Sul colle di San Nicolao, oltre i primi terrazzamenti coltivati, gli abitanti di Orta andavano a pregare la Madonna della Pietà in una vecchia chiesa fra gli alberi. Da lì potevano riconoscere i tetti delle loro case, rimirare l’isola con il santuario di San Giulio, spaziare con la vista su tutto il lago: perciò furono i primi a lanciare nel 1583 l’idea di farne un Sacro Monte.
L’occasione giusta si presentò sette anni più tardi, quando i frati cappuccini iniziarono a costruire un proprio convento accanto alla chiesa. Si decise che il Sacro Monte avrebbe narrato la vita di San Francesco, e il padre Cleto da Castelletto Ticino, progettista del convento, ne sviluppò un disegno che all’inizio prevedeva trentasette cappelle, poi ridotte a venti.
Vuoi scoprire dove sono gli altri Sacri Monti? Qui la spiegazione e l’elenco completo!
La storia del Sacro Monte di Orta
A promuovere e finanziare l’inizio dei lavori fu l’abate Amico Canobbio, mentre a sceneggiare il racconto per immagini provvide direttamente il vescovo di Novara Carlo Bascapè, tenace sostenitore dell’opera. Nella prima fase del cantiere le costruzioni si ispirarono ai modelli tardo-rinascimentali già scelti a Varallo dall’architetto Galeazzo Alessi; analogamente, nelle rappresentazioni prevalse il verismo misurato dello scultore Cristoforo Prestinari e dei pittori della Rovere, i Fiamminghini.
Ma i lavori si protrassero per quasi duecento anni, assorbendo varie tendenze: alla metà del ‘600 si impose il gusto barocco sull’esempio del Sacro Monte di Varese e per mano di artisti quali lo scultore Dionigi Bussola, i pittori fratelli Nuvolone e i fratelli Grandi, alla fine del secolo ci furono interventi rococò del pittore Legnarli e dello scultore Beretta (cappella XIV), sinché sul finire del ‘700 il cantiere si chiuse con la costruzione della Cappella Nuova in stile neoclassico.
Il Sacro Monte, del tipo recintato, si visita prevalentemente in piano: l’unica salita è riservata al bel sentiero penitenziale che arriva dalla città e si conclude sotto un arco d’ingresso. Grande importanza scenografica spetta perciò ai panorami sul lago e alla vegetazione di contorno, frutto di lunghe e attente selezioni che oggi regalano all’area sacra l’aspetto di un vero e proprio giardino botanico.
Un omaggio complementare a San Francesco e al suo amore per la natura, nel quale si ritrovano sempre nuovi adepti, come dimostra la grande partecipazione che riscuote a ogni edizione l’antico pellegrinaggio – riproposto da qualche anno – fra il Sacro Monte di Orta e quello di Varallo attraverso il lago e quindi il Passo della Colma.
Testo e foto di Albero Galassetti
Qui le soste camper in Piemonte con i vantaggi del PleinAirClub!
—————————–
Tutti gli itinerari di PleinAir li puoi leggere sulla rivista digitale sul pc, sul tablet o sullo smartphone. Con un anno di abbonamento a PLEINAIR (11 numeri cartacei) hai a disposizione gli inserti speciali, la rivista digitale e l’archivio digitale dal 2015 (con gli allegati).
Con l’abbonamento a PleinAir ricevi i prossimi numeri comodamente a casa e risparmi!