Neve, Pale e racchette

Sfogliate PleinAir n. 309 e vi troverete in abiti estivi alcuni dei paesaggi che qui si presentano ammantati di neve. Siamo tornati nel Parco Naturale di Paneveggio - Pale di San Martino per provare e proporvi, racchette ai piedi, alcune facili escursioni nel magico scenario dei "Monti Pallidi". Base logistica di partenza, San Martino di Castrozza.

Indice dell'itinerario

Boschi secolari, imponenti cattedrali di dolomia le cui cime si confondono con il cielo, alcune malghe lambite dal Travignolo, è questa la romantica Val Venegia. Deliziosa in tutte le stagioni, lo è soprattutto d’inverno, quando è frequentata solo dagli appassionati dello scialpinismo e da escursionisti con le racchette ai piedi. Dominato dal Mulaz e dalla Vezzana, la più alta cima del gruppo, quest’angolo delle Pale stupì anche i viaggiatori del secolo scorso, eoggi cattura l’interesse anche di fotografi e registi: la valle è stata il palcoscenico di Mirka, un film con la regia di Rachid Benhadj e la partecipazione di Gérard Depardieu.Siamo entrati in questa grandiosa scenografia naturale, che fa parte del Parco di Paneveggio-Pale di San Martino, per compiere un’escursione fuoripista partendo dal Passo Costazza e dalla Baita Segantini, costruita nel 1936.
Calzate le racchette da neve cominciamo a scendere per l’ampia carrareccia diretta a Pian dei Casoni. All’inizio il percorso è dominato dal Cimon della Pala, il “Cervino delle Dolomiti”, che suscitò l’interesse dei grandi pionieri inglesi, arrivati nel nostro paese per scoprire i monti descritti dal geologo francese Déodat de Dolomieu. Nel 1869 Paul Grohmann ne tentò la scalata, ma si arenò davanti ad un balzo di roccia verticale. Era una montagna impossibile’ No, alle ore undici del 3 giugno 1870 E. R. Whitwell e due guide alpine riuscirono a mettere i piedi sulla vetta. Il Cimone è un enorme gendarme di pietra, che veglia sulla Valle Venegia e le sue 539 specie floristiche, alcune delle quali endemiche (come la Saxigrafa facchini e la Primula tyrolensis). La parte bassa della valle diventa boscosa e si collega alla foresta di Paneveggio, composta per lo più da abeti rossi, che in particolari condizioni ambientali possono superare i 50 metri d’altezza. E’ legno prezioso: in particolare quello del raro abete rosso cosiddetto di risonanza, ancora largamente impiegato per la costruzione di strumenti musicali: non per nulla Antonio Stradivari si riforniva a Paneveggio.
Anche la “foresta dei violini” rientra nei confini del parco, che oltre alle foreste demaniali di Paneveggio, Valsorda, San Martino e Val Zanca comprende una significativa porzione della catena dei Lagorai, dove di recente è stata avvistata la lince, e gran parte del massiccio delle Pale. Questo tavolato di roccia, sospeso a oltre 2500 metri d’altezza, si può raggiungere anche d’inverno con la funivia nei pressi del Passo Rosetta.
«Da qui inizia una delle gite di scialpinismo più classiche delle Pale. Bisogna attraversare l’altopiano, raggiungere il Passo Canali e scendere nell’omonima valle. E’ una traversata molto frequentata, ma è riservata a sciatori esperti, opportunamente attrezzati» spiega Mariano Lott, guida alpina, maestro di sci e gestore del Rifugio Pedrotti. Decisamente meno impegnativa è la salita alla Cima Rosetta, in circa mezz’ora di cammino si raggiunge la vetta, un balcone affacciato sull’altopiano di Pale. Tutto sembra a portata di mano, ma sono l’aria straordinariamente tersa e queste montagne ammaliatrici a trarre in inganno. La cima delle Scarpe, ad esempio, sembra vicina, ma non lo è: per raggiungerla abbiamo dovuto scarpinare per tre ore.

A spasso con le racchette
Gli itinerari qui descritti sono tutti fattibili in giornata; devono essere affrontati con neve assestata, perciò in linea di massima il periodo migliore inizia a febbraio. I tempi di percorrenza chiaramente dipendono dalle condizioni del manto nevoso. Per maggiori informazioni sulle gite fuoripista, consigliamo di rivolgersi al Gruppo Guide Alpine. Oltre all’abbigliamento invernale, sono necessari: scarponi, racchette da neve con ramponcino, ghette, bastoncini da sci, crema solare, occhiali da sole, carta, bussola e l’ARVA (un apparecchio ricetrasmittente che consente di individuare rapidamente una persona travolta da una valanga). Dal Rifugio Pedrotti Rosetta alla Cima delle Scarpe. Dal centro di San Martino salite per Via Passo Rolle: dopo circa 500 metri, sulla destra, ci sono un parcheggio e la cabinovia per Col Verde. Da qui, con la funivia, salite al margine dell’altopiano delle Pale (2639 m). Seguendo una traccia evidente è raggiungibile il vicino Rifugio Pedrotti (2581 m): continuate verso il Passo di Roda, quindi procedete sulla sinistra per la lunga dorsale diretta alla Cima di Roda, alla Cima Rodetta e alla Cima delle Scarpe (2802 m). Il percorso non è difficile, ma richiede esperienza. La salita (circa 230 metri di dislivello) richiede più o meno 3 ore, la discesa un’ora. Ai meno allenati consigliamo una gita meno lunga: la salita alla Cima Rosetta. Dall’arrivo della funivia seguite per circa 200 metri la traccia diretta al Rifugio Pedrotti, quindi iniziate a salire sulla destra. Prestate attenzione ai tratti gelati ed evitate di camminare sul bordo della cresta, su cui spesso si formano pericolose cornici. Dalla cima si dominano l’altopiano delle Pale e San Martino (circa 40 minuti tra andata e ritorno.

Da Malga Fosse a San Martino per i Piani della Cavallazza. L’itinerario inizia da Malga Fosse, posta a un chilometro prima di Passo Rolle: conviene raggiungerla con lo ski-bus che parte da San Martino. Scendete verso la Cima Tognazza; arrivati in fondo alla conca, dove si trovano i resti di vecchi impianti di risalita, continuate sulla destra fino a un plateau (segnavia estivo n. 15, durata un’ora). Dirigetevi verso San Martino per i Piani della Cavallazza; risalito un colle, da cui si ha una splendida vista sulla catena delle Pale, scendete a Malga Ces (1670 m). Potete tornare a San Martino con gli impianti di risalita o a piedi per il sentiero 348. Questa facile escursione prevede un dislivello di 200 metri in salita e di circa 650 in discesa; dura 3 o 4 ore.

Sul set di Mirka, in Val Venegia. Risalendo la strada per Passo Rolle, poco prima del passo troverete un parcheggio e, sulla destra, la seggiovia diretta al Passo Costazza e alla Baita Segantini (2174 m). Arrivati alla fine dell’impianto, calzate le racchette e scendete lungo la vecchia strada militare. Giunti in località Campigol della Vezzana – Sorgenti del Travignolo, incontrerete sulla destra il sentiero 710 che sale al Rifugio Mulaz. Scendete per l’ampia carrareccia della Val Venegia; troverete la Malga Venegiotta (1824 m) e poi la Malga Venegia (1778 m), entrambe chiuse d’inverno. Proprio a lato della carrareccia, sono state girate alcune scene del film Mirka.
Continuate per la strada forestale, ben visibile, fino ad incrociare la provinciale per il Passo Valles. Il percorso, facile, richiede circa due ore di cammino, per lo più in discesa; quest’itinerario è uno dei più belli delle Pale. Purtroppo non ci sono bus che collegano il Passo Valles a Passo Rolle, perciò bisogna organizzarsi e lasciare un mezzo in località Pian dei Casoni. In alternativa potete partire e tornare alla Baita Segantini per lo stesso itinerario.

Sentiero Marciò e sentiero di Val Miniera. Dal Passo Rolle scendete verso Predazzo; dopo circa 4 chilometri arriverete al Centro Visitatori del Parco Paneveggio-Pale di San Martino. Da qui iniziano due itinerari naturalistici, il Sentiero di Val Miniera e il Sentiero Marciò: il primo richiede due ore e mezzo di cammino, l’altro circa un’ora. Entrambi i percorsi non presentano difficoltà particolari e sono dotati di cippi numerati, relativi alle stazioni descritte nell’opuscolo disponibile presso le reception del Parco.

PleinAir 318 – gennaio 1999

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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