Sbarco in Normandia

Siamo andati a cercare le aree attrezzate dislocate in questo straordinario angolo di Francia, dove spiagge e scogliere si alternano a pianure, borghi, castelli, abbazie. E dove aleggia il ricordo degli eventi bellici di mezzo secolo fa.

Indice dell'itinerario

L’equivalente francese del nostro Portolano è la Guide officiel des aires de service, curata dal gruppo editoriale Ediregie, che riporta anche le aree italiane (tratte dalla nostra pubblicazione), tedesche e svizzere. Abbiamo voluto metterla alla prova recandoci col camper in Normandia e utilizzando le aree segnalate, delineando così l’itinerario che vi proponiamo.

Memorie del D-Day
Il grandioso profilo del monastero di Mont-Saint-Michel, non più Bretagna e non ancora Normandia, accoglie il visitatore che arriva da sud. L’isolotto di Tumbe, un tempo poco più di uno scoglio in balia del mare e del vento, rappresenta davvero il frutto di una sfida millenaria tra la caparbietà dell’uomo e la forza della natura. Al punto da guadagnarsi l’appellativo di merveille, ispirato dall’audacia dell’architettura e dalla ricchezza artistica della costruzione: un crogiolo di stili, un connubio di roccia e luce emergente ora dalla sabbia ora dall’acqua.
Per le auto è meglio servirsi dei parcheggi organizzati e non allontanarsi, neppure a piedi, senza aver prima consultato gli orari delle maree. Il parcheggio per camper, sulla destra prima dell’isolotto, non passa inosservato e contrasta un po’ con quella sorta di quiete mistica ispirata dal luogo. Le stesse stradine che salgono al monastero sono sovraffollate: meglio quindi evitare le ore centrali, facendo in modo di passare la notte sotto la cittadella.
Dalla vicina Avranches, lungo la strada che conduce verso nord, si gode una delle più spettacolari vedute sulla baia. Coutances, la città degli Altavilla, merita una sosta per la splendida cattedrale gotica e per la simpatica atmosfera che si respira nelle vie del centro. Da qui si può risalire la penisola del Cotentin attraverso il Parc du Marais du Cotentin et du Bessin o puntare direttamente verso il Calvados e le spiagge dello sbarco. In quest’ultima direzione, poco prima di Bayeux, si attraversa la foresta di Cerisy dove, tra gli altri punti sosta, c’è un’incantevole area attrezzata proprio a fianco dell’abbazia.Una bicicletta permetterà facili pedalate nella foresta o un’escursione al castello di Balleroy, a nove chilometri verso est sempre in mezzo al verde. Strade secondarie conducono verso le tristemente famose località del D-Day. Dalla D154, che segue la costa, brevi deviazioni portano alle spiagge dello sbarco del giugno ’44, ribattezzate Omaha Beach.
A Grandcamp-Maisy il museo dei ranger ricorda l’impresa del corpo speciale che riuscì a conquistare la vicina Pointe du Hoc, operazione narrata nel celebre film Il giorno più lungo. Qualche chilometro dopo, Vierville si affaccia proprio su Omaha Beach, l’immensa distesa di sabbia soprannominata “spiaggia sanguinante” per le impressionanti perdite subite dagli americani. Queste sono testimoniate dal vicino cimitero di Colleville-sur-Mer, posto a strapiombo sulla spiaggia: 9.386 croci bianche perfettamente allineate su 70 ettari di verde, uno scenario toccante e indimenticabile.
La strada corre ora lontana dal mare fino a Port-en-Bessin, dove esiste un museo dedicato ai ritrovamenti sottomarini di materiale bellico. Più interessante è seguire la vicina deviazione per Longues-sur-Mer, dove si trova l’unica batteria di artiglieria costiera tedesca residuo di quel grandioso baluardo difensivo denominato Muro dell’Atlantico.
Ammesso che si riesca a parcheggiare, la caotica Arromanches-les-Bains merita una bella passeggiata. Nella baia protetta da alte scogliere emergono dai flutti giganteschi cassoni metallici: sono i resti dell’incredibile Mulberri B, il porto artificiale che permise lo sbarco di due milioni e mezzo di soldati e dei rifornimenti.
Per tornare al passato remoto basta percorrere i dieci chilometri che ci separano da Bayeux, uscita miracolosamente intatta dalla battaglia di Normandia. Sono originali sia le vecchie case lungo le stradine del centro che le preziose linee della cattedrale di Notre-Dame, grandiosa costruzione gotico-normanna iniziata in epoca romanica. Oltre al consueto memoriale della battaglia, qui si possono ammirare i particolari di un’altra grande invasione avvenuta nove secoli fa, illustrati nel celebre arazzo di Bayeux dell’XI secolo: un capolavoro di settanta metri di lunghezza con le immagini della campagna di Inghilterra, condotta da Guglielmo il Conquistatore, e della battaglia di Hastings. Bayeux è anche rinomata per la lavorazione dei merletti, per quanto i produttori rimasti siano ormai ben pochi.
A differenza di Bayeux, la vicina Caen fu rasa al suolo nel 1944. Dominata dai resti del castello normanno distrutto all’epoca della rivoluzione, ha sapientemente ricostruito il suo eccezionale patrimonio artistico, dal quale spiccano le chiese romaniche di Saint-Étienne e della Trinité. Non poteva ovviamente mancare un museo bellico nella città più colpita dalla guerra.
La regione offre diversi itinerari campestri all’insegna dei prodotti tipici locali: calvados (acquavite di mele), sidro, formaggi. Di interesse storico-artistico è invece il giro dei castelli del Calvados, che tocca anche quello di Fontaine Henry.
Ci si riaffaccia sul mare a Cabourg, in quell’animata “costa fiorita” tanto cara ad artisti e letterati, regno ancora di un turismo elitario e démodé. Questi luoghi hanno ispirato Proust e Flaubert, ma noi ci sentiremo maggiormente a nostro agio a partire da Trouville, più pittoresca e meno eccentrica: le finestre fiorite e i balconi naturali che si affacciano sulla Baia della Senna preannunciano panorami più dolci e un clima più rilassante. Ed eccoci a Honfleur, incantevole cittadina sull’estuario della Senna, patria dell’impressionismo e città natale di Eugène Boudin, cara a Baudelaire e Monet. Nel vecchio porticciolo, circondato da bellissime case, ancora oggi artisti di strada donano note di colore al grigio dell’ardesia. Dal parcheggio dei camper è facile raggiungere con la pista ciclabile (attenzione al vento) il nuovo ponte di Normandia, che scavalca la Senna e conduce a Le Havre. Con il camper conviene puntare direttamente su Etretat, rinomata stazione balneare stretta da spettacolari falesie bianche.
Percorsi segnalati portano a vedute indimenticabili, ma non bisogna allontanarsi dai sentieri: quelli che conducono in cima alle bellissime falesie D’Amont e D’Aval non sempre sono recintati. In basso, lungo le spiagge, è bene consultare l’orario delle maree prima di mettersi in cammino. Per chi si accontenta, è comunque piacevole fare quattro passi in centro. Da Etretat si può percorrere la stretta strada costiera che passa per il delizioso borgo di Yport, raggiungendo Fécamp. Una sosta la merita St. Valery-en-Caux: ancora falesie e acqua, è una bella area per i camper in riva al mare, proprio sotto le bianchissime rocce.

PleinAir 323 – giugno 1999

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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