Pescina e il Sentiero Silone, la voce della Marsica

Dalla cittadina di Pescina al paesaggio circostante, un sentiero di recente inaugurazione ripercorre la vita e l’opera di Ignazio Silone

Indice dell'itinerario

Una piccola città della Marsica ha dato i natali a due straordinari personaggi. Nel 1602 a Pescina nasce Giulio Mazzarino: rampollo di una nobile famiglia siciliana di passaggio per l’Abruzzo, diventerà cardinale e avrà un ruolo importante nella storia della Francia del Seicento. Bibliofilo e amante della cultura (a Parigi esiste ancora la Bibliothèque Mazarin), sarà primo ministro di Luigi XIV, il Re Sole.

La loggetta di Palazzo Mazzarino
La loggetta di Palazzo Mazzarino

Il personaggio che vede la luce a Pescina nel 1900 si chiama Secondino Tranquilli e proviene da una famiglia poco più che povera. Ha un’infanzia tranquilla, che lascia il posto a un’adolescenza dura. Nel 1911 muore il padre Paolo, quattro anni dopo il terribile terremoto della Marsica uccide la madre Marianna e distrugge la casa di famiglia. Scriverà qualche anno dopo ricordando quei momenti: “S’è fatta d’improvviso una fitta nebbia. I soffitti si aprivano lasciando cadere il gesso. Quando la nebbia di gesso si è dissipata c’era davanti a noi un mondo nuovo.

Palazzi che non esistevano più, strade scomparse, la città appiattita… E figure simili a spettri tra le rovine”. Negli anni che seguono il sisma Secondino diventa un militante di sinistra, prima nel Partito Socialista e poi nel Partito Comunista Italiano. Il fascismo lo costringe a nascondersi e quindi a emigrare in Svizzera, dove vive per sedici anni. I contrasti con Stalin e con il Partito Comunista di Togliatti lo convincono a dedicarsi alla scrittura con lo pseudonimo di Ignazio Silone.

Museo Silone, foto d'epoca
Museo Silone, foto d’epoca

Il suo primo romanzo, Fontamara, esce nel 1930. Seguono Il seme sotto la neve, Vino e pane, Il segreto di Luca, l’autobiografia Uscita di sicurezza. E L’avventura di un povero cristiano in cui racconta in forma teatrale la storia dell’eremita Pietro da Morrone che diventa Papa Celestino V, abbandona il soglio pontificio (gesto in cui i contemporanei di Dante identificarono il “gran rifiuto” vituperato da Dante) e muore prigioniero nel carcere di Fumone. Nel 1313, meno di vent’anni dopo, la chiesa lo santifica con il nome di San Pietro Celestino.

Museo Silone, la sua scrivania
Museo Silone, la sua scrivania

Se la Marsica e l’Abruzzo sono l’orizzonte geografico del lavoro di Silone, la giustizia sociale e la fede ne rappresentano i temi più importanti. Scrive a proposito di quello che forse è il suo libro più noto: “Se Fontamara ha un merito è quello di aver rivelato questa universalità del cafone. La sofferenza del contadino povero è la stessa in tutti i paesi”. Aggiunge nell’introduzione al volume Abruzzo del Touring Club Italiano: “La Maiella è il Libano di noi abruzzesi. I suoi contrafforti, le sue grotte, i suoi valichi sono carichi di memorie”.

Torre Piccolomini
Torre Piccolomini

Morto in Svizzera nel 1978, è sepolto a Pescina ai piedi del vecchio campanile della chiesa di San Berardo, “con una croce di ferro appoggiata al muro e la vista del Fucino, in lontananza”, come aveva chiesto in un suo scritto. Nella cittadina, che ospita istituzioni culturali come il Centro Studi Silone, il teatro San Francesco, il Museo Silone e la Casa Museo Mazzarino, vi sono monumenti importanti quali il duomo di Santa Maria delle Grazie e la chiesa di Sant’Antonio da Padova. Domina il centro la Torre Piccolomini, eretta nel Medioevo al posto di un torrione preromano. Sul colle della Rocca Vecchia si ammirano gli imponenti resti delle mura dell’acropoli costruita dai Marsi tra il VI e il IV secolo a.C. A emozionare è l’atmosfera solenne e silenziosa del centro, dove gran parte degli edifi ci non è stata recuperata dopo il terremoto del 1915.

Il duomo di Santa Maria delle Grazie
Il duomo di Santa Maria delle Grazie

Alla base dei pendii su cui sorge la parte storica le limpide acque del Giovenco offrono una parentesi di frescura nella calura estiva. Pescina è uno dei paesi dell’Abruzzo più facili da raggiungere. Dall’omonimo casello della A25 Roma-Pescara bastano due chilometri per raggiungere il centro storico. Migliaia di persone in ogni momento dell’anno passano da qui per dirigersi verso Pescasseroli e gli altri centri del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, lungo la vecchia statale Marsicana che sale verso Gioia Vecchio o tramite la piacevole strada che risale la Valle del Giovenco e tocca Ortona dei Marsi e Bisegna.

Un’illustrazione di Clément Moreau ispirata al romanzo Fontamara custodita nel Museo Silone
Un’illustrazione di Clément Moreau ispirata al romanzo Fontamara custodita nel Museo Silone

Il nuovo Sentiero Silone offre un motivo in più per una tappa in questo centro della Marsica. Ideato il 22 agosto 2014 (nell’anniversario della morte dello scrittore) durante una conferenza tenuta da chi scrive, cercato con intelligenza e attenzione da Roberto Ranalli e provvisto di segnaletica grazie ai soci della sottosezione CAI di Pescina, richiede circa tre ore di cammino attraversando ambienti e monumenti di grande suggestione. E permette di leggere o rileggere, grazie a brani scelti dai suoi libri, le parole di Ignazio Silone nei luoghi che lo hanno ispirato. S’inizia esplorando il centro storico e toccando i principali monumenti, quindi si scende ad attraversare il Giovenco e poi si sale con un tratto ripido fino alla Croce dei Passionisti, che offre uno straordinario colpo d’occhio sul paese.

Un dettaglio della statua raffigurante il cardinale Mazzarino
Un dettaglio della statua raffigurante il cardinale Mazzarino

Una discesa riporta al fiume, che si costeggia toccando un mulino e una centrale elettrica in abbandono. La salita più faticosa dell’anello conduce a un crinale dove ci si affaccia sulla Contrada dei Serpari di Silone e su un panorama che abbraccia il Fucino e le vette del Viglio, del Sirente e del Velino. Sul crinale si raggiungono le mura della Rocca Vecchia, si sale nel rimboschimento, si scende al Monumento all’Alpino che offre una veduta sulla Torre Piccolomini e sul centro. La discesa finale, spettacolare e comoda, permette di scoprire la torre, i resti della chiesa di San Berardo e la tomba di Silone, accanto ai ruderi della città morta. Le ultime rampe riportano direttamente al centro storico. 

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