Per la diritta via

Nel panorama italiano ancora piuttosto avaro di percorsi cicloturistici, quello della Destra Po è una pregevole eccezione.

Indice dell'itinerario

Per 135 chilometri, il percorso cicloturistico Destra Po si snoda in provincia di Ferrara da Stellata sino alla foce del fiume, nei pressi di Gorino Ferrarese. Si tratta di una strada adattata alle esigenze di chi si muove a pedali, che permette di costeggiare in assoluta tranquillità la destra orografica del Po nel suo tratto finale. I panorami sono amplissimi, con vedute sulla pianura verso destra e suggestive aperture sull’andamento del corso d’acqua alla sinistra. Si parte dalla rocca di Stellata alla confluenza tra il Panaro e il “grande fiume”, dove un’ampia spianata golenale ospita i ciclisti che trovano refrigerio sotto le fronde di numerosi pioppi. Si prende a pedalare su un argine che si fa subito poderoso e porta verso la chiusa delle Pilatesi, una delle prime, numerose opere di un complesso sistema di contenimento idrico costituito da chiuse, chiaviche e idrovore.
Il paese di Bondeno è un gradevole incontro prima di ridiscendere il lato opposto del Panaro. Una mezza dozzina di chilometri più in là ed è nuovamente Po: qui si affacciano bilancioni per la pesca e aree naturalistiche protette di grande interesse, come il bosco ripariale di Porporana e numerose isole fluviali. Poco oltre, sul lato opposto, si intravede il campanile di Occhiobello. In questo punto il fiume ha una notevole portata d’acqua e qui è ancora vivo il ricordo della drammatica alluvione del 1951, che provocò l’allagamento di una vastissima porzione di Pianura Padana.
Scendendo dall’argine si potranno cercare tra i campi le “delizie estensi”, castelletti e ville fortificate di campagna risalenti al Cinquecento, così come fare una puntatina a Ferrara. Tornati sulla ciclabile, a Berra si incontra uno degli ultimi traghetti fluviali sopravvissuti alla modernità. La curiosità di chi pedala senza traffico, incrociando solo rari veicoli agricoli e ciclisti, viene solleticata dalla Riserva delle Dune Fossili a Massenzatica e successivamente dal castello estense di Mesola: nell’omonimo bosco scorrazzano daini e cervi delle dune; tutt’intorno ci sono tratti sotto il livello del mare che creano un’alternanza tra vegetazione ripariale e golene allagate ricoperte da canneti, ninfee e lenticchie d’acqua.
Infine, prima del porto peschereccio di Gorino, base di partenza anche per escursioni turistiche sul Delta, si incontra un caratteristico ponte di barche (a pagamento per tutti i veicoli a motore, gratuito per le biciclette). Qui la pista ha ufficialmente termine, ma gli amanti della natura possono proseguire sulle tracce di un sentiero sterrato che fiancheggia i canali dove si asciugano le reti dei pescatori: su un’isoletta creata dal fiume, che ogni anno regala centimetri alla terraferma, si arriva così al faro (visibile da buona distanza), suggestiva conclusione dell’itinerario.

PleinAir 374 – settembre 2003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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