Prigionieri del silenzio

Tre giorni bloccati dalla valanga in Valle Clarée, appena al di là del confine, dove la popolazione ha lottato per dieci anni contro un progetto di tunnel, riuscendo a salvaguardare il suo affascinante ambiente.

Indice dell'itinerario

Una valle ammantata di neve, i prati del pianeggiante fondovalle, alcuni minuscoli paesi incorniciati da fitti boschi: così appare la Valle della Clarée dai tornanti della statale N94 durante la discesa verso Briançon. Le folle e gli ingorghi di Claviere e del Montgenèvre, le note stazioni di sci al confine fra Piemonte e Delfinato, sembrano già lontanissime. Un bivio a destra indica Les Alberts: difficile resistere alla tentazione di una puntata nella valle, con un repentino cambio di rotta. La strada tocca le case di Les Alberts, poi lambisce il campeggio omonimo e il vicino Foyer Ski de Fond. Calzati gli sci stretti, non c’è che l’imbarazzo della scelta: le piste corrono su entrambi i lati della strada, sulla sinistra una pista verde che si snoda con due anelli (2+1,5 km) attraversando il torrente, sulla destra la Draye, una pista rossa che si snoda per 6 km passando in vista di Le Rosier e poi del grande campanile gotico che domina le case di Val-des-Prés. Giunti al Pont de la Draye il gioco continua sull’altra sponda del torrente, con la Tour, un anello di 3 km che risale ancora nella valle: pendii dominano il passaggio in cui corrono affiancati la strada, il torrente e la Liason, ovvero il tracciato di collegamento (13 km a/r) con le piste di Névache. Ora ci attende La Thura, una pista di 8 km che si snoda sulla destra orografica della valle, fra Le Rosier e La Vachette. Si tratta di percorsi facilmente collegabili fra loro sfruttando i ponti sulla Clarée, per un totale effettivo di oltre 20 km solo per la zona di Val-des-Prés, a cui si aggiungono i 30 km di anelli di Névache
Insomma, un fine settimana è appena sufficiente per conoscere la parte inferiore della valle, per osservare le molte meridiane sulle facciate ben esposte al sole, la chiesa di La Vachette con il suo campanile in stile gotico lombardo, l’ancor più imponente campanile del 1557 della chiesa di Val-des-Prés, preceduta da un bel portico e da un portale a tutto sesto… Ma è difficile resistere alla tentazione di scoprire anche l’alta valle.

Con gli sci di villaggio in villaggio
A Pampinet il giorno dopo il nostro arrivo ci comunicano che è caduta la “valanga della Drave”: il paese è completamente isolato. Non è facile adattarsi all’imprevista situazione: l’unica attività sportiva praticabile è una breve discesa con gli sci lungo la strada invasa dalla neve: dopo nemmeno 2 km un cartello annuncia “route barrée” con l’inevitabile dietro-front. Ma alcuni giovani sono riusciti a riaprire la pista di fondo fra Névache e Plampinet, che si snoda sulla vecchia strada costruita al sicuro dalle valanghe. Abbiamo dunque la possibilità di muoverci liberamente – con sci o racchette da neve – tra i diversi villaggi dell’alta valle. Calzati gli sci, cerchiamo le tracce della pista sulla destra orografica della valle. Plampinet scompare presto nelle brume e ci avviamo nel bosco, segno dell’assenza di valanghe su questo versante. Quindi giungiamo in vista della cappella di St-Hippolyte (fondata nel 1065) e delle nuove costruzioni di Sallé e Roubion. Attraversato il torrente, continuiamo sulla strada che passa tra le case di Ville Basse: belle architetture adornate da molte meridiane. Poco più avanti la strada termina nel piazzale di Ville Haute (1620 m). Costruito su una torre dell’XI secolo, il campanile gotico della parrocchiale di St-Marcellin domina il paese: ammiriamo i portali cinquecenteschi in marmo; all’interno un altare in legno di larice scolpito nel 1735 dalla scuola del Melezet. Raggiungiamo quindi Pension Guillame: un ambiente d’altri tempi con la stufa scoppiettante e il kyr ai mirtilli di produzione casalinga. Calzati gli sci, è il momento per un giro sulle piste di Névache; non è stata ancora battuta La Forestière, una “nera” di 15 km, ma solo un breve anello che offre comunque un ambiente affascinante.

Fine dell’isolamento
Tornati a Pampinet, la sera il silenzio è rotto dal rombo di uno spazzaneve: è riuscito ad aprire un varco nella valanga. All’alba il cielo è di un blu intenso che annuncia il sereno, la temperatura si aggira sui -10°: dunque si può affrontare la strada,.ora simile a una pista di bob, che fra due alti muri di neve penetra nella valanga: passiamo con una certa apprensione sotto il largo scivolo di quella che potrebbe ancora cadere. Poco più avanti ecco il Pont de la Draye e le case di Val-des-Prés.
L’isolamento è finito: non resta che calzare gli sci, per un’ultima giornata sulle piste da fondo della piana.

PleinAir 317 – dicembre 1998

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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