Piaceri secolari

Su e giù con il v.r. fra i paesi presepio del Vulture, dominati da castelli che hanno fatto la storia del nostro Sud e incorniciati da una natura di generosa e inconsueta bellezza. Mete, paesaggi, incontri di una Lucania da ricordare.

Indice dell'itinerario

Immergersi in un ambiente naturale tanto rigoglioso quanto umanizzato da millenni, farsi sorprendere da tesori d’arte e di storia, gustare ovunque cibi e bevande genuini, respirare un diffuso clima di sicurezza sociale… Sono i tratti essenziali di una vacanza in Lucania, cui si aggiunge il piacere di incontrare ospiti affabili e rispettosi, fieri e tenaci, talvolta inconsapevoli della propria ricchezza. Non manca un pizzico di avventura per chi, soprattutto se alla guida di un veicolo di una certa stazza, si trova ad affrontare le tortuosità e la ridotta larghezza delle strade secondarie, nonché la carenza di parcheggi e di attrezzature per il turismo itinerante: ma per i visitatori più accorti che non temono il viaggio lento, e anzi lo cercano, le ragioni del sì prevalgono di gran lunga su quelle del no, come abbiamo potuto verificare in due indimenticabili settimane primaverili vissute nelle località più o meno note dell’interno e tra la schietta umanità delle persone.

All’ombra del vulcano
A chi proviene da nord ed esce dalla Napoli-Bari al casello di Candela, la Basilicata si presenta con un inconfondibile biglietto da visita: la sagoma a cono del Vulture, vulcano spento che impronta di sé un vasto territorio. Lo sottolineano i boschi e i castagneti che ammantano le pendici della montagna, i materiali lavici che predominano nelle costruzioni, gli stabilimenti di alcune famose acque minerali e i preziosi vitigni dell’Aglianico, nutriti da fertili terreni di origine eruttiva.
Solitamente la prima meta è la cittadina di Melfi, capoluogo d’elezione del comprensorio, ma se si vuole stabilire una base logistica da cui partire per l’esplorazione dei dintorni conviene proseguire sulla statale Ofantina dirigendosi ai Laghi di Monticchio, dove si trovano le sole strutture della zona dedicate ai veicoli ricreazionali e in particolare l’unico campeggio, adagiato in riva al Lago Grande. Qui inoltre abbondano i locali di ristoro ed è possibile noleggiare biciclette e imbarcazioni, trattandosi di un’area ricreativa molto frequentata in special modo nei giorni festivi (durante i quali è attiva una funivia per la cima del vulcano, a 1.326 metri di quota). L’affollamento di certi periodi non rende giustizia alla bellezza del luogo, ma sono comunque da provare le placide escursioni nautiche e una bella passeggiata alla portata di tutti, che in circa un’ora sale al belvedere della settecentesca abbazia di San Michele Arcangelo. Su richiesta si può visitare l’interno del maestoso complesso, che spicca tra il verde con i suoi intonaci in una delicata tonalità pastello, e al ritorno fare il giro del Lago Piccolo, incrociando una zona umida protetta attraversata da passerelle di legno e più avanti i ruderi di una precedente abbazia del XII secolo, anch’essa benedettina, dedicata a Sant’Ippolito.
Quanto all’itinerario stradale che abbiamo sperimentato, se si vuole o si deve fare ritorno ai Laghi ogni sera, è possibile ricondurlo facilmente a tre o quattro circuiti. La prima esplorazione, superate Rionero in Vulture e Atella, ci porta sulla stradina interna che sale all’abbazia di Santa Maria di Pierno, ancora una sede benedettina: secondo la tradizione, a fondarla su un pianoro dell’omonimo monte a quasi 1.000 metri di quota fu San Guglielmo da Vercelli nel 1122. Danneggiato dal terremoto del 1980, da qualche anno il santuario è stato riaperto al culto e ai pellegrinaggi. Malgrado i rifacimenti del XVI secolo, conserva l’originario impianto romanico e non manca di suggestione, meritando una sosta prima di proseguire in direzione di San Fele. Il borgo, risalente alla dominazione di Ottone I di Sassonia, mostra sul pendio di una sella rocciosa i ruderi della primitiva fortezza e un tappeto di case così fitto da non lasciar immaginare le vie di accesso. Esiste un parcheggio urbano agibile anche da qualche camper, ma l’imbocco è difficoltoso: meglio fermarsi fuori dell’abitato e proseguire a piedi. Un’oretta di visita e si riparte verso il boscoso Passo delle Crocelle, che oltrepassiamo diretti a Muro Lucano. La cittadina, che sembra come spalmata sui fianchi di un canalone, è un’autentica sorpresa che impegna il resto della mattinata e buona parte del pomeriggio. Arrivandovi dall’alto se ne apprezza prima di tutto il nucleo medioevale, costruito su un precedente insediamento di origine romana e sovrastato dalla cattedrale e dall’attiguo castello normanno (chiuso al pubblico), mentre in basso si trova la parte rinascimentale e moderna. Occorre un po’ di pazienza per parcheggiare il camper, visto anche il non facile impianto urbanistico, ma poi inizia una piacevole ricognizione con meta il belvedere sommitale che domina lo stesso castello e si apre su un vastissimo panorama. Tornando indietro dal versante della cattedrale, originaria del Mille e sottoposta qualche anno fa a un contestatissimo restauro, non si può mancare la visita del sorprendente Museo Archeologico allestito di recente in un complesso monumentale (vedi riquadro ‘Radici’). Dalle terrazze dell’edificio si scorge il sentiero didattico realizzato dal Comune tra le grotte e i ruderi del canyon, ed è un invito all’ultima passeggiata del giorno.
Per tornare ai Laghi di Monticchio, che da qui distano meno di 50 chilometri, si percorre verso nord la statale 7 Appia per Castelgrande e Pescopagano, da dove si riprende l’Ofantina; ma finché c’è luce è preferibile attardarsi a Muro Lucano e poi cercare una sistemazione per la notte nei parcheggi del centro commerciale, organizzato a valle intorno alla stessa statale. La prossima destinazione è infatti Avigliano, che si trova a circa 40 chilometri verso sud-est. Dopo vari tratti di strada incuneati in una selvaggia forra, superato il piccolo centro di Ruoti si devia per il paese in bella posizione assolata. I primi parcheggi utili per la visita a piedi, senza contare quelli più defilati della zona artigianale, s’incontrano nei pressi della stazione ferroviaria, altrimenti occorre guadagnare la parte più alta dell’abitato. Al nucleo medioevale di Avigliano si accede dalla centrale Piazza Gianturco, di aspetto ottocentesco, e camminando per vicoli si sbuca davanti alla cattedrale di Santa Maria del Carmine. Vi è custodita una veneratissima statua della Madonna scortata in processione ogni anno, a metà luglio, lungo i 9 chilometri di tornanti che s’avvitano sulle pendici del Monte Caruso fino alla strepitosa terrazza panoramica del santuario del Carmine, ora affiancato da una casa del pellegrino e da una installazione di pale eoliche. In camper si percorre la stessa strada e, dopo una sosta ritemprante, dal bivio del santuario s’inizia a scendere verso Lagopesole, quasi zoomando dall’alto sul possente maniero. Ai suoi piedi, fra gli impianti sportivi, si trova un parcheggio adatto anche al pernottamento, da cui si diparte un largo acciottolato interdetto al traffico che in una decina di minuti sale al castello. Restaurato in anni recenti, è l’ultimo di quelli fatti costruire da Federico II: iniziato nel 1242, forse su una preesistente struttura normanna, e interrotto dopo otto anni alla morte dell’imperatore, oggi stupisce per la modernità delle volumetrie e degli spazi interni, resi ancora più affascinanti dall’ambientazione di un interessante museo storico-archeologico che offre anche visite guidate. All’imbrunire, solita opzione: tornare ai Laghi di Monticchio, percorrendo una trentina di chilometri sulla superstrada 658 in direzione di Foggia sino a Rionero in Vulture (in alternativa si può prendere la statale 93 che passa per Atella) o restare e chiudere al meglio la giornata in qualche ristorante tipico.

Segreti sacri e profani
Da Lagopesole numerose segnalazioni conducono in meno di un’ora ad Acerenza, prima con un tratto di superstrada verso Potenza e poi con la statale 169. Dopo Pietragalla una bretella panoramica si stacca decisamente verso gli 833 metri della cittadina, che si rivela subito avara di parcheggi e richiede un po’ d’impegno per trovare una soluzione. Siamo nell’antica Acheruntia citata da Orazio, sorta e stratificatasi su un’area di insediamenti preistorici: ma a dominare la scena è l’imponente cattedrale dedicata all’Assunta e a San Canio, fondata nel Mille, parzialmente rimaneggiata due secoli dopo e oggi considerata uno dei più insigni monumenti romanici dell’Italia meridionale. Spettacolare è soprattutto l’interno dai singolari giochi di luce, che hanno fatto pensare a riti esoterici e a un misterioso tesoro dei Catari. Di certo c’è la bellezza dell’architettura e delle opere d’arte, in particolare quelle della cripta ristrutturata in epoca rinascimentale. All’esterno si passeggia tra una corona di case e un belvedere ricavato su brandelli di mura, da cui lo sguardo scivola sulle lievi ondulazioni della Murgia un tempo ammantate di foreste. Al cospetto del paesaggio la memoria va all’Ars venandi cum avibus, il manuale di falconeria scritto da Federico II che, oltre a Lagopesole, in quest’area aveva eletto tre dimore di caccia: a Melfi, a Lavello e a Palazzo San Gervasio, facilmente individuabile a meno di 30 chilometri davanti a noi. Dunque andiamo a vedere, scendendo verso la pianura e oltrepassando Banzi. Il castello delude a causa dello stato di abbandono in cui versa, ma proprio durante la nostra visita apprendiamo che i lavori di restauro attesi da tempo inizieranno nel giro di qualche mese; ci consoliamo con soddisfazione alla tavola dell’Osteria Manfredi, un ristorante tipico di classe superiore situato proprio accanto al duomo.
Si riparte alla volta di Venosa per la provinciale 168, una solitaria via di meditazione attraverso le campagne, che si immette nei quartieri nuovi dove è più facile sistemare il camper. In pochi passi ci si ritrova nell’animata Piazza Umberto e sotto i portici che cingono due lati del castello, sorto nel 1470 al posto dell’antica cattedrale e ora sede di un eccellente Museo Archeologico Nazionale la cui visita lascia decisamente soddisfatti. Il biglietto include l’ingresso al Parco Archeologico posto circa un chilometro a nord, appena fuori del nucleo antico, edificato in massima parte sulla Venusia che nel 65 a.C. diede i natali proprio al ricordato Orazio. Il poeta latino è tuttora il principale testimonial della città: si passeggia fra tabelle murali con sue citazioni famose, si incrocia la piazza con la statua a lui dedicata, si sfiora quella che fu forse la sua abitazione presso l’attuale duomo cinquecentesco, si ammirano inserti lapidei d’epoca romana e infine si arriva nell’area degli scavi. Qui si trovano i resti delle terme, dell’anfiteatro, di un battistero paleocristiano, di case, di catacombe ma, soprattutto, le incompiute strutture della stupefacente abbazia della Trinità, risalente all’XI secolo. Di fronte a questa, il parcheggio dei visitatori si svuota verso sera ed è ottimo per trascorrervi la notte: non resta dunque che spostarvi il camper, sempre che non si torni ai Laghi distanti meno di 40 chilometri per la via più diretta (Ginestra, Barile e Rionero in Vulture). Per chi fa colazione a Venosa, magari nel Caffè Orazio, la prossima naturale destinazione è Melfi. Le brevi distanze lasciano anche il tempo per una deviazione a Ripacandida, dove ammirare un gioiello misconosciuto: un ciclo di affreschi sulle storie della Bibbia realizzato nel ‘400. Ispirato al Giotto di Assisi, riveste le pareti e le volte della chiesa-convento di San Donato, il patrono del borgo solennemente festeggiato ai primi di maggio. Adiacente alla chiesa si scopre un’altra chicca: un parco pubblico del primo ‘900 che è al tempo stesso un orto botanico, impreziosito da rare specie arboree come tassi giganti, sequoie e lecci secolari. Ma davvero non c’è due senza tre: Ripacandida è infatti sede di un consorzio regionale e di un centro promozionale di apicoltura (vedi riquadro “Sapore di miele”). La scoperta lascia il dolce in bocca fino alla nostra ultima meta, che si guadagna velocemente prendendo a Rionero in Vulture la superstrada Potenza-Melfi. Chi preferisce può invece continuare sulla statale per Barile e quindi per Rapolla, dove soffermarsi tra le antiche cantine in grotta che il Comune ha ristrutturato.
Melfi è annunciata da una periferia urbana sconosciuta ai paesi presepio della Lucania. Per ritrovarne l’aria bisogna avvicinarsi quanto più possibile al centro storico ancora avviluppato dalle mura del ‘400, parcheggiare alla prima occasione (ad esempio nei pressi del Municipio o in Piazza Marconi) e incamminarsi nuovamente per vicoli verso il castello di Federico II. Se si parte dal capo opposto entrando dalla Porta Venosina, accanto alla Villa Comunale, dapprima si scoprono quasi tutte le principali chiese più o meno rimaneggiate in epoca barocca, incluso il sontuoso complesso del duomo e del vescovado, e per ultima si raggiunge quella che l’imperatore svevo aveva scelto fra le sue principali dimore, facendo ristrutturare il precedente impianto normanno. Qui egli promulgò le Costitutiones, una serie di leggi non certo democratiche ma che costituivano il primo corpo giuridico dell’era feudale. In seguito, dopo varie dominazioni, il castello subì un lento declino; restaurato in anni recenti, accoglie uno dei cinque musei archeologici nazionali della regione, conserva alcune sale arredate dai Doria, gli ultimi castellani, e fornisce il perfetto scenario di una periodica rievocazione autunnale in costume, con immancabili esibizioni di falconeria. Da qui, lasciandosi questa volta alle spalle la sagoma del vulcano che ci aveva dato il benvenuto, si torna in breve a Candela e all’autostrada.

Testo e foto di Alberto Galassetti

PleinAir 453 – aprile 2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio