della zona (la Val Sarentino ne ospita di splendidi, molti dei quali ancora con i tetti ricoperti dalle scandole): ma il maso è in realtà l’insediamento agricolo nel suo complesso, mantenutosi praticamente inalterato fino ai giorni nostri dai tempi dei Baiuvari, i coloni di origine germanica e celtica scesi fra questi monti intorno al VI secolo. La consuetudine prescriveva che la proprietà venisse ereditata solo dal primogenito, mentre oggi può rimanere anche ai figli minori che vogliano portare avanti l’attività di famiglia, a patto di rimborsare nel tempo ai fratelli il valore della loro quota.
Oltre alla spontanea bellezza della natura e alla perfezione del paesaggio agricolo e pastorale, contribuisce all’incanto l’ospitalità dei sarentinesi, che possiedono una radicata identità permeata da un vero spirito di appartenenza al territorio e alla sua tradizione. Del resto, grazie all’impervia gola d’ingresso meridionale, per secoli la Val Sarentino è rimasta protetta dal mondo esterno, conservando la genuinità dell’ambiente non meno di usanze e mestieri altrove quasi scomparsi. Con il feltro e la lana Anna Premstaller cuce a mano pantofole vecchio stile nella Stube della sua isolata casetta sopra il paesino di Valdurna, mentre il marito Josef passa il tempo libero realizzando zoccoli e utensili in legno. Peter Ainhauser, che confeziona pipe e pregevoli coltelli tradizionali, è un altro rappresentante di questo artigianato domestico. Le pecore di montagna forniscono ad Albert Unterweger e ai suoi telai vecchi di secoli una materia prima eccezionale dalla quale nascono trapunte, coperte, calze, cuscini e tappeti di qualità. Fritz Unterkalmsteiner è un maestro falegname e tornitore che produce cassapanche e mobili tirolesi d’eccezione. Nei lavori di un tempo si sono affermati anche giovani come lo scultore Isak Runggaldier, che ha ereditato il talento paterno nella lavorazione del legno. La famiglia Thaler, infine, è solo una di quelle in cui giovani e anziani si occupano del prezioso e complicatissimo ricamo su cuoio.
Per chi poi ama ritemprarsi lungo i sentieri d’alta quota, la Val Sarentino è un piccolo paradiso. Si possono infatti compiere diverse escursioni di un giorno che dal fondovalle raggiungono vari luoghi d’interesse: tra queste non può mancare la salita verso i 2.000 metri della Hohe Reisch, fra Sarentino e Meltina, che ospita i misteriosi e leggendari Stoanernen Mandln, gli Omini di Pietra, colonnine formate da sassi di arenaria lasciati dai viandanti che indicano una remota frequentazione del sito come probabile luogo di culto.
La vera attrazione escursionistica è però lo spettacolare Trekking del Ferro di Cavallo, che in sette giorni tocca tutte le creste principali: presenta tratte giornaliere anche impegnative, ma sono pochissimi i punti relativamente difficili. Ogni tappa richiede fino a un massimo di 6 ore di marcia, il che permette ai più allenati la possibilità di compiere ascensioni alle vette vicine. I rifugi garantiscono ottima accoglienza, sia a tavola che per il riposo, e la prenotazione è consigliabile solo per gruppi numerosi. Il percorso inizia a Sarentino e si snoda in quota verso nord sui crinali orientali, più o meno in senso antiorario, fino al Passo Pennes; si torna verso sud al punto di partenza sui crinali occidentali, attraversando la zona sciistica Merano 2000.
Oltre agli escursionisti, anche chi arriva in camper può percorrere varie parti del tracciato grazie alla possibilità di fermarsi nei posteggi di Sarentino (con permanenza massima di 48 ore), nel piazzale ai piedi del rifugio Alpenrosenhof di Passo Pennes o nel parcheggio poco prima del paesino di Valdurna, vicino allo splendido laghetto. Trattandosi di situazioni di sosta libera in grado di accogliere pochi veicoli, e per di più in un contesto ancora privo di strutture ricettive per i turisti itineranti, è opportuno sapersi adattare e indispensabile osservare la massima discrezione per godere delle meraviglie di questo intatto territorio.

1 Da Sarentino alla Rittner-Horn-Hütte
Dislivello 1.620 m in salita, 320 m in discesa Tempo di percorrenza 5 ore
Questa prima tappa è la più faticosa di tutto il giro per il notevole dislivello. Da Sarentino si segue il sentiero n. 3 per Schloss Reinegg, il Maso Thaler e il bosco fino al bivacco della Sarner Scharte (Forcella Sarentina); in un quarto d’ora si raggiunge la croce della forcella (2.380 m). Proseguendo verso est, lungo una ripida discesa su pascoli pietrosi si arriva alla Gasteiger Sattel (Sella dei Sentieri, 2.058 m). In un’ora di leggera salita, seguendo la segnaletica 1-3-7, si giunge al Rifugio Corno del Renon, ovvero la Rittner-Horn-Hütte (2.259 m).

2 Dalla Rittner-Horn-Hütte alla Latzfonser Kreuz-Hütte
Dislivello 260 m in salita, 700 m in discesa Tempo di percorrenza 6 ore
Seguendo in direzione nord i sentieri 1-3-7 si ritorna in 45 minuti alla Gasteiger Sattel. Da qui il sentiero 1 conduce a un’altura con un piccolo tabernacolo isolato e quindi, in ripida discesa, fino all’Alpe di Villandro e a un bivio. Qui conviene aggirare una palude prendendo a destra sul sentiero 6 e poi a sinistra sullo 0, superando la malga Stöfflhütte. Dopo una mezz’ora si ritorna sul sentiero 1 che sale dolcemente fino alla Jocherer Berg (Montagna del Passo), aggirandola sulla destra. Infine si discende al Latzfonser Kreuz e alla sua chiesetta, la più alta d’Europa (2.311 m).

3 Dalla Latzfonser-Kreuz-Hütte alla Flaggerschartenhütte
Dislivello circa 430 m in salita, 150 m in discesa Tempo di percorrenza 6 ore
Dal rifugio si prende il sentiero 13 che procede a saliscendi verso la Fortschellscharte (Forcella di San Cassiano, 2.299 m). Si continua in discesa fino a un bivio prendendo a destra, sempre sul 13, per attraversare gli alpeggi e salire al Tellerjoch (Giogo del Montello, 2.520 m). In breve, il sentiero conduce al rifugio della Flaggerscharte (Forcella Vallaga).
Chi avesse deciso di sostare a Valdurna può raggiungere il Rifugio Vallaga in meno di 4 ore di marcia.

4 Dalla Flaggerschartenhütte all’Alpenrosenhof
Dislivello circa 400 m in salita, 600 m in discesa Tempo di percorrenza 6 ore
Il tracciato 13/15 segue la riva destra di un laghetto. Si supera un gradone esposto e si scende in un canale per poi risalire fino alla forcelletta dell’Hörtlaner Scharte (2.605 m), quindi si discende sul versante opposto tra grandi massi, pascoli e un altro piccolo lago alpino. Si prosegue a sinistra sul 13 fino a imboccare a destra un secondo bivio vicino a un roccione, in direzione del Passo Pennes. Si attraversa poi la Seebergalm per salire leggermente di quota fino al Niedeck (2.306 m). Da lì si discende sul sentiero 14a aggirando l’Astenberg (Monte Aste) e raggiungendo in un quarto d’ora il Passo Pennes (2.215 m) e il rifugio Alpenrosenhof. Nel piazzale al di sotto dello stesso, come indicato, è possibile sostare con il camper e da qui affrontare a piedi il prossimo tratto.

5 Dal Passo Pennes a Weissenbach
Dislivello 400 m in salita, 1.220 m in discesa Tempo di percorrenza 5 ore, con salita al Corno Bianco 6 ore
Dal passo si segue il sentiero 12a, con un percorso in quota verso ovest molto spettacolare, e si sale al Grölljoch (Giogo delle Frane, 2.557 m). Da qui si può compiere una breve puntata al Sarner Weisshorn (Corno Bianco, 2.705 m): fra andata e ritorno si impiega un’ora, ma è un’ascensione molto esposta e quindi adatta solo ad escursionisti di grande esperienza. La ripida discesa del sentiero 9 conduce alla valletta di Oberbergalm (Sopramonte) e una comoda strada forestale con l’ultimo tratto asfaltato porta fino a Weissenbach (Riobianco), con possibilità di pernottamento presso gli hotel Murrerhof e Feldrand.

6 Da Aberstückl (Sonvigo) alla Meraner Hütte
Dislivello circa 1.000 m in salita, circa 340 m in discesa Tempo di percorrenza 4 ore
In bus si raggiunge Sonvigo e si segue in salita il percorso 13 attraverso il paesino fino alle malghe Durralm e Käserhütte. Procedendo a zig zag lungo una ripida china si guadagna il Missensteiner Joch (2.128 m) per poi curvare a sinistra e, in circa un’ora e mezzo, giungere alla Meraner Hütte (Rifugio Merano).

7 Dalla Meraner Hütte a Sarentino
Dislivello circa 120 m in salita, 1.115 m in discesa Tempo di percorrenza 5 ore
Dal Rifugio Merano, sul sentiero 4 (siglato anche E5) si oltrepassa il Kreuzjöchl e si percorre una panoramicissima traversata in quota fino all’Auener Joch (1.924 m). Si imbocca a sinistra il sentiero 2 per raggiungere in discesa la malga Auener Alm e, lungo una stradina selciata, la Sarner Skihütte (Rifugio Sarentino). Si può pernottare qui o nel vicino hotel Gourmet Auener Hof, a meno di non voler proseguire per un’ora con il sentiero 2 fino a Sarentino, dove si chiude il trekking.

PleinAir 419 – giugno 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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