Viaggio tra i Parchi più belli del Nord Italia

Un viaggio in tre puntate alla scoperta del Bel Paese della natura. Una corposa raccolta di proposte descritte in dettaglio per un'esperienza davvero avvincente, alla portata di (quasi) tutti, a tu per tu con marmotte e stambecchi, aironi e fenicotteri, gigli di palude e stelle alpine. Un lungo itinerario nel paesaggio italiano da nord a sud, dalle montagne al mare, per conoscere meglio la straordinaria realtà delle nostre aree protette. Naturalmente con il v.r. o la tenda
escursione parco

Indice dell'itinerario

Uno spettacolare vallone alpino dalla evidente genesi glaciale, un sentiero che ne risale lentamente un versante sino all’affaccio su una dolce conca erbosa, l’incontro con la solenne selvaticità degli stambecchi. Cominciamo il nostro viaggio tra i Parchi Nazionali e Regionali del Nord Italia e vediamo insieme le sorprese che ci attendono.

La scelta delle escursioni che suggeriamo comprende percorsi di trekking per i più esperti, ma anche per famiglie, bambini e per chi ama i fuorirotta, l’aria leggera della montagna, il sipario frusciante di un canneto. Il viaggio a tappe per l’Italia parte dal nord, precisamente dal Gran Paradiso (nato nel 1922, primo dei Parchi Nazionali). Dal fondovalle della Valnotey fino al Rifugio Sella, tra piccoli laghi alpini passando per le Alpi Marittime e fino alle Cinque Terre. Da lì faremo un salto in pianura seguendo quel nastro prezioso di acque e boschi che è il parco del Ticino lombardo.

Vuoi organizzare il viaggio in camper? Visita la pagina del PLEINAICLUB per valutare sconti e vantaggi sulle soste!

Valle d’Aosta · Parco Nazionale del Gran Paradiso

Parco Nazionale del Gran Paradiso: il torrente Valnontey

Il sentiero del re

Dislivello 1.000 metri Tempo di percorrenza 5 ore circa

L’itinerario tra i Parchi del nord Italia parte dal villaggio di Valnontey, facilmente raggiungibile da Cogne anche con il camper. All’ingresso dell’abitato (1.666 m) si parcheggia e, zaino in spalla, si prende a seguire la mulattiera secondo le indicazioni per il Rifugio Sella. Superato il torrente di fondovalle si raggiunge presto l’ingresso del Giardino Botanico Alpino Paradisia, uno dei più belli delle Alpi: vi sono stati ricostruiti quasi tutti gli ambienti naturali delle nostre montagne e comprende anche un giardino delle farfalle.

Quindi si inizia a salire lentamente nel bosco di conifere, secondo il tracciato a svolte della storica strada fatta costruire a partire dal 1865 da Vittorio Emanuele II, che voleva raggiungere in sella al suo cavallo gli appostamenti di caccia in quota. Senza possibilità di errore, si sale di altitudine fino ad uscire dal bosco: è qui che, sui primi pascoli, non è difficile avvistare la vera star del parco, cioè lo stambecco.

Alla testata della valle si fanno ammirare anche gli estesi ghiacciai del Gran Paradiso, l’unica cima interamente italiana che supera i quattromila (4.061 m, per la precisione). A destra e a sinistra si incontrano, e si ignorano, le deviazioni segnalate per Vernianaz e le Grange Lauson. Con un ultimo balzo, superato a tornanti, la mulattiera si affaccia al pianoro erboso dove sorge il Rifugio Vittorio Sella (2.584 m). Chi vuole vedere gli stambecchi deve però proseguire, lasciandosi il rifugio sulla sinistra, fino alla testata della valle (2.884 m).

I pascoli del Lauson con gli omonimi piccoli laghi, dove la neve si attarda fino a stagione inoltrata, sono tra i preferiti da questi animali e non di rado capita di avvistarvi anche marmotte, camosci e l’aquila reale in volo di caccia. Sarebbe possibile proseguire fino al panoramico Col Lauson (3.296 m) e quindi scendere in Valsavarenche, in prossimità di Degioz-Eaux Rousses. Ma per un’escursione familiare va bene già così e, tornati al Rifugio Sella, si ripercorre la via dell’andata Sino al parcheggio di Valnontey.

Piemonte · Parco Regionale delle Alpi Marittime

Parco Nazionale del Gran Paradiso: una marmotta

Terme e natura

Dislivello 400 metri Tempo di percorrenza 2 ore circa

Il parco regionale più grande del Piemonte, come il fratello maggiore Gran Paradiso, deve la sua esistenza a Casa Savoia. Quando lo stesso Vittorio Emanuele II visitò la Valle Gesso, infatti, restò colpito dalla bellezza dei luoghi e dalla grande ricchezza di fauna; e i sindaci della zona seppero ben prevedere i vantaggi derivanti dalla presenza sua e del seguito, cedendo al sovrano i diritti esclusivi di caccia e pesca.

Due anni dopo nacque la riserva reale di caccia, e alle Terme di Valdieri la data del 1857 è ancora incisa su una targa di legno al colmo del tetto dello chalet della Bela Rosin (che fu prima l’amante e poi la moglie morganatica del re). Ai giorni nostri, con più azioni di tutela successive tra la fine degli anni ’70 e la prima metà degli anni ’90, è arrivato il parco che difende il territorio e lo valorizza anche grazie a una rete di itinerari escursionistici di varia difficoltà.

Alla portata di tutti o quasi è il percorso che conduce a uno dei luoghi più belli dell’area protetta, il Piano del Valasco. Dalle Terme di Valdieri si segue la strada che passa alle spalle dell’edificio termale, supera il torrente e – chiusa al traffico motorizzato – s’inoltra nel vallone alle falde meridionali del Monte Matto. Percorrendo i lunghi tornanti, che possono essere superati con scorciatoie, si sale via via nel bosco di abeti e larici. Superato un ultimo piccolo fosso, oltre l’ultimo tornante si valica un costone roccioso e ci si affaccia sullo spettacolare pianoro.

Parco delle Alpi Marittime: Piano del Velasco

Subito si trova una fonte, mentre a sinistra il torrente precipita dal Piano del Valasco con una serie di cascate. Il prato è solcato dal zigzagare del corso d’acqua, presso le cui sponde si alzano grossi massi, mentre in fondo è la turrita casa reale di caccia, recentemente restaurata. Il ritorno è per la via dell’andata.

Liguria · Parco Nazionale delle Cinque Terre

Parco delle Cinque Terre: il porticciolo di Vernazza

La Via dell’Amore

Dislivello massimo 200 metri Tempo di percorrenza 5 ore circa

Siamo lungo un tratto della costa ligure e tirrenica più conosciuto, apprezzato e frequentato, e non solo in Italia. Paesi fiabeschi che guardano il mare, sospesi sul ciglio di una costa scoscesa ingentilita dalle geometrie dei terrazzamenti. Una gigantesca gradinata creata dal lavoro dell’uomo, dove gli antichi appezzamenti strappati alla roccia e un tempo coltivati a vite giacciono abbandonati non soltanto a causa delle difficoltà di accesso e dei costi proibitivi di manutenzione, ma anche in conseguenza dei cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi decenni.

Quello che segnaliamo è il facile e panoramico sentiero 2 del parco, già chiamato Sentiero Azzurro, che unisce Riomaggiore a Monterosso passando per ManarolaCorniglia e Vernazza. La prima porzione del percorso è quella in realtà nota nel mondo con il nome di Via dell’Amore, scavata nella roccia fra il 1926 e il 1928 per collegare Riomaggiore con Manarola: spesso interrotta dalle frane e chiusa al transito pedonale, è tornata a splendere dopo recenti lavori di ripristino e, anche se non può essere considerata sempre percorribile in assoluta sicurezza, costituisce una piacevole passeggiata alla portata di tutti.

La sede è stata ampliata nonché abbellita (c’è persino una “panchina degli innamorati”), mentre a fare da punti tappa della romantica stradina che si snoda a picco sulla scogliera sono le stazioni ferroviarie dei vari paesi. Il treno è dunque il mezzo di trasporto pubblico ideale per raggiungerne gli accessi e anche per il tragitto di ritorno, se non lo si vuole effettuare a piedi.

Tra i punti notevoli lungo il cammino segnaliamo almeno lo spiaggione di Corniglia, il panoramico borgo di Prevo (alla massima quota di 208 m) tra Corniglia e Vernazza, i coltivi a olivo, vite, limoni e ortaggi della conca dell’Acquapendente tra Vernazza e Monterosso. Il tempo di percorrenza di 5 ore è puramente indicativo, poiché l’itinerario non presenta particolari difficoltà e si impongono le soste nei pittoreschi paesini via via attraversati. Vale tuttavia la pena sottolineare come, pur se in vista del mare, il percorso sia paragonabile a un sentiero di montagna per il fondo e la sede a tratti angusta: è senz’altro opportuno, perciò, lasciare in camper le calzature da spiaggia e indossare più comodi scarponi o calzature da trekking.

Lombardia · Parco Regionale della Valle del Ticino

Parco Ticino: tipiche imbarcazioni a fondo piatto

Il sentiero delle cicogne

Dislivello assente Tempo di percorrenza 2 ore e mezzo circa, in bicicletta un’ora e 15 minuti circa

Primo parco regionale italiano, con un’anzianità di servizio di trentacinque anni, il Ticino lombardo rappresenta un’oasi di natura nel congestionato cuore economico della Pianura Padana. Un nastro verde di boschi risparmiato dalla cementificazione del territorio non certo casualmente, ma grazie all’impegno civile di molti residenti e non.

L’itinerario suggerito, che si sviluppa ad anello, parte dalla magnifica Riserva della Fagiana, una grande azienda forestale acquistata dal parco e nella quale sono state realizzate, in perfetta armonia con l’ambiente circostante, una serie di strutture riservate ai visitatori. Nata anche questa come riserva di caccia, vasta 1.574 ettari ed estesa per una lunghezza di più di 10 chilometri sulla sponda sinistra del Ticino, da Casate a Robecco, è divenuta una delle aree più belle del parco arricchendosi man mano di foresterie, costruzioni di servizio, camminamenti, percorsi per non vedenti, struttura di recupero della fauna selvatica. Oggi una lussuosa villa, un tempo frequentata da sovrani e facoltosi cacciatori, ospita il principale centro visite del parco.

Parco Ticino: una nitticora

Lasciato il camper al parcheggio dell’area (facilmente raggiungibile da Pontevecchio e Magenta, subito ad ovest di Milano lungo la statale per Novara), si risale verso Pontevecchio e prima del Naviglio Grande, un canale costruito dall’uomo in epoca medioevale, s’imbocca a destra la pista ciclabile: questo tratto è lungo 2,6 chilometri e conduce a Robecco sul Naviglio.

All’uscita del tracciato si prende a destra, percorrendo la provinciale per una cinquantina di metri, svoltando poi a destra per tornare verso il Naviglio. La strada conduce prima a Carpenzago e poi a Casterno, due frazioni di Robecco che hanno mantenuto la loro vocazione agricola. Tra i campi in genere di piccole dimensioni, punteggiati da ciliegi e pioppi, si possono vedere alcune aziende agricole che hanno mantenuto la tipologia originaria della cascina lombarda. Da notare inoltre che in queste campagne, da marzo ad agosto, è possibile avvistare la cicogna bianca, tornata a nidificare da qualche tempo.

Si arriva quindi nella vallata di Casterno, nel pieno della zona dei fontanili, dove l’acqua si dirama in mille rivoli, fossi e canaletti creando una serie di microambienti particolari. La Cascina Barcella, facilmente distinguibile dalla struttura e dalla tinteggiatura, introduce all’habitat del fiume e alle foreste della Riserva della Fagiana. Al termine dell’asfalto, prestando attenzione a non sbagliare, si prende a destra e subito a sinistra avanzando per un centinaio di metri, per poi piegare ancora a destra in direzione del ramo Delizia (si costeggia una cascina): prima di arrivare al ponte c’è un parcheggio sulla destra che immette alla Fagiana.

Passato il ponte, si arriva a una curva dalla quale ci si inoltra a destra per un sentiero e da qui si seguono le indicazioni per il Centro Visitatori, giungendo in breve alla passerella sul ramo Delizia che appare rigoglioso di vegetazione. Dopo la passerella ci sono tre possibilità per concludere il giro: proseguendo diritti si arriva al punto di partenza, andando a destra si passa a visitare il centro recupero rapaci della LIPU, mentre girando a sinistra si raggiungono i musei e il Centro Parco.

Qui i Parchi Nazionali del Centro Italia

Qui i Parchi Nazionali del Sud Italia

—————————————-

Tutti gli itinerari di PleinAir sui Parchi del nord Italia li puoi leggere sulla rivista digitale sul pc, sul tablet o sullo smartphone. Con un anno di abbonamento a PLEINAIR (11 numeri cartacei) hai a disposizione gli inserti speciali, la rivista digitale e l’archivio digitale dal 2015 (con gli allegati).

Con l’abbonamento a PleinAir ricevi i prossimi numeri comodamente a casa e risparmi!

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio