Slovenia, dimensione europea

Un viaggio nella Slovenia nord-orientale attraverso terre e città che furono crocevia di popoli, dove la steppa si avvicina alle montagne e il mondo mitteleuropeo a quello slavo e balcanico. Dalla vivace e internazionale atmosfera di Maribor, Capitale Europea della Cultura 2012, agli incantevoli paesaggi alpini della Logarska Dolina

Indice dell'itinerario

Un pericolo per i pedoni, gli anziani e i bambini. Velenosa per l’aria e per i vigneti. Impestante per la polvere che crea. Quando all’inizio del XIX secolo s’iniziò a progettare la costruzione della ferrovia Vienna-Trieste, i notabili della città di Ptuj, cuore pulsante della Stiria slovena – allora parte integrante dell’Impero Austroungarico – si riunirono in consiglio con la cittadinanza e votarono contro il transito delle rotaie. Scrissero lettere accorate all’imperatore, pregandolo di deviare il tracciato per salvare le morbide colline famose per l’ottimo vino bianco, l’incantevole borgo accoccolato sotto il castello duecentesco e le sontuose ville barocche, oggi trasformate in alberghi di lusso e luoghi dove assaggiare l’inebriante ambrosia.

Maribor, un porto lungo la Drava

I binari deviarono così verso Maribor, nemmeno 20 chilometri più a ovest, all’epoca un grosso porto mercantile lungo la Drava, che doveva le fortune al vino (custodisce a tutt’oggi la pianta di vite fruttifera più antica d’Europa, vecchia di quattro secoli) più che a una crescente popolazione di zatterieri ubriachi che frequentavano i numerosi bordelli. Fu così che la nobile Ptuj, la Poetovium dove secondo Tacito nel 69 d.C. fu eletto Vespasiano, passò il testimone di capitale dei commerci alla vicina e borghese Maribor.

La grande Rotovski Trg è una delle piazze più eleganti di Maribor
La grande Rotovski Trg è una delle piazze più eleganti di Maribor

Fu la salvezza di entrambe. La città più antica della Slovenia, che vanta una Costituzione datata addirittura 1376, preservò intatto il suo pittoresco Stari Grad con il castello, che ospita oggi le collezioni più visitate del paese. Questo storico feudo, dove persino la sfilata di Carnevale corre indietro sino al 1873, si votò all’agricoltura. Al vino si aggiunse il caffè, introdotto dalla dominazione turca, con la creazione della prima torrefazione artigianale a est di Vienna. E all’inizio del XX secolo, fu aperto un centro per l’allevamento del pollame che crescerà sino a diventare il più grande di tutta la regione balcanica. Ancora oggi un gallo è il simbolo della città e Pollus il nome di uno dei vini più pregiati.

Un centro di cultura

Maribor, d’altro canto, fiorirà nella seconda metropoli slovena. Il secolo borghese fu un periodo di grande sviluppo per la città: crebbe l’università (oggi il secondo centro di studio nel paese) e si fondò il Teatro Nazionale Sloveno, l’unico a ospitare nella stessa struttura, recitazione, musica e danza; si spostò qui la sede centrale della Posta e nel 1859, pochi anni dopo l’inaugurazione della ferrovia, l’arcivescovo Slomsek vi trasferì perfino la sede della Diocesi Levantina, iniziando a tradurre la Bibbia in sloveno e salvando non solo l’evangelizzazione della zona ma anche la lingua slava in un ambiente germanofono. Fu grazie a lui che gli sloveni furono elevati allo stesso rango dei cittadini teutonici, che detenevano il potere in città.

Maribor, durante il Festival Lent la città ferve di iniziative e spettacoli di strada
Maribor, durante il Festival Lent la città ferve di iniziative e spettacoli di strada

Ancora oggi, nel centro storico, si passeggia lungo la pittoresca via intitolata a loro, a prova di una buona integrazione e di un certo melting pot distorto solo nel periodo cruento dell’ideologia nazista e nazionalista. Una strada di ferro ha deciso le sorti dell’ultimo secolo, ma la regione si trova da sempre su importanti direttrici di viaggio: in origine fu la Via dell’Ambra romana, poi la strada d’acqua che, attraverso la Drava, portava dalle Alpi al Danubio e sino al Mar Nero.

Questa è la regione dell’incontro con l’Oriente, dove la steppa si avvicina alle montagne e la tradizione austriaca al mondo slavo e balcanico, mantenendo un sapore quasi mediterraneo grazie a un clima mite. Non è un caso che la città di Ptuj possa annoverare ben cinque templi al culto di Mitra, dio orientale del sole; e non è un caso che dopo lunghe peregrinazioni gli Unni decisero di piantare qui le loro tende, o che gli Ottomani restarono nei paraggi per quattro secoli, provando dozzine di volte a conquistare le città.

Non è nemmeno un caso che la produzione di vino, introdotta dai Romani e migliorata nel tempo dai numerosi ordini monastici presenti sul territorio, abbia raggiunto un tale livello di fama. La storia racconta di una legione di Templari di ritorno dalle Crociate che si fermò a riposare sulle colline a est di Ptuj, nell’odierna Ormoz. Dopo aver assaggiato il prezioso nettare affermarono di aver trovato la loro Terrasanta e chiesero di potersi stabilire in una zona talmente idealizzata da portare, ancora oggi, il nome di Jerusalem. In seguito, nel 1656, un conte scozzese acquistò il castello di Ptuj con le tenute annesse, anticipando di qualche secolo la passione dei sudditi britannici che attraversano la Manica per restaurare casolari e ripristinare vigneti. Persino Napoleone si fermò con le truppe, e si dice che non poté fare a meno di assaggiare il famoso vino e restarne estasiato: dalla sua esclamazione («Ah, si bon!») deriverebbe il nome del vitigno autoctono, Sipon.

La patria del full

Ma non di solo vino vive l’uomo! La città di Maribor, orgogliosa della sua capacità di trarre il meglio dalla storia e dalle culture, vanta la creazione del fuzl, una bevanda che si può bere solo qui. L’aperitivo gentilmente alcolico, tanto amato dagli universitari e servito rigorosamente in un barattolo di vetro (di quelli da conserva, per intenderci), è un cocktail che per ingredienti prevede un tipico liquore di erbe di montagna e una variante di cola che fu ideata con sostanze naturali sotto il regime di Tito per assomigliare alla più famosa bibita americana, all’epoca vietata. La tradizione del passato e le vicende più recenti, unite per far festa. L’aperitivo si può sorseggiare accompagnato da un’altra specialità, la gibanica, una sorta di pizza dolce ricoperta di crema di formaggio e noci.

Pannonia, terra d’acque

Agli antichi Romani la Pannonia doveva piacere anche per la cospicua presenza di fonti d’acqua. E ancora oggi, scavando per effettuare lavori edili o perforando il terreno alla ricerca di petrolio o gas, capita spesso di scoprire una falda d’acqua minerale pregiata o una fonte termale oltre i 60°. Così nel 2007 sono state inaugurate le nuove terme di Ptuj ed è stata rinnovata la rete cittadina di fontane d’acqua potabile a Maribor.

E poi ci sono i nuovi ponti sulla Drava, costruiti giusto a fianco agli archi imperiali, e gli altrettanto nuovi impianti sportivi del massiccio del Pohorje, per una mens sana in corpore sano. Partiamo alla scoperta di una regione con cittadine effervescenti e multietniche, tra cui Maribor ha ottenuto per il 2012 il prestigioso titolo di Capitale Europea della Cultura: un’occasione ricca di appuntamenti e ideale per cominciare a conoscere la Slovenia orientale.

A misura d’uomo

I variopinti edifici del centro cittadino di Ptuj
I variopinti edifici del centro cittadino di Ptuj

Nonostante la città di Maribor sia la seconda città per grandezza della Slovenia, l’assetto urbano è ancora a misura d’uomo, facilmente visitabile a piedi. Il centro storico è racchiuso fra la sponda settentrionale della Drava, conosciuta come l’antico porto Lent, e il Mesti Park, un incantevole parco cittadino ai piedi delle colline dove le secolari piante esotiche si confondono con i primi filari di vite coltivati sugli erti poggi esposti a sud. Queste due zone sono anche tra i siti migliori per gli spettacoli e gli eventi del Festival Lent e della Capitale Europea della Cultura. Sulle sponde del fiume è allestito il palco per i concerti dei big e per le grandi performance del Folkart (che nel paese è il più grande festival di folklore internazionale), ma anche le bancarelle per le manifestazioni gastronomiche come la Promenade Culinaria o lo SladoLent (in sloveno sladoled significa gelato, ma all’happening prendono parte cuochi famosi alle prese con piatti d’ogni genere). Nel giardino sono organizzate attività per bambini, adulti e famiglie, dai laboratori creativi e artigianali ai giochi, dagli spettacoli allo sport, in un’atmosfera a metà fra una scampagnata con picnic e un’iniziativa in cui si fa attenzione al sociale e all’ambiente.

Lungo la Drava

Lungo la Drava, tra i due estremi ideali della Torre di Giustizia (con il suo piccolo palco) e del Palazzo dei Congressi, ha sede anche la Stara Trta, la casa della vite antica, un museo-enoteca dedicato alla cultura del vino e alla cura della pianta più vecchia d’Europa, tra 400 e 500 anni d’età. Il tralcio secolare gode di ottima salute, tanto che dai suoi grappoli ancora si producono circa 25 litri di Zametna Crnina (velluto nero), impossibile però da degustare o acquistare in quanto destinato a essere offerto in dono alle personalità in visita ufficiale. È possibile invece degustare le varietà prodotte nel territorio, compreso il famoso Sipon. Nello spazio all’aperto di fronte alla pergola si esibiscono poeti, musicisti drammaturgi e artisti di strada.

Il ghetto ebraico

In questi vicoli si percorreva anche il ricco e popoloso quartiere in cui vivevano gli Ebrei prima dell’espulsione, alla fine del XV secolo: di quell’epoca rimane la bella sinagoga. Ai due estremi, l’antico convento dei Minoriti (a ovest, altra sede di concerti ed eventi) è stato trasformato nel più grande e tecnologico teatro di burattini d’Europa; la Torre dell’Acqua si trova invece a est. Appena qualche passo verso l’interno e troviamo il bel palazzo del Municipio, in stile barocco, che fa da sfondo al monumento a Maria eretto per la fine delle epidemie di peste che colpirono la città nel XVII secolo. All’interno dell’edificio comunale è allestito un palco per incontri e congressi, mentre la piazza ben si presta alle mostre estemporanee e al teatro di strada.

Il centro storico vero e proprio

Spostandosi ancora poco verso le colline si scopre tutto l’intreccio del centro storico vero e proprio, racchiuso tra la piazza dove hanno sede l’università e la cattedrale (Slomskov Trg), il castello (con interessanti raccolte museali archeologiche e antropologiche) e la chiesa dei francescani. Ampie e luminose strade si alternano a viuzze dall’aspetto decisamente medioevale e a piazze di epoca comunista sapientemente recuperate dall’architettura contemporanea. Spazi raccolti e intimi sono set di performance soliste dedicate a pochi intenditori, per il JazzLent e per i concerti di giovani band emergenti della scena musicale rock ed elettronica, mentre le aree più ampie progettate recentemente ben si sposano con le esibizioni di danza contemporanea.

I dintorni di Maribor

Maribor è un piccolo universo in miniatura: non solo culture multietniche e storia. C’è anche la natura più tradizionale della montagna slovena. A pochi minuti dal centro, con una cabinovia (ogni ora dalle 9 alle 18) si sale al massiccio Pohorje, 1.200 metri circa di fresco paradiso alpino.

Bolfenk, l’arrivo della linea, è attrezzato con ogni elemento che ci si aspetta di trovare in quota: piste da sci illuminate – è qui la più lunga discesa in notturna della Slovenia – nel più grande comprensorio sciistico nazionale, su cui tra l’altro si disputano gare femminili valevoli per la Coppa del Mondo. Tracciati per freeride e downhill con spot e trick per tutti i livelli di abilità si alternano a malghe dove assaggiare la speciale omelette locale, una palacinka servita con il tipico liquore ai mirtilli; e non manca una pittoresca chiesina bianca. Si può salire alle dolci cime boscose del Pohorje anche con il veicolo ricreazionale passando per il borgo di Hoce, pochi chilometri a sud, fuori dal capoluogo, raggiungibile con una comoda strada principale a due corsie in direzione Lubiana. Passata la zona dei centri commerciali si svolta a destra, seguendo le indicazioni per il Wellness Center Bolfenk. Si ha così la possibilità, al primo bivio (dopo 15 chilometri di strada di montagna, con molti tornanti), di svoltare per Areh, altro alpeggio dominato dall’omonima chiesetta. In alternativa si può decidere di scendere passando dal versante opposto, verso Ruse, rientrando a Maribor con la strada che costeggia la Drava.

La cantina premiata

Visto che si è spostato il camper, è certamente da non perdere l’occasione di raggiungere la cantina Dveri Pax, la più premiata nelle competizioni internazionali (Decanter World Wine Awards): si trova in località Jarenina, sulla strada per Lenart, verso il confine austriaco. La cantina, riaperta nel 2007 dopo un grande lavoro di ristrutturazione, ha una tradizione vinicola lunga 800 anni: apparteneva all’antico monastero di Admont (nella Stiria austriaca) e produsse vino per il castello di Eisenthur dal 1139. Dopo aver assaggiato l’ormai noto Sipon (magari nella premiata versione dolce, in cui l’uva è passita su paglia) o il Blaufrankisch, corposo vino rosso diffuso anche nei territori confinanti, è possibile visitare il palazzo padronale affacciato sul laghetto.

Costruita sulle sponde della Drava, Ptuj costituì un importante snodo commerciale sin dall’epoca dei Romani
Costruita sulle sponde della Drava, Ptuj costituì un importante snodo commerciale sin dall’epoca dei Romani

Ptuj, campeggio e terme

Per raggiungere Ptuj è necessario spostarsi con il v.r., con cui si potrà usufruire del nuovo campeggio annesso alle grandi terme. Anche in questo caso la visita al centro storico non presenta problemi di orientamento: il castello svetta sul piccolo borgo, chiuso lungo il fiume. Le raccolte museali ospitate nel grande maniero sono un ottimo inizio per conoscere la città. Si spazia dalle stanze arredate dei precedenti nobili proprietari alla mostra delle maschere del famoso e storico Carnevale, con il terrifico Kurent in testa.

La fornita e preziosa collezione di strumenti musicali è presentata con tanto di musiche originali prodotte da flauti romani, tamburi dell’esercito asburgico, persino dagli ottoni della prima banda borghese cittadina e dai pianoforti da processione; la Turquoserie è invece un’esposizione di ritratti in stile, per l’appunto, turco; non mancano una raccolta d’armi e una galleria di pitture su vetro. Imperdibili in città anche il monumento a Orfeo e la chiesa di San Giorgio, costellata di lapidi con incisioni risalenti all’epoca della colonia romana. Dopo il tour, un salto alla caffetteria-enoteca dell’hotel Mitra, la più antica locanda della città, permette di assaggiare un espresso con il caffè dell’antica torrefazione o ancora uno dei migliori vini del territorio, proveniente dalla fornita cantina.

La Carinzia degli sloveni

Robanov Kot è un’incantevole vallata nel cuore della Carinzia slovena
Robanov Kot è un’incantevole vallata nel cuore della Carinzia slovena

Ripreso il veicolo, nella strada verso l’Italia e Lubiana, è possibile fare una leggera deviazione per ritrovare i paesaggi di verde montagna tipici della Slovenia alpina. Da Celje, una svolta ben indicata per Dobrna e Velenje permette di entrare nella Logarska Dolina. Considerata la più bella vallata della Carinzia slovena, la famosa conca morenica – segnalata nel programma comunitario Eden, Destinazioni Europee di Eccellenza – è in realtà parte di un comprensorio più ampio che riunisce tre valli parallele lungo il fiume Selenje nel territorio della cittadina di Solcava.

La cascata Rinka è una delle più note attrattive naturali della Logarska Dolina
La cascata Rinka è una delle più note attrattive naturali della Logarska Dolina

La prima che si incontra, arrivando da Luce è Robanov Kot, un incantevole canalone di proprietà privata dove si può guidare comodamente sino al parcheggio, per poi proseguire a piedi, per circa un’ora, con un facile sentiero su mulattiera fino all’altopiano della famiglia Robanov. All’estremo opposto, verso l’Austria, si incontra Matkov Kot, conosciuta per il tubo di ghiaccio che si forma al disgelo (skaf), visibile sino a giugno. Anche in questo caso, raggiunto facilmente con pochi chilometri di sterrato l’ultimo parcheggio, si prosegue per circa un’ora nel letto del torrente (seguendo il greto o la vecchia carrareccia), sino alla bajta, un rifugio autogestito con acqua e servizi.

Logarska Dolina, dove si snoda il panoramico sentiero Klemenca Jama
Logarska Dolina, dove si snoda il panoramico sentiero Klemenca Jama

Entrambe le escursioni sono poco impegnative e adatte anche ai viaggiatori meno allenati, ma possono essere prolungate con sentieri ben segnati sino alle vette. A metà della catena del Kamnisko che domina su tutto, si snoda invece la Logarska Dolina vera e propria. Il panorama è mozzafiato già mentre si è alla guida lungo la stretta lingua che risale l’alveo del torrente, ma vale la pena affrontare a piedi o in bici i 6 chilometri del cosiddetto sentiero culturale: si tratta di un facile percorso adatto alle famiglie con bambini piccoli, che con un dislivello non troppo elevato mostra il caratteristico legame dell’uomo con il territorio: le case dei carbonai e dei boscaioli, l’allevamento, lo sfruttamento delle acque.

Dall’ultimo parcheggio raggiungibile, invece, si parte per l’escursione più panoramica di tutto il comprensorio: superando in 15 minuti lo spettacolare salto di 90 metri della cascata Rinka, si raggiunge in un’ora e mezzo la malga Okreselj, a 1.396 metri d’altitudine. Il dislivello comincia a farsi sentire e la salita è ripida; da qui, scarpinando su sentieri ancora più erti per almeno tre ore, si raggiungono le vette della Savinjske Alpe, intorno ai 2.500 metri di quota. Se invece si cerca il fresco nelle giornate più calde, si può salire alla malga Klemenca Jama (indicata anche come Koca na Jama), con un percorso ad anello che parte dall’ampio parcheggio prima del ponte vicino al ristorante Plesnik, si arrampica sempre nel bosco sino alla conca e poi riscende – ancora all’ombra – a Dom Planicev, sfruttando il sentiero culturale per rientrare alla base. 

Testo di Federica Botta, foto di Alessandro De Rossi

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