Nessun luogo è lontano

Chi l'ha detto che per tornare dal grande Nord si può scegliere solo l'autostrada? Ecco un tranquillo itinerario a misura di camper che attraversa tutta la Germania da Lubecca alla Baviera, approfittandone per scoprire alcune delle più belle regioni tedesche e con magnifiche occasioni di pleinair.

Indice dell'itinerario

Tutti o quasi i turisti itineranti che tornano in Italia dai paesi scandinavi (Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Capo Nord) finiscono con l’attraversare la Germania da nord a sud lungo le autostrade, efficienti e per di più gratuite. Ma si tratta pur sempre di una stressante tirata di un migliaio di chilometri, a volte consumata senza neppure una sosta, fra auto e Tir che sfrecciano da ogni parte. E allora, perché non cercare di trasformarla in una minivacanza originale e diversa oltre che rilassante? La cosa è facile e divertente poiché basta lasciare le autostrade a favore delle strade secondarie, meno veloci e un po’ più lunghe ma assai più tranquille, attraversando luoghi di intatta e delicata bellezza (si tratta spesso di località di villeggiatura molto amate dai tedeschi) dove, alla piacevolezza dell’ambiente, si unisce il fascino di piccoli centri per i quali non è retorica affermare che il tempo sembra essersi fermato. E’ una Germania che, con la sola eccezione della città di Lubecca, quasi non conosce il turismo straniero e che non ha nulla da spartire con “la grande storia”, le sue gesta e le sue terribili ombre. In questi luoghi invece si esprimono i sentimenti tedeschi più profondi e positivi: l’amore per la natura, per la bellezza, per i paesaggi dolci e romantici, per i costumi radicati nelle tradizioni del popolo, e anche l’efficienza e l’ospitalità, il tutto a delineare un quadro che riserverà al visitatore non poche piacevoli sorprese.

Intorno a Lubecca
Ariosa e piacevole, circondata da un sistema di canali, parchi pubblici e parcheggi molto funzionali che permettono di raggiungere con facilità il centro storico pedonale, Lubecca
è la prima grande città tedesca che si incontra arrivando dalla Danimarca insulare dopo essere sbarcati con il traghetto a Puttgarden.
Seguendo la B207 si giunge rapidamente al Ratzeburger See, un lago di forma stretta e allungata sulle cui sponde si allineano numerosi centri di villeggiatura dove tuttavia l’accesso alle acque è spesso riservato ai club o alla clientela di hotel e stabilimenti balneari. La situazione cambia a Ratzeburg, dove si trova un’economica area di parcheggio vicino a un centro nautico e all’imbarco dei battelli per escursioni sul bacino; interessante il centro per la curiosa posizione quasi insulare.
Da qui, per la nostra prossima tappa, seguiremo ancora la B207 fino ad incrociare l’autostrada che prenderemo in direzione di Amburgo e poi di Hannover, continuando fino allo svincolo numero 41.La Lüneburger Heide e Celle
Ci troviamo ora in un’area protetta dalle caratteristiche assai particolari, dove il paesaggio della brughiera è tutelato in maniera unitaria insieme all’ambiente umano e ai costumi di vita, e il turismo viene gestito in modo da essere compatibile con questo obiettivo. I paesi – piccoli gruppi di abitazioni senza la minima traccia di periferie moderne – hanno così conservato rigorosamente l’architettura originaria, l’economia si basa sulle medesime attività di sempre (oggi integrate appunto dal turismo) e il tutto resta inserito in una cornice praticamente intatta. In gran parte del comprensorio ci si muove solo a piedi, in carrozza o in bicicletta, e l’uso delle auto è riservato ai residenti.
Dall’uscita autostradale basta seguire nell’ordine i segnali per Egerstorf, Sahrendorf, villaggi graziosissimi immersi in una pace quasi irreale, e infine per Undeloh, una lunga fila di casette in fondo alle quali si imbocca la Wilsede Strasse fino a trovare un parcheggio aperto anche ai v.r., un noleggio bici e alcuni negozietti di artigianato locale. Wilsede, al centro di un’area gelosamente custodita, è il paesino più tipico e intatto: dista circa 4 chilometri da Undeloh e si raggiunge con la bici in una ventina di minuti percorrendo uno sterrato in leggerissima salita, immerso nella brughiera, con escursionisti e carrozze turistiche ad animare il percorso. Si giunge così a questo gruppetto di case immerse nel bosco a formare uno scenario di quelli che sono il teatro di tante favole e leggende per i bambini: la maggior parte di esse sono ovviamente utilizzate come abitazioni da vacanza, pensioncine e persino piccoli musei, e l’insieme contribuisce a mantenere l’autenticità del luogo. Si può così girare ed esplorare il circondario a volontà e poi tornare al camper senza sforzo.
Il tragitto che continua a portarci verso sud ha lo stesso incantevole aspetto della parte precedente, e lo apprezzeremo lungo una strada molto pittoresca un tempo usata per il trasporto del sale. Bisogna anzi dire che l’elemento distintivo dell’itinerario da Lubecca fin qui è appunto la serenità dell’ambiente unita alla piacevolezza del paesaggio, una vera gioia per gli occhi che si esalta anche grazie al modesto traffico. Siamo ora diretti a Celle, che raggiungeremo da Undeloh proseguendo per Sahrendorf, Egesdorf, Evendorf, Horpel, Kuhle, Hutzel, Bispingen, Topingen (ancora una serie di paesi dalla grazia idilliaca), Münster e infine Müden, dove un’ampia e tranquilla area verde consente di pernottare a modestissima tariffa poche centinaia di metri fuori dall’abitato, che merita la passeggiata. Chi predilige pace e silenzio potrà fermarsi qui, mentre chi ha necessità di servizi e vuole risparmiare un po’ di tempo potrà percorrere i 25 chilometri che lo separano da Celle, dove si trovano un parcheggio per camper gratuito indicato come P-Altstadt e un pozzetto di scarico a ridosso del centro. A giudicare solo dalle immagini, questa cittadina sembrerebbe uguale a tanti altri centri tedeschi caratterizzati dalle Fachwerkhäuser, le tipiche case a graticcio: ma la differenza sostanziale sta nelle dimensioni dell’abitato, che altrove sono generalmente modeste e qui (come in poche altre località) sono invece tali da configurare una vera e propria città-museo, con una varietà e una fantasia di strutture e decorazioni che hanno ben pochi riscontri altrove. Occorrono diverse ore di passeggiata per farsi un’idea e viene da soffermarsi ad ogni angolo, in particolare nella notevole Marktplatz con l’interessante cattedrale; né è da meno il castello circondato da un bel parco e con interni tutt’altro che banali, tra cui una scenografica cappella barocca e un interessante museo.Goslar e il parco dell’Harz
Con la statale B3 andiamo ora a riprendere la A7 quasi alle porte di Hannover, seguendola in direzione di Göttingen fino all’uscita 66 e continuando sulla B82 fino a Goslar. Dopo Celle penseremmo di aver visto il massimo in tema di case a graticcio, ma non è così e questa città ne è la riprova: pur senza la continuità urbanistica della precedente, annovera infatti motivi architettonici altrettanto belli se non di più. Anche qui occorre cercare il parcheggio indicato come P-Altstadt (tuttavia poco adatto al pernottamento) nella Kaiserpfalz, adiacente a un parco pubblico che circonda il magnifico palazzo imperiale con due monumenti equestri, uno dei quali dedicato a Federico Barbarossa. A poca distanza, la Marktplatz è una delle più belle piazze del mercato di tutta la Germania.
Ci avviciniamo così all’Harz, un’area montagnosa di modeste altitudini (le vette principali superano di poco i 1.000 metri) che, assieme alla foresta della Turingia, rappresenta di fatto la sola zona di montagna della Germania centro-settentrionale. L’aspetto ricorda il nostro Casentino con il verde intenso, i boschi alternati a piacevoli radure, le cime tondeggianti e i graziosissimi paesi. Nel visitare la zona – dove tra l’altro vigono numerosi divieti di pernottamento, essendo buona parte del territorio protetta da un parco naturale – occorre però prestare attenzione alle molte deviazioni che fanno facilmente perdere la strada o spingono molto al di fuori del percorso programmato: consigliamo perciò un itinerario che risponde all’esigenza di evitare i divieti e i fuorirotta più fastidiosi, cogliendo tuttavia gli aspetti più interessanti della regione.
Da Goslar occorre dunque seguire la statale 498 della Okertal che porta ad Adenau, centro di vacanza sull’Okersee che vale una breve sosta (c’è anche un’area attrezzata che risulta però alquanto fuori mano). Si procede poi in direzione di Braunige e prima di arrivarvi si devia per Sankt Andreasberg; lungo la strada si incontrano molti attraenti parcheggi nei quali non si può pernottare ma che sono la base per diverse escursioni. A Sankt Andreasberg, poco al di fuori dei confini dell’area protetta, si trova un parcheggio per camper adiacente alla piscina comunale coperta, panoramico ma più costoso di quelli fin qui utilizzati. A giustificazione del prezzo e dei divieti occorre dire che tutta l’area ha una spiccata vocazione per il turismo naturalistico invernale, essendo attraversata nella stagione della neve da molte piste di sci di fondo, e che quindi organizzazione, tariffe e disciplina sono determinati anche nel periodo estivo da quest’uso prevalente del territorio.
Wernigerode è un’altra preziosa cittadina interamente costituita da Fachwerkhäuser e ancora diversa dalle precedenti: lungo strada si incontrano centri di vacanza come Braunlage e si passa vicino al pittoresco paese di Schierke, più vocato però a un turismo di tipo residenziale e di interesse relativo per il turista itinerante che abbia una certa fretta. Giunti a Wernigerode costeggiando una lunga fila di villette a graticcio che introducono al centro, si cercherà il parcheggio siglato come P-Marktplatz che, come dice il nome, si trova nei pressi della piazza del mercato, forse ancora più bella e originale di quelle viste in precedenza; le ragguardevoli dimensioni dell’abitato e la pedonalizzazione rendono ancora più apprezzabile l’omogeneità dell’insieme, scevro da moderne contaminazioni.La Bodetal, una valle profonda e verdissima scavata dal Bode prima di portarsi in pianura a Thale, è invece una delle più preziose emergenze naturalistiche dell’Harz. L’ultimo tratto assume i caratteri di un vero e proprio canyon con fondo facilmente percorribile grazie a una strada che segue il corso del fiume, mentre il ciglio è solcato da bellissimi sentieri panoramici. Una serie di deviazioni (indicate come Umleitung) ne rendono alquanto problematico il raggiungimento da Wernigerode per la via che apparirebbe più logica sulla carta, e perciò – nell’ipotesi verosimile che questa situazione si prolunghi per qualche tempo – abbiamo individuato un percorso che dovrebbe mettere al riparo da sorprese. Usciti dalla cittadina si imbocca la strada 27 toccando nell’ordine Elbingerode, Rübeland e Hüttenrode, villaggio delizioso che merita almeno una breve sosta, e si costeggia il fiume incontrando altri due incantevoli paesini: Altenbrak e soprattutto Treseburg, la località più rappresentativa della bellezza del circondario, che si trova alla confluenza con un altro fiume ed è dotata di un comodo parcheggio da cui partono varie belle escursioni. Dalla panoramica località di Rosstrappe, osservando il fondo della gola, si noteranno diversi gitanti che percorrono anche i punti più incassati e apparentemente irraggiungibili: a questi sentieri si accede facilmente recandosi a Thale e seguendo le indicazioni fornite da dettagliatissimi pannelli informativi.
L’uscita dalla regione dell’Harz ci riserva ancora una sorpresa. Tornati a Treseburg si seguono i segnali per Allrode, Güntersberge, Hasselfelde e infine Stolberg, arrivando in questo paese di case a graticcio che ancora una volta non somiglia affatto agli altri ma ha caratteristiche e atmosfere sue peculiari: un castello e la chiesa parrocchiale dominano questa sorta di museo all’aperto da visitare senza fretta, dopo essere andati a cercare parcheggio nei pressi della stazione ferroviaria.
Le Fichtelgebirge
Terminato il giro dell’Harz si raggiunge in breve, passando per Nordhausen, la nazionale 80 che ci porterà verso le ultime tappe di questa insolita discesa del suolo tedesco, con una più lunga traversata (circa 270 chilometri) quasi tutta interna alla ex Germania dell’Est. Nel primo tratto si possono ancora osservare le tracce della “centralità della fabbrica” e dei conseguenti danni ambientali ed economici, resi più evidenti dall’attuale momento di crisi.
Il rapido aggiornamento della rete stradale dovrebbe far sì che già da quest’anno sia ultimato, poco dopo il punto in cui ci si immette sulla B80, il collegamento della A38 che prenderemo in direzione di Lipsia: in tutto, sul nuovo tratto o sulla stessa statale, un centinaio di chilometri fino ad incrociare la A9 che scende da Berlino, e che noi imboccheremo in direzione di Bayreuth e di Regensburg. Dall’uscita 12, che coincide con Hof, seguiremo in successione i cartelli per Wunsiedel, Luisenburg ed infine per il Felsen Labyrinth. Siamo all’interno del parco naturale delle Fichtelgebirge, una vasta area protetta che ha una delle sue maggiori attrazioni – ma non l’unica – in questo labirinto di rocce: si tratta di un fenomeno geologico non infrequente nelle zone al confine tra Germania, Polonia e Repubblica Ceca, ma che da noi è piuttosto raro e che quindi merita una particolare attenzione. Anche in questo caso si arriva a un comodo parcheggio e all’ingresso (a pagamento) di un sistema di sentieri che permette di toccare ogni punto di questa intricata estensione di massi d’ogni forma, da esplorare con una passeggiata che dura non meno di un’ora e con l’indispensabile supporto dei cartelli che aiutano a non perdersi. Molte scritte incise sulle rocce inneggiano alla natura, mentre alcune aree di riposo e picnic sono opportunamente sistemate lungo il tragitto.La Svizzera Francona
Per recarci in questa zona che completa il nostro itinerario con un’ultima pausa di interesse soprattutto paesaggistico e ambientale, basterà imboccare la tranquilla e panoramica statale 303 per Bayreuth, reinserirsi nella A9 in direzione di Monaco di Baviera e lasciarla poco dopo allo svincolo numero 44.
La Fränkische Schweiz è un altro comprensorio di vacanza di grande interesse e tutto tedesco, dove il turismo estero è praticamente nullo, e che pertanto entra a buon diritto nella nostra collezione. Le guide suggeriscono un itinerario lungo e tortuoso capace di scoprirne ogni angolo: qui invece vi proponiamo un breve circuito che si sviluppa nelle valli dei fiumi Wiesent e Puttlach, apprezzando così alcune delle mete più spettacolari senza compromettere i tempi ristretti del rientro. Lo scenario è costituito da rocce che incombono da ogni parte, graziosissimi paesi con case e castelli spesso arroccati a mo’ di nido d’aquila su irti speroni, grotte e strutture per il tempo libero che dal paesaggio stesso traggono ispirazione e motivo di divertimento; né potevano mancare campeggi e aree di sosta all’altezza della situazione. Consigliamo perciò di non limitarvi a un semplice giro esplorativo, ma di scegliere una base di pleinair opportuna e trattenervi un paio di giorni per gustare quest’ambiente magnifico e intatto a misura di pleinair (con possibilità di largo uso della bici grazie alle brevi distanze e ai pochi dislivelli): farete così un pieno di energia che vi permetterà di coprire l’ultima parte del percorso verso casa tutto d’un fiato e in piena forma.
La prima tappa è la Teufelshöhle, ovvero la Grotta del Diavolo, che si apre con un grande antro scavato nella parete rocciosa. Dall’autostrada vi si giunge rapidamente seguendo la 470 in direzione di Pottenstein, incontrando alla base della cavità un amplissimo parcheggio a pagamento nelle ore diurne e gratuito nel resto del tempo, senza alcuna indicazione di divieto di pernottamento; nelle vicinanze un allevamento di trote con ristorante, una lunga e divertente pista di bob su erba e una piscina realizzata a somiglianza di un laghetto naturale sotto una ripida e biancheggiante parete rocciosa.
Ripresa la strada si giunge rapidamente a Pottenstein, piacevole e ben organizzato paese di villeggiatura con un piccolo castello arroccato, belle casette a graticcio, tanto verde e tanta pace. Qui ci si può anche fornire di una carta dettagliata della zona, indispensabile per orientarsi a dovere. A poca distanza dall’abitato si nota un campeggino tutta natura immerso in un ambiente quanto mai rappresentativo sulle rive del Puttlach, un affluente del Wiesent dalle acque limpidissime. Sempre sulla 470 si incontra Tüchersfeld, che si impone all’attenzione (e all’obiettivo della macchina fotografica) per le sue incredibili case annidate tra le rocce e sulla sommità di esse, oltre a un vertiginoso belvedere sulla cima dello spuntone più alto.
L’ultima sosta è a Gössweinstein la cui notorietà è dovuta principalmente al bellissimo santuario, meta di pellegrinaggi ma anche monumento ricco di opere d’arte. Da visitare inoltre il castello che domina dall’alto l’abitato e che è il punto di partenza della Marienfelsweg, una passeggiata che si sviluppa su un pendio permettendo di scoprire un’altra collezione di massi dalle forme inusuali e godendo di un ampio panorama su tutta la verdeggiante e profonda valle del Wiesent. Per la sosta diurna è disponibile un funzionale parcheggio, mentre per quella notturna un’ottima e tranquilla area per camper provvista di pozzetto si trova vicino a un supermercato della catena Aldi (potrebbe essere questa, in alternativa al campeggio di Pottenstein, la base per visitare il circondario).
Da qui torneremo sui nostri passi per riprendere la A9, che seguiremo in direzione di Norimberga e poi di Monaco rientrando in Italia dal Brennero.

PleinAir 408/9 – luglio/agosto 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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