Olanda, Pleinair a impatto zero

Nelle basse terre dell’Olanda settentrionale, dove per secoli si è estratta la torba, la natura ha ripreso il sopravvento: vasti specchi d’acqua ricoperti di canneti sono oggi un paradiso per l’avifauna da scoprire a ritmo lento utilizzando strumenti di mobilità sostenibile.

Indice dell'itinerario

Lacqua riempie i fossati prodotti dall’escavazione della torba, trasformati nel tempo in mille simmetrici laghetti. L’acqua scorre in alto, nei canali sopra il livello della pianura rubata al mare. L’acqua viene dal cielo in maniera quasi ossessiva: una costante, una certezza praticamente quotidiana. In sostanza, l’acqua è l’elemento dominante dell’Olanda. E con più di duecento giorni di pioggia all’anno, solo lo stoicismo dei ciclisti dà un senso alle numerosissime piste che fiancheggiano le strade. In questo paese ci sono alcune peculiari priorità riguardo al traffico: prima di tutto vengono le biciclette, poi le barche, infine le auto. Sono invece poche le persone che vediamo camminare: la sensazione è che si preferisca coprire ogni distanza sulle due ruote, in qualsiasi condizione climatica. Non è un caso se lungo i sentieri dei parchi – tutti comodamente ciclabili – non si vede quasi nessuno a piedi.

Nationaal Park Weerribben
Nationaal Park Weerribben

Affrontiamo il nostro itinerario in Overijssel e Frisia con la sensazione di essere quasi degli intrusi. Lungo queste strade strette il nostro camper sembra più ingombrante di quanto non sia; e quando la sede stradale è più larga, le piste ciclabili ci stringono al centro della carreggiata per il timore di avvicinarci troppo a chi se ne va a zonzo in bici. La cultura delle due ruote non è solo il prodotto di un paese in cui la salita più erta è di pochi metri: è anche frutto di una scelta. Non è un caso che qui siano più rari i grandi supermercati a cui siamo abituati in Italia, con i loro grandi parcheggi all’ingresso. Per la spesa si fa ancora riferimento ai piccoli negozi cittadini, con i posti auto che si contano sulla punta delle dita, ma in compenso sempre dotati di grandi rastrelliere per le biciclette. Nemmeno le autostrade si salvano, perché ogni tanto cala una sbarra e il manto stradale, due corsie per parte, si alza in verticale come un muro, lasciando transitare l’imbarcazione di turno. Capire insomma che la bici e la barca sono i due privilegiati mezzi di trasporto locali è indispensabile prima di affrontare questo viaggio.

Il nostro itinerario comincia a Kampen, una città che merita una passeggiata e ha il vantaggio di un grande parcheggio con annessa area di sosta per camper, gratuita, illuminata, comoda e spaziosa, dove si dorme in compagnia proprio a due passi dalla porta d’ingresso all’abitato. Visitato il centro storico e fatta la spesa, ci si può addentrare nelle grandi torbiere al limitare dei polder orientali.

Non c’è un itinerario ben preciso da seguire; le strade sono numerose, quasi una ragnatela, e tutte strette. I punti strategici, dove l’opera dell’uomo si fonde con l’ambiente primordiale, sono essenzialmente tre: la riserva naturale De Wieden e i parchi nazionali De Weerribben e De Alde Feanen. Tutti e tre furono un tempo luoghi di raccolta della torba, che veniva issata con una lunga pala su un barchino e quindi messa ad asciugare al vento, in essiccatoi fatti di legno o semplicemente disponendola a cumuli. La torba veniva bruciata al posto del legno nel caminetto: combustibile povero – fa poca fiamma e ancor meno calore – ha il vantaggio di trovarsi pressoché dappertutto e non costare quasi niente.

L’estrazione della torba, condotta per secoli in maniera organizzata, ha abbassato il livello del suolo e prodotto un gran numero di laghetti dalle forme troppo regolari per apparire naturali. Tutta questa zona è diventata un paradiso per folaghe, aironi, anatre, oche e gallinelle d’acqua che vivono in questi specchi d’acqua come nelle migliori paludi e questo arricchisce la zona di una fauna varia… e piuttosto chiassosa.

Torba
Torba

Il terreno rimasto è ancora torba, soffice ed elastica rimanenza di antichi tappeti di muschi chiamati sfagni. Durante la visita è divertente saltare sul terreno a piedi uniti e verificare che una persona a parecchi metri di distanza avverte l’onda trasmessa dal suolo morbido. Meno divertente è quando, in campeggio, l’addetto alla reception consulta il computer e ci dice che non c’è posto. «Ma come è possibile – gli chiediamo stupiti – se è mezzo vuoto?» Davvero da non credere: il camper è pesante e può essere parcheggiato solo in determinate piazzole, oppure correrebbe il rischio di sprofondare. E così ci viene mostrata la pianta del camping con le aree di colori diversi, come se fosse una cosa ovvia anche per noi mediterranei che i camper possano sprofondare nella torba.

Nationaal Park Weerribben-Wieden

Kalenberg
Kalenberg

Chi ha dormito a Kampen può dirigersi verso la riserva naturale De Wieden in direzione nord oppure portarsi a Zwolle su una delle poche strade larghe del circondario, immettendosi quindi sull’A28 e percorrendola per un breve tratto. Usciti a Meppel ci si inoltra nella regione del Brederwiede, una vasta area palustre, frutto proprio dell’estrazione della torba. Si seguono le indicazioni per Giethoorn, località fortemente condizionata dal turismo, vero motore commerciale della zona soprattutto per le numerose famiglie che affittano le case ai visitatori. Il parcheggio esterno al paese è di ampie dimensioni, mentre la strada principale è una pista ciclabile; dappertutto si noleggiano barche a turisti imbranati che s’improvvisano capitani di lungo corso creando pietosi ingorghi a ogni crocevia. Forse l’unico punto in cui conviene andare ancora a piedi è proprio qui.

Nationaal Park Weerribben
Nationaal Park Weerribben

Da Giethoorn numerosi percorsi permettono di visitare tutta la zona umida. Non sempre la visuale è eccellente, perché il canneto impedisce di avvicinarsi troppo all’acqua. Conviene munirsi di bicicletta e raggiungere con quella il centro visitatori, mal segnalato ma ben visibile; qui inizia un sentiero fra le canne su una comoda e asciutta passerella di legno. Fra i vari itinerari può capitare di traghettare su piccole zattere, aiutandosi con delle funi. Al di fuori della passerella il sentiero è praticabile a seconda di quanto è piovuto nei giorni precedenti.

La storia narra di un errore di valutazione commesso dagli estrattori di torba di un tempo. Per aumentare la raccolta, venivano lasciate strette strisce di instabile terreno su cui far asciugare il materiale ricavato: il maltempo le ha fatte gradualmente sprofondare e oggi è rimasto un vasto e inutilizzabile lago, circondato dal canneto. Le stesse canne che si utilizzano ancora oggi per i tetti delle case. Non sono edifici antichi, anzi si vede chiaramente che molte abitazioni sono di recente costruzione, eppure è stato mantenuto lo stile tradizionale per le coperture (che oggi, naturalmente, poggiano su guaine impermeabili). Le case più vecchie prevedono una certa manutenzione: per questo i tetti appaiono in gran parte più o meno nuovi.

Kalenberg
Kalenberg

Per capire l’importanza economica della lavorazione di questa pianta si deve andare nel vicino territorio del parco nazionale Weerribben, pochi chilometri più a nord. In questa riserva si trova il più vasto canneto dell’Overijssel, grande zona di raccolta nota anche per i numerosi uccelli di palude che ci vivono. Qui l’estrazione della torba è cominciata successivamente al De Wieden, motivo per cui non sono stati ripetuti gli errori del passato. Fra un’area di prelievo e l’altra è stato sempre lasciato un ampio corridoio asciutto (largo parecchi metri) che poteva mantenersi stabile, e così i laghetti appaiono assai regolari e perfettamente alternati a fasce di terreno erboso. Il massiccio prelievo, in ogni caso, non poteva essere infinito: la torba andava scavata a profondità sempre maggiori e allo stesso tempo il canneto cominciava a coprire gli specchi d’acqua, come in ogni area stagnante. Questo portò molti estrattori a cercare un più facile guadagno nella raccolta delle canne, attività che da allora caratterizza il parco, dove viene tuttora condotta a livello quasi industriale.

Le aree protette dell’Overijssel
Le aree protette dell’Overijssel

Il punto di riferimento ideale per la visita è Kalenberg, situato in posizione centrale nel parco. Noleggiando una bicicletta o una barca (con il motore elettrico) ci si inoltra sulle ciclabili o lungo i canali alla scoperta dei canneti. È invece sconsigliabile muoversi a bordo del camper: le strade sono strette – una sola corsia con appena qualche slargo – e i pochissimi punti di sosta dove soffermarsi per una foto risultano fangosi e instabili. Se si opta per la dueruote, preferibile alla camminata per via delle distanze, si oltrepassa il ponte sul canale: largo quanto basta per far passare due persone, si solleva all’arrivo delle barche. Il pedaggio per questa operazione è di 2 euro: il ponte si solleva e al passaggio della barca l’originale casellante fa oscillare una specie di canna da pesca che regge un tradizionale zoccolo di legno in cui il barcaiolo depone le monete. Il pagamento viene effettuato in velocità e non c’è tempo per un errore o un eventuale resto.

La pista ciclabile è una striscia asfaltata larga poco più di un metro. Costeggia per un tratto il canale navigabile, in cui transitano piccoli scafi insieme a imbarcazioni di una certa stazza. Si pedala passando davanti a case (quasi tutte con i tetti di canne) che sembrano uscite da un libro di favole, circondate da ortensie dai colori sgargianti. Il percorso devia poi attraverso boschi, praterie umide e argini su cui sono collocati grossi mucchi di canne messe a seccare; nei capannoni gli operai legano i fasci, smistano grossi cumuli e caricano i camion. In sostanza, il parco vive di sé stesso in una realtà che di turistico ha poco: al contrario di Giethoorn, non si vedono turisti in giro e tutto è scritto solo in fiammingo.

Kalenberg, il pagamento del pedaggio fluviale
Kalenberg, il pagamento del pedaggio fluviale

Chi sceglie la barca con il motore elettrico può godere invece di una prospettiva completamente differente. Dal basso la vista può spaziare meno, ma c’è il fascino dell’avventura e del contatto con la flora. La sagittaria, il morso di rana, le ninfee bianche e gialle accompagnano la gita su un’acqua scura come la notte. Dove finisce il canneto starnazzano folaghe e gallinelle d’acqua, animali notoriamente timidi nei confronti degli esseri umani ma abituati al frequente passaggio delle barche: perfino i guardinghi aironi grigi e le nitticore si lasciano avvicinare fino addirittura a un paio di metri di distanza. Il solo consiglio rivolto a chi possiede un navigatore portatile è quello di memorizzare l’attracco: per quanto possa sembrare eccessivo, non è affatto scontato orientarsi nel labirinto dei canali.

A Ossenzijl, situata all’estremità settentrionale del parco, si trova un bel centro visite con tanto di attracco per le barche e noleggio biciclette. Si accede al parcheggio superando un ponte levatoio: anche questo si alza ogni volta che passa una barca, ma non c’è pedaggio da corrispondere e il sistema funziona automaticamente, con tanto di semaforo per le precedenze. Anche qui vale la pena muoversi sull’acqua, noleggiando una barca oppure facendosi scorrazzare da un battello in una delle gite in programma: l’equipaggio è composto da persone simpatiche e accoglienti, compreso il capitano che racconta aneddoti in fiammingo fra le risate dei turisti olandesi e la nostra totale incomprensione. Qua e là si vedono girare le pale di mulini a vento: non è folklore, funzionano ancora come pompe per mantenere stabile il livello dell’acqua.

Nationaal Park De Alde Feanen

Il parco De Alde Feanen
Il parco De Alde Feanen

Proseguendo verso nord si entra nella provincia della Frisia, famosa se non altro per il bestiame a cui ha dato il nome: produttrici di latte per eccellenza, le mucche frisone sono facilmente riconoscibili per la pezzatura nera sul manto bianco, mentre per distinguere le pecore è richiesto un occhio più esperto. Con l’autostrada si passa Heerenveen e poco prima di Leeuwarden si devia per Drachten uscendo in direzione di Earnewald. Prima di raggiungere l’abitato si trova una deviazione sulla sinistra: un piccolo cartello in fiammingo indica il centro visite. Uno splendido sentiero porta a un capanno sul lago dal quale si avvistano oche, limicoli e perfino spatole: uno spettacolo grandioso. Per fare un percorso più lungo serve una bicicletta (meglio se portata da casa, visto che il noleggio costa abbastanza caro): in sella alla dueruote si percorre un itinerario tutto ponticelli di legno e curve che sembrano inventate, vista la pianura circostante: ma uscendo dal sentiero e affondando nell’acquitrino si capisce che chi ha realizzato il tracciato cercava un po’ di terreno solido. Per i più sportivi una valida alternativa è rappresentata dal noleggio di un kayak, con cui pagaiare fra canneti e ninfee: bisogna mettere in conto di schizzarsi con acqua non proprio cristallina, ma l’esperienza può essere molto divertente. L’avvicinamento agli animali è piuttosto difficile – il movimento dei remi li spaventa – ma basta sospendere la remata perché facciano ritorno.

Il parco De Alde Feanen, una spatola
Il parco De Alde Feanen, una spatola

Anche in questo parco siamo fuori dai grandi circuiti turistici, e si sente. Tutti ci rivolgono la parola direttamente in inglese, come se il mondo si dividesse fra i loro connazionali e tutti gli altri, indipendentemente dalla provenienza. Ci guardano incuriositi, mostrando quella gentilezza un po’ eccessiva tipica di chi ha raramente a che fare con gli stranieri e vuole cogliere l’occasione per mostrarsi accogliente: situazione ideale per chi viaggia con i modi e i mezzi del pleinair in un paese che oltre ai tulipani e ai mulini a vento offre scenari di inconsueta bellezza.

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio