Visita in camper al Sacro Monte di Ghiffa

Proteso sul Lago Maggiore da un belvedere naturale, il Sacro Monte di Ghiffa è luogo eletto di devozione per le comunità dell'Alto Verbano

Indice dell'itinerario

Quasi precipitano in acqua le pendici meridionali del Monte Carciago. E le frazioni di Ghiffa, il capoluogo rivierasco, vi si arrampicano come possono, arginate però a mezza costa dalla Riserva Naturale Speciale che include il santuario e il Sacro Monte della Santissima Trinità. Più in alto il dominio torna ad essere delle rocce e del bosco.

Veicoli agili possono giungere alla meta per l’unica stradina indicata che, superata la frazione di Ronco, culmina in un parcheggio piuttosto limitato. Ma è una soluzione da sconsigliare ai v.r., salvo quelli attrezzati per disabili (il percorso di visita del Sacro Monte è accessibile agli ospiti in carrozzina e agli ipovedenti). Negli altri casi meglio sostare in basso vicino all’imbarcadero, prendere il bus urbano fino a Ronco e da qui proseguire a piedi per circa 20 minuti sull’antico acciottolato.

Volendo, in meno di un’ora si può salire direttamente dal lungolago sullo stesso itinerario della processione notturna che si svolge ogni anno prima di Natale con la partecipazione di tutte le parrocchie di Ghiffa. Intorno al citato parcheggio si trovano un ristorante e il centro di accoglienza con una sala di documentazione, un’aula per convegni e gli uffici della riserva, dove è possibile concordare escursioni guidate nelle diverse zone del parco (comprese alcune aree archeologiche) oltre che nell’adiacente Sacro Monte.

Vuoi scoprire dove sono gli altri Sacri Monti? Qui la spiegazione e l’elenco completo!

La storia del Sacro Monte di Ghiffa

Un terrazzamento naturale, magnifico belvedere sul Lago Maggiore e sulle Prealpi lombarde, accoglie fra platani e tigli secolari i cinque edifici del complesso devozionale, dovuti a progettisti anonimi. Il nucleo storico iniziale è costituito dal santuario della Santissima Trinità: fu innalzato agli inizi del ‘600 sui resti di un piccolo oratorio che richiamava pellegrini già nel XII secolo, per via di una miracolosa effigie di Cristo trifronte. Sul pianoro circostante sorsero poi, tra ‘600 e ‘700, le cappelle dell’Incoronazione della Vergine, di San Giovanni Battista e di Abramo, anch’esse ispirate al tema della Trinità.

Per ultimo, nella seconda metà del ‘700, fu realizzato il portico della Via Crucis con quattordici campate a volta per proteggere altrettante edicole dedicate alle stazioni della Passione: originariamente affrescate, furono completate nel 1930 con formelle policrome in gesso.

Gli affreschi del santuario

Quanto alle sacre rappresentazioni custodite nelle tre cappelle e visibili attraverso grate metalliche, si rifanno a iconografie popolari di sapore naïf e di autore ignoto come gli edifici, alludendo appena all’arduo concetto teologico della Trinità.

Complice lo scenario naturale, il Sacro Monte esercita un fascino singolare non estraneo all’eleganza architettonica delle costruzioni. Né manca di annotazioni curiose, come in particolare l’esistenza di una cisterna scavata nella roccia al di sotto della cappella del Battista: servì a raccogliere l’acqua piovana per dissetare i pellegrini fino al 1851, quando si inaugurò l’attuale fontana, e fino ai nostri anni ’30 venne utilizzata come ghiacciaia dai macellai di Ghiffa per conservarvi le carni tra paglia e neve.

Testo e foto di Albero Galassetti

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