Paesaggi a Nord-Ovest

Volare negli USA non è più un lusso, e organizzarvi una vacanza in auto o in camper, specie con il favore della bassa stagione, è ormai alla portata dei più. Meta ideale per i cultori dell'abitar viaggiando è lo Stato di Washington, un compendio sorprendente di grande natura e grandi città.

Indice dell'itinerario

Altissimi abeti cui si aggrappano rampicanti di ogni tipo. Morbidi cuscini di muschio che raggiungono il metro di altezza. Massi di granito seminascosti dal verde. Tronchi caduti coperti da fitta vegetazione. E acqua, acqua ovunque, dalle cascatelle che mormorano nel bosco alle acque impetuose dei fiumi che scendono dalle montagne al Pacifico.Se l’immagine classica della natura degli Stati Uniti, almeno per gli italiani, è quella dei parchi del Sud-Ovest (cioè l’Arizona, la California, il Colorado) con le loro rocce rossastre, i loro cactus, i loro deserti, non c’è dubbio che la penisola di Olympic offra un cambiamento più che netto.
Nell’angolo nord-occidentale degli States, queste foreste e queste montagne affacciate sull’oceano sono esposte alle perturbazioni più umide del pianeta. La pioggia, da queste parti, è spesso e volentieri un diluvio. Quando il sole torna in cielo, però, le foreste del Parco Nazionale di Olympic offrono un quadro assolutamente fiabesco. Più in alto, sui prati dove pascolano i cervi, le alci e le capre delle nevi, le fioriture d’alta montagna sono altrettanto straordinarie. Ancora più su, le vette innevate del Mount Olympus e delle cime vicine tagliano il cielo cui il vento dà una straordinaria limpidezza. Verso oriente, al di là delle acque del Puget Sound, compare la piramide ghiacciata del Mount Rainier, il vulcano di 4392 metri che è il simbolo dello Stato di Washington.

Grande Seattle
Negli ultimi decenni, anche in Italia, la città di Seattle è diventata famosa. Sede della Boeing e della Microsoft di Bill Gates, è nota agli appassionati del rock per aver dato i natali a Jimi Hendrix e Kurt Cobain. Le immagini del Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci e di molti altri film hanno mostrato nel mondo i suoi grattacieli affacciati sulle acque del Puget Sound, i suoi spazi verdi, i suoi cieli.
Oltre ai Jumbo, alla musica e al software, però, Seattle è nota tra gli americani per un altro motivo. Chi vive qui, oltre a vedere all’orizzonte il Mount Olympic e il Mount Rainier, ha la natura a portata di mano. Dalla città, un viaggio in auto o una traversata in traghetto portano alle foreste e alle spiagge, alle nevi e ai fiumi che fanno dello Stato di Washington una delle mete più apprezzate dagli appassionati della fauna, della flora, dei grandi spazi selvaggi.
Prima di partire verso i parchi, due strutture della città meritano senz’altro una visita. Il Seattle Aquarium, sulle rive del Puget Sound, permette di osservare da vicino foche, uccelli acquatici e stelle marine in un habitat perfettamente ricostruito. Qualche chilometro più a nord, tra prati e querce secolari, il Woodland Park Zoo è considerato dagli esperti come uno dei più belli del mondo. Accanto alla savana che ospita antilopi e giraffe, al recinto dei leoni i cui massi riproducono perfettamente il Serengeti, emozionano chi si accosta per la prima volta al Nord-Ovest americano le rocce dove vivono le capre delle nevi, la voliera (ci si può entrare!) dove vive una coppia di bald eagle, l’aquila calva che è il simbolo degli Stati Uniti, il grande recinto dei cervi.
Ancora più emozionante è la visita al recinto dei grizzly, che è possibile vedere da lontano mentre pisolano tra rocce e tronchi caduti, o da pochi metri mentre pescano in un torrente. Vetrate da acquario consentono addirittura di ammirare le evoluzioni degli orsi mentre inseguono i salmoni sott’acqua.
Il più noto tra i monumenti di Seattle, però, è lo Space Needle, la torre d’acciaio di 180 metri di altezza che offre un panorama mozzafiato sui grattacieli della Downtown, sulle acque del Puget Sound, sulle montagne. Anche da qui, nelle giornate serene, il Mount Rainier compare in tutta la sua eleganza. Per raggiungerlo ci vogliono tre ore di viaggio.

Lo Stato dei parchi
Per raggiungere i parchi dello Stato di Washington, da Seattle si segue la Interstate 5 verso sud, destreggiandosi nel denso traffico. Prima del bivio per il Sea-Tac, l’aeroporto moderno, si lascia a destra il Boeing Field con il suo straordinario museo del volo dove trabiccoli dell’inizio del secolo fanno bella mostra di sé a pochi metri da cacciabombardieri supersonici e dall’Air Force One utilizzato da John Kennedy e Richard Nixon. Poi si oltrepassa Tacoma, si piega a sinistra, si continua tra foreste e pascoli in direzione di Elbe e Ashford, mentre il traffico ormai rarefatto consente di ammirare in lontananza il vulcano. A Nisqually, dove si entra nel parco, la montagna è vicina ma è completamente nascosta dagli abeti.
Dal ponte sul Kautz Creek, però, il Mount Rainier rientra in scena in maniera regale. Il resto della strada è un progressivo avvicinarsi ai ventotto ghiacciai del vulcano, che si può comodamente ammirare dai 2000 metri di Paradise, dov’è il Centro Visitatori del parco. Raggiungere la cima, da qui, equivale a salire il Monte Bianco o un’altra grande montagna delle Alpi. A rendere la cosa più faticosa, però, è la necessità di portare con sé il sacco a pelo, la tenda, i viveri per due giorni. Chi vuol lanciarsi nell’avventura può rivolgersi, meglio se con un po’ di anticipo, alle guide alpine del Mount Rainier. Per gli altri, una serie di facili sentieri consente di avvicinarsi ai seracchi del Nisqually Glacier, di salire al Panorama Point (un cocuzzolo che merita pienamente il suo nome), di raggiungere le Narada Falls e le altre cascate del parco. Il Wonderland Trail, lungo 150 chilometri, permette agli amanti del trekking di fare il periplo completo del vulcano.Volte le spalle al Mount Rainier, la strada che riporta verso ovest consente di avvicinarsi alla costa. Per raggiungere l’Olympic National Park, il più sorprendente di questo angolo d’America, conviene passare da Aberdeen e da Hoquiam, e poi dirigersi a nord. A dare il benvenuto nel parco sono le tranquille sponde del Lake Quinault. Un breve e bellissimo sentiero-natura nella foresta pluviale consente invece di immergersi per la prima volta nel fantasmagorico mondo vegetale di Olympic, dominato dagli imponenti abeti di Sitka. Dalle rive del lago la strada punta verso le acque imbronciate del Pacifico, sulle quali ci si affaccia dall’accogliente lodge di Kalaloch. Poco più avanti, un breve sentiero scende alla spettacolare Ruby Beach, cui si affiancano dei faraglioni rocciosi coronati da boschetti di abeti.
Poi la strada punta di nuovo all’interno e raggiunge il bivio per la valle dello Hoh River, rivestita dalla più bella foresta pluviale di Olympic. Lo Hall of the Mosses Trail (il ‘sentiero della sala dei muschi’), che inizia dal Centro Visitatori, è uno dei più bei sentieri-natura del mondo. Chi cerca un’escursione più lunga può seguire il tracciato che costeggia la sponda del fiume verso i ghiacciai del Mount Olympus.
Lasciato con un po’ di rimpianto lo Hoh River, il periplo del parco riserva altre belle emozioni al viaggiatore. Da Sappho, una deviazione verso nord porta a Neah Bay e alle scogliere di Cape Flattery, nel territorio degli indiani Makah. Dal Lake Crescent, un piacevole sentiero conduce alle eleganti Marymere Falls. Da Port Angeles, infine, una comoda strada in salita porta alla Hurricane Ridge, un crinale di pascoli che offre uno straordinario panorama sul parco. Aquile e falchi compaiono frequentemente nel cielo. I cervi, invece, passeggiano tranquillamente tra le auto.
Ritornati a Port Angeles, un’altra scorrevole strada riporta in direzione di Seattle, che si raggiunge con una breve traversata in traghetto. Ancora più interessante, però, è imbarcarsi per Victoria, una delle più “britanniche” tra le città canadesi, e continuare poi con un altro ferry in direzione di Vancouver.
Da Seattle, via terra, il viaggio verso la capitale della British Columbia richiede da quattro a cinque ore. Da Burlington, a metà del percorso, una deviazione verso destra porta al North Cascades National Park, la più “alpina” e selvaggia tra le aree protette del Nord-Ovest. Vette, foreste e ghiacciai ricordano la Valle d’Aosta e la Savoia. La mancanza di strade o funivie, però, rende le alte quote del parco appannaggio esclusivo di chi ha voglia di sobbarcarsi lunghe e ripide escursioni. Non mancano, comunque, i belvedere raggiungibili in un paio d’ore di cammino, mentre anche il visitatore più pigro può apprezzare le cascate intorno a Newhalem, le vette innevate che dominano il Diablo Lake, lo straordinario panorama dal belvedere del Washington Pass che la North Cascades Highway scavalca prima di scendere in direzione di Winthrop.
Che ci si arrivi via terra o via mare, però, è Vancouver a segnare la più bella conclusione del viaggio. Poco a nord del confine, questa metropoli con due milioni di abitanti e meno di un secolo di storia emoziona per i suoi grattacieli affacciati sui fiordi, per le sue aree verdi, per i totem degli indiani Haida e Salish che si possono ammirare nel Museo di Antropologia e nel verde di Stanley Park. Punto di arrivo del nostro viaggio prima del ritorno a Seattle e in Italia, Vancouver può essere l’inizio di molti altri itinerari affascinanti. Da qui, infatti, salpano le navi da crociera dirette al Prince Rupert Sound e in Alaska. Da qui, proseguendo verso nord, è possibile visitare le montagne, le coste rocciose e le aree protette della British Columbia. Ogni grande viaggio – è vero anche stavolta – permette di sognarne molti altri. A presto, Nord-Ovest.

PleinAir 318 – gennaio 1999

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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