Nel verde dipinto di azzurro

Un arcipelago formato da centinaia di isole d'ogni forma e dimensione, un parco nazionale con forre e cascate, una collana di preziosi centri storici dal suggestivo patrimonio monumentale: con il v.r., il gommone e la bici intorno a Sebenico, in una delle aree meno celebrate ma più belle della Dalmazia.

Indice dell'itinerario

La regione di Sebenico è davvero una delle aree più godibili e interessanti della Croazia mediterranea: decine di isole, isolotti e scogli nel raggio di poche decine di chilometri, una costa variopinta su cui affacciano caratteristiche cittadine, e ancora l’incredibile fiordo disegnato dal fiume Krka che dalla stessa Sebenico risale nell’entroterra fino a Skradin, nel piccolo ma prezioso parco nazionale che dal corso d’acqua prende il nome. Ci sono dunque numerose motivazioni per un viaggio ricco di suggestioni e opportunità, trascorrendo l’estate (ma anche le mezze stagioni sono quanto mai indicate) all’insegna di natura, cultura e relax. Volendo poi vivere appieno tutto ciò che offre questo ambiente, è senz’altro consigliabile disporre di un piccolo natante pneumatico da abbinare al veicolo abitativo per escursioni marine e fluviali in libertà.

Vodice e l’arcipelago di Sebenico
Che si giunga via terra o ci si imbarchi da Ancona per Zara, la prima tappa poco a nord di Sebenico è la cittadina di Vodice, toponimo che si rifà alle sorgenti di acqua potabile storicamente preziosissima e ricercata. Nota come la piccola Saint-Tropez della Croazia, è una località molto vivace, caratterizzata da pittoresche calli dalmate e attrezzata di tutto punto per il turismo (immancabile una puntata alla trattoria Steak Haus, dove il mitico Guste vi accoglierà con simpatia). Di antichissima origine, l’Arausa Antonina romana venne fortificata nel 1664 a difesa dalle scorrerie turche; in felice posizione per ammirare l’arcipelago, è disposta al centro di una baia lungo la quale si susseguono varie spiagge, in particolare quella che si estende fin verso Tribunj. Quest’ultimo è un paese in pietra disposto su un’isoletta rettangolare e collegato alla terraferma da un ponte; dalla collinetta attigua, dove sorge una chiesetta con camposanto, si apre uno splendido panorama.
Prvic è l’isola più estesa fra quelle prospicienti Vodice, nell’insenatura delimitata ad ovest da Tribunj e ad est dal canale di Sebenico. Secondo Don Bozo, il parroco di Prvic, «ti puoi ritrovare in un altro mondo in appena dieci minuti». E’ questo infatti il tempo necessario per raggiungere con il traghetto il primo villaggio, Sepurine, mentre occorre poco meno di mezz’ora per il capoluogo Prvic Luka. Stante il divieto di sbarcare con veicoli a motore, si rimedia facilmente con la bicicletta che consente di visitare tutta l’isola e di percorrere senza difficoltà i 3 chilometri della stradina interna che collega i due centri. Sepurine è ora la località più grande, affacciata sul versante sud-occidentale, mentre Prvic Luka, fondata da religiosi glagoliti nel 1461, è spettacolarmente abbarbicata in un’insenatura nella punta sud-orientale. E’ qui che Don Bozo ha il suo quartier generale, nel convento salesiano affacciato sul porto, con l’idea di contribuire a rendere questo sito verdissimo – fra le colture agricole prevalgono fichi, olivi e viti – un paradiso di quiete e di turismo secondo natura a solo un miglio dalla frenesia vacanziera di Vodice (vedi anche riquadro “Diavolo d’un prete”).
Situata tra Prvic e Zmajan, l’isola di Tijat si segnala per due ragguardevoli insenature. La prima si trova nella profonda baia rivolta a sud-est, ben protetta da bora e maestrale ma non dallo scirocco, ed è buen retiro di velieri. Quando vi scendiamo, ecco la sorpresa: appena partiti gli ultimi bagnanti compaiono due caprioli, un adulto e un cucciolo, per rifocillarsi con gli avanzi di cibo. Sul lato opposto, a destra di Punta Kruzic e proprio dirimpetto al campeggio in cui ci siamo sistemati a Vodice, ben visibile da 2 miglia di distanza per la mole dell’hotel Imperial, il primo ridosso è una meraviglia per l’acqua color smeraldo e il fondo interamente sabbioso.
A Zmajan l’approdo consigliato con il proprio natante è sul versante settetrionale, nell’ultima insenatura ad est, dov’è presente un moletto per l’attracco e il mare offre invitanti colori per nuotate e immersioni. Vicinissimo a Zmajan, sul lato orientale, c’è il magnifico isolotto boscoso di Obonjan, centro sportivo e punto d’incontro per vacanze in tenda di centinaia di ragazzi aderenti alle associazioni scoutistiche di diverse nazioni. Qui fanno tappa anche il traghetto da Sebenico e una motonave che varie volte a settimana conduce i giovani nella discoteca di Vodice.
Kaprije è forse, delle isole maggiori, la più bella e fruibile per quanto riguarda gli approdi in baie e cale suggestive e le splendide occasioni di relax e bagni di mare. Soprattutto nel versante che guarda la costa continentale è tutto un susseguirsi di insenature piccole e grandi, con un mare dalle tonalità e dalle trasparenze fantastiche. Il paese omonimo (la cui etimologia è forse collegata ai capperi), in fondo a un piccolo e stretto golfo perfettamente riparato, vi accoglierà nelle sue konobe e gostione per consumare il saporito pesce dell’Adriatico.
Uno stretto canale divide Kaprije dall’isola immediatamente ad ovest, Kakan, il cui versante più bello e battuto dalle imbarcazioni è proprio quello prospiciente Kaprije, protetto dai venti di scirocco, maestrale e libeccio. Completamente disabitata, fu al centro di un grande progetto denominato Settimo Continente all’epoca di Tito, quando il governo jugoslavo la offrì alla comunità internazionale per farne l’isola dei bambini del mondo: un proposito rimasto sulla carta dopo la dissoluzione politica e amministrativa del paese.
Zirje, conosciuta in italiano come Zuri, è l’isola più lontana dalla costa croata e guarda la sponda marchigiana e abruzzese. Naturale e storica vedetta sull’Adriatico, anche nella guerra dal 1991 al 1995 ha svolto un ruolo chiave per la difesa di Sebenico dall’assedio serbo. Un piacevole attracco è il paesino di Murna, con acqua limpidissima anche nel porto e gente ospitale. Nella successiva insenatura ecco una konoba con pontile, mentre sul versante meridionale altre due bellissime insenature, Mala Stupica e Vela Stupica, servirono da porti alla regina illirica Teuta nel III secolo a.C. A Vela Stupica, con il solito mare di straordinaria limpidezza, c’è anche un minuscolo villaggio dove si trova una trattoria d’altri tempi e si mangia quello che offre la pesca del giorno: noi abbiamo gustato strepitosi branzini e orate.

Sebenico e il parco del Krka
Dalla statale costiera la città di Sebenico non svela le sue pittoresche peculiarità a chi è di passaggio, rendendo dunque consigliabile una sosta. Lasciato il veicolo nei parcheggi a pagamento presso il molo sud del porto, il centro storico si visita facilmente a piedi. Stradine strette e serpeggianti, passaggi a volta, scalinate, e poi improvvise e abbaglianti opere del genio e dell’arte dalmata e italiana. Magnifica soprattutto la cattedrale gotico-rinascimentale di San Giacomo, candida e maestosa: interamente costruita in pietra sotto la guida degli architetti Giorgio Orsini Dalmata e Niccolò Fiorentino, fa parte del patrimonio mondiale Unesco e, con i palazzi e gli slarghi limitrofi, rappresenta uno dei più suggestivi angoli urbani della Dalmazia.
Anche se si arriva dal mare il porto e l’abitato risultano nascosti: prima di poterli scorgere si deve zigzagare tra isole e isolotti e penetrare nel lungo canale di Sant’Antonio, il cui ingresso è vigilato dalla possente fortezza cinquecentesca di San Nicola. Dopo 2 miglia di navigazione si spalanca la vista della città, bellissima, baciata dal sole e dal mare in fondo a una vasta baia che somiglia a un lago. Sfiorando la costa notiamo come le attività industriali che un tempo deturpavano lo splendido panorama siano state spostate o ridimensionate: risalta così il bagliore degli edifici che si specchiano nelle acque.
Dalla baia, superato il ciclopico ponte ad arcata unica della Magistrala Adriatica, l’estuario del fiume Krka segna l’inizio del parco nazionale omonimo: area protetta dal 1985, è un vero spettacolo di verde e di acque dolci che offrono una valida alternativa alle giornate di mare. Il meraviglioso fiordo risale per circa 20 chilometri nell’entroterra fino a Skradin, la romana Scardona, piccolo centro considerato monumento storico e situato in un contesto di struggente bellezza. Chi è giunto con il veicolo può sostare nell’ampio e ben individuabile parcheggio a pagamento, ma a chi ama un pizzico di avventura consigliamo senz’altro la risalita in gommone da Sebenico a Skradin (a patto di non dimenticare capienti taniche di benzina): un’autostrada di acque placide che si dipana nel lungo canyon carsico del Krka, con le pareti ricoperte dalla macchia. Qui il fiume riprende le sue fattezze – anche se prevale ancora in gran parte il mare, segnalato dalla presenza sulla riva di numerosi vivai di cozze – e torna a riaprirsi in un vastissimo specchio d’acqua noto anche come Prokljansko Jezero. Da qui a Skradin le ultime 3 miglia, con il passaggio sotto un altro ponte che stavolta è quello dell’autostrada, sono accompagnate da un paesaggio mozzafiato, lungo una forra tanto sinuosa da produrre curve quasi a gomito, assistite da fari e segnalazioni luminose.
La cittadina ha un porticciolo molto fornito e attrezzato, oltre a quattro konobe che offrono vino e prosciutto dalmata. Dal molo partono ogni ora i barconi turistici per la Skradinski Buk, una cascata che si getta dai 46 metri di una parete di tufo; può essere raggiunta anche via terra con il bus che si prende dal centro informazioni sull’altopiano di Lozovac, dove vengono obbligatoriamente fermati tutti gli autoveicoli. Agresti sentieri e passerelle di legno su cascatelle, paludi, pozze e torrenti conducono in una fitta selva, dove si svela lo spettacolo della massa d’acqua che scroscia. Altre gite organizzate in barca conducono alla zona sovrastante la cascata, dove il Krka si allarga in un grande lago al cui centro sorge l’isolotto di Visovac, con un convento francescano del XVI secolo. Ancora più a monte si risale in vista delle cascate minori di Roski Slap: circondate da un ambiente ancora più ameno e selvatico (notiamo la presenza del pino d’Aleppo), si possono raggiungere anche con il proprio mezzo prendendo da Skradin per Drnis. La cittadina, fondata dai turchi ai primi del ‘500 e da loro tenuta per oltre 150 anni, presenta ancora due delle cinque moschee originarie, ed è rinomata per i saporiti salumi e formaggi. Da qui sono una ventina i chilometri di strada rettilinea in un immenso altopiano, dal paesaggio desolato di rocce e arbusti. Il sito merita una sosta per il panorama aspro e naturale, l’attraversamento di un canyon e la vista di un mulino ad acqua.
Quindici chilometri a nord-ovest di Skradin, nella cittadina di Bribir che fu la romana Varvaria, ci sono gli importanti scavi archeologici di Bribirska Glavica, con il vasto complesso di ruderi e vestigia di epoca illirica, romana e paleocroata. Da segnalare inoltre i paesi di Raslina, Bilice e Zaton, pittorescamente affacciati sulla valle del Krka: nelle gostioniche e nei ristoranti dei tre villaggi si può gustare pesce d’acqua dolce accompagnato da vini locali.
E’ invece l’agnello allo spiedo il piatto più diffuso in una vasta zona dell’interno di Sebenico, la pietrosa Lika, praticamente un grande altopiano intervallato da colline, montagne e fertili vallate, da sempre collegamento strategico fra Dalmazia ed entroterra bosniaco. Sull’abitato di Knin, a 50 chilometri da Sebenico e a 25 da Drnis, svetta possente e maestosa sul colle la celebre fortezza, museo della regione, via via posseduta e rimaneggiata da turchi, veneziani, francesi e austriaci. Sulla strada fra Knin e Kistanje si possono invece vedere le rovine del sito archeologico di Burnum, centro romano distrutto dalle incursioni avaro-slave.

Primosten e i dintorni
Confine orientale del golfo di Sebenico, Primosten è la principale località di questa costa orientata ad ovest e percorsa dalla statale litoranea. Qui abbiamo fatto base presso il camping Adriatic, in invidiabile posizione su un piccolo promontorio proteso sul mare aperto. Da qui le isole appaiono lontane, sfocate dalla foschia della calda estate, ma se ne possono raggiungere alcune costeggiando in direzione Sebenico. La caratteristica di questo tratto di mare è la straordinaria limpidezza, grazie alle correnti e alla notevole profondità, con un unico svantaggio per i gommonauti: la baia del campeggio non ha un molo di protezione, e si è esposti al maestrale che quando soffia impetuoso può sollevare onde ragguardevoli. Il consiglio, in previsione di forte vento, è di riportare a riva i gommoni servendosi dell’apposito scivolo, oppure di rafforzare l’ancoraggio non troppo vicino alla costa dove le onde possono diventare frangenti.
La cittadina è splendida da scoprire lungo i vicoli che risalgono la collinetta su cui troneggia la bella chiesa di San Giorgio, risalente al 1485. L’impianto urbanistico è ancora quello medioevale, ma ciò che più sorprende di Primosten è la collocazione così protesa sul mare, che l’ha fatta descrivere come “una nave di pietra ancorata alla costa”. Tutto si spiega scoprendo che in origine era un’isola divenuta promontorio con la realizzazione, cinque secoli fa, di un terrapieno che l’ha stabilmente collegata alla terraferma.
Una decina di chilometri più a nord si apre un piccolo paradiso marino, sette isolotti che punteggiano una sorta di laguna illuminata a chiazze da acque più basse color smeraldo tra la punta meridionale dell’isola di Zlarin, il lungo promontorio di Grebastica con la penisoletta di Ostrica, tagliata da una muraglia alta più di 25 metri, e il villaggio di Krapanj. Con qualsiasi condizione di mare potrete qui trovare un opportuno e tranquillo ridosso, con mare limpidissimo e deliziose calette. In particolare segnaliamo l’isolotto di Dvainka, nel tratto centrale stretto solo una ventina di metri, barriera naturale fra il blu del mare aperto e la verde placidità delle acque più interne. Si può invece godere di rilassanti sieste on the sea in un punto molto frequentato dai naviganti nel passaggio tra i due isolotti appaiati di Krbela, di fronte a Krapanj.
Da non mancare, questa volta in direzione sud, anche l’escursione nautica verso Rogoznica: si attraverseranno la profonda insenatura di Kremik, con solitaria e spettacolare marina, e la punta di Zecevo in quello che è stato un luogo di resistenza dei croati agli assalti della Serbia nella triste guerra dei primi anni ’90. Il golfo successivo è oggi segnato dalla nascita di nuovi paesi e villaggi sul mare, che denotano l’emergente vocazione turistica del luogo. Luka Rogoznica è il magnifico insieme di due profondissime insenature a cavallo delle quali sorge l’animata cittadina delle palme, anch’essa anticamente isola ora collegata alla terraferma. Al largo merita l’avvicinamento lo spettacolare scoglio con faro, indicato nelle carte come Mulo, che ricorda le analoghe torri del Baltico. Doppiate le due punte di Movar e di Ploca, si aprono verso est miglia e miglia di costa e insenature selvagge del lungo promontorio di Vinisce, inospitali all’antropizzazione. E’ un netto cambiamento di geografia e di clima, che separa e distingue il golfo di Sebenico dalla regione di Trogir e Spalato, una porta d’ingresso per scoprire un’altra Dalmazia profonda: ma questa, come si suol dire, è un’altra storia. Dovidenja!

testo e foto di Roy Berardi

PleinAir 444 / 445 – Luglio / Agosto 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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