Nelle terre di Artù

In camper, a piedi e in bici sulle strade e le stradine del Galles. Un itinerario per sognare ad occhi aperti. Una guida per non perdere la bussola. Un'inchiesta sulle aree di sosta e il campeggio per dormire sonni tranquilli.

Indice dell'itinerario

Com’era verde la mia valle. Inizia con il titolo di un film di John Ford, una pellicola anni Quaranta che meritò ben cinque Oscar, questo viaggio inchiesta tra i castelli del Galles. La celluloide s’ispirò allora a uno splendido romanzo di Richard Llewellyn: la storia di un piccolo villaggio minerario e di una famiglia come tante, legati a una terra generosa, ma difficile da sottomettere.
Trascorso mezzo secolo, molto è rimasto di quel carattere aspro e selvaggio, a partire dalla lingua, un idioma celtico a noi spesso incomprensibile e ancora oggi utilizzato per la toponomastica ufficiale. Gli scettici provino a memorizzare, o più semplicemente a pronunciare, il nome di questa località: Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllandysiliogogogoch. Non male vero? In particolar modo sapendo che si riferisce a un piccolo borgo situato nel nord del paese, sull’isola Anglesey.
Muoversi nelle terre di Re Artù è certamente meno complicato che affrontare un percorso tra le Ande, ma ciò non significa che il visitatore alla guida di un camper abbia sempre vita facile. Certo, sono i piccoli imprevisti a rendere indimenticabile una vacanza, ma molti converranno che il vecchio detto prevenire è meglio che curare ha spesso il sapore di una tranquillizzante pacca sulla spalla. Lo stesso amichevole incoraggiamento vi offriremo noi, certi che ci perdonerete se, a vantaggio delle informazioni pratiche (costi vari inclusi), ometteremo di descrivere qualche centinaio di monumenti. Di luoghi intrisi di storia è pieno il Galles, così come gli scaffali delle librerie italiane sono affollati di guide esaurienti.

Arrivo nella capitale
Con trecentomila abitanti, quell’aria vagamente cosmopolita e il suo possente castello d’origine normanna, Cardiff è la porta d’ingresso, nonché la capitale, del Cymru (nome del Galles secondo l’idioma celtico). Collocata alla foce del fiume Taff, la città si propone come un buon punto di partenza per la visita della regione. Non deve spaventare l’impatto metropolitano, si manovra con discreta agilità nel traffico urbano e, proprio in pieno centro, si trova un grazioso campeggio municipale.
Troppo poco citato dalle guide e spesso dimenticato dagli opuscoli ufficiali, il Cardiff Caravan Park (Pontcanna Fields, accesso da Cathedral Road, a pochi passi dal castello, tel. 0044/1222/398362) è immerso in uno stupendo parco pubblico. La struttura offre verdi e pianeggianti piazzole, tutte dotate di rubinetto per l’acqua e di colonnina dell’energia elettrica. Nei due blocchi di servizi, collocati ai limiti del campeggio, si trovano i bagni con le docce (acqua calda) e la lavanderia (lavatrice 1.5 sterline, asciugatrice 0.50). Sul retro di ogni edificio è posizionato lo scarico per il wc chimico. Possibile il noleggio biciclette. Pernottarvi costa 6 sterline per carrello tenda, poco più di 11 sterline per caravan e motorhome (14 sterline se si include l’allacciamento all’impianto elettrico).
Per ciò che riguarda l’approvvigionamento di gpl, rammentate che nella capitale esistono due luoghi dove è tecnicamente possibile rifornirsi di gas combustibili per uso domestico. Calor Centre si trova nell’area di Glamorgan South (2 Station Terrace, Ely, Cowbridge Road West), ma dispone solo di butano e propano in bombola. Chi utilizza il tradizionale bombolone di gpl deve raggiungere il più distante Mobile Gas, nell’area periferica di Leckwith. Essendo un po’ difficile da trovare è consigliabile raggiungere la zona e chiedere del Leckwith Bridge. Individuato il viadotto, che precede la ripida salita sulla collina, imboccate il viottolo sulla destra che valica un vecchio ponte in pietra e proseguite per un centinaio di metri. Non è possibile effettuare il rifornimento senza il piccolo adattatore che adegua la pompa inglese all’attacco del serbatoio italiano.

Corridoi vegetali
Miss Margaret ogni mattina indossa un cappellino ornato da un bel fiocco rosa, sistema con cura i fiori nell’ingresso di casa ed esce portandosi appresso i suoi giovanili settant’anni e il fedele Alan, un dalmata che sembra uscito dal film La carica dei 101. Vive, l’arzilla signora, poco a sud di Cardiff, un tiro di schioppo da ciò che resta del Beaupre Castle. L’abbiamo incontrata per caso, percorrendo una delle piccole viuzze della campagna gallese, quelle che corrono come serpenti nell’infinito e sembrano non condurre in nessun luogo. Trovandocela innanzi, come una visione d’inizio secolo, siamo stati costretti a fermarci e spegnere il motore. La strada, una sorta di angusto corridoio tagliato nella vegetazione, era talmente stretta da non consentire il passaggio nemmeno al fido Alan. Impossibile aprire porte e finestre, impossibile uscire dal mezzo, impossibile retrocedere, impacchettati per bene da una piccola processione di vetture che ci tallonava. Non potendo spiccare il volo, altro non c’è rimasto da fare che seguire la leggiadra Miss Margaret sino al successivo incrocio, qualcosa come tre chilometri a passo di danza.
L’aneddoto descrive eloquentemente quanto possono essere strette le strade del Galles, quanto la viabilità minore metta a dura prova il sistema nervoso di chi sta al volante (di un camper, specialmente). Ben lo sanno coloro che già hanno viaggiato nelle campagne inglesi e irlandesi, più difficile immaginarlo se l’esperienza non si è vissuta in prima persona. L’incrocio con veicoli che procedono in direzione opposta è spesso, ma non necessariamente, facilitato dai passing place, piccoli spazi ricavati a lato della carreggiata.
Premesso che la condizione delle strade è in ogni modo buona, vale la pena sottolineare che nel nostro caso l’aggettivo che ne descrive lo stato non necessariamente offre un’idea delle dimensioni. La comparazione tra due diverse cartografie (la mappa ufficiale del WTB e il foglio 403 edito da Michelin) mostra come sia difficile intuire sulla carta la tipologia del percorso, poiché per il medesimo itinerario le mappe spesso adottano una rappresentazione cartografica differente.
Solo nella realtà si scopre che una strada indicata di secondo livello può essere terribilmente stretta e, allo stesso modo, un percorso di campagna si rivela un veloce tracciato a doppia carreggiata. Impegnative, in alcuni casi, anche le manovre di svolta ad incroci molto stretti, anche se si tratta in genere di situazioni limite sulla viabilità di terzo livello, spesso segnalate da cartelli del tipo unsuitable for caravan (non adatta a caravan) o unsuitable for coach (non adatta ad autobus). A tale proposito segnaliamo la zona di Llantwit Major (Vale of Glamorgan), la penisola Gower, le località di Kidwelly e Manorbier, la strada per Martin’s Haven. Da mettere in conto numerosi passaggi stradali con pendenze che oscillano tra il 10% e il 16%, spesso in coincidenza con le salite ai castelli collocati in posizione particolarmente panoramica.

No overnight please
“Non ci sono problemi per la notte, scegli un parcheggio e ti fermi a dormire”. Se può andar bene per molti altri posti questa tipica frase da camperisti navigati, non vale nel Regno Unito. Il problema è sempre quello di distinguere, quando si è in viaggio in un paese straniero, ciò che è possibile fare e ciò che invece è legalmente permesso. L’abitudine di aggirare un divieto è talmente radicata nell’animo latino che spesso anche gli equipaggi più ligi alle regole finiscono per chiudere un occhio. Inutile mentire. Chi ama l’indipendenza offerta dalla sosta libera, quella che in fondo consente anche un bel risparmio, si troverà imprigionato nella selva di cartelli che vietano il pernottamento. Il no overnight è una costante del viaggio anglosassone. Quasi un paradosso se si pensa alla radicata tradizione del turismo itinerante alimentata dal popolo delle caravan, piccoli gusci domestici che scorrazzano a centinaia nel paese. La verità è che un camper non soffre dei problemi d’autonomia della caravan e mostra un carattere più indipendente e sbarazzino. E’ forse quest’audacia a spaventare gli amministratori pubblici, capaci spesso di veri e propri giochi di strategia per evitare ai veicoli ricreazionali di pascolare nei recinti urbani durante la notte.
La prima avvisaglia di come girano le cose emerge durante le soste autostradali. Accanto al tradizionale autogrill si trova, di solito, un lodge o un caravan park, in alcuni casi distante qualche centinaio di metri dall’asse viario principale. I parcheggi però offrono la sosta gratuita sino ad un massimo di 2 ore. Oltre tale tempo è previsto il pagamento di un biglietto il cui costo è compreso tra 5 e 8 sterline (15-23.000 lire circa), che in genere include un buono colazione del valore di 4-5 sterline. La situazione si complica nella viabilità interna del Galles, in particolar modo nei centri urbani più turistici o lungo i litorali, meta abituale di un turismo balneare ormai consolidato. Nelle principali cittadine del Pembrokeshire, un armonico insieme di lunghe spiagge, scogliere frastagliate e borghi antichi, la sosta diurna durante la stagione estiva è di norma disciplinata dal sistema pay and display, letteralmente paga ed esponi il tagliando. Adottata ormai in tutto il mondo, la formula del parchimetro – costi a parte – si rivela assai efficace, se non fosse per il ricorrente divieto, esteso a tutti i veicoli, di sostare dalle 19 alle 9 del mattino seguente. Prendiamo ad esempio Tenby, con le sue case colorate e il piccolo porto in secca. In quella che, non a torto, molti considerano tra le più incantevoli località marinare, vi sono numerosi parcheggi diurni a pagamento. Uno piuttosto grande nei pressi della rotatoria di accesso alla città, un secondo poco distante dalla spiaggia nord, un terzo a livello del lido sud e un quarto poco distante dal bagnasciuga meridionale, a due passi dall’Esplanade. La ciliegina sulla torta? Durante la sosta diurna (quella notturna è chiaramente proibita) è vietato dormire o cucinare nel mezzo.
Lo stesso diabolico meccanismo vige a Conwy, proprio a due passi dal coreografico castello voluto da Edoardo I, tra i più importanti e spettacolari del Galles. Scegliendo l’area di parcheggio destinata alla sosta lunga (massimo 8 ore consecutive durante il giorno) si scopre però che, benché esista il chiaro divieto di dormire a bordo, con una modica tariffa è possibile sostare anche durante le ore notturne. In fondo, se qualcuno viene a bussare alla porta del veicolo, basta balzare dal letto, accendere la luce e agguantare un libro come alibi. A dire il vero, la pattuglia di polizia che perlustrava i vasti parcheggi di Caernarfon, giusto a due passi da un’altra imponente fortezza, non ha particolarmente apprezzato questo nostro tocco di ingegno partenopeo. Gli stessi agenti non hanno potuto neppure evitare di scorgere, nell’area deserta, un camper con targa tedesca, luci interne accese e minestra sul fuoco. Nessuna contravvenzione, ma un semplice richiamo al rispetto dei divieti.
Fortunatamente la nostra ingombrante presenza non è stata notata nel parcheggio di un supermercato, proprio sotto un grosso cartello che invitava a non sostare nelle ore di chiusura del centro commerciale. Una piccola disattenzione, in fondo, può capitare a tutti. Ad onore del vero è giusto sottolineare che i casi limite, quelli che nel divieto di sosta discriminano i soli veicoli dotati di sleeping accomodation (cuccette o letti a bordo), sono rari.
A questo punto non vorremmo che qualche lettore male interpretasse le nostre annotazioni, arrivando a pensare di cambiare meta. Il Galles, anch’esso terra di “eroi, navigatori e santi”, è un paese bellissimo modellato da forti contrasti, dove al verde scintillante d’umide praterie si contrappongono montagne aspre e selvagge. Un luogo magico per trascorrere la notte si trova sempre, basta avere la pazienza di cercarlo, magari a qualche chilometro dal cuore di un centro abitato oppure poco distante dalla spiaggia più alla moda, su una scogliera battuta dal vento. L’importante è non dormire negli spazi ricavati ai lati della sede stradale poiché le normative non lo consentono.
Per ciò che concerne la visita a castelli e monumenti, rammentiamo che nella maggior parte dei casi si può contare su un’area di parcheggio, spesso gratuita, a disposizione dei visitatori. Personalmente siamo persino riusciti, vincendo lo stupore del centralinista, a farci recapitare a “domicilio”, proprio di fronte all’antica Neath Abbey, una gustosa pizza al salamino piccante.

PleinAir 324/325 – luglio/agosto 1999

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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