Visita in camper al Sacro Monte di Varallo

Una città dello spirito sovrasta la città terrena di Varallo Sesia e tocca il cielo da un altare di roccia. E' la Nuova Gerusalemme, prototipo di tutti i Sacri Monti

Indice dell'itinerario

Risalendo la Valsesia appare all’improvviso, alta sopra la chioma degli alberi, ancorata a uno sperone di roccia strapiombante. Il Sacro Monte, o la Nuova Gerusalemme come la definì San Carlo Borromeo, si annuncia ai pellegrini già prima della sottostante città di Varallo. E così dovette immaginarla nel 1491 il suo fondatore Bernardino Caimi, di ritorno dalla Palestina, pensando di ricreare su quell’altura selvaggia i luoghi santi della cristianità. Nacque da quella invenzione il prototipo di tutti i Sacri Monti, un’impresa stupefacente, ancora oggi tra le massime espressioni del genere.

Lassù si arriva anche per strada, ma è preferibile sostare in basso, nei parcheggi della funivia che sono ai margini del centro storico, quindi salire per via aerea e poi ridiscendere a piedi sull’antico sentiero penitenziale che termina accanto alla stazione di partenza.

Così risulta più comodo visitare anche Varallo, un piacere da non mancare: tanto per darne un motivo, proprio di fronte all’ingresso della funivia, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie si ammira la strepitosa storia della Passione affrescata da uno dei principali artefici della Nuova Gerusalemme, il pittore, scultore e musico Gaudenzio Ferrari.

Vuoi scoprire dove sono gli altri Sacri Monti? Qui la spiegazione e l’elenco completo!

La storia del Sacro Monte di Varallo

Il Sacro Monte, recintato fin quasi dall’origine per accentuarne l’astrazione dalla realtà, oggi ospita cinquanta cappelle immerse nel verde e inserite negli edifici monumentali che contornano la basilica. Circa 4.000 figure affrescate e 400 statue vi rappresentano gli episodi del Vangelo con accentuato realismo (ad esempio, barbe e capelli sembrano veri).

Le hanno firmate un gran numero di artisti: i Tabacchetti, il Prestinari, il Morazzone, Antonio d’Enrico. Su tutti però eccelse, già negli anni della fondazione, il ricordato Gaudenzio Ferrari che dopo il 1520 vi realizzò le opere più mature, tra cui la Crocifissione e l’Adorazione dei Magi. La prima cappella costruita era una perfetta imitazione del Santo Sepolcro; nei venticinque anni successivi ne furono inaugurate altre ventuno inclusa quella della Natività – particolarmente cara al Caimi – che racchiude cinque delle più belle scene della vita di Gesù.

Poi, nella seconda metà del ‘500, sotto l’impulso della Controriforma e con l’intervento dell’architetto perugino Galeazzo Alessi, la Nuova Gerusalemme subì diverse ristrutturazioni e assunse l’attuale assetto urbanistico. Ma i lavori si protrassero fino alla metà del ‘700 con la costruzione della nuova basilica, e dell’800 con il completamento della facciata.

Testo e foto di Albero Galassetti

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