Notti di fuoco/3 - Fiaccole di fede

A San Marco in Lamis, in provincia di Foggia, il Venerdì Santo si svolge la processione delle fracchie in onore della Madonna Addolorata: un'antica cerimonia religiosa che vede protagonista, anche qui, il fuoco.

Indice dell'itinerario

Prima di tutto un po’ di lessico: la parola fracchia pare sia stata mutuata dall’abruzzese farchia, fiaccola, a seguito dei pellegrinaggi che gli abruzzesi percorrevano, passando da San Marco, per raggiungere il Santuario di San Michele. Le fracchie sono ricavate col taglio longitudinale di tronchi di noce o di castagno, fino a tre quarti della loro lunghezza. Le sezioni ottenute, le ferle, vengono allargate e legate a cerchi in ferro. Si ottiene così la struttura base, simile a un lungo cono, che verrà completata con l’inserimento di altre ferle più piccole, per chiudere la parte esterna del cono stesso. Fissata la struttura su di un telaio a due ruote che servirà per il trasporto, inizia il riempimento della fracchia che brucerà durante la processione. Piccoli pezzi di legna essiccata, insieme con pezzi più grandi di legna secca e verde, sono infilati nella capace bocca, gli spazi vuoti vengono riempiti con sterpi e rami. Il tocco finale viene dato da un paletto su cui viene posta l’immagine dell’Addolorata.

 

 

La tradizione delle fracchie

La_Fracchia_che_bruciaLa tradizione sembra risalga alla metà del ‘700 e da allora le dimensioni delle fracchie sono andate via via aumentando, fino a raggiungere oggi i 5-6 metri di lunghezza e un peso di 30-40 quintali.Già dal mattino in Via Rosselli iniziano a giungere le prime delle circa trenta fracchie previste. Montati i cavi che serviranno per governarle, viene appesantita la stretta coda con sacchi di sabbia e vengono appese bandierine di carta colorata.Il pomeriggio sfilano le squadre dei trasportatori. Grande entusiasmo vi è soprattutto fra i bambini, in costume, che si accingono a trainare la loro prima e piccola fracchia sotto la guida dei genitori. Intanto la folla di persone aumenta fino al calare del buio, quando intorno alle 18 la statua della Madonna esce dalla chiesa per andare alla ricerca del Figlio.Inizia così il corteo delle fracchie: si dà fuoco a quelle più piccole e, man mano, a quelle sempre più grandi che, in tale ordine, s’avviano lungo Corso Matteotti.

Per manovrare le fracchie più grandi occorrono azioni coordinate; il gruppo di testa tira con forza le corde per muovere le pesanti strutture, altri ne determinano la direzione, manovrando funi laterali. E quando si rende necessario fermare il fiammeggiante “drago”, qualche robusto trasportatore si siede di colpo sulla coda. Ravvivate dalle brevi corse che i carri effettuano nei tratti in pendenza, le fracchie diventano le uniche fonti di illuminazione e spesso provocano grandi nuvole di fumo, mentre una pioggia di cenere e scintille investe il pubblico.Una strettissima curva, in fondo alla strada principale, rappresenta forse il momento di maggiore pericolosità per la gente. Le alte fiamme, infatti, lambiscono i balconi e un imperfetto controllo della manovra può far barcollare la struttura, provocando attimi di tensione e un fuggi fuggi generale. Per motivi di sicurezza, da qualche tempo le amministrazioni locali vietano perciò fracchie di dimensioni esagerate. Solo dopo due ore la processione raggiungerà la Chiesa della Collegiata, lasciando lungo il percorso tizzoni ardenti e odor di bruciato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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