Passeri solitari

Dalle torri antiche dei mille borghi collinari volano sguardi sulla campagna marchigiana. E si muovono i camper, solitari messaggeri di pace, che gli amministratori più accorti ospitano di buon grado. Sotto le mura di Moresco, per esempio.

Indice dell'itinerario

Nel mezzo, la virtù. Anzi, Moresco, uno tra i centri medievali più caratteristici delle Marche dal quale ci muoviamo per due escursioni opposte, verso Fermo e verso Offida. Al primo impatto sembra ancora una vedetta a guardia della vallata dell’Aso. Invece è un paese ospitalissimo, nostra vecchia conoscenza nonché uno dei primi comuni del pleinair in Italia. I suoi abitanti, appena qualche centinaio, lo hanno custodito con amore restituendo nuovo splendore agli antichi scorci. Non solo, si sono preoccupati di accogliere i “vacanzieri itineranti” che vanno alla ricerca della genuinità delle cose e del calore della gente: ce lo dimostra la bella area di sosta approntata proprio sotto le mura. I tre mezzi che vi troviamo stanno a testimoniare che gli amministratori locali hanno visto giusto.
Il piccolo borgo ci accoglie con l’eptagonale torre merlata che domina la cinta muraria e con la chiesetta che sorge all’esterno. Da qui si può procedere solo a piedi, tra abitazioni sapientemente restaurate, fino alla porta meridionale di accesso alla piazza, la corte dell’antica rocca a pianta ellittica. Dominata da un’altra torre merlata con orologio, la piazza si evidenzia per l’insolito portico che costituiva la terza navata di una chiesa andata distrutta: vi è ancora conservato un notevole affresco.

Verso nord
Peraltro non è necessario allontanarsi molto per scoprire altre bellezze. A pochi passi c’è Monterubbiano, che conserva vestigia medioevali legate alle imprese del Barbarossa e di Francesco Sforza. Qualche chilometro più a nord, un curioso profilo urbano che ricorda una nave annuncia Fermo. Nonostante la sua illustre tradizione e l’influenza nelle vicende storiche dell’Italia centrale, la città di Galeazzo Sforza e di papa Sisto V non ha mai preteso il ruolo di primadonna. E’ ancora oggi discreta e sorniona, lo si avverte anche andando alla scoperta dei suoi tesori per vicoli e scale, fino al Girfalco. Il colle, che domina la città, era un tempo occupato da una grandiosa rocca: oggi al suo posto c’è un’area verde con pini marittimi e cedri del Libano, al di sopra dei quali spicca la bianca mole del duomo. Un altro angolo di rara bellezza è costituito dall’insieme architettonico di Piazza del Popolo, il vero salotto cittadino. I ricchi palazzi che la chiudono ospitano le sale della pinacoteca, del museo e della biblioteca. Una visita alle cisterne romane, colossale opera sotterranea perfettamente conservata e utilizzata fino ai giorni nostri, può concludere il primo approccio. Meglio però preventivare un ritorno: magari in occasione del palio dell’Assunta, spettacolare rievocazione storica in costume con tanto di sfida cavalleresca che si tiene il giorno di Ferragosto.

Verso sud
Da Moresco puntiamo prima su Ripatransone e poi su Offida, città d’arte dominata dalla mole romanico-gotica di Santa Maria della Rocca. Il susseguirsi di vicoli, scale e piazzette, di chiese e palazzi in cotto, disegna nel centro storico una trama preziosa che richiama alla mente il merletto a tombolo. Proprio questo è il più noto tra i prodotti locali: vanta una tradizione di oltre cinque secoli e ora anche una scuola professionale, una mostra permanente nel chiostro di Sant’Agostino e persino un monumento alla merlettaia. La centrale Piazza Vittorio Emanuele II, un triangolo suggestivo nel quale spicca il palazzo comunale (uno tra i più belli delle Marche), è il cuore di un’altra notissima festa popolare legata al fuoco. Quanto alla spettacolare Santa Maria della Rocca, alla sua cripta e ai suoi affreschi, li si raggiunge a piedi poco fuori dell’abitato, ma già isolata in uno spazio infinito, tra il bianco dei monti, l’azzurro del mare, il verde e l’ocra della terra.

PleinAir 320 – marzo 1999

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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