Paesaggi in conchiglia

Il delta della Schelde, all'estremità occidentale dei Paesi Bassi, offre in poche decine di chilometri un'antologia del territorio olandese e del perenne confronto tra uomo e natura. Ma anche romantiche cittadine d'arte, spiagge ventose per gli appassionati della tavola a vela, divertimenti a misura di bambino e un'eccellente gastronomia marinara.

Indice dell'itinerario

Dighe e mulini, lunghi arenili e campagne faticosamente sottratte al mare, animate cittadine turistiche e placidi villaggi di pescatori e contadini: affacciata sul Mare del Nord all’estremità sud-occidentale dei Paesi Bassi, la regione dello Zeeland è una sorta di compendio del territorio olandese e della sua storia. Poche decine di chilometri la separano dalla modernità metropolitana di Rotterdam, e le comode autostrade portano in breve ad Amsterdam e all’Aja: ma se volete accompagnare la visita delle grandi mete dell’Olanda alla scoperta di un ambiente davvero caratteristico – e a misura di pleinair, come vuole la lunga tradizione olandese della vacanza all’aria aperta – questa è la destinazione ideale. Le distanze sono decisamente ridotte, le strade ben segnalate e poco trafficate, i centri abitati abbastanza piccoli da poter lasciare il v.r. all’esterno e girare facilmente a piedi o in bicicletta.
A disegnare il paesaggio è il delta della Schelde, che proprio al confine con il Belgio (appena al di là della frontiera c’è Anversa) si spezzetta in una miriade di isole e isolette unite da un sistema di ponti e di sbarramenti artificiali, testimoniando la perenne lotta di questo popolo contro l’acqua. Sullo sfondo libero del piatto orizzonte e delle lunghe spiagge orlate da alte dune, dove si attardano gli appassionati di windsurf e kitesurf, i vasti polder che compongono la maggior parte degli appezzamenti agricoli costieri fermano l’inesorabile avanzata delle maree e il dilagare dei fiumi per mezzo di argini sottoposti a una continua opera di rafforzamento; oggi ci si serve delle tecniche di ingegneria idraulica più avanzate, ma un tempo le dighe venivano costruite a mano, metro dopo metro, con terra trasportata a bordo di carretti.
In un contesto così particolare ed emblematico non verrebbe in mente, a tutta prima, di cercare ricchezze artistiche e architettoniche: al contrario, tutto lo Zeeland è punteggiato da pittoreschi paesini che conservano numerose vestigia del ‘600, il famoso Secolo d’Oro olandese, quando le attivissime flotte della Compagnia delle Indie Orientali si spingevano fino ai più lontani porti dell’Asia, dominando l’economia europea e alimentando un’epoca di felicissimo sviluppo culturale.

Spiagge e tradizioni del nord
Lo Schouwen-Duiveland è la provincia più settentrionale dello Zeeland che ha per capoluogo Zierikzee. Quella che oggi è una tranquilla cittadina di 10.000 abitanti fu uno dei centri principali della regione tra il XVI e il XVII secolo, e di questa opulenza si vedono ovunque le tracce. Basta dirigersi vero il mare per incontrare le tre antiche porte rimaste ancora in piedi, con le loro torri massicce e i bianchi ponticelli, o entrare in città per vedere lo splendido municipio cinquecentesco che spicca con la sua imponente facciata in stile fiammingo. Lungo il porto canale, base dei dieci pescherecci siglati ZZ che si dedicano regolarmente alla pesca dell’astice, si ammirano belle case del ‘700 e quasi all’imbocco il mulino Den Haas, uno dei due rimasti, vicino al quale si trovano alcuni ristoranti che invitano a una pausa da gourmet (il più famoso è il Maritime, che propone favolosi piatti di ostriche e crostacei ma anche ricette creative che abbinano i prodotti locali alle suggestioni mediterranee, come il tonno rosso grigliato con salsa alla provenzale e composta di melanzane, la lepre marinata con salsa di olive ed erba cipollina o i gamberi giganti arrostiti con vinaigrette di pomodori).
La statale N59 che esce da Zierikzee in direzione est con il nome di Rijksweg conduce in appena 13 chilometri a Bruinisse, all’estremità orientale dello Schouwen-Duiveland: consigliamo però di arrivarci lungo la costa seguendo la Nieuwendyk e poi l’Oostersteijnweg che offre piacevoli viste sul Keeten, il braccio della Schelde che separa l’isola dalla penisola di Tholen. Da non mancare lungo il percorso una tappa a Ouwerkerk per visitare il Watersnoodmuseum, dedicato alla terribile inondazione che devastò la zona nel 1953: allestito in uno dei cassoni in cemento armato che servirono da porti di fortuna per le navi dei soccorsi, si trova su una strada che porta il curioso nome di Weg van der Buitenland Pers, cioè Via della Stampa Estera, in omaggio ai giornalisti stranieri che si adoperarono per far conoscere al mondo la catastrofe e il disperato bisogno di aiuti della popolazione dello Zeeland. Più di 1.800 furono le vittime, oltre a danni enormi all’allevamento e all’agricoltura. Nei dintorni di Bruinisse non si potrà fare a meno di notare, in fila su ambo i lati della strada, i diciannove mulini a vento del XVIII secolo (alcuni dei quali aperti al pubblico) eretti per salvaguardare le terre basse dalle alluvioni. La pesca era l’attività principale del paese, ma ora sono ben più numerose le barche da diporto ormeggiate lungo il canale di quello che sta diventando un frequentato centro turistico.
Tornati a Zierikzee con la N59, ci dirigiamo ora verso il centro dell’isola per scoprirne un’altra curiosità. In un territorio essenzialmente piatto e sabbioso, dove la vegetazione è generalmente bassa e piegata dal vento, l’unica grande macchia di verde si trova proprio nel cuore dello Schouwen-Duiveland intorno al villaggio di Schuddebeurs (ancora un nome piuttosto originale che significa “scuotiborsa”, perché qui sorgeva una dogana dove i viandanti dovevano pagare il pedaggio). Le case del minuscolo e graziosissimo paese sorgono in mezzo al bosco che circonda anche l’Hostellerie Schuddebeurs, un ottimo ristorante-albergo in cui assaggiare specialità della gastronomia regionale e, per chi fosse in viaggio senza il v.r., pernottare confortevolmente.
A un paio di chilometri, Dreischor è stato premiato nel 2000 come villaggio più verde d’Olanda per l’iniziativa di aprire al pubblico i giardini privati durante la stagione estiva; c’è anche un piccolo parco naturale con stagni nei quali fioriscono ben dieci specie di ninfee. L’abitato, di forma pentagonale, converge intorno a una grande piazza circondata da basse casette sulle quali svetta, solitaria e massiccia, la quattrocentesca chiesa di Sint Adriaan, in mattoni rossi con il campanile sormontato da un’alta guglia. All’angolo tra la Molenweg e la Blindeweg si trova invece un mulino dell’inizio del ‘700, completamente restaurato e dedicato ovviamente ad Eolo, il dio dei venti. Da visitare anche il Goemanszorg, un museo sulla vita contadina all’inizio del secolo scorso, allestito in un’abitazione d’epoca e gestito da volontari locali.
Tornati sulla strada principale, riprendiamo la direzione della costa per arrivare a Renesse, cittadina considerata (con le dovute proporzioni!) la Rimini dello Zeeland. Un cordone di dune protegge la lunga spiaggia, dove potremo mettere alla prova la nostra resistenza al freddo con un bel tuffo nelle acque non proprio temperate del Mare del Nord; ma il luogo è soprattutto un paradiso per gli amanti del surf nelle sue varie forme, che d’estate arrivano fin qui da tutto il Nordeuropa. Con questa frequentazione, facile capire che Renesse offre anche grande animazione serale, con numerosi locali e una vivace passeggiata.
Prima di lasciare l’isola e proseguire il nostro itinerario dello Zeeland, nelle vicinanze di Burgh-Haamstede converrà fare una piccola deviazione verso la costa meridionale, una zona molto pregevole dal punto di vista ornitologico perché vi nidificano numerose specie di uccelli migratori che qui trovano un habitat ideale. Il punto più suggestivo è la Plompetoren, una torre isolata nella città-fantasma di Koudekerke, sommersa dal mare nel XVI secolo e della quale rimane solo il toponimo: dall’alto la vista spazia senza limiti in tutte le direzioni, mentre ai vari piani dell’edificio sono collocati pannelli esplicativi che illustrano flora e fauna dell’Oosterschelde, il cui prezioso ambiente è ora tutelato da un parco naturale.

Città d’arte del sud
La Provincenweg N57 scavalca la Schelde passando sulla grande diga che chiude l’Oosterschelde. Più o meno a metà del percorso, sull’isolotto artificiale di Neeltje Jans creato per sostenere il gigantesco sbarramento, incontriamo WaterLand, una via di mezzo fra un museo del mare e un parco di divertimenti: si possono vedere da vicino le chiuse con l’impressionante spettacolo della fortissima corrente che passa dal lago al mare, assistere alle esibizioni delle foche ammaestrate, scatenarsi sugli scivoli acquatici o visitare l’interessantissima esposizione tecnico-scientifica che spiega come siano stati risolti gli immani problemi tecnologici di una simile opera. Recente novità è Aquapolis, un grande acquario in cui nuotano esemplari della fauna ittica dello Zeeland.Un’altra tappa nella storia economica di questo territorio è l’allevamento di molluschi che si trova a ridosso della diga, oltre 400 chilometri di funi semisommerse sulle quali i mitili si attaccano a grappoli. Dopo il Secolo d’Oro, lo Zeeland vide un lungo periodo di depressione dovuto soprattutto all’invasione napoleonica e alla Seconda Guerra Mondiale; se a ciò aggiungiamo le calamità naturali, si comprende perché la rinascita della regione sia potuta avvenire solo dopo la messa in sicurezza idraulica. La quasi totale assenza di fabbriche contribuisce a mantenere pulite le acque, e ciò favorisce le attività legate alla pesca e all’itticoltura: la produzione è assai cospicua, e dallo Zeeland partono ogni giorno centinaia di camion frigoriferi che riforniscono tutto il mercato di una vasta area tra Paesi Bassi, Belgio, Francia e Germania.
Superata la diga si entra brevemente nel Noord-Beveland e si prosegue su un altro sbarramento, quello della Veersegatdam, per approdare nella penisola di Walcheren. Svoltando a sinistra, in un paio di chilometri si raggiunge Veere, che fu un attivissimo centro di commerci marittimi fra il ‘500 e il ‘700: la parte antica conserva molte abitazioni dell’epoca, un susseguirsi di fortificazioni che creano una miriade di scorci molto suggestivi e monumenti di rilievo, tra cui il castello di Sandenburgh e la medioevale Grote Kerk. Lo sbocco del porto canale è ora chiuso da un’altra piccola diga e lo scalo ospita perlopiù barche turistiche, ormeggiate nelle ben quattro marine della cittadina che, con i suoi 28 chilometri di spiagge, è divenuta una località tra le più frequentate dell’Olanda: a fronte di 22.000 abitanti, le presenze turistiche sono addirittura di 4 milioni di persone all’anno.
Per trovare il centro di maggior richiamo della regione dobbiamo però spostarci nell’interno fino a Middelburg, il capoluogo della penisola: con oltre 1.200 edifici storici d’ogni genere, si colloca addirittura al quinto posto in Olanda fra le città monumentali. Qui inoltre venne fondata la prima compagnia di navigazione dello Zeeland, i cui magazzini sono stati recuperati per ospitare varie attività. Il nucleo originario della cittadina, ancora circondato dal fossato degli antichi bastioni a forma di stella, è lo scenario di una piacevolissima passeggiata: attorno alla piazza principale, che ogni giovedì ospita il mercato, si susseguono ristoranti, bar e negozi di tutti i tipi, mentre sulle viuzze circostanti si affacciano negozietti di tendenza in cui trovare oggetti meno turistici e più particolari. Al patrimonio architettonico si è da poco aggiunto, dopo una lunga ristrutturazione, lo Zeeuws Museum che raccoglie notevoli testimonianze della storia e della cultura locale presentate con l’ausilio di un allestimento moderno e accattivante; nelle vicinanze sorge il complesso abbaziale, con la caratteristica torre del Lange Jan. Se poi siete in viaggio con i bambini, senz’altro da visitare è il parco del Miniatuur Walcheren che ospita una ricostruzione in miniatura delle bellezze della provincia.
A Middelburg il giro dello Zeeland si può ritenere concluso, proseguendo direttamente sulla A58 che raggiunge Anversa e gli snodi autostradali per Rotterdam e Amsterdam: prima di lasciare quest’angolo del paese vi suggeriamo però un’ultima tappa che offre un’altra divertente opportunità. Goes, nello Zuid-Beveland, è un’altra cittadina di importanza storica e monumentale con molti begli edifici concentrati soprattutto sul lungofiume e intorno al Grote Markt, ma la sua attrazione più originale è lo Stoomtrein, un trenino a vapore (con un apposito bagagliaio per il trasporto delle bici) che fa la spola con la costa meridionale della penisola toccando i paesini di Kwadendamme e Hoedekenskerke. Nel primo si può visitare la Vlindertuin Berkenhof, ovvero la Casa delle Farfalle, e acquistare formaggio nel locale caseificio; il secondo offre invece un museo all’aperto dedicato alla civiltà contadina. Al termine della corsa, si potrà inforcare la dueruote e andare a salutare la Schelde: il braccio principale del grande fiume si allarga proprio qui nelle sue ultime, placide anse prima di andare a perdersi nel Mare del Nord.

PleinAir 420/421 – luglio/agosto 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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