Piste da sballo

Adagiata fra i boschi della valle dell'Enns, ai piedi delle Alpi stiriane, la stazione sciistica di Schladming è un concentrato di attività invernali all'aria aperta, con centinaia di chilometri di piste da discesa, snowpark, anelli per il fondo, silenziosi sentieri per lo snowtrek. E alla fine della giornata ce n'è per tutti fra centri benessere in cui rilassarsi, gastronomia tipica e animati locali notturni.

Indice dell'itinerario

Il primo documento che parla di un villaggio nel luogo in cui oggi sorge Schladming risale al lontano 1180, e qualche secolo più tardi questo tratto della Ennstal, all’estremità nord-occidentale della Stiria, divenne lo scenario di una fiorente industria mineraria. Ma solo nel 1875, con l’arrivo della ferrovia, si gettarono le basi della moderna economia turistica: a due passi c’erano le vette dei Tauri e del Dachstein, e la trasformazione in località di villeggiatura e di sport invernali si compì in breve tempo. L’Hochwurzenhütte, il primo rifugio della vallata, fu costruito nel 1920, mentre il primo impianto di risalita sul mitico pendio del Planai risale al 1953.
La Stiria è considerata la più italiana delle regioni austriache, grazie al carattere gioviale degli abitanti che li rende molto simili a noi sia per un modo scanzonato di intendere la vita sia per alcune usanze e tradizioni che ricordano il nostro paese. Conosciuta dagli sciatori italiani per la gara di slalom notturno che da diversi anni è l’appuntamento di gran lunga più seguito della Ski World Cup (oltre 50.000 spettatori a bordo pista e nel parterre d’arrivo e diverse decine di milioni davanti ai teleschermi di tutta Europa), Schladming si sta rifacendo il trucco per accogliere degnamente i Mondiali di sci alpino del 2013: fra le realizzazioni più avveniristiche il Planet Planai, situato a valle dell’impianto principale, con zone commerciali, centro congressi, uffici gare, parcheggi e la completa rivisitazione architettonica della zona d’arrivo di tutte le competizioni, caratterizzata da un enorme arco destinato a divenire il simbolo di questo centro per i prossimi anni.

Discese da primato
Cinque regioni, venticinque aree sciabili, 850 chilometri di piste da discesa con 276 impianti di risalita e un solo skipass. Questa, in estrema sintesi, la carta d’identità del comprensorio sciistico chiamato Sportwelt Amadè, di cui Schladming fa parte. In particolare, la zona che la riguarda è divisa in otto aree il cui cuore, la 4-Mountain Ski Area, è la vetta del Planai, collegato sci ai piedi con altre tre montagne che sfiorano i 2.000 metri e che consentono di scivolare su una rete di circa 180 chilometri di piste. Il domaine skiable, come dice il nome, si sviluppa lungo quattro cime – la Hauser Kaibling, il Planai, l’Hochwurzen e la Reiteralm – alle quali si aggiunge l’altipiano di Ramsau, situato sul versante opposto e dominato dal ghiacciaio del Dachstein, sul quale è possibile sciare anche in estate.
Investimenti di spessore e una sapiente e generosa cultura dell’accoglienza hanno fatto di Schladming, e dei paesi che la circondano, una delle mete preferite per le vacanze invernali da migliaia di turisti di tutto il continente. Dal punto di vista tecnico le piste sono di buon livello, con qualche rara eccezione concessa ai pendii da brivido che fanno la felicità dei veri esperti, mentre l’impiantistica è quanto di più moderno si trovi sul mercato, con nuove strutture che ogni anno sostituiscono quelle più datate. Senza contare il panorama che dal Planai, o da uno qualsiasi dei belvedere che punteggiano le cime più alte, riserva un colpo d’occhio eccezionale.
Il punto più elevato del Planai si trova circa 100 metri più in alto dell’arrivo della cabinovia omonima ed è raggiungibile con un altro impianto che parte poco più in basso. La parte iniziale della pista è completamente priva di alberatura e consente diverse varianti e lunghi tratti in velocità sull’ampio pendio; entrando nel bosco anche la pendenza si fa più accentuata, pur rimanendo una discesa tutto sommato facile grazie alla larghezza del tracciato. Circa a metà del tratto superiore della cabinovia, la pista si ricollega con una variante più facile che buca il bosco sulla sinistra della montagna; da questo punto fino alla stazione intermedia c’è la parte più impegnativa e veloce. Più sotto, poco dopo un largo curvone sulla sinistra, ecco apparire la piccola baita in legno con il cancelletto di partenza dello slalom speciale di Coppa del Mondo, che ci introduce nella parte più spettacolare del tracciato, dotato in tutta la sua lunghezza di un sistema di fari che nelle ore di buio illuminano a giorno il pendio fino al plateau d’arrivo.

Sciare secondo natura
Se le piste da discesa sono quanto di meglio per chi ama lo sci alpino, la traversata del ghiacciaio del Dachstein è invece un raid fuoripista di media difficoltà, con un dislivello di circa 2.000 metri e uno sviluppo di 25 chilometri, meno della metà dei quali (la parte finale sino ad Obertraun) su neve battuta; fino al Gjaidalm si scia infatti su neve fresca. Grazie a particolari combinazioni di correnti d’aria, la neve è polverosa, impalpabile e priva di umidità, condizioni ottimali per una piacevole escursione. Non occorrono doti particolari, ma sono necessarie una discreta padronanza sugli sci e una notevole preparazione atletica per far fronte alla lunghezza dell’intera traversata, che normalmente richiede 7 ore compresi la risalita e il ritorno in pullman da Obertraun a Schladming, Volendo, si può scegliere uno dei programmi delle scuole di sci di Ramsau, che organizzano itinerari guidati quattro volte a settimana. Quanto al periodo, si inizia a febbraio ma il vero clou è ad aprile: un’immersione a corpo libero nella grandiosa natura alpina, resa ancora più eccitante dalle nevi primaverili.

Testo e foto di Paolo Ferrari

PleinAir 461 – dicembre 2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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