Silenzio, si gira

La lingua di terra che racchiude il versante nord della laguna di Venezia è collegata alle valli interne per un fitto intrico di canali e stradine; con l'aiuto di una bicicletta ci si può inoltrare per chilometri tra acquitrini e canneti, in un perfetto silenzio spezzato solo da richiami d'uccelli.

Indice dell'itinerario

La lingua di terra che racchiude il versante nord della laguna di Venezia è collegata alle valli interne per un fitto intrico di canali e stradine; con l’aiuto di una bicicletta ci si può inoltrare per chilometri tra acquitrini e canneti, in un perfetto silenzio spezzato solo da richiami d’uccelli.
Certo il giro da fare per arrivarci è un po’ lungo: provenendo da Mestre bisogna percorrere tre lati di un vasto rettangolo per arrivare al Litorale del Cavallino, la lingua di terra che da Jesolo arriva a Punta Sabbioni. La consistente urbanizzazione sopraggiunta negli ultimi anni sul versante balenabile del litorale non ha potuto contaminare il paesaggio interno lagunare, dove le case sono le stesse di un tempo, il traffico è ridotto e gli uccelli la fanno da padroni. La bicicletta è il mezzo ideale per visitare questi luoghi: non ci sono saliscendi, i percorsi sono brevi e le strette stradine sembrano quasi piste ciclabili.

Lio Piccolo e le Mesole
Posteggiato il camper a Punta Sabbioni, presso l’imbarcadero per Venezia, si segue in bici la strada interna sul mare; dopo pochi chilometri, all’incrocio con semaforo si svolta a sinistra verso Preporti, tipica località lagunare con ponticelli e piccoli porti sui canali. Superato l’ultimo ponte si proseguirà a destra, costeggiando il canale. Da qui si seguono le indicazioni per Lio Piccolo, lungo una strada su cui si affacciano numerose casette. Il paesaggio è caratterizzato da serre e da alcune case venete col tipico camino in risalto all’esterno.
Superate le abitazioni, dopo un paio di curve ad angolo retto si è finalmente immersi nella natura, tra acquitrini con grossi pesci, isolotti coperti di vegetazione e uccelli d’ogni tipo fra cui aironi, garzette e cavalieri d’Italia. L’asfalto è una striscia sottile che si snoda in mezzo alle acque; di rado si incrocia un’auto, e per farla passare occorre attendere negli slarghi.
All’altezza del ponte da cui si scorge una caravan nell’acqua (come abbia fatto ad arrivare fin lì non si sa), c’è il bivio per le Mesole e per Lio Piccolo. Andando dritti si arriva alle Mesole, dove la strada sembra terminare nel cortile di una casa e invece prosegue, non asfaltata, per altri due chilometri. Tornati al ponte e prendendo la strada di sinistra si arriva invece a Lio Piccolo; anche qui, due ulteriori chilometri di strada sterrata offrono una suggestiva veduta della laguna.
Si arretra ora sui propri passi fino al primo semaforo incontrato all’andata. Da qui ci si può dirigere a sinistra per sei chilometri in direzione del Cavallino, su una bella strada poco trafficata lungo il canale; si torna per la stessa via.
Si può pernottare nel parcheggio gratuito e alberato di Punta Sabbioni (di giorno è quasi sempre al completo, ma di sera vi si trova posto), oppure in fondo alla strada che conduce al faro (nonostante i cartelli di divieto, la presenza dei camper è tollerata). Punta Sabbioni è anche un ideale punto d’imbarco per Venezia e il Lido, evitando i costosi parcheggi della città.

Lungo il Sile
Il secondo giorno ci si addentrerà lungo il corso del Sile, per poi immergersi in lingue di terra che solcano per chilometri le valli palustri.
Si può posteggiare presso il porto di Piave Vecchia, poco prima del grande ponte che scavalca il Sile. Il percorso inizia proprio sotto il ponte, sul lato sinistro del fiume.
E’ necessario superare due chiuse (che permettono alle imbarcazioni di addentrarsi nelle valli) e un breve tratto di sentiero pedonale; poi finalmente una bella strada bianca che segue il fiume per sei chilometri, tra capanni di pescatori con le reti sospese sul fiume, canneti e, sulla sinistra, campi coltivati e vigneti. Poco lontano, i riflessi del sole sulle acque della laguna.
La strada passa davanti alla chiesa e al bel ponte fiorito di Jesolo, ma il nostro percorso continua a sinistra, sempre lungo il Sile, per circa quattro chilometri prima della deviazione per Valle Grassabò. Da qui con altri otto chilometri di sterrato si raggiunge un’azienda agrituristica dove si mangia dell’ottimo pesce (ci si arriva anche in barca dal canale). Si ritorna alla base per la stessa via.

PleinAir 311 – giugno 1998

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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