Speciale Abbazie/15 - Reggia dello Spirito

Nella fertile piana del Vallo di Diano, sulla quale si affacciano i pendii delle montagne del Cilento, attende il viaggiatore uno dei monumenti religiosi più interessanti del Mezzogiorno: la Certosa di San Lorenzo di Padula

Indice dell'itinerario

Nel suo viaggio verso la Calabria e lo Stretto, l’autostrada che inizia a Salerno attraversa molti paesaggi diversi. Oltrepassate la piana costiera di Battipaglia ed Eboli, si corre ai piedi delle pareti calcaree dei Monti Alburni, si entra nella profonda valle scavata dalle acque del Tanagro, poi si sbuca all’improvviso nella fertile piana del Vallo di Diano, sulla quale si affacciano i pendii delle montagne del Cilento. Prima che il paesaggio si modifichi un’altra volta, aprendosi nei selvaggi valloni che scendono verso il Tirreno tra Lagonegro e Lauria, attende il viaggiatore uno dei monumenti religiosi più interessanti del Mezzogiorno. E’ la Certosa di San Lorenzo di Padula, costruita a partire dal 1306 (ma i lavori sono andati avanti per secoli) per volontà di Tommaso Sanseverino, conte di Marsico.
Nota per la sua ospitalità nei confronti di pellegrini e viaggiatori, la Certosa ha continuato ad ampliarsi sino alla fine del Settecento, ha oggi aspetto prevalentemente barocco e non ha avuto una storia facile. I francesi di Murat l’hanno utilizzata come caserma, gli ultimi Certosini l’hanno lasciata nel 1866, nel corso delle due guerre mondiali il complesso è stato trasformato in un campo di concentramento. L’ultimo insulto è stato il terremoto del 1980, che ha arrecato gravi danni. Da allora, però, il monumento è stato oggetto di un ottimo restauro.
Come il celebre monastero spagnolo di El Escorial, la Certosa ha la pianta a forma di graticola, lo strumento utilizzato per il martirio di San Lorenzo. La visita, di grandissimo interesse, inizia dall’ampio cortile sorvegliato dalla facciata barocca completata nel 1718. Dall’ingresso si raggiunge in breve l’imponente chiesa di San Lorenzo, dove s’impongono all’attenzione del visitatore gli stalli lignei dei due cori.
Usciti dalla chiesa si visitano il chiostro piccolo, alcune cappelle comunicanti tra loro, la tesoreria dall’elegante soffitto stuccato e la sala del Capitolo, decorata da stucchi e statue di pregio. Segue la cinquecentesca Cappella del Fondatore, che ospita la tomba di Tommaso da Sanseverino. Le soste nel refettorio e nella biblioteca, al cui interno si trovano delle notevoli tele settecentesche dipinte da Giovanni Olivieri, precedono la visita del Museo Archeologico della Lucania Occidentale che raccoglie vasi, armi, suppellettili, bronzi e ceramiche provenienti dalle necropoli italiche scavate nel Vallo di Diano e sulle alture dei dintorni.
Il momento più emozionante della visita alla Certosa, però, è senz’altro l’arrivo nell’immenso chiostro grande, sistemato nel 1690, sul quale si affacciano le celle dei religiosi. Analogo per struttura a quello della Certosa di Firenze, il chiostro è decorato da stucchi e statue e comprende il piccolo cimitero dei monaci. E’ possibile visitare anche una o due delle celle utilizzate per secoli dai monaci. Si tratta di veri e propri piccoli appartamenti costituiti da tre o quattro stanze, un portico, un giardinetto e una loggia con fontana. Una finestra consentiva di passare ai religiosi il cibo preparato nelle grandi cucine.
Tra i visitatori della Certosa, molti scelgono di andarvi nel corso di un viaggio verso le spiagge, i paesaggi e le bellezze artistiche della Calabria e della Sicilia. Altre cose da vedere, però, attendono chi decida di fermarsi per qualche giorno nei dintorni di Padula. La strada che sale verso Teggiano e le pareti rocciose delle Balze porta ai piccoli e suggestivi centri di Piaggine e Laurino, nell’alta valle del Calore. Quella che conduce a Sanza, invece, dà accesso alle cavità carsiche scavate dal Bussento nei pressi di Caselle in Pittari e di Morigerati, oltre le quali si scende alla costa di Sapri e di Scario. Se si scavalcano i monti della Maddalena, invece, si raggiungono le solitarie alture di Moliterno e Grumento, ai piedi del massiccio del Sirino.

PleinAir 326 – settembre 1999

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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