Nuovo Mondo, Nuova Scozia

Quasi un'isola, etnica e geografica, la Nuova Scozia conserva costumi e memorie dei primi coloni britannici nella natura spettacolare del Canada. Siamo tornati in camper a trascorrervi due settimane di vacanza.

Indice dell'itinerario

In qualsiasi punto della Nuova Scozia ci si trovi, non sarà mai a più di 50 o 60 chilometri dal mare. Questa peculiarità ha notevolmente influenzato la storia e il carattere di questa provincia canadese. Sei volte più piccola dell’Italia, la Nuova Scozia dispone di una rete stradale ottima, ben segnalata e con innumerevoli e invitanti possibilità di sosta. Rispetto alle altre province atlantiche è quella maggiormente visitata dai turisti ed è perfettamente attrezzata per accoglierli. Il proposito di percorrerla in motorhome nasce dall’esigenza di coglierne i molteplici aspetti storico-naturalistici in modo autonomo. Due settimane di permanenza ci consentiranno di farlo, imprevisti permettendo (vedi anche il precedente servizio pubblicato su PleinAir n. 297).
Punto di partenza per chiunque si rechi in aereo dall’Italia o dal resto del Canada è Halifax, città interessante, antica, affacciata su uno dei porti naturali più grandi del mondo. L’aeroporto dista dal centro circa 35 chilometri, tragitto da percorrere in taxi o in bus navetta. D’obbligo è la visita in città all’International Visitor’s Center, dove poter reperire tutti i ragguagli, le informazioni e le carte stradali necessarie al proprio scopo. Il nostro viaggio comincia presso l’agenzia di noleggio Oasis Motorhome Rental di Bedford, un sobborgo a 15 minuti di taxi da Halifax. Anzitutto, il noleggio di un qualsiasi mezzo a motore comporta il possesso di una carta di credito, prescindendo dalle proprie scorte di denaro liquido. La scelta del motorhome, in periodi di media e alta stagione, è condizionata dal numero di veicoli a disposizione dell’agenzia. Poiché in Nuova Scozia di agenzie non ce ne sono molte, i mezzi vanno letteralmente a ruba. Anche a noi, pur avendo prenotato dall’Italia con qualche mese di anticipo, è toccato ritirare un modello di stazza ragguardevole. Tuttavia, malgrado l’impatto iniziale, il veicolo si è rivelato confortevole e affidabile. Un rapido ma dettagliato chiarimento sul suo funzionamento da parte di un’addetta dell’agenzia e, imbarcati i bagagli e la mountain bike, prende il via il viaggio vero.
La bella e panoramica strada costiera che corre in direzione sud è a due corsie. E’ denominata Lighthouse Route e segue tutta la costa della Nuova Scozia sino a Yarmouth. E’ una delle Scenic Travelways, sette strade che, intrecciandosi, consentono di visitare la provincia nel migliore dei modi. Ci sono anche alcune lunghe e veloci superstrade, gratuite e con interminabili rettilinei, ma terribilmente banali per chi intende conoscere il paese. La Scenic Travelways Map ottenuta al centro informazioni di Halifax è una carta stradale fondamentale, di facile consultazione. Sono evidenziate, in colori diversi a seconda della denominazione, le principali arterie del paese. Anche in alta stagione il traffico è scorrevole (attenzione, la guida è a destra), e come sempre è buono l’asfalto e chiara la segnaletica. Benché in Nuova Scozia sia relativamente facile scovare piazzali o semplici spazi in cui trascorrere la notte, prima o poi occorre recarsi presso un campground. Questi siti di campeggio aperti a tutti, dalle bici ai motorhome, sono facilmente localizzabili adocchiando la Nova Scotia Complete Guide, la simpatica e utilissima guida reperibile ad Halifax o all’Ente per il Turismo Canadese di Milano. Di regola sono situati in zone ricche di verde, sono ben gestiti e forniti quasi tutti di market e lavanderia. Attenzione al periodo: alcuni di essi, durante l’estate, sono zeppi; per cui torna utile averne sempre sottomano un secondo da raggiungere. La sosta libera è consentita un po’ ovunque, basta ovviamente non intralciare eventuali passaggi. Nei pressi delle abitazioni private conviene sempre chiedere il permesso. Nella zona centro-settentrionale, gli estesi boschi di conifere e le malinconiche baie sabbiose offrono spettacoli suggestivi e momenti di vero relax. E’ possibile, tempo permettendo, concedersi anche un bagno. Alcune zone della Nuova Scozia sono lambite dalle acque più calde della fascia atlantica nordamericana.
Sovente passiamo la notte lungo il mare in prossimità di villaggi di pescatori o nelle vicinanze di un porticciolo. A piedi o in mountain bike siamo in grado di visitare singolari località come, ad esempio, Balancing Rock: un roccione a strapiombo sul mare, punto di riferimento dei naviganti. Nota lieta per il palato sono il pesce e i crostacei: ci troviamo nel regno delle lobster, le aragoste che si comprano a modico prezzo e si cucinano in ogni luogo. Una cena al ristorante a base di questi crostacei non è per niente salata, occorre solo fare attenzione al modo in cui vengono cucinati: i canadesi tendono a friggere ogni tipo di pesce e spesso l’olio non è dei migliori.
Verso nord, superato il vasto tratto di costa che prende il nome di Baia di Fundy, nella quale si verificano alte maree tra le più spettacolari del pianeta (15 metri), il paesaggio muta sensibilmente ci troviamo, infatti, nell’isola di Capo Bretone. La strada che traversa questa terra ancora per certi versi selvaggia è tra le più famose del Canada atlantico: battezzata Cabot Trail dal nome del navigatore italiano Giovanni Caboto, sbarcato sull’isola nel 1497, taglia il Cape Breton Highlands National Park. E’ molto panoramica e deve la sua fama proprio ai circa 100 chilometri che si sviluppano all’interno del parco. La parte più bella è quella lungo la costa settentrionale. Si snoda tra monti, pianure e valli aride fino al French Mountain, il punto più alto (500 metri). Per accedere al parco bisogna pagare un pedaggio di alcuni dollari; all’entrata c’è un centro informazioni (nei pressi di Cheticamp e di Ingonish). I saliscendi sono più marcati e la strada spesso presenta zigzag da prendere con cautela, ma è percorribile da qualunque mezzo a motore. Anche molti ciclisti si cimentano sulle dure pendenze.
Nessuna difficoltà per i rifornimenti di carburante: esistono distributori nei centri maggiori. Può succedere di incrociare alci lungo il percorso, quindi è meglio evitare la guida notturna. Occorre inoltre ricordare che all’interno del parco non è consentita la sosta libera. Inutile tentare di fare i furbi, perché tutta l’area è severamente controllata: i guardaparco sono gentili, tuttavia quando vi colgono in flagrante vi invitano a lasciare immediatamente la zona. Generalmente gli abitanti della Nuova Scozia sono cordiali e disponibili. In caso di difficoltà o imprevisti di altra natura, ci si può rivolgere senza timore alla gente del luogo: se può, dà tutto l’aiuto che occorre. Furti e delinquenza comune sono estremamente circoscritti. Si viaggia tranquilli e, durante le soste, senza l’assillo di aver lasciato oggetti incustoditi nel motorhome.
La Nuova Scozia è veramente una meta ideale, e lo dimostrano anche le cifre. Il numero di turisti italiani è ancora basso in confronto a francesi, statunitensi e canadesi, ma potrebbe essere solo una questione di tempo.

PleinAir 328 – novembre 1999

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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