Sapori di mare

A differenza dei vicini poli balneari cresciuti nel dopoguerra, Caorle vanta una storia millenaria e ha mantenuto le attività tradizionali legate alla pesca e all'agricoltura delle "valli"...

Indice dell'itinerario

A differenza dei vicini poli balneari cresciuti nel dopoguerra, Caorle vanta una storia millenaria e ha mantenuto le attività tradizionali legate alla pesca e all’agricoltura delle “valli”. Giunti a Caorle ci si immergerà innanzitutto nella città vecchia, disposta lungo i due assi paralleli di Rio Terrà e della strettissima Calle Lunga. Fra di essi si sviluppa un gioco di calli e campielli di impronta veneziana, che richiamano alla memoria i vivaci colori di Burano. Nel cuore del centro storico sorgono l’imponente duomo romanico del 1048 con campanile cilindrico e la chiesetta dedicata alla statua della Madonna ritrovata a galleggiare in mare dopo un’alluvione. Poi c’è il porto, con una flotta di pescherecci tra le più importanti dell’Adriatico. E’ situato al termine di un canale di alcuni chilometri delimitato da un argine erboso, dove le barche transitano a brevissima distanza; è piacevole assistere al rituale rientro dalle battute di pesca, mentre sulle banchine si vedono ancora i pescatori seduti ad aggiustare le reti. Altra tappa d’obbligo è il mercato del pesce, con le vivaci e chiassose compravendite. Sul lungomare, la palestra degli artisti: opere d’arte a cielo aperto realizzate sugli scogli durante i concorsi di scultura che si svolgono periodicamente nella cittadina.

Valli e casoni
Nell’immediato entroterra di Caorle si distendono le cosiddette “valli”. Il comprensorio è sotto la tutela del Parco Vallivo e si sviluppa in un vasto quadrilatero, definito dal mare e da tre strade, all’interno del quale distese di terra e acqua si alternano in un paesaggio agreste perfettamente piatto. Le colture basse predominanti (soia, tabacco, barbabietola) non offrono ostacoli allo sguardo; ovunque rettifili di strade bianche, che terminano presso argini di contenimento delle acque: un microcosmo dove gli unici rumori sono il soffio della brezza e le grida lontane dei gabbiani. Nuova, Franchetti, Perera, Zignago: questi i nomi delle valli rimaste, mentre la Vecchia è scomparsa dopo una radicale bonifica. Dove gli argini digradano più lentamente verso l’acqua sorgono numerosi casoni di legno e canne, che qui crescono fittissime.
Un ottimo punto di osservazione si ha proprio dagli argini, percorribili a tratti e spesso solo a piedi o in bici, che richiedono comunque una certa attenzione per le numerose intersezioni con canali sprovvisti di ponti. Per venire a contatto con l’ambiente dei veri’casoni, le tipiche costruzioni in legno e canne tuttora abitate dai pescatori, conviene raggiungere il grande piazzale del mercato e dello stadio di Carole, dove si trova l’area attrezzata per la sosta dei veicoli ricreazionali. Da qui si prende la stradina a fondo naturale, sufficientemente larga per consentire il passaggio dei camper, che costeggia il canale Saetta (ramo secondario del fiume Livenza) fino al limitare della laguna.
Qui la strada finisce, ma uno stretto camminamento consente di raggiungere l’isoleta dei pescatori, costellata di casoni, cortiletti, orticelli, camminamenti tra i canali e piccole barche. Tutt’intorno è un tripudio di reti (si usano reti diverse per ogni specie di pesci) e di canne (quelle dei canneti e quelle da pesca). Camminando tra le viuzze che collegano tra loro i casoni si può avere l’impressione di invadere casa altrui, ma è presto superata grazie alla grande cordialità della comunità dei pescatori.
I casoni si sviluppano attorno al focolare, posto al centro dell’unico ambiente. Le pareti sono tappezzate con foto di famiglia a colori o in bianco e nero, ma in ogni caso affumicate. Crocifissi e immagini sacre ovunque presenti evidenziano una religiosità popolare molto radicata. Attenzione però: se a Caorle si chiedono informazioni per i casoni, si verrà indirizzati verso Falconera, dove sorgono campeggi e alcuni locali che, pur richiamandone vagamente l’atmosfera naïve, nulla hanno a che vedere con l’isoleta.

Brussa, ultima spiaggia
In linea d’aria è vicinissima a Bibione e a Carole; ma per arrivare “in Brussa” bisogna raggiungere Lugugnana (sulla strada che collega Jesolo a Latisana), per poi addentrarsi a sud fra ininterrotte distese rese coltivabili dalla grande bonifica veneta.
Lo sguardo corre lontano per intrufolarsi tra le fronde dei radi alberi, tra chiuse e canalizzazioni, e poi giù fino all’orizzonte piatto delle valli lagunari e della pineta fronte mare. Oltrepassate le ultime case, si supera un ponte sulla “litoranea veneta”, un insieme di canali comunicanti che collegavano Venezia alla laguna di Grado senza mai uscire in mare aperto. Si percorre ora un lungo rettifilo di ghiaino candido, che termina in corrispondenza della pineta detta della Brussa; solo un cartello che invita al rispetto (il Parco Vallivo arriva fin qui) e un paio di contenitori per le immondizie rivelano l’impronta umana in un contesto dove la natura ha il sopravvento.
Attraversato a piedi un fitto intreccio di pini marittimi, si giunge alla spiaggia. Non un fazzoletto di terra coperto da un pugno di sabbia, ma una grande spiaggia in piena regola: cinque chilometri di lunghezza per un centinaio di metri di larghezza, con una sabbia fine bianchissima, dove regnano sovrane pace e tranquillità. Fanno eccezione solo le domeniche d’agosto, quando in molti fuggono dalle lunghe code per le vicine “balneopoli” e puntano qui.
Con lunghe passeggiate si raggiungono alcuni casoni in paglia al limitare di una zona paludosa, dove crescono fiori di Limonium, una tra le specie indigene protette. Le radure al limitare della pineta offrono invece asparagi selvatici e funghi, mentre la raccolta dei tartufi è vietata. Le presenze umane si limitano a pochi bagnanti, ad alcuni pescatori di vongole e capelunghe, a qualche cercatore di fortune sepolte che draga la spiaggia col metal detector alla ricerca di improbabili tesori. Ma il vero tesoro è questo piccolo angolo di natura.

PleinAir 311 – giugno 1998

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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