Scandinavia in miniatura

In Danimarca per trovare le scogliere bisogna arrivare a Bornholm, la più lontana delle isole dell'arcipelago, che dal Mar Baltico sembra voler proteggere la parte sud-orientale del paese sorvegliando le rotte tra la Svezia e la costa settentrionale della Germania e della Polonia. Un angolo tranquillo in cui scoprire natura, arte e tradizioni, con innumerevoli campeggi che ne confermano la vocazione pleinair.

Indice dell'itinerario

Le isole, si sa, sono spesso luoghi straordinari perché riescono a racchiudere grandi tesori in uno spazio limitato e a custodire pezzi di storia naturale o sociale di un paese che altrove sono andati perduti. Questo è particolarmente vero a Bornholm, che si trova nel bel mezzo del Mar Baltico ben più vicino alla Svezia che alla Danimarca, cui invece appartiene. Danese lo è definitivamente solo dal 1660, mentre in precedenza era stata a lungo contesa fra i due stati; e oggi, per ironia della sorte, il modo più veloce per arrivarvi – complice il ponte dell’Øresund – è il traghetto dalla città svedese di Ystad (il collegamento marittimo da Køge, vicino Copenhagen, è infatti decisamente più lungo).
A leggerne il paesaggio, in ogni caso, Bornholm sembra davvero svedese per la presenza di tratti di costa rocciosa e scogliere, quasi inesistenti nel resto della Danimarca dove predominano le lunghissime spiagge, e per la rigogliosa vegetazione. Un quinto dell’isola è coperto da foreste, molto di più della media nazionale, e anche la campagna non è un’estesa monocoltura industriale ma un reticolo di piccole proprietà separate da muretti a secco e siepi che, oltre al valore estetico, danno un contributo importante al mantenimento di un sano ambiente naturale.
Nonostante si possa compiere il periplo in camper o in auto nel giro di poche ore, le attrattive ambientali e culturali abbondano e valgono una permanenza di qualche giorno (la superficie di Bornholm è di poco inferiore ai 600 chilometri quadrati, circa due volte e mezzo l’isola d’Elba). Via libera naturalmente alle biciclette, potendo compiere ogni genere di itinerari.

Chiese, fari e mulini
I cigni nuotano tranquilli nel porto di Rønne, incuranti di arrivi e partenze dei mastodontici traghetti. L’impatto è subito piacevole, vuoi per il silenzio, vuoi per quel piccolo faro vicino al porto che subito richiama la nostra attenzione perché si trova nel giardino di una casa, un po’ come a fare da decorazione. Poco distante sorge la chiesa, in cui spicca una bella barca votiva appesa al soffitto: la si metteva per chiedere protezione dai frequenti naufragi e la tradizione è viva in tutta la Danimarca, tanto che le imbarcazioni vengono ancora portate in processione una volta l’anno. Il centro della cittadina allieta invece la passeggiata con le case a graticcio dei ricchi mercanti del XVIII secolo (anche se ne vedrete ancora di più belle a Svaneke, dall’altro lato dell’isola).
Il consiglio è di dedicarvi subito alla scoperta di uno dei tesori storico-artistici di Bornholm, le quattro chiese circolari (che a noi italiani, nel vederle così tonde e imbiancate a calce, ricordano i trulli di Alberobello). Il loro principale motivo d’interesse sta nel fatto che nel Medioevo, quando vennero costruite, venivano usate anche come fortezze: questo è evidente ad esempio nella Nylars Rundkirke, 8 chilometri a sud-est di Rønne, che si può raggiungere anche in bici percorrendo un’apposita pista. La navata centrale, cilindrica e disposta su tre piani, ha all’ultimo un deambulatorio che veniva usato appunto dalla sentinella. Nella chiesa di Østerlars, la più grande di tutte, un analogo camminamento è aperto anche ai turisti e sembra davvero di compiere un tuffo nel passato. In tutte le chiese la colonna centrale è decorata con affreschi molto belli, ma quelli di Nylars sono i più antichi, risalendo al XIII secolo, e rappresentano diverse scene della creazione. Nel portico si trovano sempre una o più pietre runiche, che i Vichinghi scolpivano per commemorare qualche avvenimento familiare importante. Tutte le chiese circolari (salvo quella di Olsker, chiusa per restauro) sono impiegate ancora oggi per le funzioni e può essere un’esperienza assistervi.
Nell’entroterra, ad Åkirkeby, di diverso genere ma non meno affascinante è la chiesa romanica di pietra scura, che risale al XII secolo. A poca distanza c’è il museo naturalistico Bornholm Nature, che si rivela sorprendentemente ben fatto e permette di conoscere meglio la storia geologica dell’isola, oltre a piante e animali. Scopriamo inoltre che i generatori eolici nella loro veste moderna sono stati inventati proprio da un danese oltre un secolo fa, ed ecco spiegato uno dei motivi per cui si vedono in questo paese tante pale e anche tanti mulini a vento.
Da qui si può proseguire in direzione delle dune di Dueodde, all’estremità meridionale dell’isola. Non sono imponenti come quelle del nord dello Jutland ma valgono comunque la visita anche per il faro, sul quale si può salire, moderno ma pur sempre il più alto della Danimarca, seguito da quello di Skagen. Una volta scesi, ci aspettano ben 12 chilometri di spiaggia dalla finissima sabbia bianca. Nelle immediate vicinanze c’è uno dei villaggi più piccoli e caratteristici, Snogebæk, con alcune case dal tetto di paglia e un porticciolo in cui si può sostare per riposarsi, guardare il mare, passeggiare sull’arenile, sedersi alla taverna per ascoltare musica dal vivo – ma può anche capitare di osservare papà e figli che giocano a piantare lunghi chiodi nei tronchi di legno, un divertimento da veri vichinghi! Altre attrazioni di sicuro richiamo per i golosi sono una fabbrica di cioccolato e una di gelato biologico.
Rispetto alle poche centinaia di abitanti di Snogebæk si passa ai quasi 4.000 di Svaneke, da non perdere per le belle case a graticcio e per la fabbrica di birra, l’unica dell’isola: chi ama la Guinness assaggi la locale stout, ma anche la rossa e la chiara mantengono le aspettative. Nella stessa struttura si può mangiare della buona carne presso il punto ristoro interno. Qui come nella vicina Gudhjem si può inoltre assistere alla soffiatura a mano del vetro, uno dei prodotti più famosi di Bornholm, in vendita anche nei migliori negozi di Copenhagen. Gudhjem è una buona base per esplorare i dintorni e per prendere il traghetto alla volta dell’isoletta di Christiansø. In alternativa, se il tempo è bello, potete salire sulla collina e fare un picnic ammirando il panorama.
Altra tappa da non perdere è il museo d’arte che si trova tra Gudhjem e Sandvig, un moderno edificio di colore bianco che si protende verso il mare con una passerella su palafitta e sembra voler suggerire al visitatore di cercare nella natura la stessa ispirazione che animava i pittori di cui sono in mostra le opere. Non mancano le vedute dell’isola di Michael Ancher, artista della scuola di Skagen che chi ha visitato la città danese ha imparato ad amare.
Una visita a Bornholm, infine, non sarebbe completa senza vedere il castello di Hammershus, del XIII secolo. Ne rimangono solo le rovine, ma sono le più estese di tutta la Scandinavia e sono aperte liberamente tutto il giorno, per cui è facile che al tramonto ci siate solo voi e vi godiate un panorama incredibile con le pecore che pascolano nei dintorni. Il vento è un fedele compagno di queste giornate, così come le nuvole che si gonfiano e si sfilacciano, si colorano di rosa o si aggregano all’improvviso in una cortina grigia. E anche questa è Danimarca.

PleinAir 431 – giugno 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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