Seguendo la rivoluzione

C'è una Polonia ricca d'arte e di storia che pochi conoscono: andiamo a scoprirla in un itinerario da Torun a Frombork seguendo le tracce del suo più illustre personaggio, Niccolò Copernico.

Indice dell'itinerario

L’uomo che avrebbe rivoluzionato la cosmologia dell’universo dichiarando che la Terra ruota intorno al Sole nacque a Torun´, in Polonia, il 19 febbraio 1473. Niklas Koppernigk – o Nicolaus Copernicus, nella versione latinizzata che egli adottò secondo la voga del tempo – proveniva da una famiglia di funzionari e mercanti originari della Slesia, ed ebbe quell’eclettica formazione culturale che caratterizza la figura dell’uomo del Rinascimento: iniziati gli studi universitari a Cracovia nel 1491, li proseguì in Italia dedicandosi alla medicina e alla giurisprudenza, ma anche alla letteratura classica e alla matematica. Nel 1500 lo troviamo a Roma per insegnare astronomia, nel 1503 a Ferrara dove si laurea in diritto canonico, per poi far ritorno in patria a ricoprire un incarico amministrativo nella cittadina di Frombork. Qui egli mise a punto le osservazioni dalle quali sarebbe scaturita la formulazione completa della teoria eliocentrica, che dettò la fine del sistema tolemaico e aprì alla scienza le porte dell’era moderna.
Dalla città natale del grande astronomo prendiamo le mosse per andare alla scoperta di una Polonia poco nota al grande turismo, tra luoghi d’arte che conservano preziosi monumenti e caratteristiche architetture.

Medioevo sulla Vistola
Duecento chilometri a nord-ovest di Varsavia, Torun´ fu fondata nel 1231 dall’ordine dei Cavalieri Teutonici su un più antico insediamento lungo il maggior fiume polacco: una posizione strategica che già nel XV secolo le permise di divenire uno dei porti principali della Lega Anseatica, tanto da entrare in competizione perfino con la potente Danzica. Il cuore antico – inserito nel patrimonio dell’Unesco dal 1997 – è diviso in due parti, entrambe di origine medioevale: la città vecchia, un tempo abitata dai ricchi mercanti, e la città nuova in cui risiedevano e lavoravano gli artigiani. Dal lungo ponte di ferro sulla Vistola si gode una piacevole vista d’insieme: scesi lungo il tracciato pedonale lungofiume, attraversiamo il Bulwar Filadelfijski entrando in città da Brama Klasztorna, la Porta del Convento. Scopriremo in breve che basta una passeggiata per apprezzare i notevoli monumenti conservati da questa grande meta dell’arte e della storia polacca. Svoltando a sinistra in Ulica Bankowa, che segue le mura, si arriva alla Krzywa Wieza, una torre pendente della metà del XIV secolo; poco prima della torre, all’incrocio con Ulica Piekary, sorge uno degli antichi granai cittadini di impianto gotico, oggi in corso di restauro.
Seguendo la curva delle mura troviamo la Fosa Staromiejska dove spiccano i caratteristici edifici in mattoni rossi della rinomata università di Torun´, il Collegium Minus e il Collegium Maius. Nella vicina Panny Marii sorge l’omonima chiesa trecentesca dedicata alla Vergine, la cui architettura è riconducibile all’austerità dei Francescani che la costruirono: al suo interno si conserva uno dei gioielli della pittura sacra polacca, un ciclo di magnifici affreschi gotici di scuola boema che raffigura santi e scene evangeliche.Sulla contigua Rynek Staromiejski, la piazza della città vecchia, trionfa la magnifica sede municipale del Ratusz, costruito nell’ultimo decennio del Trecento e ritenuto uno dei più begli esempi di gotico dell’Europa settentrionale. L’elegante torre dell’orologio (dalla cui sommità si apre uno splendido panorama sulla città e sul fiume) svetta sull’edificio a pianta rettangolare, anche questo in mattoni rossi, ornato ai quattro angoli da aguzze torrette d’osservazione aggiunte nel Seicento. All’interno, tra i numerosi dipinti del museo civico, non manca ovviamente Copernico nel suo più celebre ritratto di un anonimo pittore cinquecentesco; ma l’effigie più imponente del grande astronomo è la statua in bronzo, a sinistra dell’ingresso del municipio, che lo mostra mentre sorregge la sua raffigurazione dell’universo. Sul lato opposto della piazza, da notare anche una piccola fontana che rappresenta un violinista il quale, secondo un’antica leggenda, salvò Torun´ da un’invasione di rane.
Imboccata la Ulica Ducha Swie?tego, svoltiamo a sinistra in Ulica Kopernika per il prossimo incontro con il protagonista del nostro itinerario. Al civico 15 si trova il Muzeum Mikolaja Kopernika, allestito in quella che si ritiene sia stata la casa natale dello scienziato: le sei sale, dislocate su tre piani, documentano gli aspetti salienti della carriera del più illustre cittadino di Torun´ con volumi, manoscritti, arredi dell’epoca, strumenti astronomici, una copia del ritratto del Ratusz e un pregevole olio dell’Ottocento che rappresenta gli ultimi momenti di vita di Copernico, ripercorrendo non solo le tappe salienti della sua biografia ma soprattutto restituendo l’atmosfera culturale in cui egli sviluppò la sua teoria.
In fondo alla strada, nell’alta torre della chiesa di San Giovanni si trova la seconda campana polacca per dimensioni, un’opera del XV secolo significativamente chiamata Tuba Dei; tra gli elementi gotici dell’interno spicca il fonte battesimale dove, secondo tradizione, venne battezzato anche Copernico.
Percorrendo per intero Ulica Ciasna, la “via stretta”, si arriva alle rovine del castello teutonico, il Ruiny Zamku Krzyzackiego, costruito nel 1236 su un leggero promontorio a guardia dell’abitato e della Vistola; venne distrutto dai locali, in seguito alla disfatta dell’ordine, nel 1454. Un tempo l’edificio era collegato da un passaggio coperto sopraelevato alla bella Wieza Gdanska, la torre di Danzica.
Dal castello si prende Ulica Podzamcze fino alla Szeroka, la via pedonale più rinomata per lo shopping, che unisce le due parti della città antica. Una breve deviazione conduce alla Rynek Nowomiejski, dove si segnalano il palazzo del Gospoda chiamato Pod Modrym Fartuchem (letteralmente “sotto il grembiule blu”) e una bella farmacia medioevale. Sul lato sud svetta l’altra chiesa gotica di Torun´, consacrata a San Giacomo, la cui statua decora l’arco d’ingresso; tra le numerose opere d’arte al suo interno, un notevole Crocifisso ligneo del XIV secolo. Di qui, tornati al castello, si prosegue per la Podzamcze passando sotto la torre di Danzica fino a giungere al Bulwar Filadelfijski e al nostro punto di partenza.

Il castello dei cavalieri
Lasciamo Torun´ in direzione di Varsavia e dopo pochi chilometri imbocchiamo la statale 52, stretta ma solitamente poco trafficata, che ci porta fino a Ostróda dove il paesaggio agricolo punteggiato da boschetti di betulle e pini silvestri sfuma in colline ondulate, fitte foreste e laghi morenici. Molta attenzione va prestata lungo i 38 chilometri della statale 16 che collega Ostróda a Olsztyn: è una delle strade più pericolose della Polonia a causa del traffico assai indisciplinato a dispetto dei controlli di polizia.
Le chiare indicazioni per il Centrum Miasta ci portano verso la parte antica di Olsztyn nella quale si entra dall’inconfondibile Wysoka Brama, la Porta Alta circondata da moderni edifici multicolori e blocchi di cemento del passato regime comunista. Sul Rinek, la piazza centrale animata da bancarelle di antiquari e fiorai, sorge il vecchio Ratusz ora sede della biblioteca civica.
Dalla Ulica Zamkova si arriva al ponte levatoio dello Zamek, il castello teutonico caratterizzato dal cortile quadrangolare e dalla torre sul lato ovest, che domina la città e la ripida valle del fiume Lyna. La rocca, edificata dall’ordine cavalleresco alla metà del Trecento e poi passata al Capitolo della regione, fu amministrata proprio da Copernico dal 1516 al 1521: nell’ultimo anno lo scienziato conquistò sul campo anche qualche gloria militare, resistendo all’attacco degli stessi cavalieri teutonici guidati dal gran maestro Albrecht Hohenzollern. Il castello ospita il Muzeum Warmii i Mazur che comprende, oltre a una sezione etnografia e storica sulle regioni della Warmia e della Masuria, anche un’ala dedicata a Copernico; di grande interesse è una meridiana che si dice abbia tracciato egli stesso sul muro, probabilmente per calcolare con precisione il momento dell’equinozio e la durata dell’anno solare. In mostra anche strumenti astronomici, manoscritti, una collezione di monete dell’epoca e dipinti, tra i quali il famoso ritratto eseguito da Matejko che raffigura l’astronomo in cima alla torre aperta di Frombork nell’atto di scrutare con il suo sestante di legno un cielo blu tempestato di stelle.

Dalla terra al cielo
Prendiamo ora la statale 51 verso nord in direzione di Bartoszyce e in una cinquantina di chilometri giungiamo a Lidzbark Warminski, altro centro medioevale edificato dai cavalieri teutonici nel XIII secolo e più che mai caratterizzato dal castello, vera gemma architettonica della regione. La visita tocca le cantine e le bellissime sale superiori, con frammenti di affreschi del Cinquecento e le sontuose decorazioni rococò della cappella, mentre nelle spaziose sale del Gran Refettorio si ammira una pregevole collezione di icone lignee rinvenute nelle chiese dei dintorni. Copernico risiedette a più riprese in questo edificio, ma non vi lasciò tracce della sua presenza: ben più cospicue sono invece le testimonianze di suo zio, il potente vescovo Lukasz Watzenrode che avviò il futuro scienziato agli studi e alla carriera ecclesiastica.
La statale 513, in direzione Paslek, ci porta ad Orneta dove prendiamo la 507 per Braniewo, percorrendo infine gli ultimi 10 chilometri per Frombork. Affacciata sulle placide acque di una baia, questa cittadina fu dimora di Copernico negli ultimi vent’anni della sua vita e ne ospita anche la tomba, ma la maggior parte dei suoi effetti personali e la cospicua biblioteca vennero trafugati un secolo dopo durante un saccheggio di truppe svedesi. Il colpo di grazia è stato inferto dalla Seconda Guerra Mondiale, che ha raso al suolo praticamente tutta la parte bassa del centro storico (ne rimangono solo l’ex ospedale dello Spirito Santo con un museo di storia della medicina e la cappella di Sant’Anna, decorata da splendide pitture del XV secolo che raffigurano il Giorno del Giudizio). E’ invece rimasta quasi intatta la fortificata collina della cattedrale: il complesso, circondato per intero da alte mura, è dominato dalla magnifica chiesa gotica costruita fra il 1329 e il 1388, con il tetto in tegole rosse e le torrette che da esso si innalzano. Le tre navate, lunghe ben 97 metri, sono scandite da 23 altari dei quali il principale è una copia di quello della cattedrale di Wavel a Cracovia; un altro, nell’ala settentrionale, fu forse voluto dallo zio di Copernico ed è sormontato da una bella pala scolpita in legno raffigurante la Madonna con il Bambino, circondata da santi e figure di notabili. Innumerevoli le altre opere d’arte conservate nella chiesa, tra cui un antico organo noto per essere tra i migliori del paese.
Il vicino palazzo dei vescovi, ricostruito negli anni Settanta a riprodurre l’originale edificio gotico-barocco, ospita ancora un museo dedicato al nostro scienziato e alla storia dell’astronomia, con una ricca esposizione di documenti, tele, mappe d’epoca e strumentazioni. Nella costruzione più alta della collina, una torre coeva del palazzo e come questo rimaneggiata alcuni secoli dopo, è stato installato nella sala d’ingresso un pendolo di Foucault, impiegato per dimostrare la rotazione terrestre; la terrazza sommitale offre una splendida vista sulla cattedrale e sulla baia.
Ed eccoci all’ultima tappa del nostro viaggio: nell’angolo nord-occidentale della fortezza sorge la costruzione più antica, la cosiddetta Torre di Copernico di cui egli fu proprietario dal 1504 alla sua morte, in qualità di canonico di Frombork. Oggi l’ultimo piano è coperto e ospita un’interessante ricostruzione del suo studio, ma un tempo era a cielo aperto e veniva usato dall’astronomo per le osservazioni e le misurazioni in base alle quali egli definì la teoria eliocentrica. Il 24 maggio 1543, pochi giorni dopo aver ricevuto la prima copia del suo De Revolutionibus Orbium Coelestium contenente la summa delle sue ricerche, Copernico morì di un colpo apoplettico all’età di settant’anni: ma il primo passo oltre la soglia della rivoluzione scientifica era ormai compiuto.

PleinAir 395 – giugno 2005

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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