Safari tra le cime
Sognate un’avventura senza confini a zonzo su un manto di nevi spettacolari che coronano paesaggi tra i più belli del mondo? Eccola, e senza andare troppo lontano: è un lungo viaggio con gli sci ai piedi partendo da Torgon, un paesino a pochi chilometri dal lago di Ginevra, fino a Chamonix, all’ombra del Monte Bianco. In sette giorni – tanti ne occorrono a volerlo fare per intero, ma le tappe si possono calibrare a proprio gusto – si percorrono 300, forse 400 chilometri, migliaia di metri di dislivello, decine di discese mozzafiato adatte a soddisfare anche gli appassionati più esigenti. Perlopiù si scia su piste battute, segnalate, divertenti e piuttosto ampie, ma c’è anche la possibilità di concedersi qualche evasione fuoripista. Una rete efficiente e capillare di impianti di risalita (solo un paio gli spostamenti in bus) consente di spaziare da un comprensorio all’altro, dalla Francia alla Svizzera, da una valle all’altra, scegliendo sempre tracciati diversi: non c’è un percorso obbligato, basta aver voglia di sciare, un pizzico di fantasia e un po’ d’allenamento.
Sport a parte, il viaggio verso il Tetto d’Europa è una grandiosa esperienza di turismo alpino tra imponenti pareti di granito o tondeggianti cime imbiancate, paesetti da cartolina e rifugi isolati dove conviene cedere alle tentazioni della gola. Gli spazi sono enormi; tutto sembra vicino, ma è l’aria tersa a trarre in inganno. Nel solo comprensorio delle Portes du Soleil si contano 650 chilometri di piste battute, molte delle quali facili o di media difficoltà, servite da 228 impianti di risalita. Riservato ai più esperti è invece il Mur de Chavanette, il più ripido delle Alpi: un’impressionante discesa a gobbe che pochi possono affrontare senza incertezze fino a Les Crosets, in Svizzera. I meno preparati possono ripiegare su una variante in minor pendenza o scendere ad Avoriaz: un villaggio composto di baite, palazzine e chiese tutte rivestite di cedro rosso, amato soprattutto dai giovani; qui si può bere l’aperitivo senza togliere gli sci, sedere davanti a una brasserie per prendere il sole e guardare le seggiovie che salgono tra gli edifici o gettarsi negli Skate Dance Party, dove si balla con i pattini ai piedi.
Dalle Portes al Grand Massif il passo è breve; basta salire a Chamossière e scendere a Samoëns, capoluogo storico dei tagliapietre conosciuto anche per la produzione della ben più morbida Tomme, un formaggio tipico dell’Alta Savoia. In questo comprensorio gli sciatori hanno a disposizione 40.000 ettari immacolati, ovvero 250 chilometri di piste da discesa d’ogni difficoltà e 144 per il fondo, collegati da un’ottantina d’impianti di risalita che riuniscono le cinque località principali.
Con un breve trasferimento in bus si arriva a Chamonix, adagiata a circa 1.000 metri di quota ai piedi del Bianco. Dal paese, guardando verso i Dru si scorge il Mer de Glace, la lunga lingua nata, secondo un’antica leggenda, per punire i valligiani colpevoli di non aver accolto adeguatamente un angelo travestito da pellegrino. Di lì passa una delle più entusiasmanti discese delle Alpi: saliti in funivia all’Aiguille du Midi, che troneggia con i suoi 3.942 metri, si percorre la mitica Vallée Blanche, 20 chilometri di fuoripista tra solenni pareti di ghiaccio e roccia che hanno visto nascere ed evolversi l’alpinismo. Se la neve è abbondante si può proseguire con gli sci fino a Chamonix dove termina il safari delle nevi: un’ottima alternativa alla classica settimana bianca, ma soprattutto un’avventura indimenticabile. Preparare il viaggio
Il periodo migliore per affrontare l’esperienza con la massima soddisfazione va da gennaio inoltrato ad aprile. In linea generale, il percorso è alla portata di sciatori in grado di scendere senza problemi lungo piste rosse e, volendo, nere. La scelta di eventuali fuoripista deve necessariamente tener conto delle condizioni atmosferiche e dello stato del manto nevoso: una nevicata abbondante solletica la fantasia degli sciatori più esperti (e non solo), che a volte non pensano ai rischi dei pendii non battuti dove la neve appena caduta poggia su uno strato gelato. In queste condizioni, è sufficiente il passaggio di una persona per alterare il precario equilibrio della massa e provocare il distacco di slavine. I fuoripista, in altre parole, sono sicuri solo se la neve è ben assestata ed è perciò necessario informarsi in loco sulle effettive condizioni del manto, affidandosi alle guide alpine in caso di dubbio.
Ogni giorno si percorrono varie decine di chilometri con gli sci ai piedi, perciò bisogna avere preparazione tecnica e fisica adeguate; nelle settimane precedenti è opportuno seguire un corso di ginnastica presciistica e compiere alcune uscite per riprendere confidenza con la neve.
Con queste premesse la traversata si può organizzare autonomamente (come nel nostro caso), ma se non si ha a disposizione un veicolo d’appoggio si è costretti a trasportare sulle spalle tutto il necessario per il soggiorno, il che richiede un notevole impegno. Se invece alla fine di ogni tappa troveremo l’equipaggio ad attenderci o se decidiamo di effettuare solo alcune parti del percorso, saranno sufficienti la normale attrezzatura da sci o da telemark e uno zainetto non molto voluminoso, adatto a contenere lo stretto necessario per le gite giornaliere (creme protettive, occhiali da sole, guanti, berretto di lana, macchina fotografica con batterie di ricambio).
Giorno per giorno
Ecco in sintesi le tappe del nostro safari nel bianco: naturalmente, prima di affrontarlo è indispensabile procurarsi presso gli enti del turismo le cartine dei comprensori sciistici che si attraversano per collegare tra loro i singoli tratti, studiare adeguatamente il tipo e la difficoltà delle piste o personalizzare l’itinerario. E’ possibile ad esempio effettuare circuiti ad anello con rientro al punto di partenza, come a Samoëns o a Chamonix dove ci sono campeggi aperti anche d’inverno.
PRIMO GIORNO Da Les Portes du Soleil a Morzine
Media difficoltà
Da Aigle, poco a sud della breve sponda orientale del Lago Lemano (su cui si affacciano Ginevra e Losanna), in bus si raggiunge Torgon. Gli impianti di risalita portano al comprensorio della Portes du Soleil, dove si hanno a disposizione centinaia di chilometri di piste battute. Saliti a Tour de Don (1.998 m), per piste collegate tra loro da impianti si scende a Morgins, passando per Morclan. Risaliti a La Foilleuse, si passa sull’altro versante e quindi si scende a Bochasses per una pista rossa. Superato un crinale utilizzando l’impianto 23, ancora una discesa verso Champoussin dove partono gli impianti per Pointe de l’Au. Una rossa conduce a Les Crosets, per poi tornare in quota a Pointe de Mossette (2.277 m) e continuare per Avoriaz e per la località Les Prodains, da cui parte la navetta per Morzine.
SECONDO GIORNO Da Pas de Chavanette a Les Portes du Soleil
Difficile o di media difficoltà
Questa tappa è una sorta di digressione dedicata a chi vuole cimentarsi con una delle piste più estreme della zona. Da Morzine si sale ad Avoriaz e a Pas de Chavanette (2.216 m) dove inizia una nera veramente impegnativa, soprattutto quando è gelata: se si scivola nella parte iniziale, la più difficile, si cade fino al termine della pista (ai meno esperti consigliamo caldamente di rinunciare alla discesa). Scesi a Les Crosets, si risale a Pointe de Mossette (2.277 m) e di qui si prosegue per Les Lindarets. Tornati in quota a Col de la Joux Verte, si può sfruttare lo skipass per sciare nella zona di Avoriaz e di Morzine. TERZO GIORNO Da Morzine a Samoëns
Di media difficoltà o facile
Dopo aver sciato per buona parte della giornata nel comprensorio di Morzine (ovvero nelle panoramiche zone di Pointe de Nyon e Ranfolly) si raggiunge Chamossière (1.785 m) dove, con un facile fuoripista, si accede al comprensorio del Grand Massif. Inizialmente si scende verso sud nel bosco, quindi su pendii più ampi e non difficili fino ad arrivare a Samoëns.
QUARTO GIORNO Samoëns e il Grand Massif
Difficoltà variabile a seconda dei percorsi prescelti
Ancora una giornata di sport per scoprire il grande comprensorio che riunisce Flaine, Les Charroz d’Araches, Samoëns, Morillon e Sixt, tutte collegate tra loro da impianti di risalita e centinaia di piste. Da Samoëns si raggiunge, in parte con i trasporti su filo e in parte sugli sci, Tête du Pré de Saix (2.113 m) e Les Grands Vans (2.204 m): da qui una pista blu e verde consente di scendere a Flaine. In funivia si arriva a Les Grandes Platières (2.480 m), da cui partono numerosi tracciati di ogni livello di difficoltà. Tornati a Les Grands Vans, con gli impianti di Corbalanche si accede alla sommità della pista rossa che scende a Samoëns.
QUINTO GIORNO Da Samoëns a Chamonix
Di media difficoltà o facile
Dopo aver sciato per parte della giornata nel comprensorio del Grand Massif, con gli impianti raggiungete Corbalanche da dove le piste Perce Neige (blu), Coccinelle (rossa) e Combe (blu) arrivano in sequenza a Les Carroz. Da qui, con i mezzi pubblici, ci si sposta a Chamonix.
SESTO GIORNO Chamonix e la Vallée Blanche
Media difficoltà
Da Chamonix un’ardita funivia porta in vetta all’Aiguille du Midi, a quota 3.842, e all’inizio della celeberrima Vallée Blanche. Tecnicamente questa discesa fuoripista non è di particolare impegno, ma non bisogna assolutamente sottovalutarla: il tracciato, non segnalato, si svolge infatti su ghiacciaio (in alcuni tratti sono presenti dei crepacci), perciò se non avete esperienza d’alta montagna fatevi accompagnare da una guida alpina. Dall’arrivo dell’impianto, alcune corde di canapa facilitano la discesa di un pendio piuttosto ripido che bisogna percorre con cautela e senza sci (prestare attenzione, soprattutto al mattino quando la neve è gelata). Il percorso è comunque molto frequentato ed evidente, con buona visibilità. Il Rifugio Requin è un ottimo punto di ristoro, aperto anche nella stagione invernale. Se la neve è abbondante si può procedere con gli sci fino a Chamonix; altrimenti, arrivati alla cosiddetta Grotta di Ghiaccio, si risale prima con gli sci in spalla, poi con la telecabina a Montenvers. Con un caratteristico trenino rosso, in meno di mezz’ora si torna al punto di partenza.
SETTIMO GIORNO La Flégère e Brévent
Difficoltà variabile a seconda dei percorsi prescelti
Lo skipass Mont Blanc consente di sciare anche a Flégère e a Brévent; da alcune piste si ha una splendida vista sulla valle di Chamonix e sul Mer de Glace. Per chi deve tornare ad Aigle servendosi dei mezzi pubblici, circa ogni ora fino alle 18.30 partono i treni del Mont Blanc Express.
PleinAir 391 – febbraio 2005