Piccolo grande Nord

Avete voglia di una pausa a tutto pleinair sulle lunghe rotte scandinave? Ecco una proposta che da sola fa una vacanza intorno a una delle più belle città della Svezia.

Indice dell'itinerario

Si dice che la fortuna aiuta gli audaci, e forse sarà vero: di certo qualche volta dà una mano anche ai distratti, e noi ne siamo testimoni. Preparando il viaggio nel sud-est della Svezia ci eravamo come sempre documentati sui luoghi più belli da visitare, gli aspetti più curiosi di questa nazione, le attività più stimolanti a cui dedicarsi e via dicendo: ma alla fine avevamo dovuto rinviare la data di partenza per cause, come si suol dire, indipendenti dalla nostra volontà. Sfortuna? Neanche per sogno, perché quel contrattempo ci ha fatto giungere a Göteborg esattamente nel bel mezzo del Göteborgskalaset Festival, una kermesse di musica, danze, sport e gastronomia – di cui non eravamo a conoscenza – che ha luogo ogni anno nella prima quindicina del mese di agosto (quest’anno dal 4 al 13, pressoché in contemporanea con i campionati europei di atletica). Durante la manifestazione non c’è piazza, strada o parco della città che non ospiti eventi per tutti, bambini e adulti: musica folk, pop e classica in ogni angolo, balletti nei teatri o balli popolari nelle piazze, bande di profesionisti e di dilettanti, stand gastronomici, giochi, eventi sportivi a ogni ora del giorno e, soprattutto, della notte.
Göteborg è una bella e ordinata città nordica che si visita facilmente e con piacere perché suddivisa in zone a tema: ci sono ad esempio l’area culturale con i musei e le mostre, dello studio con le scuole e le biblioteche, dello sport con numerosi impianti per diverse discipline e così via. Inoltre, alcuni campeggi situati a modesta distanza dal centro abitato permettono di soggiornare in camper e in caravan, e una buona rete di trasporti urbani rende inutile l’impiego del proprio veicolo evitando altresì la penosa e spesso infruttifera ricerca di un parcheggio.
Fondata nel 1621, fu costruita su un acquitrino con l’apporto di ingegneri olandesi, come dimostrano i numerosi canali che caratterizzano il centro storico. L’Avenyn, la via principale, nell’800 era aperta ai soli proprietari delle case che la costeggiavano e i cavalli che la percorrevano dovevano indossare sugli zoccoli una specie di calzino per ridurre il rumore. Oggi è piena di bar, locali e ristoranti, e d’inverno non presenta problemi di ghiaccio in quanto i marciapiedi sono riscaldati.
Una buona guida e i materiali informativi che ci si può procurare all’ufficio turistico, insieme all’utile tessera Göteborg Pass, aiuteranno il visitatore a scoprire le principali attrattive. Noi cominciamo il nostro giro dal Liseberg, il parco di divertimenti più grande della Scandinavia insieme con il Tivoli di Copenhagen: vi si può sperimentare ogni tipo di attrazione e, tra un giro in ottovolante e uno sulla ruota panoramica, rilassarsi ascoltando della buona musica perché il festival si tiene anche qui, con numerosi concerti live fino a mezzanotte. Tra le numerose tappe cittadine, da non perdere la Masthuggskyrkan, ovvero la chiesa edificata nel luogo in cui venivano costruiti gli alberi maestri per sorreggere le vele delle navi, il giardino botanico con 3.000 tipi diversi di rose e la Feskekorka, letteralmente la chiesa del pesce, che in realtà è il mercato ittico di Göteborg anche se dall’esterno sembra effettivamente una parrocchiale. Divertente è anche un giro sui paddan, i battelli fluviali che permettono di giungere fino al porto e di osservare la città da un’angolatura inusuale.
Pagaiando sul fiume E’ il momento di far rotta in direzione nord-ovest per raggiungere il paese di Dals-Ed, nella regione del Dalsland, e recarci al Canodal, un centro attrezzato per il noleggio delle imbarcazioni e delle attrezzature necessarie a compiere itinerari nautici che possono durare da uno a sette giorni: qui ci attende la guida con la quale ci dedicheremo a un’escursione in canoa sulle acque interne svedesi (se non si è sufficientemente esperti è consigliabile affidarsi a un accompagnatore, non perché esistano pericoli bensì per il rischio di perdersi, nonostante le mappe, nel dedalo dei bracci secondari a volte molto simili al corso principale). La nostra piccola avventura comincia da Kornsjø, in territorio norvegese, dove iniziamo a pagaiare sotto un cielo che non promette niente di buono: dopo meno di un’ora si scatena infatti un vero e proprio diluvio, il che del resto non ci preoccupa più di tanto perché siamo già in acqua comunque. E poi, veloce com’è arrivato, l’acquazzone passa lasciando il posto a un cielo spettacolare: i cumuli neri si sovrappongono alle imponenti nubi più chiare che cominciano a fare capolino, segno che tra poco tornerà il bel tempo.
Continuiamo a scivolare sulle nostre colorate imbarcazioni immersi in un silenzio totale, rotto solo dal suono delle pagaie che accarezzano l’acqua. Quando avvistiamo un’isoletta nel bel mezzo del fiume capiamo di essere arrivati a Northern Kornsjøn, dove passeremo la notte in una capanna non più alta di un metro e mezzo, con un lato aperto su un rustico barbecue. Man mano che il tramonto avanza, il fuoco ci riscalda e approfittiamo pienamente della pace del luogo: non c’è nessuno, si sente soltanto il fruscio del vento e ci lasciamo avvolgere da quella atmosfera incantata che è padrona di ogni luogo nel quale la natura domina incontrastata.
Dopo una tranquilla notte pleinair avvolti nei sacchi a pelo, riprendiamo il nostro viaggio tra boschi, canali naturali, stretti passaggi in mezzo alle canne palustri o lunghe pagaiate su vasti bacini. A metà pomeriggio giungiamo a Mellan Kornsjøn, dove ci aspetta un pick-up del Canodal per riportarci alla base di partenza.

Rotaie a pedali
Il tour in realtà prevedeva un altro giorno sul fiume, ma il tempo a nostra disposizione non ce lo consente. Vogliamo infatti spingerci fino a Forsbackabaden, nel territorio di Amal, e percorrere un tratto di una vecchia ferrovia abbandonata a bordo dei dressin, una sorta di bicicletta su ruote metalliche e con un’appendice simile a un sidecar in grado di spostarsi sui binari. La storia da cui nasce questa esperienza è curiosa: nel 1928 fu costruita una ferrovia che collegava Amal ad Arjäng, ma negli anni ’50, con la diffusione delle strade asfaltate, il tratto da Arjäng a Svanskog venne chiuso e restò in funzione soltanto la tratta Forsbackabaden-Svanskog, utilizzata però unicamente da coloro che abitavano lungo il percorso della strada ferrata, al punto che nel 1989 anche quello finì abbandonato. Ma qualcuno si rifiutò di lasciar morire la ferrovia e decise di ricostruire, in formato ridotto e adatto a un uso turistico, i carrelli che un tempo portavano il carbone per le locomotive.
Ed eccoci qui a vivere la singolare esperienza di una bella pedalata sui binari costeggiando laghetti circondati da boschi, attraversando piccoli corsi d’acqua e fermandoci di tanto in tanto su un prato o in una vecchia stazione ristrutturata per uno spuntino e un po’ di riposo. Dopo un tunnel scavato nella roccia, che richiese ben sette anni di lavoro, c’è un tratto incastrato fra le rocce che conduce fino a Svanskog, una simpatica cittadina sulle rive del lago Svan.
Tutto il percorso si conclude tranquillamente in poco più di mezza giornata, ma non c’è proprio alcuna fretta di tornare indietro. A meno che, come noi, non si abbia in mente di andare a fare un tuffo nel passato e poi di chiudere il giro nei villaggi marinari che affacciano sullo Skagerrak.

Le isole di granito
Riprendiamo così la marcia per raggiungere Tanumshede, dove seguiamo l’indicazione per il Vitlycke Museum. Segnalato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, il complesso espositivo conserva alcuni dipinti rupestri a cielo aperto datati tra il 1800 e il 500 a.C., e la visita guidata ci introduce alla scoperta dei misteri che nascondono e delle storie che quegli antichi artisti volevano raccontare.
Il profumo del mare ci guida ancora per qualche chilometro verso occidente portandoci sulla costa, dove ci attendono paesaggi di una bellezza inattesa e sorprendente. Tutto il tratto che dal confine con la Norvegia ridiscende fino a Göteborg è un continuo susseguirsi di isolotti e scogli di granito, un autentico labirinto che – se non fosse per la latitudine – ci ricorda gli scenari più spettacolari della Sardegna. Siamo nella regione del Bohuslan, e ritornare al punto di partenza del nostro itinerario percorrendo questa costa da nord a sud è una tentazione alla quale non si può dire di no.
Decine di piccoli villaggi, un tempo di pescatori e oggi sempre più spesso meta dei villeggianti, disegnano uno scenario di colorata tranquillità. Grebbestad ne è il perfetto prototipo con le sue minuscole capanne rigorosamente rosse che si alternano a casette dipinte in vivaci tonalità, con ceste di aragoste e reti da pesca sparse ovunque. Fjällbacka è invece noto in quanto fu il rifugio di Ingrid Bergman, che amava trascorrervi le sue estati: ma la cittadina offre anche un’altra curiosità, il Kungsklyftan, uno stretto passaggio tra due imponenti pareti rocciose al quale si accede dal centro del villaggio; il pertugio è così stretto che alcuni grossi massi, franati nei secoli dalla vetta della collina, vi sono rimasti incastrati tanto da costituire una sorta di tetto naturale. Ed è ancora qui, tra queste pittoresche isolette, che la Svezia ci fa dono dell’ultima sorpresa. Una scalinata in legno permette di giungere fino alla vetta della Vetteberget, una collina dalla quale è possibile abbracciare con lo sguardo gran parte dell’arcipelago: e nessuna macchina fotografica riuscirà mai ad eguagliare le immagini che restano impresse nei nostri occhi prima di salutare questo splendido angolo di Scandinavia.

PleinAir 405 – aprile 2006

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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