Spagna, originale e garantita

Celebre nel mondo per i suoi grandi vini rossi, la regione spagnola della Rioja è un invidiabile connubio di tradizione e innovazione, anche grazie alla presenza di avveniristiche cantine disegnate da alcuni tra i più creativi architetti contemporanei

Indice dell'itinerario

La Tierra con Nombre de Vino: lo slogan promozionale della Rioja, la regione vinicola più importante della Spagna, lascia presagire la vacanza che ci aspetta. Oltre ai pregevoli monumenti si visitano infatti bodegas storiche o modernissime, si degustano grandi rossi strutturati e profumati, si assaggiano piatti tipici di una cucina da quinto peccato capitale. Per fortuna tante attività all’aria aperta – escursioni a cavallo tra le vigne, itinerari in bici, passeggiate – arrivano in nostro soccorso a sollevarci dal senso di colpa, facendoci smaltire il peso accumulato in eccesso.

Villaggio di Ábalos, circondato dai vigneti
Villaggio di Ábalos, circondato dai vigneti

Arriviamo nella parte nord-orientale della penisola iberica carichi di aspettative, in una regione attraversata dal fiume Ebro e dal Cammino di Santiago di Compostela. Il nostro viaggio comincia nel capoluogo, Logroño. Nella piazza del mercato la concattedrale di Santa María de La Redonda, della fine del XV secolo ma con portale in stile rococò, è uno dei più interessanti edifici religiosi del territorio: ai lati della facciata svettano le alte torri dedicate ai Santi Pietro e Paolo. Le cattedrali a cui è legata sono la chiesa romanica di Santo Domingo de la Calzada – a 18 chilometri – e quella di Calahorra, caratterizzata da impianto gotico e stile rinascimentale, situata una sessantina di chilometri più a sud.

Ma La Rioja è soprattutto una terra di vini, vigneti e cantine. La prima tentazione enogastronomica ci vede cedere già in città, con una tappa in periferia alla Bodega Ontañón per una visita alle opere d’arte a tema mitologico e bacchico esposte in cantina. Dopo un aperitivo a base di Moscatel e Rioja Gran Reserva ci spostiamo in centro per uno spuntino. La scelta è tra l’ottimo ristorante La Galería, che propone la cucina regionale rivisitata dallo chef José Felix Rodriguez, o il cibo popolare dei pinchos bar della Travesía del Laurel. Sono tanti e affollati, e ciascuno è specializzato in un tipo di assaggino: quello dei pinchos con i funghi, con i gamberi e così via; ed è proprio questa varietà a farci spostare da un bancone all’altro. Il dolce, infine, lo andiamo a gustare alla Pastelería Vía Viena, ideale per sorseggiare un caffè accompagnato da squisiti biscotti, torte o praline artistiche della casa.

Le colline del vino

Grappoli di uva tempranillo e la pigiatura tradizionale nei pressi del villaggio di Ábalos
Grappoli di uva tempranillo e la pigiatura tradizionale nei pressi del villaggio di Ábalos

Usciti da Logroño ci immergiamo in un paesaggio di vigneti. Nella Rioja la viticoltura è un’attività praticata da secoli, ancora oggi una delle principali risorse economiche e paesaggistiche. Terra di vini bianchi, rosati e soprattutto rossi, la regione si distingue a sua volta in tre zone produttive: Rioja Baja, Rioja Alta e Rioja Alavesa, quest’ultima situata nella comarca di Álava, nei Paesi Baschi. I principali vitigni coltivati sono a bacca rossa (tempranillo, mazuelo, garnacha, graciano) ma non mancano i bianchi, come la varietà viura. L’aspetto più interessante è tuttavia la bellezza delle cantine riojane, bodegas storiche e spettacolari realizzazioni contemporanee.

Qui c’è la più alta concentrazione al mondo di cantine firmate da architetti dei nostri giorni, sintesi di originalità estetica, funzionalità produttiva e sostenibilità ambientale. Un esempio lo troviamo alle Bodegas Campo Viejo: la nuova struttura, inaugurata nel 2001, è stata progettata dall’architetto Ignacio Quemada e costruita su un terreno di 110 ettari nella valle dell’Ebro, alle porte di Logroño. E che dire delle vicine Bodegas Darien? Progettato secondo criteri dell’ecosostenibilità dall’architetto riojano Jesús Marino Pascual, l’edificio è un’insolita e spigolosa costruzione in cemento bianco, con laghetto, interni di marmo, lastre di vetro nascoste per far penetrare la luce all’interno in una logica di risparmio energetico. L’azienda merita una visita anche per la Colección de Ceramica Tradicional Riojana, un museo che raccoglie anfore dal XVI al XX secolo, e per l’esposizione permanente delle opere di Lucia Landaluce, apprezzata artista riojana.

La sagoma squadrata della Bodega Martínez Lacuesta di Haro
La sagoma squadrata della Bodega Martínez Lacuesta di Haro

Lasciate le cantine di Logroño ci dirigiamo verso nordovest seguendo il corso dell’Ebro e raggiungendo in una cinquantina di chilometri la cittadina di Haro. Qui hanno sede numerose aziende dove effettuare visite interessanti e ottime degustazioni; non a caso Haro è uno storico paese del vino. Facciamo la prima tappa alla Compañía Vinícola del Norte de España, fondata nel 1879 da Raimundo ed Eusebio Real de Asua, di origini basche: al suo interno ci attende un cunicolo che ospita una gran quantità di bottiglie centenarie.

Ma la più bella sosta è alla cantina Rafael López de Heredia Viña Tondonia, uno dei capisaldi del vino riojano. In questa spettacolare bodega troviamo una parte storica e una contemporanea. La prima ha come fulcro una lunga galleria sotterranea strapiena di vecchie botti; le pareti interamente ricoperte di muffa creano in modo naturale un ambiente con la giusta umidità per conservare i vini. Come altre cantine in attività da più di un secolo, López de Heredia è collocata vicino alla ferrovia che un tempo veniva usata per trasportare le uve in azienda. La parte moderna, invece, consiste in un punto vendita ed enoteca a forma di decanter: interamente costruita con vetro e acciaio, è stata progettata dall’archistar anglo-irachena Zaha Hadid.

La barriccaia con sala degustazione delle Bodegas Roda e la grandissima cantina dell’azienda Campo Viejo di Logroño
La barriccaia con sala degustazione delle Bodegas Roda e la grandissima cantina dell’azienda Campo Viejo di Logroño

È invece moderna al cento per cento la Bodega Martínez Lacuesta, realizzata nel 2009 (ma la famiglia produce vino dal 1895): allo studio Fiark Arkitectos di San Sebastian hanno immaginato una costruzione razionale rivestita da blocchi di terracotta color arancio. Le botti sono allineate in un’ampia sala in cemento armato con cinquantasei colonne che la dividono in una navata centrale e due zone laterali. Al piano terra la sezione espositiva, con foto d’epoca e oggetti che evocano la storia dell’azienda, e due grandi teche di vetro sospese che custodiscono strumenti di lavoro, una vite storica e strati di terra rossa locale.

La degustazione successiva la facciamo nella bella sala delle Bodegas Roda, dove si producono vini eleganti e strutturati. Questa cantina di Haro è stata creata venticinque anni fa da Mario Rotllant e Carmen Daurella, con la fusione di antico e moderno su progetto degli architetti catalani Roses e Pere Claver Llimona. Il primo ha lavorato sulla zona di fermentazione, rivestita di legno, il secondo ha progettato gli spazi in cemento armato, metallo e vetro intorno a un nucleo di grotte e corridoi sotterranei scavati a mano nell’800.

Il nuovo edificio delle Bodegas Darien, situate nei pressi del capoluogo
Il nuovo edificio delle Bodegas Darien, situate nei pressi del capoluogo

Dopo tanti vini degustati e tante cantine visitate, per recuperare energie ci sediamo al ristorante Las Duelas dell’albergo Los Agustinos, nel centro di Haro: piatti di cucina locale rivisitata dallo chef Juan Nales e un’atmosfera soffusa tra pareti di tufo, colori caldi e arredi di design. A Tirgo, una decina di chilometri a sud-ovest, l’alternativa è l’Asador Pimiento, la trattoria dell’hotel Solar de Febrer, che offre piatti di carne alla brace, morcilla e chorizo. Nella cantina del ristorante troviamo inoltre uno spunto d’arte contemporanea con l’opera del riojano José Antonio Olarte, basata sul recupero di materiali del mondo vinicolo come anelli metallici di botti e bottiglie vuote.

Se invece di sederci a tavola preferiamo osservare tutto dall’alto, basta prenotare un’emozionante gita in mongolfiera per sorvolare Haro e i piccoli villaggi dei dintorni, come Briñas, San Vicente de la Sonsierra e Zarratón; nel volo sugli sconfinati vigneti ci accompagna un simpatico spagnolo che si lancia nel vuoto con il paracadute, mentre il guidatore della mongolfiera, giunti a 400 metri d’altitudine, stappa una bottiglia di rosso per un inaspettato brindisi in quota. Forse per l’effetto del vino, forse per lo scenario favoloso che osserviamo sotto di noi, è un’esperienza aerostatica che ci regala un ricordo unico.

Negli straordinari sotterranei della Compañía Vinícola del Norte de España le muffe custodiscono bottiglie risalenti alla fine dell’800
Negli straordinari sotterranei della Compañía Vinícola del Norte de España le muffe custodiscono bottiglie risalenti alla fine dell’800

Tornati a terra leggermente storditi, ci spostiamo poco a sud di Haro nel villaggio di Ollauri, dove ci aspetta la Bodega Paternina Conde de los Andes, fondata nel 1896 attorno alle spettacolari grotte e alle cantine scavate a mano nel XVII secolo. Anche qui pareti interamente ricoperte di muffa, vecchie lampade e botti in legno. Nel settembre del 1956 fu visitata dallo scrittore Ernest Hemingway, come ricordano alcune immagini in una sala vicino al ristorante della cantina, El Conde, molto colorato e con una finestra che affaccia sulle botti.

Ma solo 6 chilometri ci separano da Briones, paese dominato dal campanile della chiesa di Nuestra Señora de la Asunción. È proprio ai piedi del villaggio che la cantina Dinastía Vivanco ha creato uno spettacolare Museo de la Cultura del Vino con esposizione permanente di vecchi macchinari, oggetti a tema e sale multimediali.

La ristrutturazione degli spazi di Viña Tondonia porta la firma del celebre architetto Zaha Hadid
La ristrutturazione degli spazi di Viña Tondonia porta la firma del celebre architetto Zaha Hadid

Se si viaggia in compagnia dei bimbi è da non perdere il villaggio di Ábalos, a est di Briones, dove tra le vigne di Santa Ana resistono antiche vasche di vinificazione del XII secolo: erano usate per pigiare l’uva con i piedi. Grappoli permettendo, sì può assistere – e partecipare – a una pigiatura dimostrativa con uno dei vignaioli locali: per farlo è necessario prenotare con un certo anticipo contattando l’ufficio del turismo della Rioja. Le donne sono in genere più incuriosite dalle vasche di vinoterapia di Bodegas Puelles, che nella sua Hospederia del Vino offre anche sauna e piscina panoramica.

Di regione in regione

Il Monasterio de Yuso a San Millán de la Cogolla
Il Monasterio de Yuso a San Millán de la Cogolla

Ritemprati da un massaggio a base di polifenoli, in pochi minuti raggiungiamo il villaggio di Samaniego e le Bodegas Baigorri, appena oltre la linea immaginaria che segna il confine amministrativo con il País Vasco. Davanti a noi, il grande edificio dall’essenzialità esasperata disegnato dall’architetto Iñaki Aspiazu Iza: si tratta di una scatola di vetro collocata su un poggio, che di notte s’illumina completamente offrendo a chi percorre la vicina strada uno spettacolo davvero originale. E su quella strada continuiamo a viaggiare verso sud, dove ci attendono altre spettacolari cantine.

A Laguardia troviamo le Bodegas Ysios: la struttura dalle forme curvilinee armoniosamente inserite nel paesaggio è stata progettata dal famoso architetto Santiago Calatrava. Un’altra è a una decina di chilometri di distanza, nuovamente oltrepassato il confine basco. Nel villaggio di Elciego si trova la sede della cantina Marqués de Riscal, azienda storica con una bella bottaia e un edificio modernissimo, ricoperto da un tetto di nastri colorati di titanio. È l’albergo della bodega, con ristorante premiato dalla Guida Michelin e grande SPA con vinoterapia; il progetto è stato sviluppato su disegno del noto architetto canadese Frank O. Gehry.

Una scultura bronzea e una finestra sulla Rioja accolgono il visitatore all’ingresso del Museo de la Cultura del Vino Dinastía Vivanco, a Briones
Una scultura bronzea e una finestra sulla Rioja accolgono il visitatore all’ingresso del Museo de la Cultura del Vino Dinastía Vivanco, a Briones

Dopo tante visite alle costruzioni che integrano il paesaggio, viene spontaneo desiderare di scoprire i vigneti. Un’opportunità divertente e insolita è offerta alle Bodegas Corral di Navarrete, dove si organizzano visite in cantina, degustazioni dei vini Don Jacobo e passeggiate a cavallo o gite in mountain bike. Per escursioni in sella tra le vigne, in paese ci si può rivolgere anche al Centro Hípico che alloggia gli animali dei pellegrini in cammino verso Santiago de Compostela.

La cosiddetta Catedral, un caveau del vino dove le bottiglie sono sistemate come lingotti d’oro
La cosiddetta Catedral, un caveau del vino dove le bottiglie sono sistemate come lingotti d’oro

L’ospitalità enoturistica è assicurata a Entrena, dove la nuova Finca de los Arandinos – nata nel 2011 – è una cantina con albergo e ristorante a chilometro zero in una struttura progettata dall’architetto Javier Arizcuren, con gli interni arredati dal fashion designer David Delfín. Dopo la visita si possono gustare i piatti della cucina tradizionale del ristorante, oppure spostarsi a Daroca de Rioja per sperimentare la gastronomia d’autore dei fratelli Ignacio e Carlos Echapresto, chef e sommelier del ristorante Venta Moncalvillo.

Circa 25 chilometri ci separano da Baños de Río Tobía, dove non si può rinunciare all’assaggio di un’altra specialità, il jamón serrano di Martínez Somalo: dal 1900 l’azienda produce il noto prosciutto di montagna spagnolo e altri ottimi salumi come chorizo, salchichón e lomo embuchado. Tornando al vino, le non lontane Bodegas David Moreno di Badarán sono state nominate Best of Wine Tourism nel 2011: tra le ragioni di tale riconoscimento ci sono gli itinerari alle guardaviñas (piccole costruzioni rurali di forma circolare usate un tempo dagli agricoltori come rifugi), le giornate di vendemmia collettiva e i seminari di degustazione.

Un’ottocentesca pressa di legno conservata presso le Bodegas David Moreno di Badarán
Un’ottocentesca pressa di legno conservata presso le Bodegas David Moreno di Badarán

L’ultima tappa del nostro viaggio, però, è nei pressi di San Millán de la Cogolla. Il Monasterio de Suso, costruito alla fine del VI secolo sulla riva sinistra del fiume Cárdenas, forma con un altro edificio d’epoca successiva – il Monasterio de Yuso, commissionato nel 1053 dal re di Navarra – un complesso monumentale dichiarato dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. Un tocco d’arte e spiritualità per riposare il corpo e fare ammenda dei peccati di gola commessi nell’appassionante scoperta della Rioja vinicola. 

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