Parco di San Rossore, una nuova primavera

In alcune valli del Piemonte la sera del 16 febbraio l’accensione di grandi falò ricorda la concessione delle libertà civili ai valdesi: a Torre Pellice una passeggiata offre l’occasione di ripercorrere quegli eventi.

Indice dell'itinerario

Ventitremila ettari di estensione nelle province di Pisa e Lucca. Data di nascita 1979, territorio suddiviso in settori ben distinti perché in mezzo ci sono la Via Aurelia e l’autostrada, la ferrovia Genova-Pisa e poi basi militari, centri balneari e la stessa città, splendida icona dell’arte italiana. Altro che wilderness: qui il vero miracolo non è la torre che pende senza cadere. È il parco.

Meno conosciuta di altre, quella di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli è una delle tre grandi aree protette istituite dalla Regione Toscana (le altre sono quelle della Maremma e delle Alpi Apuane). Stendendo la mappa sul tavolo della dinette, se ne percepisce subito la particolare natura. Siamo in una zona decisamente antropizzata, in riva al Tirreno, con centinaia di migliaia di persone che vivono nell’area. Lo stesso accesso al parco non è sempre così agevole. Come spesso accade nel nostro paese, la maggior parte dei terreni (il 55% in superficie) è di proprietà privata, come le tenute di Migliarino e di Coltano. A Camp Darby c’è una base militare americana, e se ne aggiungono di secondarie. Ex tenuta del Presidente della Repubblica, ora di proprietà regionale, lo stesso gioiello naturalistico del parco è da sempre a fruizione decisamente limitata: stiamo parlando di San Rossore, gran bosco planiziario che si estende come un’isola di pace e di verde tra Pisa e il mare.

20220208_suggestivo scorcio della secolare pineta di San Rossore

 

La notizia è che adesso le cose stanno finalmente per cambiare. È in dirittura d’arrivo un nuovo regolamento di fruizione che prevede per San Rossore una vera e propria rivoluzione. Il cuore dell’area protetta, infatti, sta per aprirsi a tutti i visitatori che vorranno riappropriarsi con rispetto e curiosità di questo tesoro della collettività: un pezzo di Toscana miracolosamente scampato all’urbanizzazione, vera ragion d’essere del parco e potenziale motore di un’economia turistica locale basata sulla natura. In particolare, all’area protetta adesso interessa anche la fruizione intelligente e guidata da parte dei turisti che si spostano in camper. In tale ottica vengono organizzati e proposti a cadenza mensile appuntamenti della durata di un finesettimana a loro dedicati. La sosta notturna dei veicoli, in numero massimo di 10-12, viene eccezionalmente consentito all’interno della tenuta stessa e nel corso del soggiorno i partecipanti possono godere di visite guidate negli ambienti più suggestivi della tenuta, come il Fiume Morto Vecchio e le Lame. Lo scorso gennaio abbiamo partecipato al primo degli eventi in programma organizzato dal Centro Visite San Rossore in collaborazione con Caravanbacci, e possiamo ben dire che è stato un successo.

Di seguito vi proponiamo alcuni degli itinerari più belli e facili all’interno della tenuta di San Rossore, nonché informazioni utili su altri siti di particolare interesse del territorio del parco. L’area protetta toscana è pronta a rilanciare il suo ruolo e ad accogliere gli appassionati dell’abitar viaggiando.

20220208_Dune costiere foce di Fiume Morto Vecchio

 

1 – San Rossore Itinerario della foce di Fiume Morto Vecchio Fra i percorsi all’interno della magnifica tenuta accessibili soltanto con guida, questo raggiunge la foce di Fiume Morto Vecchio, uno dei corsi d’acqua che solcano San Rossore. Il sentiero è comodo e parte da Via Prini dove accompagna la guida. Dopo un tratto nella lecceta e il bosco rado di pini, ci si affaccia a costeggiare il fiume nelle cui acque è facile sorprendere folaghe e germani reali o i grandi cormorani che s’immergono costantemente per catturare i pesci. In poco più di mezz’ora si raggiunge il mare, che si domina da un’altana dove il sentiero conduce con una bella passerella sulla duna. La spiaggia è solitaria come non mai, dominio dei gabbiani e del vento. Il ritorno è per la stessa via dell’andata. Tempo di percorrenza a/r: da 1.30 a 2 ore.

20220208_airone_stagno del Paduletto

 

2 – San Rossore Itinerario del Paduletto Si parcheggia il camper lungo la strada per la Sterpaia, subito dopo l’ippodromo. Da qui si prende sul lato sinistro della strada un tracciato (vige un divieto di accesso ma la segnaletica è in rifacimento poiché si tratta di uno dei sentieri percorribili autonomamente) che dapprima passa dietro alla pista dei cavalli e poi, avvicinandosi al Fiume Morto, la supera inoltrandosi in direzione del mare. Si cammina nel bosco fino a una radura nella pineta, dove si lascia la stradina principale per una deviazione sulla destra. Poco più avanti, subito dopo un ponticello si prende un altro bivio a destra piegando con maggior decisione. La traccia, qui appena un sentiero, punta diritta verso il Fiume Morto Nuovo, iniziando a costeggiare la zona allagata del Paduletto parzialmente colmata da canneti e boschetti. Si tratta di una delle aree di maggiore valenza ambientale del parco, sempre frequentata da animali come cinghiali, daini e numerose specie di uccelli. Fra i tanti, è facile ascoltare il caratteristico tambureggiare del picchio rosso maggiore, la sonora risata del picchio verde oppure l’improvviso involo del colombaccio. Raggiunto il fiume sulla sponda sinistra, si piega sempre a sinistra e lo si costeggia fino al termine della palude. Superato l’ultimo tratto più ingombro di vegetazione che si affaccia su un angolo suggestivo di bosco allagato, si piega ancora a sinistra (non ci sono indicazioni, ma è possibile prendere come riferimento un edificio isolato sulla sponda opposta). Qui appaiono i primi cartelli che segnalano il divieto di accedere all’area antistante, che si costeggia fino a una radura tra i pini con alcune costruzioni. Subito si piega a sinistra e poi, a un bivio, ancora a sinistra per completare il periplo del Paduletto. Poco dopo, di nuovo sulla sinistra si trova un osservatorio faunistico, nel punto dove il percorso tocca il sentiero Sabrina Bulleri che riporterebbe sul Viale del Gombo. Noi invece proseguiamo sulla stradina che in pochi minuti conduce al bivio del ponticello e da qui, rasentando di nuovo l’ippodromo, al punto di partenza. Tempo di percorrenza a/r: da 2 a 3 ore se si effettua una sosta all’osservatorio.

20220208_albanella reale_oasi Lipu del Chiarone

 

3 – San Rossore Percorso attrezzato Sabrina Bulleri Si tratta di un breve percorso accessibile a tutti che il parco ha realizzato intitolandolo a una dipendente precocemente scomparsa che nonostante la sua disabilità raggiunse importanti risultati sportivi a livello internazionale. La partenza è dallo scenografico Viale del Gombo, dove una tabella ne indica l’inizio. Lungo il tracciato s’incontrano cartelli informativi, dispositivi per l’amplificazione dei suoni del bosco, per l’ingrandimento delle immagini, aree di sosta e infine un osservatorio (lo stesso del percorso in precedenza descritto) da dove è possibile affacciarsi sullo specchio d’acqua del Paduletto. Aironi cenerini e bianchi maggiori, anatre di diverse specie, falchi di palude, poiane e anche talvolta il falco pescatore sono di casa qui. Tempo di percorrenza a/r: un’ora senza calcolare la sosta all’osservatorio.

20220208_Caratteristici bilancioni da pesca a Bocca d'Arno

 

Marina di Pisa – Bocca d’Arno Recentemente ristrutturata, l’area di Bocca d’Arno è da segnalare non soltanto per la presenza di una comoda area di sosta. Molto ampia e perfettamente pianeggiante, illuminata e custodita, si trova alle porte dell’abitato di Marina di Pisa. Più avanti la strada conduce al piccolo centro abitato, il cui cuore è rappresentato dal porto. Piacevole la passeggiata sui muraglioni, con l’affaccio sul mare e i bilancioni da pesca che si protendono nell’acqua sullo sfondo della verde Tenuta di San Rossore e, più in alto, delle vette aguzze delle Alpi Apuane. Nei pressi di Marina di Pisa, da non perdere la visita alla basilica romanica di San Piero a Grado.

20220208_visita in barchino al padule di Massaciuccoli

Massaciuccoli – Oasi Lipu del Chiarone

Per visitarla è meglio evitare i giorni festivi poiché lo spiazzo asfaltato d’accesso direttamente affacciato sul lago non è molto ampio e la domenica si riempie presto, impedendo anche la possibilità di manovra. S’inizia a percorrere un camminamento sopraelevato sull’acqua che porta ad alcuni capanni da cui – meglio se con l’ausilio di un binocolo – si possono osservare a seconda delle stagioni il falco di palude, diverse specie di aironi e anatre, folaghe, svassi maggiori e il bellissimo martin pescatore. A primavera vi fiorisce il bell’ibisco palustre, mentre è in ottobre che curiosamente costruisce il suo nido il bengalino, una delle ultime acquisizioni della nostra avifauna. Si tratta di una specie portata in Italia per scopi commerciali, venduta come uccellino da gabbia e poi, grazie a qualche esemplare scappato alla cattività, ha iniziato a riprodursi in natura. La passeggiata è breve: di nuovo al piazzale, è possibile visitare un piccolo ecomuseo presso il casale della Lipu oppure prenotare una gita in barchino. Da notare che la strada che conduce a Massaciuccoli è da percorrere con molta cautela perché stretta e con vegetazione sporgente verso monte. Se si vuole evitare di scendere al piazzaletto sul lago, l’unica alternativa è parcheggiare il mezzo in prossimità del bivio per Balbano.

Torre del Lago

Vi si trova uno degli affacci più pittoreschi sul Lago di Massaciuccoli. Ben indicato dal paese, dista pochi metri dalla casa museo dedicata a Giacomo Puccini. Si lascia il camper nell’ampio parcheggio a pagamento nelle immediate vicinanze e con pochi passi si è sulle sponde, dove il piccolo giardino pubblico ospita una statua del grande compositore. Bambini e genitori gettano molliche e pezzi di biscotto alle anatre e ai gabbiani, sempre presenti. Una tappa breve e classica che non può mancare in ogni tour del parco.

20220208_Percorso d'accesso alla spiaggia della Lecciona

Spiaggia della Lecciona

L’accesso è da Marina di Torre del Lago, più che un abitato una successione di ristorantini e locali che si affacciano su una delle spiagge più vaste di questo tratto del litorale tirrenico. Libera da stabilimenti balneari, è preceduta da un’ampia fascia dunale dove crescono ginepri, eringi e tante altre piante cosiddette pioniere per la loro capacità d’insediamento in un terreno povero e in balia di condizioni ambientali difficili (basti citare l’elevata salinità e il vento quasi costante, per non dire delle elevate temperature estive). Scendendo da Torre del Lago alla spiaggia dalla vicina Villa Borbone, svoltando a destra prima di arrivare al mare per il lungo rettifilo del Viale dei Tigli si attraversa la Macchia Lucchese, ricca di pinete e macchia mediterranea.

Nuove regole

Quali sono le principali novità del regolamento di fruizione appena approvato per la tenuta di San Rossore? Proviamo ad elencarle, visto che PleinAir ha potuto conoscerle in anteprima e in parte sperimentarle. Mentre scriviamo sono state già approvate e verranno via via applicate nelle prossime settimane. L’accesso a San Rossore sarà possibile sette giorni su sette tra le Cascine Nuove e la Sterpaia: gratuitamente sabato, domenica e festivi; a pagamento in quelli feriali (3 euro giornalieri o 50 euro in abbonamento annuale).

Nel resto della tenuta, in particolare nella zona a maggiore valenza ambientale (quella subito a ridosso del mare), l’accesso sarà consentito solo con visita guidata. Ma saranno soprattutto le attività consentite e organizzate a rappresentare la maggiore e più gradita novità. Alle già presenti visite a cavallo o in carrozza in partenza dalla Sterpaia, si affiancheranno infatti escursioni in canoa e kayak sull’Arno con partenza dal pontile attrezzato di Cascine Nuove. Sempre da qui partiranno i battelli che metteranno in collegamento la tenuta con Pisa e l’area turistica di Bocca d’Arno a Marina di Pisa, nonché le imbarcazioni che proporranno la visita al largo del Santuario dei Cetacei per escursioni di whalewatching.

20220208_tenuta San Rossore_visite guidate

In collaborazione con l’AFNI, l’associazione dei fotografi naturalisti, verranno realizzati alcuni capanni espressamente dedicati a questa attività che prevederanno in taluni casi la possibilità di pernottamento al loro interno per consentire agli appassionati le riprese all’alba e al tramonto. Saranno meglio organizzate le attività di noleggio bici e di pesca sportiva nel Fiume Morto. L’offerta di escursioni guidate verrà ampliata includendo settori della tenuta fin qui interdette all’accesso del pubblico: come la splendida riserva del Palazzetto, con il suo bosco di farnie secolari spesso allagato nei mesi invernali; e come le spiagge del Gombo e del Fortino, dove saranno consentite la visita degli ambienti dunali e la balneazione regolamentata.

 

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