Felici Tropici: Madeira, l'isola di legno

Minuscolo avamposto del Portogallo sulle rotte atlantiche, l'isola di Madeira è un concentrato di selvaggia natura tropicale e antiche tradizioni marinare e agricole, con il celebre vino al posto d'onore. Come visitarla? Ma in camper, ovviamente, come vi raccontiamo in questa deliziosa proposta.

Indice dell'itinerario

Minuscolo avamposto del Portogallo sulle rotte atlantiche, l’isola di Madeira è un concentrato di selvaggia natura tropicale e antiche tradizioni marinare e agricole, con il celebre vino al posto d’onore. Questo piccolo lembo di terra ha anche il privilegio di aver dato i natali a una stella globale come Cristiano Ronaldo. Come visitarla? Ma in camper, ovviamente, come vi raccontiamo in questa deliziosa proposta.

A sud le Canarie, ad est la costa atlantica del Marocco, Lisbona a un migliaio di chilometri, tutt’intorno l’oceano. Madeira, isola vulcanica dal nome portoghese e dalle suggestioni esotiche, è al di là di Gibilterra e del rassicurante perimetro mediterraneo, eppure non così lontana da non poter diventare una meta di pleinair. Specialmente da quando è stato attivato un traghetto che, partendo dalla costa meridionale del Portogallo, consente di trasbordare anche il camper o l’auto più caravan in questo remoto angolo d’Europa che la geografia fisica assegna all’Africa.
Madeira vuol dire legno, e così la chiamarono i primi navigatori portoghesi, sbarcati nel 1419, quando si trovarono di fronte alla fittissima foresta che la ricopriva.

Quell’intricata distesa di alberi e arbusti, la Laurissilva de Madeira, è oggi considerata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, in qualità di rara e preziosa testimonianza delle foreste subtropicali del Pliocene. Anzi, gli studiosi ritengono che la folta boscaglia, estesa per circa 150 chilometri quadrati e formata da piante che possono raggiungere un’altezza di 40 metri, si sia conservata praticamente intatta addirittura da prima della comparsa degli ominidi sulla Terra. Basta questo a spiegare l’importanza naturalistica dell’isola, un vero paradiso per gli appassionati delle escursioni a piedi o in bicicletta; ma qui prosperano anche i bananeti e soprattutto la vigna, da cui si ricava l’aromatico vino liquoroso che ha reso Madeira famosa in tutto il mondo.

 

La costa meridionale

Funchal:  veduta panoramica
Funchal: veduta panoramica

Oltre a due gruppi di isolotti disabitati chiamati Ilhas Desertas e Ilhas Selvagens, l’arcipelago è formato dall’isola di Porto Santo e dalla stessa Madeira, dove sbarchiamo nel porto di Funchal contornato da una pittoresca distesa di casette bianche che ricoprono il versante montagnoso della baia, sulla costa meridionale. Una visita al vicino ufficio del turismo per raccogliere documentazione, informazioni e carte stradali, una sosta in uno dei tipici bar lungo il viale che ricorda le ramblas spagnole, e poi via, inizia il viaggio imboccando l’unico breve tratto di autostrada in direzione di Ribeira Brava. L’impatto con la viabilità è decisamente positivo: ampie corsie, viadotti e lunghe gallerie consentono di raggiungere in breve tempo la statale 101 e le scogliere di Ponta do Sol.

Funchal: i vecchi bastioni
Funchal: i vecchi bastioni

Larga e ben tracciata, la strada segue la costa attraversando i paesini di Madalena do Mar e Calheta, una ventina di chilometri comodi comodi per prendere confidenza con i luoghi. In questo tratto il paesaggio è caratterizzato da profonde valli che si susseguono parallele tra loro, scendendo ripide fino all’oceano. Nell’interno si scorgono paesini a prima vista irraggiungibili, tanto sono abbarbicati alle pendici degli antichi vulcani ricoperti di foresta. Dopo Calheta, con il suo moderno porticciolo turistico, lasciamo la 101 per immetterci sulla vecchia strada costiera 223, più stretta e tortuosa ma sempre percorribile, essendo frequentata dai bus locali che collegano i villaggi più sperduti. La guida è faticosa, con curve, tornanti e saliscendi, ma le distanze sono comunque molto ridotte (il periplo dell’isola, del resto, non raggiunge i 200 chilometri) e la vista è spettacolare. Arriviamo così a Jardim do Mar, un piccolo centro di pescatori arroccato sulla scogliera da cui si osserva, passeggiando sulla balconata lungomare, buona parte della strapiombante costa sud-occidentale. Un ampio parcheggio consente la sosta notturna per visitare e apprezzare l’antico borgo, solcato da vicoletti che serpeggiano tra le case in pietra aggrappate alla roccia, una ventina di metri al di sopra della spiaggia di ciottoli. Più avanti la strada è affiancata da sentieri a zigzag che raggiungono le postazioni di pesca dove, in piedi su grandi scogli, numerosi pescatori lanciano la lenza nelle acque spumeggianti.

Funchal:  un ristorante con i tavoli sistemati su barche
Funchal: un ristorante con i tavoli sistemati su barche

A pochi chilometri si incontra Paúl do Mar, uno dei pochi villaggi di questo versante a trovarsi sul livello del mare. Sul lungo rettilineo che separa le case dalla spiaggia, anche questa di grossa ghiaia, un piccolo ristorante con terrazza panoramica è il perfetto approdo per iniziare a degustare piatti di pesce fresco e pollo arrosto contornati da insalate, riso e patatine fritte, il tutto ovviamente accompagnato da una buona bottiglia di vino locale.
Un susseguirsi di curve a gomito risale lungo la parete rocciosa della Ponta do Pesqueiro fino al villaggio di Faja da Ovelha, per ricongiungersi con la nazionale 101. Da questo punto viaggeremo in quota, osservando dall’alto l’oceano che compare a tratti fra gli alberi di eucalipto. Con l’aroma estratto da questa pianta vengono prodotte le tipiche caramelle che si possono acquistare, insieme a frutta e verdura, su bancarelle improvvisate lungo la strada, nei pressi delle numerose aree di sosta attrezzate con tavoli, panche, grandi barbecue e fontanelle d’acqua.

Giunti in prossimità della Ponta do Pargo, imbocchiamo il bivio che ci porta al faro più occidentale dell’isola, che ospita un piccolo museo. L’ampio parcheggio, un ristorantino poco lontano e un’altra balconata panoramica sono il contesto ideale per dormire sotto le stelle, circondati da un’inconsueta tranquillità disturbata solo dal rumore attutito delle onde che si infrangono un centinaio di metri più in basso.

 

La costa settentrionale

La vista dall'alto di Achadas da Cruz
La vista dall’alto di Achadas da Cruz

Proseguendo in direzione di Porto Moniz, ad Achadas da Cruz una serie di cartelli turistici indicano il teleferico, una parola che desta subito la nostra attenzione. Seguendo le indicazioni giungiamo, tra campi coltivati sul piccolo altipiano, a una piazzetta contornata da un basso muretto di pietre, e solo a questo punto ci rendiamo conto di quanto sia aumentata l’altitudine: il dislivello è veramente impressionante. A lato del parcheggio, con tanto di toilette, c’è la stazioncina della cabinovia che permette ai contadini di raggiungere la base della scogliera, dove si trovano i terreni coltivati a vigneto. Un tempo si poteva procedere solo a piedi, con ore e ore di cammino su sentieri angusti e ripidi, mentre oggi basta salire a bordo della comoda cabina a sei posti. L’emozionante tragitto permette di osservare da vicino l’orografia del territorio e soprattutto di notare con quanta pazienza e perizia i viticultori locali sono riusciti a ricavare appezzamenti coltivabili su questo irraggiungibile lembo di terra. Man mano che si scende, il rumore delle onde aumenta mentre cala il soffio del vento; raggiunta la pianura, una stradina di cemento introduce il visitatore nel dedalo di percorsi che delimitano le decine di campi, protetti da alte pareti di canne intrecciate a difesa delle piccole ma tenaci pianticelle di viti e ortaggi. Per risalire sull’altipiano si torna alla cabina e si preme il pulsante di chiamata: il manovratore, via radio, chiede conferma dell’intenzione di risalire, poi chiude le porte e aziona il cavo di traino proprio come un ascensore. Spesso accade di trovarsi in fila con i contadini che portano a casa o al mercato i loro prodotti coltivati in riva al mare: il viso segnato dalle rughe, la pelle abbronzata, le mani forti e robuste sono i tratti caratteristici di questi agricoltori che un tempo, quando la teleferica ancora non esisteva, superavano con le proprie forze quei 640 metri di dislivello.

Poco prima di Porto Moniz, all’estremità nord-occidentale dell’isola, la strada inizia a scendere nettamente fino a riportarsi sul mare in questo rinomato centro turistico e balneare. La cittadina si presenta gremita di gente con negozi, ristoranti, parcheggi, un grande acquario e alcune piscine naturali di acqua salmastra, colmate dall’oceano che risale oltre gli scogli formati da un’antica colata lavica. Onda su onda, l’acqua riempie le pozze formando laghetti e rivoli in cui nuotano i pesci, offrendo un incredibile spettacolo che si può ammirare anche passeggiando lungo il sentiero in cemento tracciato sulla lava.

Faragioni davanti al villaggio di Ribeira da Janela
Faragioni davanti al villaggio di Ribeira da Janela

Da Porto Moniz la 101 segue la costa in vista dei faraglioni di Ribeira da Janela. Alti, sottili e apparentemente fragili, i bastioni di roccia erosa dal mare si ergono a pochi metri dalla spiaggia, di nuovo formata da grossi ciottoli. Un parcheggio con servizi, poco lontano dal mare, permette tranquille soste davanti a questo scenario.
Proseguiamo lungo l’anello costiero fino a Seixal dove un bivio a destra conduce alla Reserva de Chao, uno dei luoghi dove si può meglio osservare la primordiale foresta presente sull’isola. Lasciata la statale, la strada si inerpica con una serie di tornanti sulla montagna per poi addentrarsi in un’ampia vallata, ben attrezzata per gli amanti del trekking e delle escursioni in mountain bike su comodi e ben segnalati sentieri. Ridiscesi sulla costa, la 101 continua sino a São Vicente dove alcuni ristoranti sulla strada e vicino al porticciolo di pesca consentono di degustare alcuni piatti tipici di Madeira, in particolare grossi spiedini di carne e pesce accompagnati dai nettari che arrivano dai vigneti del circondario. Proseguendo infatti verso est si notano evidenti e numerosi terrazzamenti che ricoprono le pendici della montagna: i lunghi filari che guardano l’oceano, inframmezzati qua e là da piante di banane, manghi e vegetazione tipica del clima tropicale, offrono una vista insolita e suggestiva che merita di essere osservata anche a piedi, passeggiando lungo le numerose stradine secondarie tra Ponta Delgada e Santana.
Un tratto autostradale di recente costruzione conduce a Machico, graziosa cittadina balneare con un attrezzato porto turistico, numerosi negozi di artigianato e prodotti tipici, ristoranti con terrazze assolate e ombrelloni variopinti che colorano il frequentato lungomare. Un’altra nuova strada, la E101, raggiunge Ponta São Lourenço, lo stretto e impervio promontorio roccioso che, come un lungo dito, si protende dalla costa orientale dell’isola a indicare il lontano Marocco. Numerosi sono i sentieri, tutti con aree picnic, per andare alla scoperta delle bellezze naturali del capo, come i faraglioni del golfo di Barreiro o le belle spiagge di Prainha, ma il percorso più suggestivo è quello che in circa 6 chilometri fra andata e ritorno conduce fino alla punta, tra distese verdeggianti e ripide scogliere.

 

Intorno a Funchal

Paesaggio vulcanico da Pico do Arieiro
Paesaggio vulcanico da Pico do Arieiro

Da Machico chiudiamo l’anello intorno all’isola rientrando nel capoluogo attraverso una serie di villaggi turistici, ma la vera curiosità di questo tratto è il passaggio al di sotto della pista sospesa dell’aeroporto. Sull’isola, infatti, non ci sono pianure abbastanza vaste per quest’uso e perciò lo scalo aereo è stato costruito su una sorta di enormi palafitte, pilastri di cemento che livellano anfratti e piccole insenature in cui il mare si addentra spumeggiando.
La visita di Funchal potrebbe concludere la nostra vacanza, ma nell’entroterra ci sono alcune mete assolutamente da non perdere come la salita al vasto altipiano di Paúl da Serra, situato ad oltre 1.000 metri di quota e ricco di itinerari escursionistici lungo i numerosi canali di raccolta delle acque piovane, che alimentano i bacini idrici situati a mezza costa. Seguendo invece la tortuosa strada 103 si arriva al villaggio di Poiso, per poi imboccare la 202 e salire al panoramicissimo Pico do Arieiro: dal suo osservatorio nonché ristorante, situato a 1.818 metri di quota, si domina l’intera isola, e lo spettacolo delle nuvole che lente si addensano più in basso dà l’impressione di trovarsi sospesi nell’aria. Lungo il percorso si incontra anche il paese di Monte, con un giardino botanico fra i più belli dell’isola e strette strade che fiancheggiano la grande cattedrale del XIX secolo, in cui sono custodite le spoglie dell’imperatore Carlo I d’Austria. La nostra attenzione è poi richiamata dai carreiros, curiose slitte di vimini munite di lunghi pattini e attrezzate con comode poltroncine imbottite, versione turistica di un antico mezzo di trasporto contadino: prima della costruzione della strada e della teleferica che collega Funchal a Monte, venivano usate per trasportare in città i prodotti coltivati in montagna e per riportare a casa generi di prima necessità come pesce, sale o altri generi di consumo. L’arrivo di un trenino a cremagliera prima e della teleferica poi hanno reso obsoleti i carreiros, che però sono stati riscoperti e convertiti ad uso dei visitatori. Grazie a due abili conduttori, che guidano la slitta salendo e scendendo di corsa sui larghi pattini posteriori in modo da frenare e cambiare direzione, è possibile ripercorrere per diversi chilometri la ripida discesa del vecchio trenino, oggi asfaltata e rivestita con speciali sostanze per facilitare lo scivolamento.

Il paese di Curral das Freiras si trova all'interno di un cratere vulcanico
Il paese di Curral das Freiras si trova all’interno di un cratere vulcanico

Uscendo invece da Funchal in direzione ovest e prendendo la statale 107, dopo quasi 10 chilometri di salita si raggiunge un’altra attrazione paesaggistica di Madeira: l’orlo di un antico vulcano da cui si scende fino a raggiungere il piccolo abitato di Curral das Freiras, costruito all’interno del cratere. Il villaggio, circondato da alte pareti rocciose, offre una specialità non certo nuova per il nostro palato, ma che da queste parti è praticamente unica: le castagne, con le quali vengono preparati diversi piatti tipici (non solo dessert ma anche antipasti salati e minestre in brodo).

Funchal: il mercato
Funchal: il mercato

Ultimi giorni nel capoluogo, un misto di stili architettonici vecchi di cinquecento anni in cui, alla predominante influenza portoghese, si affiancano particolari di origine fiamminga e britannica. Questa mescolanza è dovuta al commercio marittimo che tra il XV e il XVI secolo trasformò la città, grazie soprattutto alla sua posizione geografica, in uno dei porti più importanti del mondo. Fu soprattutto il commercio dello zucchero ad apportare grande floridezza all’isola, dove si viveva in un lusso ancora oggi evidente nelle facciate dei palazzi di Funchal e nella ricchezza dei suoi musei in cui sono esposti dipinti, sculture, argenteria e mobili antichi e di grande valore. Nelle strade del centro si susseguono invece i negozi di artigianato in cui acquistare tappeti, tovaglie e coperte ricamate a mano, ceramiche e oggetti di arredamento in vimini, per recarsi infine in uno dei numerosi ristoranti fra i quali spicca, manco a dirlo, quello ricavato a bordo di uno yacht dei Beatles. Ma l’ultima visita prima di reimbarcarsi non potrà che essere ad una delle cantine vinicole, per un arrivederci che ha il sapore del delizioso nettare di questo minuscolo, generoso angolo di terra oceanica. Cin cin, Madeira.

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio