Note di gola

Dalla splendida città di Graz alle campagne della Stiria meridionale, un itinerario del gusto alla scoperta di tradizioni rurali ed eccellenze gastronomiche della regione austriaca, sullo sfondo di antichi castelli e imponenti abbazie

Indice dell'itinerario

Arte, storia, natura, paesaggi, mete d’eccezione: di solito, come tutti sappiamo, sono questi i motivi che fanno nascere l’idea di un viaggio. Ma a volte basta anche solo la curiosità a stuzzicare la voglia di visitare un certo luogo, e nel nostro caso – lo confessiamo senza esitazione – la buona tavola è un ottimo pretesto. Avendo scoperto che in Stiria questo aspetto è particolarmente sviluppato, con innumerevoli specialità tradizionali della produzione agricola e dell’arte dolciaria, eccoci allora a zonzo nella regione austriaca per scovare, insieme alle tante opportunità culturali e ambientali, le tappe di un vero e proprio itinerario dei sapori.
Tra vette alpine, fitti boschi, vigneti e meleti che si stendono a perdita d’occhio, il territorio stiriano è una cornice delle più gradevoli per la nostra esplorazione, e il capoluogo Graz ne è il miglior punto di partenza. All’arrivo in città, superato il camping Central che ospita confortevolmente chi vuole trattenersi per qualche giorno, troviamo parcheggio per la visita nei pressi della stazione ferroviaria, la cui sala d’ingresso è abbellita da una colorata installazione dell’artista Peter Kogler. Da qui il centro cittadino si raggiunge con le linee 1 e 7 del bus oppure in bicicletta, complici le lunghe piste ciclabili. Sulla sommità dello Schloßberg, il colle che domina l’abitato, la Uhrturm, ovvero la torre dell’orologio, è uno dei simboli di Graz: insieme alla torre campanaria è la principale testimonianza dell’antica fortezza che vi sorgeva, rimasta inespugnata ma fatta esplodere dopo la vittoria napoleonica del 1809. Per raggiungere la sommità della boscosa altura, chiusa al traffico, ci sono tre possibilità: salire a piedi lungo gli appositi percorsi, adoperare il moderno ascensore vetrato della Karmeliterplatz o servirsi della funicolare, in attività sin dal 1894, che parte in prossimità delle rive della Mur dal Kaiser-Franz-Josef-Kai. Scegliamo questa terza soluzione e a bordo di uno dei vagoncini, che si arrampicano su una pendenza del 60% e più, ci ritroviamo proprio sotto la torre in cui è ancora ospitata la Liesl, la più grande campana della città. La passeggiata lungo i viali dello Schloßberg conduce ai giardini, ai bastioni, alle casematte, ai vecchi depositi oggi trasformati in teatri all’aperto, e infine alla Uhrturm: all’orizzonte si allineano le montagne, mentre sotto di noi si stende un panorama di rossi tetti spioventi, campanili, il nastro argenteo del fiume Mur con la sua isola artificiale e, sulla sponda opposta del fiume, la sagoma avveniristica della Kunsthaus. Una scalinata di 260 gradini che si snoda fra le terrazze di un suggestivo parco floreale ci riporta in basso, nella città vecchia, dove la stazione di partenza dell’ascensore dello Schloßberg è ospitata all’interno di uno dei tunnel scavati nella collina come rifugi antiaerei per la popolazione durante la Seconda Guerra Mondiale: oggi invece ospitano un centro culturale per spettacoli e manifestazioni e una popolare attrazione per i più piccoli, il divertente trenino della cosiddetta grotta delle favole.
La Sporgasse è senz’altro una delle strade più pittoresche del centro, con i suoi caratteristici cortili dei quali il più famoso è quello dei Cavalieri Teutonici, pavimentato con sassi di fiume e che presenta arcate gotiche sui tre livelli dell’edificio. Sulla vicina Hofgasse, che termina in prossimità del duomo e del mausoleo imperiale di Federico II, una prima tappa per i golosi è la Hofbäckerei Edegger-Tax, antico panificio di corte, le cui specialità sono i bacetti di Sissi e il biscotto dell’imperatore. Bisogna invece spostarsi sulla elegante Sackstraße, ricca di negozi di antiquariato, per assaggiare gli ottimi dolci del Café König, tradizionale ritrovo cittadino in un’atmosfera d’altri tempi.
Attraverso la Mehlplatz e la Färberplatz, affollate da bar e ristoranti, si raggiunge l’animata Hauptplatz, contornata dall’imponente palazzo municipale e da splendide residenze signorili. Da qui parte la Herrengasse, lungo la quale si trova l’ufficio turistico che distribuisce utile documentazione anche in italiano; sulla stessa strada affaccia la Landhaus, sede del governo regionale, con uno splendido cortile rinascimentale progettato da Domenico dell’Allio, artista che nel ‘500 ebbe grande influenza sull’architettura cittadina. L’imponente costruzione è affiancata dalla Landeszeughaus, una gigantesca armeria del XVII secolo che espone circa 32.000 pezzi originali tra armature, elmi, archibugi, pistole e alabarde.
E’ il momento di passare sull’altra sponda della Mur, attraverso l’Hauptbrücke, per un incontro ravvicinato con la prima delle due principali attrazioni inaugurate nel 2003, anno in cui Graz è stata capitale europea della cultura. La Kunsthaus, ideata dagli architetti britannici Peter Cook e Colin Fournier, si è meritata il nomignolo di Friendly Alien per le sue forme in cristallo e acciaio che ricordano una sorta di enorme creatura extraterrestre, ed ospita un’interessante collezione di opere d’arte moderna e contemporanea oltre a mostre che spaziano dalla pittura alla fotografia, dal design al cinema, dalla videoproiezione all’informatica. La vicina Murinsel, che ricorda una sorta di conchiglia rovesciata, è invece un’isola galleggiante disegnata dal newyorkese Vito Acconci e collegata alle rive da due ponticelli: vi trovano posto un’arena per spettacoli, un bar modaiolo e un labirinto molto apprezzato dai bambini.
E’ invece alla periferia occidentale della città che si trova il seicentesco Schloß Eggenberg, un castello immerso in un vasto parco frequentato da pavoni in libertà. Per volere dell’antico proprietario, l’impianto dell’edificio si ispira al calendario: le quattro torri d’angolo rappresentano le stagioni, i dodici portali i mesi, le ben 365 finestre i giorni, mentre i saloni (particolarmente interessanti quello dei paraventi cinesi e quello dei pianeti, destinato a sala da concerto) sono ventiquattro come le ore.

Intorno alla città
L’autostrada A9 ci porta velocemente poco a nord di Graz: usciti a Deutschfeistritz si devia su Kleinstübing per raggiungere l’Österreichische Freilichtmuseum, un museo all’aperto dotato fra l’altro di un ampio parcheggio. Si tratta di una delle più grandi strutture del genere in Europa, la cui visita può occupare anche l’intera giornata: su una superficie di 60 ettari sono esposti oltre cento edifici rurali provenienti da tutta l’Austria. Durante la passeggiata lungo i sentieri che attraversano il bosco (fruibili anche da persone con mobilità ridotta) si visitano costruzioni in pietra e case in legno dai tetti ricoperti di paglia o scandole; all’interno delle abitazioni, arredate con mobili d’epoca, si assiste alla rievocazione di scene di vita contadina e a lavorazioni artigianali.
Raggiunto il vicino villaggio di Gratwein, una stradina porta allo Stift Rein, che risale al 1129 ed è il più antico monastero cistercense del mondo tuttora in uso. L’imponente facciata color pastello, preannunciata dall’elegante campanile, emerge dai campi coltivati a granoturco: all’ingresso vengono offerte ai visitatori, in segno di benvenuto, saporite mele coltivate dai monaci. Di grande interesse è la biblioteca, una vasta sala decorata da affreschi nella quale è illustrata la storia della scrittura su carta e pergamena, con un’affascinante collezione di incunaboli e manoscritti che richiedevano ai miniatori lunghi mesi di paziente lavoro all’incerta luce delle candele.
Per vie secondarie attraversiamo paesini come Kehr, Eggartsberg, Afling e finalmente, in prossimità di Köflach, raggiungiamo il Bundesgestüt Piber, una grande stazione di monta dove nascono e vengono allevati i famosi cavalli lipizzani (chi preferisce un percorso meno tortuoso può tornare a Graz, riprendere la A2 in direzione di Klagenfurt e uscire a Mooskirchen, imboccando la statale B70 per Voitsberg e Köflach). Un lungo percorso in salita conduce all’ingresso delle scuderie, dove si ammirano i puledri nel caratteristico manto scuro che diverrà bianco con la crescita, indicando che è giunto il momento di trasferirli nella scuola di equitazione spagnola a Vienna. Ma a Piber – dove sorge anche l’omonimo castello – i magnifici animali faranno ritorno al termine della carriera, per godersi una meritata pensione sui verdi pascoli della tenuta.

Sulle strade del vino
Passiamo da Bärnbach per dare un’occhiata alla particolare ristrutturazione della chiesa di Santa Barbara, messa in opera dal grande artista viennese Hundertwasser tra il 1987 e il 1988. Le sue forme irregolari e multicolori culminano nel campanile dorato a cipolla; tutt’intorno, lungo una distesa erbosa volutamente ondulata, si aprono dodici porte, invito all’incontro con le altre religioni. Una simbologia che continua all’interno della chiesa, dove l’altare è formato da lastre di vetro e da dodici strati di terra (quelli centrali provenienti da Betlemme, dal Vaticano, da Kiev e da Dachau) a rappresentare le dodici tribù d’Israele.
Dalla vicina Voitsberg la B70 ci riporta verso Graz fino all’incrocio con la B76: la seguiamo in direzione di Stainz, dominata da un castello circondato da vigneti, e proseguiamo verso Bad Gams. La strada che percorriamo tra dolci saliscendi attraversa meleti e campi di mais, intervallati da case in legno dalle facciate ricoperte di fiori. Ma si cominciano a intravvedere anche i terreni in cui si producono le famose zucche della Stiria, una specialità che andiamo a conoscere più da vicino presso l’agriturismo Rabensteiner. Per raggiungerlo bisogna portarsi nella frazione di Furth, dove si trova l’ingresso dell’azienda a pochi metri da un’area di sosta per camper. La zucca qui prodotta è diversa da quella che abitualmente troviamo nei nostri mercati poiché, come risultato di una mutazione, i semi sono rivestiti solo da una leggera pellicola, che ne permette una facile spremitura: dopo il lavaggio sono sottoposti a cottura, ridotti in polvere, combinati con acqua e sale, tostati a 120 gradi e infine pressati per ottenere un olio di colore verde scuro. A tutte le fasi di lavorazione si può assistere presso il frantoio dell’azienda agrituristica, che produce ben quattordici tipi di olio oltre a liquori, marmellate e prodotti per la cura della pelle. Oggi la raccolta dei semi è parzialmente automatizzata, ma nei campi non è difficile trovare contadini che la effettuano a mano: seduti su un basso sgabello nel bel mezzo del prato, estraggono i semi da una porzione di zucca posta in grembo, un lungo e ripetitivo lavoro che consente di ottenere una bottiglia d’olio ogni 35-40 zucche.
Facciamo una breve sosta nella cittadina di Frauental an der Laßnitz per ammirare lo spettacolo dell’arredo urbano costituito da piante e fiori sgargianti che rivestono giardini, facciate di palazzi e perfino i pali della segnaletica stradale. Ripresa la marcia tra campi di colza e granoturco, iniziamo a salire con la statale B74 in direzione di Leibnitz fino al bivio per Kitzeck im Sausal, il paese più in alto sulla locale Weinstraße. La nostra meta è l’azienda agricola Weingut Lorenz, che già nel nome dichiara la propria attività. I suoi ottimi vini sono prodotti con uve dei vigneti circostanti, che si possono visitare intervallando la passeggiata con quattordici pause sportive: proprio tra i filari sono state allestite con antichi attrezzi agricoli alcune piazzole da minigolf. Altra curiosità è quella di poter adottare per dieci anni una pianta, una spesa di 150 euro che dà diritto a ricevere due bottiglie di vino all’anno. Prendiamo come base l’azienda per partire alla scoperta dei dintorni cominciando proprio con Kitzeck, un grumo di case aggrappato in cima alla collina che contorna la parrocchiale. La veduta panoramica è ampia, e si è circondati da filari che sembrano come pettinati sui pendii. Altro elemento che caratterizza il paesaggio agricolo è la girandola di legno con un pennacchio in coda: si tratta del Klapotetz, lo spaventapasseri tipico dei vigneti del sud della Stiria, il cui nome vuole ricordare il suono emesso dalle grandi pale quando sono mosse dal vento. Le dimensioni possono essere davvero inusuali se confrontate con i nostri pupazzi di campagna: a Sankt Andrä im Sausal c’è uno spaventapasseri che misura ben 16 metri d’altezza ed è composto da dodici pale che formano una girandola larga 13 metri. Nel villaggio di Höch non bisogna invece mancare una tappa alla Gasthaus Kellerstöckl per provare il Sulmtaler, un pollo imperiale che vanta una tradizione di eccellenza da ben sei secoli. Sui tavoli di una terrazza con vista, questo volatile autoctono (venduto dagli allevatori a 25 euro al chilo) viene servito su un letto di patate con la sua farcitura di pane, uova e fegatini di pollo, cotto al forno e aromatizzato con timo, maggiorana, prezzemolo e cumino: una prelibatezza della quale si gusta anche la croccante crosticina, ottenuta grazie a continue spennellate di birra scura.
Scendendo ancora più a sud, verso il confine con la Slovenia, incontriamo la Route 69, una strada conosciuta e frequentata dai motociclisti di tutta Europa. Poco oltre, a Glanz an der Weinstraße, si ammira il grande e colorato monumento di acciaio e vetro dedicato all’uva, motivo d’orgoglio cittadino anche perché incluso nel Guinness dei Primati. Siamo in una zona di impronta sempre più rurale, il che si traduce anche in una certa scarsità di indicazioni stradali: ci tornano utili alcune informazioni che abbiamo preso all’ufficio turistico di Kitzeck. Assai più facile imbattersi in una delle tante Buschenschank tipiche della Stiria, le taverne nelle quali i viticoltori locali offrono agli ospiti il vino prodotto in fattoria accompagnato da formaggio, carne affumicata e coppa. Chi vi capitasse a settembre sappia che in questo mese si beve lo Sturm, un succo d’uva fermentato a metà: qualche bicchiere di troppo assicura un lungo abbraccio con Morfeo.

Terme e castelli
Continuando lungo la B69 in direzione di Leibnitz e superata l’autostrada, proseguiamo diritti su una secondaria che dopo Sankt Veit am Vogau ci porta a Perbersdorf bei Sankt Veit, pittoresco villaggio in cui davanti a ogni abitazione sono esposte e messe in vendita coloratissime zucche dalle forme stravaganti. A Gosdorf ci si immette nuovamente sulla statale per raggiungere l’estremità sud-orientale della Stiria, dove Bad Radkersburg offre un grazioso centro storico in cui fanno bella mostra la piazza centrale, la cattedrale e vari palazzi signorili. Comoda base per il turista itinerante è il Parktherme, un centro termale dove il soggiorno all’aria aperta può essere abbinato a trattamenti curativi ed estetici. Siamo di nuovo sulle rive della Mur: al di là del fiume sorge la cittadina slovena di Gornja Radgona, collegata da un ponte e raggiungibile in bicicletta, così come molte altre mete nei dintorni di Bad Radkersburg collegate da facili percorsi a tema. Uno di essi è il Muregio, sorta di caccia al tesoro cicloturistica per le famiglie con bambini che si effettua con l’ausilio di GPS, macchina fotografica e cartine fornite dall’organizzazione. Tra una pedalata e l’altra veniamo a sapere che la specialità della Gasthof Palz, nel non lontano villaggio di Klöch, è il pollo fritto: viene servito con contorno di grandi fagioli neri appartenenti a una varietà coltivata solo in quest’area, sui quali va versato con parsimonia l’olio di semi di zucca. Il pollo è buono davvero, e così il bianco aromatico che lo accompagna.
Sulla statale B66 riprendiamo il viaggio verso nord e, superato il centro termale di Bad Gleichenberg, arriviamo allo Styrassic Park, un parco preistorico immerso in un folto bosco nel quale decine di dinosauri riprodotti a grandezza naturale incuriosiscono gli adulti e affascinano i più piccoli, attratti anche da spettacolari eruzioni e terremoti creati artificialmente per ricostruire l’ambientazione della notte dei tempi. Vicino Feldbach si trova invece lo Schloß Kornberg, un turrito castello fondato negli ultimi anni del XIII secolo e ancora abitato dai proprietari, che accompagnano personalmente gli ospiti nella visita alla cappella privata e ai saloni di rappresentanza prima di giungere all’ampia corte interna scandita da lunghi portici, in cui si trova un fornitissimo negozio di souvenir. Ancora più scenografico il castello della cittadina di Riegersburg, aggrappato in cima a uno sperone. La sua storia è legata soprattutto ai processi alle streghe la più famosa delle quali, una certa Katharina Paldauf, si diceva potesse far fiorire le rose d’inverno, e per questo fu messa al rogo. Una ricostruzione della sua camera si trova nel museo ospitato nell’edificio, insieme alla sala delle torture e all’aula del tribunale in cui si tenevano i giudizi.
Dulcis in fundo… e infatti è giunta l’ora di soddisfare la nostra golosità con il più classico degli sfizi, il cioccolato. Nel villaggio di Bergl si trova la Zotter Schokoladen Manufaktur, al cui ingresso ogni visitatore riceve in dono un cucchiaino in ceramica che servirà per assaggiare le qualità di cioccolato prodotte. Il tour della fabbrica ha inizio dal magazzino e passa in rassegna tutte le fasi di lavorazione, che si concludono con il confezionamento. Il momento più sorprendente è l’arrivo nella sala dove una piccola teleferica trasporta minuscoli vagoncini dai quali ognuno può prelevare una stecca di cioccolato, da diluire in un bicchierone di latte bollente. Ma Josef Zotter non è solo un imprenditore di successo e un inventore (la funicolare è opera sua): è anche un mecenate, poiché una parte del ricavato della vendita dei biglietti e dei prodotti – tutti ottenuti con metodi biologici – è destinata ai bambini sudamericani e a giovani artisti locali che per lui realizzano fantasiose etichette. Non potremmo prendere la via del ritorno senza aver fatto una congrua scorta di tavolette: una volta tanto, invece del sovrappeso del camper, dovremo preoccuparci del nostro!

Testo e foto di Emilio Dati

PleinAir 455 – giugno 2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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