Pesaro, città e campagna

Qui, provo un incanto di cui non so darmi ragione: un po' come amore; così Stendhal, nel maggio 1817, ricordava l'entroterra di Pesaro e la campagna marchigiana. Partendo dal capoluogo vi invitiamo anche noi ad innamorarvi della patria di Gioacchino Rossini.

Indice dell'itinerario

La campagna precipita nell’Adriatico creando un’alta falesia verdeggiante di ginestre, disseminata di ville e borghi medioevali. Al centro, Pesaro, un capoluogo di notevoli tradizioni e fermenti culturali, riscontrabili nei numerosi musei e nelle importanti manifestazioni che lo animano tutto l’anno, oltre che nella sapiente commistione di passato monumentale, valori ambientali e strutture moderne. La visita della città inizia idealmente in Piazza del Popolo, dal Palazzo Ducale, il cui nucleo originario risale alla signoria di Malatesta dei Sonetti (1368-1429). Da allora il monumento ha subìto molte modifiche e vari danneggiamenti, ed oggi è sede della Prefettura. Non lontano dalla piazza sorge la Rocca, attualmente in fase di avanzato restauro, edificata nel 1474 da Costanzo Sforza. Per raggiungerla, si può seguire Via San Francesco, scoprendo così la facciata settecentesca con portale gotico del Santuario della Madonna delle Grazie (all’interno begli affreschi del Tre-Quattrocento).
Da Via Don Minzoni si imbocca Via Gioacchino Rossini: nella nobile casa al numero 34, oggi adibita a museo, nacque nel 1792 il grande compositore. A breve distanza, la cattedrale; durante i restauri del 1865 fu rinvenuto un ampio mosaico pavimentale di 900 metri quadri, che risalirebbe al VI secolo. Visitata la seicentesca chiesa di Sant’Ubaldo, raggiungiamo Via Mazza (vicino al Conservatorio Rossini) su cui si affaccia il Palazzo Almerici, sede della Biblioteca e dei Musei Oliveriani; questi custodiscono una cospicua raccolta di testi, stampe e oggetti antichi donati al Comune, nel 1756, dall’erudito pesarese Annibale degli Abati Olivieri. A questa prima si sono aggiunte altre donazioni, tra cui i reperti rinvenuti il secolo scorso nella necropoli presso Novilara, risalente all’Età del Ferro. Prima di tornare in piazza, osserviamo la chiesa del Nome di Dio, con portale in pietra d’Istria e dipinti seicenteschi.

Borghi, ville e castelli
A nord della città si alza il bel promontorio di Monte San Bartolo, oggi Parco Naturale Regionale. Attraverso dolci e morbide colline si giunge a Fiorenzuola di Focara, di origine romana, su uno sperone quasi a picco sul mare. Si segnalano la bella porta d’accesso, i resti della chiesa di Sant’Andrea, la torre campanaria ma soprattutto lo splendido belvedere. In basso si scorge l’intatta spiaggia che delimita il promontorio, raggiungibile in barca o a piedi grazie a diversi sentierini, ancora non ben segnalati.
Proseguendo sulla panoramica si arriva a Gabicce Monte per poi discendere verso Cattolica, già in territorio riminese. Nei pressi è la Rocca di Gradara, dove si sarebbe svolto il dramma di Paolo e Francesca, reso celebre da Dante. Verso Urbino incontriamo il piccolo nucleo di Montefabbri, uno dei centri murati meglio conservati della zona, di chiara impronta medioevale. Poco lontano, Colbordolo, con i suoi saliscendi, le chiese e le mura intatte consente una bella passeggiata nella storia.
Tornati verso la Valle del Foglia, raggiungiamo Montelabbate: proprio sulla statale per Pesaro, nei pressi di una villetta in stile nordico, si stacca la stradina per l’Abbadia di San Tommaso in Foglia, oggi trascurata, dove il 9 ottobre 1047 morì papa Clemente II: tre croci murate sulla facciata della chiesa romanica ricordano l’evento. Risalendo le colline alle spalle del grosso complesso industriale della Scavolini, la strada raggiunge piacevolmente Sant’Angelo in Lizzola dalle intatte mura medioevali, la bella scalinata che conduce alla Piazza del Comune, l’antica porta del castello. Superato Monteciccardo e il Conventino del ‘500, si giunge a Mombaroccio: la splendida Porta Maggiore introduce ad un centro storico quasi perfetto, dove spicca la chiesa di San Marco (all’interno, il Museo di Arte Sacra e un ricco Museo della Civiltà Contadina).
Tornando verso Pesaro, l’itinerario prosegue per Candelara, famosa per il clima salubre, per il panorama a 360° dall’Appennino al mare, e per il castello, forse il più intatto della Valle del Paglia. La fortezza malatestiana rappresenta un complesso difensivo d’avanguardia nell’architettura militare quattrocentesca. Infine si punterà a Novilara, nei pressi della cerchia urbana, al centro dell’area archeologica più importante del Pesarese; da qui provengono molti dei reperti ospitati nel Museo Oliveriano.

PleinAir 310 – maggio 1998

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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