Passo del Cerreto, l’Himalaya di noialtri

Il valico che unisce la Lunigiana e la pianura reggiana consente agli amanti della montagna di allenarsi per escursioni di altissimo livello senza togliere ai meno esperti la possibilità di passeggiare e sciare tranquillamente fra paesaggi di amplissimo respiro

Indice dell'itinerario

Un passo, un respiro, un colpo di piccozza. Avanzo a fatica nella neve fresca che mi arriva al ginocchio cercando l’appiglio per il rampone sul ghiaccio, nascosto dalla coltre bianca. Mi manca il fiato sulla ripidissima pendenza, ma la corda legata alla vita mi indica la via e il sorriso limpido del capocordata, sulla cima della cresta che stiamo salendo, mi rassicura. Il paesaggio del Passo del Cerreto attorno a me è spettacolare: vette ripide e sassose, non un elemento umano a rovinare la scena, corvi imperiali che segnano il cielo indaco, nessun altro escursionista in vista e la nebbia che nasconde la valle. «Se impari ad andare in montagna qui da noi – dice Massimo Ruffini, per tutti affettuosamente il Ruffo, la guida alpina che ci accompagna sulla vetta del Monte La Nuda – puoi scalare e sciare e arrampicare ovunque».

Sentiero la Nuda, un momento della salita
Sentiero la Nuda, un momento della salita

A quanto pare non è solo lo slogan che già ripetevano i grandi slalomisti della valanga azzurra, Tomba e Compagnoni in testa, che si sono formati proprio su queste piste dell’Appennino Tosco-Emiliano, ma qualcosa in cui tutti gli istruttori e maestri del circondario credono fermamente. Ce lo ripetono anche i responsabili del Soccorso Alpino che ci raggiungono sul sentiero per la Cima Belfiore durante la lezione di tecnica alpinistica e sicurezza Artva (apparecchio di ricerca per travolti dalla valanga). Un corso organizzato in un paesaggio mozzafiato: le Alpi Apuane sullo sfondo, il mare che si intravede oltre la nebbia, la cordigliera dell’Alpe di Succiso alle spalle.

Siamo saliti per il primo tratto con gli impianti del Cerreto Laghi, accessibile anche ai pedoni; quindi, indossate la ciaspole, con una pista di raccordo sulla sinistra abbiamo guadagnato il costone del monte per poi proseguire sulla cresta ripida e rocciosa. Da qui, inforcati i ramponi e apprese le nozioni di progressione in cordata, ci stiamo dirigendo verso l’ultima sella oltre l’arrivo della seggiovia, da dove svolteremo a sinistra per raggiungere con il sentiero Alta Via dei Parchi – che collega le principali cime delle aree protette di crinale – la Cima Belfiore, alternando tratti esposti a vallette più sicure.

Lezione di scialpinismo di Samuele Sentieri sulla parete della Nuda
Lezione di scialpinismo di Samuele Sentieri sulla parete della Nuda

Le vette dell’Appennino Tosco-Emiliano sono una palestra ideale per gli appassionati che vogliono accrescere la loro esperienza accompagnati da guide esperte, motivate e appassionate. La montagna ha le forme perfette delle antiche cime; la neve, a causa delle altitudini minori e della strettezza delle valli, cambia continuamente tipologia in una variabilità eccezionale e molto istruttiva rispetto alle Alpi. I bianchi silenzi e la perfetta solitudine delle cime, non toccate dallo sviluppo di impianti di risalita e scarsamente affollate a eccezione delle festività, sono alla portata di scialpinisti e arrampicatori e con tempi di avvicinamento molto brevi.

«Questo non significa che siano più facili» ci ricorda il Ruffo, mentre mostra l’azionamento di un Artva, come muovere una sonda e come spostare la neve con la pala. «Anzi, gli Appennini possono essere una montagna difficile, dura e talvolta estrema. Per questo sono così istruttivi! ». La nostra giovane guida può dirlo con certezza: a soli trentuno anni ha già partecipato a tre spedizioni sopra gli 8.000. «Ma tutto è nato qui, sotto lo sguardo della Pietra di Bismantova, dove ho fatto la mia prima arrampicata. Questo è luogo magico, perché la montagna trasforma la vita in un sogno».

Una pista di Cerreto Laghi: sullo sfondo si ammirano i monti Cavalbianco e Cusna
Una pista di Cerreto Laghi: sullo sfondo si ammirano i monti Cavalbianco e Cusna

Ed è la scuola ideale anche per i principianti, che possono avvicinarsi alle prime esperienze in sicurezza e spaziare dal tracciato battuto al fuoripista più aggressivo. Iniziando a sognare. Ne è convinto anche Samuele Sentieri, campione di scialpinismo che oggi lavora come maestro di sci negli impianti di Cerreto Laghi. Scende con facilità e con qualche curva spettacolare dal versante ripido della Nuda, che ha scalato con le pelli di foca; ci raggiunge per raccontarci l’amore per queste piste così poco commerciali, che sanno regalare tanto ad allievi ed esperti.

Cerreto Laghi, una sosta al rifugio
Cerreto Laghi, una sosta al rifugio

Anche a lui, che qui ha mosso i primi passi e che qui si è allenato per raggiungere lo scorso ottobre il suo secondo ottomila (il Manaslu). Sarà per l’ispirazione e la poesia che questi paesaggi sanno regalare che persino il piccolo Bivacco Rosaro, appollaiato sopra il Vallone dell’Inferno, facilmente raggiungibile a piedi dal fondovalle nonostante il nome, ha un aspetto tanto nepalese, con sciarpe da preghiera appese al vento e santini buddisti alle pareti. Ed eccoci pronti per il nostro Himalaya, iniziando a sognare.

Dai 2.000 agli 8.000

Sentiero di ritorno per Cerreto Laghi
Sentiero di ritorno per Cerreto Laghi

La scuola del piccolo Himalaya appenninico ha portato anche quest’anno i suoi alpinisti sul tetto del mondo: il 4 ottobre scorso Samuele e Massimo hanno affrontato la salita alla cima del Manaslu senza ossigeno. Le nostre due guide non sono nuove alle grandi imprese. Insieme, nel 2012, sono scesi con gli sci dalla più alta vetta americana, il Denali (o Mount McKinley, 6.194 m) e nel 2011 hanno affrontato il massiccio del Gasherbrum, che nelle tre cime più alte supera quota 8.000.

Ma quest’avventura prevedeva una difficoltà ancora maggiore, e non solo per l’altezza di 8.163 metri: il team del 2014, che comprendeva anche Mauro Zannoni e Nicola Campani, ha scelto di organizzare il viaggio salendo dal campo base (5.600 m) fino alla vetta senza portatori e senza ossigeno e di allestire solo tre campi superiori invece dei normali quattro utilizzati dalle altre squadre. La notte del 4 ottobre Samuele e Massimo hanno affrontato la salita nel buio e nel freddo. Quando all’alba hanno raggiunto i 7.400 metri del campo 4, entrambi presentavano sintomi di congelamento alle estremità. Il calore del sole ha ridato coraggio e forze alla coppia, che ha proseguito ancora fino a quota 7.800, ma arrivati in vista della cima Massimo ha cominciato a temere fortemente per il suo piede destro, che non dava segni di vita dalla mattina.

Con una scelta coraggiosa da perfetto capospedizione, prima di perdere la lucidità e conservando le energie per il ritorno, Ruffo ha scelto di tornare indietro, lasciando a Samuele il tempo di raggiungere la vetta in solitaria. Ora sono pronti per un’altra stagione invernale nel loro piccolo mondo magico che gli ha insegnato a sognare in grande: sul loro amato Appennino si allenano per la prossima sfida, la discesa con gli sci dall’Elbrus (5.642 m), la cima più alta del Caucaso, che affronteranno in primavera.

Itinerari per tutti

Bivacco Rosaro
Bivacco Rosaro

Oltre alle escursioni alpinistiche in quota – per le quali, a chi non vanta una buona conoscenza della montagna, consigliamo l’accompagnamento di una guida – ci sono numerosi sentieri adatti agli escursionisti con le ciaspole e alle famiglie. Il più affascinante, ma che richiede un certo allenamento, è il sentiero GEA 00 per il Bivacco Rosaro; parte alla fine della strada asfaltata alle spalle del palaghiaccio, che si imbocca all’inizio del parcheggio di Cerreto Laghi.

Il tracciato sale quasi parallelo alla strada che si intravede tra gli alberi, guadagnando pochi metri di quota sino al primo bivio per il Belvedere degli Alpini: salendo dolcemente e con facili guadi di torrenti si raggiunge il bivio per il Passo del Gatto. Inizia qui la salita più ripida, sempre nel bosco; attraverso la Valle dell’Inferno, molto più accogliente del suo nome, si raggiunge la conca del bivacco in circa due ore (un’ora senza neve), con un sentiero ben indicato dai segni rossi e bianchi del CAI su pietre o alberi. Altrettanto spettacolare e forse ancor meno impegnativo il sentiero per le sorgenti del Secchia, che segue sempre un tratto della GEA 00. Si parte dal Passo del Cerreto, poco più in basso di Cerreto Laghi, alle spalle dell’albergo.

Procedendo nel bosco si cammina in dolce salita fino a incontrare la strada sterrata al Passo dell’Ospedalaccio, che si segue per poche decine di metri prima di svoltare a sinistra sul sentiero 00-671: si sale più ripidamente prima nel bosco e poi su un’ampia radura che porta alla Conca del Prataccio e alle panoramiche sorgenti. Da qui, per vie più alpinistiche, si può salire al Monte Alto (1.900 m) proseguendo sull’Alta Via dei Parchi sino alla Punta Buffanaro (si consiglia la guida). Un altro sentiero accessibile persino a famiglie con bambini è l’Anello dei Laghi, che inizia proprio dal piazzale di partenza degli impianti e scende verso i laghi inferiori: a tratti è utilizzato anche come pista da fondo.

Testo di Federica Botta, foto di Alessandro De Rossi

——————–

Tutti gli itinerari di PleinAir sull’Emilia Romagna li puoi leggere sulla rivista digitale sul pc, sul tablet o sullo smartphone. Con un anno di abbonamento a PLEINAIR (11 numeri cartacei) hai a disposizione gli inserti speciali, la rivista digitale e l’archivio digitale dal 2015 (con gli allegati).

Con l’abbonamento a PleinAir ricevi i prossimi numeri comodamente a casa e risparmi!

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio