Sentieri sul mare

Il mare a perdita d'occhio, la sabbia e gli scogli sotto i piedi, il profumo dei pini marittimi e della macchia: camminare lungo le coste è una delle forme più belle di escursionismo. E ci invita sul litorale di Saint-Tropez, splendidamente valorizzato.

Indice dell'itinerario

Lo hanno chiamato Sentier du Littoral, lo stanno segnalando con piccoli pannelli e discreti segnavia gialli, e in prospettiva dovrebbe snodarsi lungo tutte le coste francesi. Non solo quelle selvagge e solitarie della Bretagna e della Normandia, ma anche lungo le coste più famose del Mediterraneo
Già tre secoli fa un’ordinanza di Colbert del 1681 aveva definito il cosiddetto Domaine Public Maritime, impedendo l’appropriazione privata di una stretta fascia costiera. Ma in molti l’avevano dimenticata, costruendo ville e casette circondate da parchi e recinzioni che scendono fino in mare. Così il 31 dicembre 1976 fu promulgata una legge che istituiva lungo tutte le coste francesi una “servitù di passaggio destinata a permettere l’esclusivo transito dei pedoni”, obbligando i proprietari a concedere una fascia di almeno 3 metri lungo la costa per consentire il passaggio del tracciato pedonale: unica eccezione, i muri e gli edifici costruiti sul bordo del mare (o della scogliera) prima del 1976.

Come si può facilmente immaginare, la legge rendeva molto agevole la creazione del Sentier du Littoral lungo le solitarie falesie dell’Atlantico, mentre risultava di difficile attuazione sulle coste del Mediterraneo, dove antiche ville e preesistenti lottizzazioni si spingevano fin sul bagnasciuga.
Ancor oggi nella parte più occidentale della Costa Azzurra il Sentier du Littoral è costituito da una serie di brevi tratti che si interrompono davanti ai muri di ville miliardarie, costringendo l’escursionista a digressioni nell’interno o a trasferimenti in treno: nel dipartimento Alpes-Maritimes, ovvero sulla Costa Azzurra da Mentone a Cannes, sono stati aperti al pubblico solo 25 chilometri di sentiero sui 185 di costa.
Ma è sufficiente procedere verso ovest per trovare l’interessante esperienza del Var: dei 300 chilometri di costa che si snodano dall’Esterel (vedi PleinAir n. 345) fin oltre Tolone, quasi 200 sono diventati accessibili ai camminatori, riaprendo al transito l’antico Sentier des Douaniers fatto tracciare nel Primo Impero per controllare il contrabbando di sale e tabacco.

Così uno dei tratti di costa più preziosi e famosi, accessibile un tempo solo agli yacht e ai motoscafi, è diventato da un paio di decenni un paradiso anche per gli escursionisti, in un’entusiasmante successione di promontori, scogliere, falesie e lunghe spiagge sabbiose (in Francia aperte al passaggio pedonale anche negli stabilimenti balneari più esclusivi).
Sono i 38 chilometri che dalle spiagge di La Croix-Valmer conducono fino al porto di Saint-Tropez: arrivare a piedi, zaino in spalla, nella più famosa stazione balneare francese dà una soddisfazione davvero unica. Ma nessuno si stupirà per i turisti con le pedule: yacht e zaini, miliardari sauditi ed escursionisti squattrinati convivono tranquillamente su questa costa bellissima, difficile da raggiungere solo per chi si muove in auto (già all’inizio dell’estate c’è una coda chilometrica verso i parcheggi di Saint-Tropez). Mentre per l’escursionista in tenda o in camper non vi saranno problemi nemmeno per trovare economici campeggi e aree di sosta a due passi dal mare.

 

Dall’Escalet a Cap Taillat

I sentieri rocciosi di Cap Taillat
I sentieri rocciosi di Cap Taillat

In teoria si può percorrere tutto l’itinerario senza interruzioni, ma ci vogliono almeno 11 ore di cammino, senza contare le soste. Dunque è meglio suddividere la visita con una serie di escursioni più brevi, da percorrere a seconda dei casi in andata e ritorno o con un tracciato ad anello, oppure con un mezzo motorizzato che attende all’arrivo.
L’ideale è far base nei pressi di Ramatuelle, delizioso paesino nel cuore della penisola di Saint-Tropez, da cui si raggiunge comodamente la lunga spiaggia di Pampelonne, con i suoi campeggi e un’area di sosta per camper, oppure il faro di Cap Camarat con il grande campeggio Les Tournels (l’unico aperto tutto l’anno), o la spiaggia dell’Escalet, punto di partenza per un primo assaggio del Sentier du Littoral. E’ il piacevole itinerario che dall’Escalet conduce con un’ora di cammino allo straordinario istmo del Cap Taillat e alla spiaggia della Briande: una passeggiata ideale anche per chi ama soltanto il mare e disdegna l’escursionismo. Infatti lungo il percorso si susseguono minuscole calette di sabbia chiara e rocce che si protendono dolcemente verso il mare, ottime per il bagno con maschera e pinne.
Dal parcheggio dell’Escalet si offrono due possibilità: l’escursione più breve percorre la stradina asfaltata che va verso ovest fino al suo termine, dove si gira a sinistra scendendo tra la macchia per innestarsi sul Sentier du Littoral. Ma si può anche seguire il sentiero fin dalla spiaggia dell’Escalet, con un percorso a saliscendi più lungo ma molto piacevole.

Uno dei punti salienti del trekking e' l'affaccio sull'isolotto che sorge di fronte a Cap Camarat
Uno dei punti salienti del trekking e’ l’affaccio sull’isolotto che sorge di fronte a Cap Camarat

Si continua con piacevoli scorci sulle lingue di roccia che digradano verso il mare chiaro e trasparente. Giunti a un ponticello in legno, si può scegliere tra il Sentier des Criques o il classico Sentier du Littoral: il primo (segni azzurri un po’ sbiaditi) è più lungo e impegnativo, con una serie di saliscendi tra gli scogli e le calette (ottimo per il ritorno); il Sentier du Littoral (segni gialli) si alza con una rampa e continua in piano nella macchia, con ampi panorami, giungendo in vista della penisola di Cap Taillat (una digressione a destra conduce a un piccolo menhir). Con una breve discesa si riunisce al Sentier des Criques e raggiunge un antico edificio dei doganieri. Ora non resta che seguire la costa fino allo stretto istmo sabbioso che separa due calette: un luogo inconsueto, che rivaleggia in bellezza con la vicina Plage de Briande, meta di molti visitatori a piedi e in barca. Per chi cerca la solitudine c’è lo stretto sentiero che sale tra la macchia sul crinale di Cap Taillat. 

 

Da Cap Taillat a Gigaro

le radici di un pino lungo il sentiero percorso dall'itinerario
le radici di un pino lungo il sentiero percorso dall’itinerario

Oltre la Plage de Briande il Sentier du Littoral diventa decisamente più faticoso: dall’Escalet alla Plage de Gigaro, il tratto più impegnativo incontrato su queste coste, sono circa 10 chilometri e quasi 4 ore di cammino a saliscendi. E’ quindi indispensabile una buona scorta d’acqua e, se possibile, un mezzo motorizzato che attenda all’arrivo.

Senza farsi incantare dalla spiaggia di Briande, la si percorre fino al suo termine, dove il sentiero si alza per contornare alcune calette e poi affronta un duro, assolato saliscendi per aggirare una frana. Dopo un tratto vicino al mare, il sentiero si rialza in diagonale nella fitta macchia uscendo su uno stradello; lo si percorre in discesa, lungo una vigna, fino a uno slargo dove si continua sul sentiero che raggiunge una caletta (45 minuti). Per un piacevole tratto si rimane in prossimità della solitaria costa, poi il sentiero ricomincia a salire in diagonale fino alla sella che domina Cap Lardier. Si trascura il ramo in piano (la zona è riserva biologica) per affrontare la ripida salita che porta ai ruderi di una batteria napoleonica (74 m), quindi si pianeggia sul costone uscendo su una pista antincendio che si snoda in lieve discesa con vista sul mare da entrambi i lati, poi entra nel bosco e riprende a salire. Quando piega a destra, si va diritto sul sentiero ancora in salita, prima sul costone, poi in diagonale nel bosco. Finalmente in piano si raggiunge lo stradello che a sinistra conduce all’incrocio di Les Pins Blancs (106 m, 1.15 ore). Qui si prende il sentiero che si abbassa ripido nel bosco, al margine della falesia (procedere con attenzione), raggiungendo infine la Plage de Brouis, dove termina il tratto più impegnativo. Ora il sentiero continua in prossimità del mare, contornando con brevi saliscendi la Pointe du Brouis, poi la Plage de Jovat (sito naturale protetto) e altre anse via via più frequentate, che annunciano l’arrivo sulla spiaggia di Gigaro (45 minuti).

Percorrendo il sentiero del litorale alcuni cartelli indicano le zone protette
Percorrendo il sentiero del litorale alcuni cartelli indicano le zone protette

Per chi vuole evitare il tratto più faticoso, consigliamo di partire dalle spiagge di Gigaro o di La Croix-Valmer, avendo come meta soltanto la Plage de Brouis, in uno splendido susseguirsi di calette e promontori ombreggiati da contorti pini marittimi.
Il Sentier du Littoral si può infatti percorrere in entrambe le direzioni, e l’unico criterio di scelta è dettato dalla logistica, ossia dalla vicinanza di campeggi e parcheggi.

 

Tra l’Escalet e il faro di Cap Camarat

Alcune targhe ricordano l'attivita' dei partigiani alla roche Escudelier
Alcune targhe ricordano l’attivita’ dei partigiani alla roche Escudelier

Per effettuare il bellissimo tratto fra la Plage de l’Escalet e Cap Camarat si può partire sia dal faro (a 2 chilometri dal camping Les Tournels) che dal parcheggio dell’Escalet (vicino al camping La Cigale).
In tal caso si costeggia il porticciolo e si continua sul sentiero che si snoda a nord-est tra i giardini delle ville e gli arrotondati roccioni della Roche Escudelier, dove due targhe ricordano la lotta dei partigiani francesi. Dopo un’insenatura con ricoveri per barche, il sentiero pianeggia tra la macchia con lo sfondo di Château Volterra, poi si alza ripido per superare a saliscendi una falesia e raggiunge a gradoni una pista sterrata. Seguendola per 150 metri si ritrova a destra il sentiero, che si abbassa tra i pini a fianco di una larga scalinata: sarebbe più comodo percorrerne i gradini, ma si tratta di un collegamento privato tra una villa e il suo porticciolo, quindi le regole del Sentier du Littoral impongono di rispettarla.

Allo stesso modo, solo il varco in una recinzione che s’incontra più avanti permette di accedere a una gradinata che scende al mare. Ora il tracciato, ben costruito in pietra, aggira due splendide calette dove prendono il sole i residenti delle sovrastanti ville di Le Merlier, nascoste tra gli alberi. Qui il Sentier du Littoral si destreggia abilmente tra le proprietà private, alternando scalinate e tratti in piano: ma attenzione a seguire i segni, che di fronte alle ville mandano a destra, fuori dall’insediamento. Ora il sentiero si snoda piacevolmente nel bosco, con lievi saliscendi, contornando le calette della Baie des Roches Bleu. Quindi si alza in diagonale alla Pointe Moussure, dove l’ambiente si fa arido e assolato; con tratti pianeggianti alternati a brevi strappi si entra in un boschetto, si trascura la traccia a sinistra e si arriva in vista della bella scogliera del Cap Camarat, di fronte a un’isoletta (2 ore).

La caletta sottostante le ville di Le Merlier, presso Bonne Terrasse, il sentiero si snoda su un gradone artificiale in pietra
La caletta sottostante le ville di Le Merlier, presso Bonne Terrasse, il sentiero si snoda su un gradone artificiale in pietra

Dal capo il sentiero sale ripido a un bivio: chi è stanco può andare a sinistra raggiungendo il faro (15 minuti). Ma è possibile proseguire sul Sentier du Littoral, con un aereo e spettacolare tracciato a mezza costa che scavalca alcuni speroni, poi si abbassa lungo una paretina di roccia fino allo stradello per la spiaggia di Bonne Terrasse (a sinistra pista sterrata da utilizzare al ritorno). Ma prima conviene raggiungere la spiaggia e aggirare la Pointe de la Bonne Terrasse (30 minuti), giungendo in vista della famosa Plage de Pampelonne: il Sentier du Littoral la percorre tutta, per 4 interminabili chilometri! Un’esperienza adatta alle stagioni fredde, faticosa d’estate per la calura. Noi siamo tornati a Bonne Terrasse, e con la pista che sale sulla destra orografica del vallone abbiamo raggiunto la strada di Cap Camarat, a un chilometro dal faro (si visita tra le 14 e le 18). Da qui, se nessuno attende con un’auto, bisogna scendere al capo sul sentiero a sinistra del faro e percorrere a ritroso l’itinerario di andata (2 ore).

 

 

L’anello tra la Plage de Tahiti e Saint-Tropez

Il celebre porticciolo di Saint Tropez esercita un'attrazione irresistibile specie nell'alta stagione
Il celebre porticciolo di Saint Tropez esercita un’attrazione irresistibile specie nell’alta stagione

 L’ultimo tratto di sentiero sulla penisola tocca molte spiaggette e presenta meno saliscendi dei precedenti, ma non va sottovalutato: infatti è poco ombreggiato (ci vogliono giornate non troppo calde, o molti bagni) e richiede almeno 5 ore di cammino, poiché va percorso ad anello – date le difficoltà di parcheggio a Saint-Tropez – con rientro su una stradina dell’entroterra (20 chilometri in totale). Punto di partenza la parte settentrionale della Plage de Pampelonne, seguendo le indicazioni per il campeggio Toison d’Or: vicino alla spiaggia c’è un parcheggio a pagamento utilizzabile anche dai camper.

A piedi si percorre verso nord la Plage de Tahiti: al suo termine un pannello indica l’ottimistico tempo di 3.35 ore per Saint-Tropez. Il tracciato costeggia i recinti delle ville, aggira con lievi saliscendi il Cap du Pinet e prosegue su modeste falesie verso la Pointe de Capon, da cui appaiono le isolette di Teste de Can e la Plage des Salins. Con uno stradello si contornano alcune abitazioni raggiungendo la spiaggia, lunga quasi un chilometro. Al suo termine si tocca una curiosa tomba affacciata sul mare, e lungo una sottile striscia di sabbia si arriva al Cap de Saint-Tropez, dove il panorama cambia repentinamente: da una parte lo scoglio de La Croisette, dall’altra la spiaggetta di La Moutte, che si percorre con un bello scorcio su Sainte-Maxime e l’Esterel. Il sentiero costeggia recinti e spiaggette private, poi si snoda tra rocce erose dal vento e ville difese solo dalla segnaletica “Pieton”. Lungo il recinto di una dimora hollywoodiana si esce sulla Pointe de la Rabiou, da cui appare il golfo di Saint-Tropez. Il panorama si fa ancora più bello dopo i portali sul mare di alcune ville e l’arco in pietra che dà accesso al Cap Saint-Pierre. Percorsa una spiaggetta, si continua sullo stradello riservato a proprietari ed escursionisti e con un tratto su asfalto si raggiunge la spiaggia di Canabiers. Per più di un chilometro si cammina sulla sabbia: dopo un ponte s’imbocca una strada e subito a destra una via privata, che attraversa un boschetto e ritorna sul mare; dove riprende a salire, ecco di nuovo il sentiero che, superati un portale e una gradinata, raggiunge la spiaggetta di Greniers con il golfo sullo sfondo.

Saint-Tropez è ormai vicina: uno stradello sale allo scenografico cimitero affacciato sul mare e lo costeggia, uscendo su Rue St-Exupéry: a sinistra si va alla cittadella fortificata che ospita il museo navale; a destra si raggiunge la Place de la Vue, da cui si può tornare sul mare. Costeggiando i bastioni tra scorci amati dai pittori, ecco la Tour Vieille, la Tour du Portalet, il porto. Imbarcazioni da favola, ristoranti alla moda, negozi di lusso: dopo 4 ore di cammino la celebre città lascia stupefatti. Ma soprattutto in bassa stagione il fascino di Saint-Tropez resta intatto (da non perdere il museo dell’Annonciade, dedicato alla pittura postimpressionista francese).

Unico inconveniente, non vi sono pullman per tornare alla spiaggia di Tahiti. Ma l’addetta dell’ufficio turistico ci fornisce gentilmente una mappa indicando la strada più tranquilla: Rue Laugier, Rue Gambetta, poi dalla grande piazza con platani l’Avenue de la Résistance, che diventa Chemin de la Belle Isnarde ed esce dal centro abitato. E’ la salita più faticosa della giornata, ma presto la via pianeggia e dopo l’Hotel Massarderie scende lungo un parco e tra le vigne. Ai bivi successivi si sta a destra, seguendo le indicazioni ‘Plage de Tahiti’ e ‘Plage publique’: così in poco più di un’ora riappare il mare, sulla spiaggia dove è iniziato l’anello.

 

Ramatuelle, Gassin, Grimaud

Il punto vendita dei vignaioli di Ramatuelle
Il punto vendita dei vignaioli di Ramatuelle

La bellezza delle escursioni sul mare non può far dimenticare le mete dell’immediato entroterra.
Le vigne che si estendono dalle colline verso il mare ispirano una sosta a Les Celliers de Ramatuelle: il punto vendita di vini Côtes de Provence si trova sulla D 93, vicino alla rotonda ai piedi del paese (direzione La Croix-Valmer). Dopo le inevitabili degustazioni conviene prevedere una visita a piedi di Ramatuelle (parcheggio sulla circonvallazione): meta turistica il giovedì e la domenica mattina, quando ospita un vivace mercato, ritrova la sua tranquillità un po’ esclusiva nel resto della settimana. E’ un minuscolo dedalo di ombrose viuzze concentriche a cui si accede per due porte ad arco: vecchie case ben restaurate, qualche negozietto e il curioso edificio delle antiche prigioni, fuori dalla Porte Sarrasin.
Con una strada che si snoda fra querce, vigne e uliveti si prosegue verso la vicina Gassin, toccando il mulino a vento di Paillas, appena restaurato.
Se Ramatuelle ha una struttura circolare, Gassin si allunga invece sul dorso di una collina con vista mare: inevitabile quindi la table d’orientation su un belvedere che domina la penisola di Saint-Tropez. Poco distante si allineano le terrazze panoramiche dei ristoranti.

Uno scorcio del campanile di Grimaud
Uno scorcio del campanile di Grimaud

Tralasciando La Croix-Valmer, esteso agglomerato di villette pseudoprovenzali, conviene puntare su Cogolin (produzione di pipe, tappeti, tessuti) e la vicina Grimaud, vera perla dell’entroterra con le vecchie strade, le arcate della Casa dei Templari, la chiesa romanica illuminata da suggestive vetrate moderne, la cappella dei Penitenti Bianchi con un’antica iscrizione provenzale sul muro esterno. Infine la salita ai ruderi del castello, risalente all’XI secolo ma più volte ricostruito e abbandonato. Dal cammino di ronda si dominano il paese e il mare di Saint-Tropez che risplende all’orizzonte: difficile resistere al suo richiamo per un’altra camminata sul Sentier du Littoral.

 

 

 

 

 

 

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