Plan de Corones, sci a 360 gradi

A San Vigilio di Marebbe c'è tutto quello che serve per la settimana bianca all'aria aperta: un comprensorio turistico perfettamente attrezzato, un parco naturale, l'antica tradizione ladina e una facile sosta con il v.r.

Indice dell'itinerario

Fitti boschi di conifere, prati, malghe, vette maestose, gli antichi masi di Longega, di Rina, di Pieve: reso ancora più suggestivo dalla candida coltre nevosa, è un paesaggio da fiaba quello di San Vigilio di Marebbe, paesino di 1.500 abitanti adagiato a poco più di 1.200 metri di quota in una dolce conca della Val di Rudo. Eppure ci troviamo alle porte del Plan de Corones, in una delle più popolari località sciistiche delle Dolomiti che circondano case e strade in un maestoso abbraccio. Il Kronplatz, che alla quota massima raggiunge i 2.275, è uno dei più attrezzati comprensori del mondo per gli sport invernali – 30 impianti all’avanguardia, 90 chilometri di piste, innevamento garantito per tutta la stagione – e San Vigilio è uno dei tre punti di partenza per raggiungerne la sommità attraverso tre moderne telecabine. La possibilità di sciare su piste di diversa difficoltà e di usufruire di una serie di servizi specifici per i bambini rende questa stazione particolarmente adatta a tutta la famiglia, con l’ulteriore vantaggio di postazioni perfettamente collocate per la sosta pleinair.

L’Erta e il Passo Furcia
Attraversando la valle con una cabinovia di raccordo che sorvola il paese ci troviamo sul versante opposto e saliamo, con due seggiovie, fino a Piz de Plaies. Qui è in funzione una bellissima pista nera di recente apertura, la Erta (così battezzata per indicarne l’andamento molto tecnico e decisamente sportivo, adatto anche per gare di slalom gigante), che scende fino a San Vigilio in posizione ottimale sul versante sud-est. I veloci curvoni e i ripidi schuss, con pendenze che in alcuni punti arrivano a toccare il 60%, mettono a dura prova i quadricipiti dello sciatore, e una seconda discesa su questa pista per intenditori diverte ancora di più. Volendo riscaldarsi il consiglio è di percorrere, come prima cosa, i quasi 2 chilometri e mezzo della rossa Piz de Plaies, già abbastanza impegnativa.
Riprendiamo lo Skitrans Bronta che ci riporta sull’altro versante e si collega direttamente ai due tronchi di cabinovia, Miara e Col Toron, che salgono al Passo Furcia. D’obbligo un paio di discese su un’altra nera, la Prà da Peres, soprattutto per chi è già pronto dal punto di vista fisico e atletico; la pista non è molto lunga ma consente, con i suoi cambi di pendenza, di affrontare curve ad arco breve e in basso ad archi più ampi, su un terreno sempre compatto e veloce.
Ora, con la cabinovia Ruis, saliamo in cima al Plan de Corones. Lo spettacolo è veramente incredibile: dal pianoro si gode di una magnifica vista sulle Alpi circostanti – le Aurine a nord, le Dolomiti a sud – scoprendo inoltre le stazioni di arrivo di ben otto impianti. Al centro della spianata il punto panoramico per eccellenza è la piattaforma su cui sorge Concordia 2000, l’elegante campana della pace disegnata da un artista gardenese e realizzata da una fonderia di Salisburgo. Da Brunico-Riscone, in Val Pusteria, due cabinovie parallele a 8 posti portano rapidamente in cima gli sciatori, evitando le code alle stazioni a valle; sull’altro versante, da Valdaora, risale la doppia cabinovia Olang. Ora c’è l’imbarazzo della scelta, basta solo calcolare il tempo e le energie a disposizione.
Per chi vuole continuare a sciare sulle piste di San Vigilio, due azzurre e una rossa (servite anche da due seggiovie quadriposto e con numerose varianti) raggiungono di nuovo il Passo Furcia, entrando in parte nel bosco con tracciati non troppo complessi e molto divertenti; graziosi e accoglienti rifugi sono a disposizione per una sosta veloce o anche per un pranzo più sostanzioso. Quasi in fondo alla pista Furcia 9, sulla sinistra, si trova una baita che non passa inosservata con i suoi totem indiani, i trofei in bella mostra, la gente allegra: è il piccolo regno del “dottor” Robert Palfreder che distribuisce ai bisognosi la sua medicina, una terapeutica… grappa di pino mugo. Qui al Bivacco, dotato di una bellissima e assolata terrazza, si possono anche gustare ali di pollo con patate alla griglia e stuzzicanti bruschette. Se poi abbiamo il modo di effettuare una sosta più prolungata, in fondo alla pista Sonne la meta giusta è lo spazioso Rifugio Graziani, anche questo con un’ampia terrazza e circondato da un magnifico panorama: non solo ha un’ottima cucina (in particolare i primi piatti e le ricche grigliate) ma il proprietario, il cantautore ladino Alexander Mutschlechner, due volte a settimana intrattiene gli ospiti con la sua musica dal vivo.A fine giornata il rientro a San Vigilio si snoda attraverso la pista rossa Col Toron, destinata a chi ha buona esperienza, che sfocia nella Miara, 2 chilometri di tracciato più largo e facile dove si trovano anche i campi scuola per i più piccini.

Per i più esperti
Gli sciatori provetti non possono ignorare gli altri versanti del Plan de Corones. Risaliti da San Vigilio direttamente verso la cima, dopo un paio di piste azzurre di riscaldamento come la Sonne o la Belvedere è il momento di affrontare le due nere che scendono verso Riscone: la più conosciuta Sylvester, teatro di gare internazionali, e la recente Herrnegg, ancora più impegnativa. Chi affronta questi tracciati con un adeguato allenamento non potrà fare a meno di gustare i cambi di pendenza, i curvoni tra gli alberi, i tratti ripidissimi, arrivando al termine con una sensazione di appagamento che va di pari passo con la stanchezza delle gambe. Sono due tracciati non molto frequentati, data la loro difficoltà, che si snodano per più della metà del percorso in mezzo al bosco e consentono agli sportivi più evoluti di mettere alla prova i propri limiti, sempre e comunque rispettando i margini della sicurezza. Un pendio adatto a tutti è invece quello che scende verso Valdaora. Molte piste, in particolare la Marchner, la Spitzhorn e la Ruipa con le numerosissime varianti, come pure l’ultimo tratto rosso della Arndt che porta a riprendere la cabinovia Olang 1, offrono situazioni diversificate, dalle più facili a quelle di media difficoltà, con bellissimi panorami che spaziano sull’alta Val Pusteria e verso l’Austria.

Non solo sci
Praticare il fondo attraverso la Val di Rudo innevata, conquistare le bianche vette dolomitiche con le pelli di foca, scoprire l’incanto del Parco Naturale di Fanes, Sennes e Braies con le ciaspole: anche questo fa dell’inverno a San Vigilio un’esperienza completa per chi ama la vacanza all’aria aperta. La pista di fondo Rautal, che in leggera pendenza raggiunge i 1.548 metri del Rifugio Peder, consente di percorrere il tracciato completo di 23 chilometri oppure diversi anelli secondo le proprie possibilità atletiche (dal più corto Ciamaor, di 3 chilometri e mezzo, al medio Fodera Masaron di 10 chilometri).
Per gli amanti della natura e per gli appassionati di scialpinismo che intendono trascorrere una o più giornate lontano dalle piste battute e affollate, questo è inoltre un punto di partenza ideale per le escursioni: è ancora il parco a offrire innumerevoli possibilità, dalle più facili alle più impegnative, con piacevoli serate negli ospitali rifugi alpini a oltre 2.000 metri di quota.
Le uscite con le racchette da neve consentono invece di vivere in maniera particolare l’ambiente della valle. Passando per gli antichi masi aggrappati ai pendii scoscesi – un viaggio nel passato tra case, fienili, forni, fontane – si incontrano la cultura e le tradizioni contadine, lontani dallo stress e dal frastuono con solo il fruscio della neve polverosa sotto i piedi, concludendo la passeggiata con un momento di ristoro in una baita. Sentieri segnalati sono predisposti anche per itinerari o semplici passeggiate a piedi, mentre all’interno dell’area protetta si trovano le più belle grotte carsiche dell’arco alpino e sono state rinvenute tracce di orsi preistorici.
Ma non finisce qui: i più spericolati possono approfittare dell’emozionante pista di slittino di Rina, 4 chilometri di difficoltà media, mentre per il pattinaggio è a disposizione proprio a San Vigilio la pista all’esterno dello Sportcenter Mareo, dotato anche di piscina coperta, trampolino, sauna, solarium e sale di massaggi. E per i più romantici? Da non perdere il giro turistico nei boschi a bordo delle slitte trainate da cavalli, per una divertente esperienza vecchio stile all’ombra del Plan de Corones.

Parole antiche
A San Vigilio si parlano italiano, tedesco e ladino: la lingua degli antenati, remota e misteriosa, trasmessa di generazione in generazione. Duemila anni fa, quando i Romani iniziarono ad assoggettare le popolazioni retiche, gli abitanti della valle (di origine veneto-illirica) acquisirono l’idioma e i costumi latini. Da questa commistione, più tardi integrata dal volgare, nacquero le lingue dette retoromanze, compreso appunto il ladino la cui parlata attuale corrisponde ampiamente a quella del passato; oltre ad alcune zone delle Dolomiti, è diffuso nel Friuli e nel cantone svizzero dei Grigioni. Altrettanto particolari sono i costumi e le architetture montane della Val di Rudo, in un’atmosfera genuina che si gusta ancora di più grazie al carattere aperto e ospitale degli abitanti.

PleinAir 402 – gennaio 2006

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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