Visita in camper al Sacro Monte di Ossuccio

L'antico santuario della Vergine del Soccorso e le cappelle del Rosario del Sacro Monte di Ossuccio si inerpicano sulla sponda assolata del Lago di Como

Indice dell'itinerario

Come a Ghiffa, sul Lago Maggiore, le urbanizzazioni lungo il Lago di Como occupano ogni superficie pianeggiante e si arrampicano sulle pendici verticali dei Monti Lariani. Difficile dunque trovare spazi utili per i camper prima di raggiungere il versante di nord-est, meno acclive (Dongo, Gravedona e così via). La sosta ad Ossuccio, di fronte all’isola Comacina, si presenta a prima vista proibitiva anche se la ripida strada di accesso al Sacro Monte offre un paio di parcheggi, ma in pendenza e di fortuna, come quello a 6 posti ricavato tra le case al termine della salita. A Lenno, però, 2 chilometri più avanti sul lungolago, viene in aiuto il bel campeggio L’Avedo situato alle porte del paese: resta solo da organizzare gli spostamenti.

Del resto la zona è più che affascinante e merita almeno un weekend di soggiorno. Niente di meglio dell’escursione al Sacro Monte e al santuario di Maria Vergine del Soccorso per svelarne dall’alto la bellezza. Malgrado l’assedio del cemento, il percorso devozionale è ancora immerso in quel religioso isolamento che all’inizio del XVII secolo ne suggerì la realizzazione e la dedica ai Misteri del Rosario.

Questi sono raffigurati in quattordici cappelle esterne, edificate tra il 1623 e il 1688, e in una quindicesima ricavata all’interno del ben più antico santuario, sorto sui resti di un tempio romano (ricordato da Plinio il Giovane). La leggenda vuole che una pastorella sordomuta trovasse lì una statua della Vergine e che subito recuperasse la parola; l’effigie, portata più volte in paese, tornò sempre al suo posto e così fu deciso di erigervi il santuario dove ancora è venerata.

Vuoi scoprire dove sono gli altri Sacri Monti? Qui la spiegazione e l’elenco completo!

La storia del Sacro Monte di Ossuccio

La Via del Rosario, come si chiama il percorso devozionale, serve all’inizio anche alcune abitazioni sorte tra la prima cappella (L’Annunciazione) e la quarta (Presentazione di Gesù al Tempio). Inoltre è quasi interamente affiancata da una moderna carrareccia con pendenze da capogiro, riservata a piccoli trattori e fuoristrada.

I campi intorno, infatti, sono tuttora coltivati e questo aspetto agreste accresce il senso di pietas trasmesso dalle sacre rappresentazioni. Tra personaggi e animali le cappelle ospitano ben 230 sculture in terracotta policroma, tutte opera di un solo artista: Agostino Silva, già attivo a Varese come aiutante del padre Francesco, che qui lavorò in modo continuativo per venticinque anni trasmettendo preziose informazioni sui costumi e le usanze del luogo.

Non si hanno invece notizie sul progettista dell’impianto urbanistico e architettonico del Sacro Monte. Riecheggiante quello di Varese, questo di Ossuccio allinea costruzioni più modeste e dallo stile più sobrio che hanno tuttavia il pregio di umanizzarsi e di integrarsi nel paesaggio al pari delle cascine sparse. Anche per questo è molto amato dai locali, tanto che ogni mese, radunati dal Centro Diocesano Vocazioni di Como, un consistente numero di giovani lo risalgono in pellegrinaggio.

Giunto al santuario, il percorso devozionale si dilata su un sagrato panoramico con ampie viste sul lago e sui centri rivieraschi, ma non si conclude. Il fondo acciottolato prosegue ancora in salita diventando presto un sentiero escursionistico diretto al sovrastante eremo di San Benedetto (3 ore circa dalla chiesa fra andata e ritorno).

Testo e foto di Albero Galassetti

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